I am sorry too.
L’alba del nuovo
giorno trovò Arthur e Merlin intenti a salire in groppa al proprio destriero,
pronti ad affrontare l’estenuante viaggio. Non era stata una decisione facile
da prendere per il re di Camelot, considerata la diffidenza che nutriva nei confronti
del suo compagno; aveva cercato ogni possibile alternativa, ma alla fine si rese
conto che tirandosi indietro avrebbe lasciato il suo regno in balia della
follia di Morgana.
Nonostante l’impellenza
della partenza, la sua mente era rivolta ad un’altra questione: quella ferita
lo stava fiaccando e, sebbene cercasse di tenere alto lo spirito, sentiva che
la vita lo stava lentamente abbandonando. Pur avendo dalla sua parte lo
stregone più potente che sia mai esistito – a detta di Gaius -, l’esito della
missione era incerto ed il giovane sovrano aveva dei doveri verso il suo
popolo.
Così fece avvicinare
l’anziano medico per affidargli il sigillo reale in modo da farlo avere a Guinevere,
colei che riteneva la più adatta a prendere il suo posto; il saggio dottore
cercò di dissuaderlo da tale proposito, probabilmente perché temeva che avesse
perso le speranze, ma egli fu irremovibile per cui la discussione venne
troncata.
Ci fu il tempo per un
ultimo, caloroso abbraccio tra Merlin ed il suo mentore, dopodiché le loro
strade si separarono: Arthur si voltò ancora una volta verso l’uomo che lo
aveva assistito nella sua crescita, rivolgendogli uno sguardo mesto poiché
avrebbe preferito essere in una sua compagnia, per poi rivolgere la sua
attenzione al viaggio che lo attendeva.
Cavalcarono per ore
attraverso quelle terre desolate, restando entrambi in silenzio, chi per la
delusione ancora troppo intensa, chi per paura di peggiore la situazione già
critica; nessuno dei due riusciva a trovare un argomento per rompere quella
tensione che stava logorando il loro rapporto, per cui decisero di concentrarsi
sui suoni circostanti.
Fu così che il giovane
servitore avvertì l’avvicinarsi di due sassoni, perciò smontò da cavallo e si
affrettò a coprire il re, per poi creare un diversivo con i suoi poteri ed
avvicinare i nemici. Questi ultimi inizialmente sembrarono bersi la menzogna
del mago, ma poi prestarono maggiore attenzione all’altra figura nascosta da
una coperta così da scoprirli: a quel punto sguainarono le spade, però non
furono rapidi quanto il mago, il quale li mise fuori combattimento con un
incantesimo.
Quanto ad Arthur, si
limitò ad osservare la scena in silenzio, accennando una breve reazione quando
i rivali si armarono; vedendo un’altra volta il suo amico di lunga data fare
uso della magia, non poté fare a meno di lanciargli una frecciatina sul fatto
che gli aveva mentito per tutto questo tempo.
Era più forte di lui,
non riusciva a mettersi il cuore in pace; aveva sempre creduto di avere a che
fare con un sempliciotto dall’animo nobile e coraggioso, incapace di mentire e
di agire nell’ombra, invece si era sbagliato. Possedeva dei poteri incredibili
e chissà quante volte li aveva utilizzati sotto il suo naso, attento a non farsi
scoprire …
Perché non glielo
aveva detto? Lo aveva sempre considerato il suo amico più caro, era stato
sempre al suo fianco nei momenti felici come nei giorni bui: perché non si era
fidato di lui? Era stato l’unico a sapere del suo amore per Gwen, l’unico a cui
aveva rivelato le sue più intime paure ed a cui si era appoggiato quando si
sentiva schiacciare dalle sue responsabilità; gli avrebbe affidato la sua vita,
avrebbe sfidato il mondo per difenderlo, e lui aveva ripagato la sua fiducia
così?
Non era più sicuro di
sapere chi aveva realmente davanti, se il servo leale o l’arrogante stregone,
se l’onnipresente compagno o un potenziale traditore: era un enigma troppo
grande da risolvere ed il giovane sovrano sentiva di non avere energie
sufficienti per decifrarlo …
Ripresero il loro
viaggio lasciando che la battuta fatta da Arthur aleggiasse sopra di loro,
accompagnandoli silenziosamente fino all’arrivo della notte. Fu allora che
Merlin decise di accamparsi nel mezzo della foresta, preparando tutto il
necessario per la loro breve permanenza; si sarebbero trattenuti fino alle
prime luci del giorno seguente, giacché il re era chiaramente esausto ed
entrambi avevano bisogno di riposare.
Dopo aver tolto gli
stivali al sospettoso compagno per farli asciugare, il giovane servo si cimentò
nell’accendere il fuoco con la pietra focaia senza successo, cosa che irritò
ulteriormente il sovrano di Camelot al punto da domandargli perché non
ricorresse ai suoi poteri: il mago rimase un attimo interdetto, poi gli disse
che probabilmente era a causa dell’abitudine voltandosi verso l’altro per
studiarne l’espressione.
Nell’attimo in cui i
loro occhi si incrociarono, Arthur avvertì una fitta al cuore, ma decise di
ignorarla e fece cenno al compagno di ricorrere alla magia: così quello mormorò
qualcosa e le fiamme apparvero dal nulla, lasciando entrambi momentaneamente
interdetti.
«Pensavo
di conoscerti …», disse il re istintivamente, con una tale tristezza da far
stringere il cuore del suo servitore: quest’ultimo lo guardò supplichevole,
cercando di convincerlo di avere
dinnanzi a sé la stessa persona che aveva conosciuto in passato, ma l’altro
continuò ad incalzarlo sottolineando che si era fidato di lui.
Merlin
allora non riuscì a dire altro se non che gli dispiaceva, senza smettere di
guardarlo sofferente; a quel punto Arthur non poté più sopportare di vederlo
struggersi, per cui decise di troncare la discussione dicendogli che dispiaceva
anche a lui, mentre gli voltava le spalle.
Era
vero che gli dispiaceva e non avrebbe saputo dire quanto, ma ancora non
riusciva a metabolizzare tutta quella assurda situazione: voleva capire le
ragioni che lo avevano spinto a mentirgli, voleva disperatamente rimettere le
cose a posto e risanare il rapporto speciale che li univa, però si rese conto
di non poter sostenere tutte quelle emozioni in quel frangente.
Così
il re decise di lasciare che la notte lenisse il dolore che provava al fianco
ed al cuore, confidando nell’indomani; dicono che la notte porti consiglio,
magari avrebbe saputo suggerirgli il modo per sbrogliare la matassa …
Spazio di Chloe:
Sono tornata genteeeee!!!! Vi chiedo scusa per la
mia assenza, purtroppo non sono stata a casa in giorni: prometto di fare la
brava da ora in poi … ù.ù
Passando ad altro, voglio ancora una volta
ringraziare tutti quelli che mi seguono e che mi supportano, dando il benvenuto
a Zonami84!!! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, aspetto di sapere le
vostre opinioni: alla prossima e un bacio grande a tutti voi,
Chloe.