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Autore: Aron_oele    24/02/2014    10 recensioni
Avete presente Jane Austen? E i suoi capolavori? Emma, Ragione e sentimento, Orgoglio e pregiudizio? Io ne sono innamorata e allora, traendo spunto dalla sua maestria, ecco qui la mia "opera" sentimentale e romantica, come in un romanzo di Jane Austen.
Come sempre, non mi piace anticiparvi nulla... Vi lascio alla lettura, ringraziando immensamente chi vorrà farlo...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La grande sala era deserta, il fuoco ardeva silenziosamente gettando bagliori di luce incandescente tutt'intorno. Le pareti dorate scintillavano illuminate dal prezioso lampadario di cristallo.
Sul piccolo tavolino di legno scuro, l'argenteria da tè mostrava la ricchezza della nobile famiglia.
Una figura solitaria sedeva sul bel sofà bianco panna.
Lunghi capelli neri intrecciati preziosamente incorniciavano un viso d'alabastro. Gli occhi grandi, nocciola e che ricordavano leggermente la forma di una mandorla, tradivano le origini giapponesi.
Akane Tendo aveva diciannove anni e quello era il pomeriggio più lungo della sua vita.
Seduta compostamente sul morbido divano giocava con i lembi del suo prezioso vestito amaranto.
Fra le ragazze del Derbyshire nessuna aveva un abito di quel colore, era di sua madre come molte delle sue cose e arrivava dal paese del Sol levante. Akane aveva molti gioielli appartenuti a lei, spille e anelli d'oro, aveva molti dei suoi abiti perché possedeva la sua stessa corporatura, ed aveva anche la stessa età della madre, quando questa si sposò.
Sua madre infatti, nobildonna giapponese, sposò all'età di diciannove anni suo padre, Soun Tendo, anch'esso di origini giapponesi e trapiantato in Inghilterra da diverse generazioni ormai.
Anche se il loro era stato un matrimonio combinato, nato dall'esigenza di entrambe le famiglie di mantenere sangue orientale fra le loro discendenze, era stata un'unione felice.
I due neo sposi avevano avuto tre meravigliose figlie.
Kasumi, la più grande, colei che si era presa cura del padre da quando era rimasto vedovo, era una ragazza giovane, già sposata e madre di un bellissimo bambino. Era gentile e ben educata, come ogni donna adulta del suo rango sapeva stare in società e mantenere il giusto contegno.
Tutte le famiglie loro vicine volevano bene a lei e al marito, ed andare a prendere il tè a casa loro, si diceva fosse cosa assai gradita.
Poi c'era Nabiki che di anni ne aveva ventuno. Non si era ancora sposata poiché non aveva trovato ancora un uomo abbastanza ricco da contentare ogni suo capriccio.
Era una ragazza educata ma disinvolta, spesso nei balli o nei ricevimenti delle famiglie più ricche, sfoggiava la sua meravigliosa figura avvolta in abiti costosissimi e molto ricercati, ballava con tutti i giovanotti più graziosi ma poi, quando questi venivano a chiedere la sua mano, lei li mandava a casa con un secco “no”. Non mostrava nemmeno la metà del contegno e della ragione della sua sorella maggiore.
Era la disperazione di Soun. Lui che da quando era morta la moglie, non desiderava altro che sistemare come lei avrebbe voluto, le loro tre figlie.
Ed infine c'era Akane. Anche lei portava un nome nipponico, così come le sue sorelle. E come le sue sorelle era bella. Fra i ragazzi della sua contea ed anche di tutte quelle limitrofe, fino persino ad arrivare a Londra, la fama della sua bellezza era motivo di rissa.
Ai balli, tutti i migliori giovani facevano la fila per un valzer con lei, durante i pic-nic in campagna, o nelle passeggiate estive, era sempre scortata dai ragazzi che le facevano la corte.
Ma Akane era uno spirito libero.
