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Autore: Chloe R Pendragon    23/02/2014    2 recensioni
ATTENZIONE! SPOILER 5X13!!!!
Salve a tutti gente! La storia parla del fatidico momento in cui Merlin rivela ad Arthur i suoi reali poteri, il tutto dal punto di vista del nostro amato re: spero che vi piaccia e che troviate due minuti per dirmi cosa ne pensate!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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I am sorry too

I am sorry too.

 

L’alba del nuovo giorno trovò Arthur e Merlin intenti a salire in groppa al proprio destriero, pronti ad affrontare l’estenuante viaggio. Non era stata una decisione facile da prendere per il re di Camelot, considerata la diffidenza che nutriva nei confronti del suo compagno; aveva cercato ogni possibile alternativa, ma alla fine si rese conto che tirandosi indietro avrebbe lasciato il suo regno in balia della follia di Morgana.

Nonostante l’impellenza della partenza, la sua mente era rivolta ad un’altra questione: quella ferita lo stava fiaccando e, sebbene cercasse di tenere alto lo spirito, sentiva che la vita lo stava lentamente abbandonando. Pur avendo dalla sua parte lo stregone più potente che sia mai esistito – a detta di Gaius -, l’esito della missione era incerto ed il giovane sovrano aveva dei doveri verso il suo popolo.

Così fece avvicinare l’anziano medico per affidargli il sigillo reale in modo da farlo avere a Guinevere, colei che riteneva la più adatta a prendere il suo posto; il saggio dottore cercò di dissuaderlo da tale proposito, probabilmente perché temeva che avesse perso le speranze, ma egli fu irremovibile per cui la discussione venne troncata.

Ci fu il tempo per un ultimo, caloroso abbraccio tra Merlin ed il suo mentore, dopodiché le loro strade si separarono: Arthur si voltò ancora una volta verso l’uomo che lo aveva assistito nella sua crescita, rivolgendogli uno sguardo mesto poiché avrebbe preferito essere in una sua compagnia, per poi rivolgere la sua attenzione al viaggio che lo attendeva.

Cavalcarono per ore attraverso quelle terre desolate, restando entrambi in silenzio, chi per la delusione ancora troppo intensa, chi per paura di peggiore la situazione già critica; nessuno dei due riusciva a trovare un argomento per rompere quella tensione che stava logorando il loro rapporto, per cui decisero di concentrarsi sui suoni circostanti.

Fu così che il giovane servitore avvertì l’avvicinarsi di due sassoni, perciò smontò da cavallo e si affrettò a coprire il re, per poi creare un diversivo con i suoi poteri ed avvicinare i nemici. Questi ultimi inizialmente sembrarono bersi la menzogna del mago, ma poi prestarono maggiore attenzione all’altra figura nascosta da una coperta così da scoprirli: a quel punto sguainarono le spade, però non furono rapidi quanto il mago, il quale li mise fuori combattimento con un incantesimo.

Quanto ad Arthur, si limitò ad osservare la scena in silenzio, accennando una breve reazione quando i rivali si armarono; vedendo un’altra volta il suo amico di lunga data fare uso della magia, non poté fare a meno di lanciargli una frecciatina sul fatto che gli aveva mentito per tutto questo tempo.

Era più forte di lui, non riusciva a mettersi il cuore in pace; aveva sempre creduto di avere a che fare con un sempliciotto dall’animo nobile e coraggioso, incapace di mentire e di agire nell’ombra, invece si era sbagliato. Possedeva dei poteri incredibili e chissà quante volte li aveva utilizzati sotto il suo naso, attento a non farsi scoprire …

Perché non glielo aveva detto? Lo aveva sempre considerato il suo amico più caro, era stato sempre al suo fianco nei momenti felici come nei giorni bui: perché non si era fidato di lui? Era stato l’unico a sapere del suo amore per Gwen, l’unico a cui aveva rivelato le sue più intime paure ed a cui si era appoggiato quando si sentiva schiacciare dalle sue responsabilità; gli avrebbe affidato la sua vita, avrebbe sfidato il mondo per difenderlo, e lui aveva ripagato la sua fiducia così?

Non era più sicuro di sapere chi aveva realmente davanti, se il servo leale o l’arrogante stregone, se l’onnipresente compagno o un potenziale traditore: era un enigma troppo grande da risolvere ed il giovane sovrano sentiva di non avere energie sufficienti per decifrarlo …

Ripresero il loro viaggio lasciando che la battuta fatta da Arthur aleggiasse sopra di loro, accompagnandoli silenziosamente fino all’arrivo della notte. Fu allora che Merlin decise di accamparsi nel mezzo della foresta, preparando tutto il necessario per la loro breve permanenza; si sarebbero trattenuti fino alle prime luci del giorno seguente, giacché il re era chiaramente esausto ed entrambi avevano bisogno di riposare.

Dopo aver tolto gli stivali al sospettoso compagno per farli asciugare, il giovane servo si cimentò nell’accendere il fuoco con la pietra focaia senza successo, cosa che irritò ulteriormente il sovrano di Camelot al punto da domandargli perché non ricorresse ai suoi poteri: il mago rimase un attimo interdetto, poi gli disse che probabilmente era a causa dell’abitudine voltandosi verso l’altro per studiarne l’espressione.

Nell’attimo in cui i loro occhi si incrociarono, Arthur avvertì una fitta al cuore, ma decise di ignorarla e fece cenno al compagno di ricorrere alla magia: così quello mormorò qualcosa e le fiamme apparvero dal nulla, lasciando entrambi momentaneamente interdetti.

«Pensavo di conoscerti …», disse il re istintivamente, con una tale tristezza da far stringere il cuore del suo servitore: quest’ultimo lo guardò supplichevole, cercando di  convincerlo di avere dinnanzi a sé la stessa persona che aveva conosciuto in passato, ma l’altro continuò ad incalzarlo sottolineando che si era fidato di lui.

Merlin allora non riuscì a dire altro se non che gli dispiaceva, senza smettere di guardarlo sofferente; a quel punto Arthur non poté più sopportare di vederlo struggersi, per cui decise di troncare la discussione dicendogli che dispiaceva anche a lui, mentre gli voltava le spalle.

Era vero che gli dispiaceva e non avrebbe saputo dire quanto, ma ancora non riusciva a metabolizzare tutta quella assurda situazione: voleva capire le ragioni che lo avevano spinto a mentirgli, voleva disperatamente rimettere le cose a posto e risanare il rapporto speciale che li univa, però si rese conto di non poter sostenere tutte quelle emozioni in quel frangente.

Così il re decise di lasciare che la notte lenisse il dolore che provava al fianco ed al cuore, confidando nell’indomani; dicono che la notte porti consiglio, magari avrebbe saputo suggerirgli il modo per sbrogliare la matassa …

 

 

 

Spazio di Chloe:

Sono tornata genteeeee!!!! Vi chiedo scusa per la mia assenza, purtroppo non sono stata a casa in giorni: prometto di fare la brava da ora in poi … ù.ù

Passando ad altro, voglio ancora una volta ringraziare tutti quelli che mi seguono e che mi supportano, dando il benvenuto a Zonami84!!! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, aspetto di sapere le vostre opinioni: alla prossima e un bacio grande a tutti voi,

 

Chloe.

  
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