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Autore: JoshPaperson    23/02/2014    1 recensioni
"Sto per iniziare la mia avventura.
Sto per iniziare il liceo. Non capita molte volte nella vita.
Sarà una parte essenziale della mia vita.
Ho paura. "
Il liceo, o scuola superiore, è una parte importante nella vita di ogni persona. É il periodo dei cambiamenti, é il periodo in cui si fanno esperienze positive o negative, il periodo in cui accadono tante e forse troppe cose.
Un vortice di emozioni che trascina.
Tutti prima o poi affrontiamo delle prove nella vita, e questa è la prima prova importante che Matteo incontra nella sua vita.
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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     3. L'interrogazione.

 
Siamo ormai ad inizio ottobre e, seppur la Verretti non mi abbia ancor interrogato, conosco le sue tecniche. Mettendole su un piano didattico le sue tecniche sono costruttive ed ottime per l’insegnamento, mentre dando uno sguardo più umano della situazione si vede quanto sia terribile.
Nel corso dei giorni molte persone mi hanno chiesto se fosse “cattiva” ed io, non avendo una chiara risposta al quesito, mi sono limitato a rispondere: è molto severa e rigida.
 
 
Come sempre, mi siedo sul sedile posteriore dell’utilitaria di mio padre che mi porta a scuola. Generalmente l’auto è un mezzo di trasporto privato, ma per quei pochi minuti diventa uno dei tanti mezzi per arrivare al carcere di tortura.
Le ruote della macchina incontrano una buca profonda che fa scuotere la macchina talmente forte da farmi svegliare per qualche secondo.
-Accidenti!- urla mio padre. A quanto pare, non sono l’unico a dormire a occhi aperti la mattina.
Svolta accuratamente,onde evitare altre buche, l’angolo della strada che divide la felicità dal carcere. In pochi secondi ho davanti al viso quel grosso edificio arancione che esplode di tristezza. Mi costringo ad uscire dalla macchina senza nemmeno salutare mio padre, che nel frattempo borbotta qualcosa al riguardo. Non appena stabilisco il mio equilibrio sul suolo, Luca si pianta di fronte a me.
-Buooooongiorno compagno!-
Sinceramente non capisco tutta questa euforia di mattina, ma mi limito a salutarlo a testa bassa evitando di alitargli in faccia. Non che io abbia l’alito puzzolente, ma non si sa mai, la mattina.
Oggi non ho voglia di sentire discorsi stupidi quanto inutili su chi si è lasciato con chi, così infilo le cuffiette nell’orecchie e inizio a ascoltare una canzone dei Maroon 5.
 
Oggi abbiamo geografia, personalmente una delle materie che odio di più. Probabilmente per la pesantezza dei paragrafi e della poca voglia di sapere quale montagne o fiumi troviamo nei continenti. Voglio dire, cosa diamine ci farò con questi dati? Li sfoggerò in una sana discussione di cultura generale che si svolgono generalmente nelle cene di Natale?
Ad ogni modo, sono già le dieci e la Verretti si è appena avviata verso la sedia. Dando una rapida occhiata alla classe riesco a vedere visi carichi di ansia e disegnati da estese occhiaie prodotte dalla notte insonne a ripassare. Io invece non ho studiato ma non credo(o forse spero in questa probabilità) che mi interroghi. Non ero teso, il che non era un buon segno.
-Qualcuno vuole giustificarsi?- chiede col suo disgustoso sorriso giallo da nicotina.
Tre mani alzate. Tre giustificazioni. Tre probabilità in più che mi chiami.
-Luca, ti ha già interrogato in storia?- chiedo a bassa voce al mio vicino di banco. Sebbene già conoscevo la risposta, volevo semplicemente non pensare a ciò che sarebbe potuto accadere.
Prima che potesse rispondere, la Verretti estrae il suo elenco di nomi sovrastante al suo schema d’interrogazione.
Respiro profondamente.
-Mi servono….- enuncia lei. “servire” un verbo che a mio parere era più che adatto alla situazione.
-Matteo e Giordana-
Diamine. Poso le mani sul banco per alzarmi ed a malapena recepisco la pacca sulla spalla di Luca, segno di incoraggiamento. Vedo visi pieni di felicità, di tranquillità dopo la tempesta d’ansia. Tutti erano tranquilli. Tranne me, e Giordana. La guardo mentre ci avviciniamo sincronizzati verso la cattedra, lei a destra, io a sinistra.
-Matteo! Parlami dell’orografia dell’Europa.- mi chiede la Verretti con sguardo neutro.
Non la so. Non so quali monti popolano quel terreno. Cerco di capire il labiale di chi prova a suggerirmi, invano. Non capisco il labiale.
Non so precisamente quanto tempo passi tra la domanda e la successiva.
-Sai parlarmi di ciò?-
Abbasso la testa. No. Non ne so parlare.
Dopo dieci minuti ci manda al posto. Scena muta.
Sono rovinato! Mio Dio, dovevo studiare quando potevo.
Per il resto della giornata assumo un atteggiamento scazzato e nervoso.
Sono una delusione.
  
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