Aveva ricevuto la migliore educazione, da suo padre e dalla sua nutrice, sapeva leggere, scrivere, cucire, cantare e suonare, come ogni altra ragazza di condizione pari alla sua.
Conosceva a memoria tutti i passi delle danze che erano solite farsi nei ricevimenti di campagna ed intratteneva ottime relazioni con le famiglie più ricche e potenti della contea.
Le piaceva la vita tranquilla della sua casa, le piacevano le passeggiate nelle strade colme di fiori, adorava correre con il suo cavallo e amava leggere i romanzi. Tutti i romanzi, quelli d'avventura come il Robinson di Defoe, ma i suoi preferiti erano quelli d'amore.
Come quelli di Jane Austen.
Le anziane signore della sua comunità, intimavano il padre di farla smettere, poiché quei libri mettono in testa alle fanciulle strane idee sull'amore e sulla vita.
E di fatti, non avevano tutti i torti.
Dai suoi romanzi Akane aveva imparato a vedersi come un'eroina. E come un'eroina attendeva il suo principe.
Quindi, quello era il pomeriggio più lungo della sua vita.
Solo un mese prima aveva compiuto diciannove anni e il padre le aveva comunicato che, secondo la tradizione di famiglia, durante quell'anno si sarebbe dovuta sposare.
Che colpo al cuore fu per lei!
Ma alle eroine non va sempre tutto male e questo Akane lo sapeva. La buona notizia infatti non tardò ad arrivare.
Alla giovane Tendo, così come alle sue sorelle, era stato concesso di scegliere lei stessa fra i suoi pretendenti.
Così lei e suo padre si erano accordati per questo giorno, in cui Akane si sarebbe dovuta mettere l' abito più bello che possedeva, la cipria e il profumo, e sarebbe dovuta rimanere nella sala dei ricevimenti, ad attendere e rispondere con pazienza ad ognuno dei suoi corteggiatori.
Inutile dire che ne arrivarono a flotte.
Dal Derbyshire, dal Devon, dal Sussex, dall'Essex, dall'Hampshire e perfino dall'Hertfordshire.
Ogni famiglia nobile aveva inviato il figlio se non addirittura più di uno, ogni scapolo era accorso.
Ed Akane li aveva ricevuti, aveva preso il tè e conversato deliziosamente con ognuno di loro, per i più gentili aveva addirittura suonato e cantato qualche aria, sotto lo sguardo ammirato dei genitori di lui e del padre di lei.
Ma a tutti aveva elegantemente risposto di no.
Ed ora se ne stava  seduta ad aspettare.

<< Bambina >> Soun entrò dopo aver bussato con leggerezza << mancano gli ultimi tre.. Non.. non hai ancora trovato nessuno? >>
<< No, padre >>
<< Ma è tutto il giorno che fioccano proposte! >>
<< Lo so, ma nessuno di loro faceva per me. Abbiate fiducia, manterrò la mia promessa >>
<< Vedi Akane, io non voglio metterti fretta, ma non voglio nemmeno che tu faccia come Nabiki. Non sai quanto disonore ci porta! Tu sei buona e gentile come Kasumi e perciò ti sposerai all'età di diciannove anni, come la vostra povera madre, e diventerai una signora rispettabile! Ho scelto per te solo i migliori pretendenti.. >>
<< Lo so, padre >>
<< Ovviamente se tu volessi sceglierne uno discendente di una famiglia giapponese... >>
<< Lo so padre, ora per favore, fate entrare il prossimo, non è cortese farlo aspettare! >>
<< Hai ragione bambina mia! Come sei saggia! Vado, vado... >>
E dicendo questo cedette il posto al ragazzo più alto, robusto e ricco di tutta la contea.
Akane lo conosceva bene ed attendeva con malumore la sua venuta.
Kuno Tatewaki era il giovane più snob ed insopportabile che la giovane Tendo avesse mai avuto il dispiacere di conoscere.
Era presuntuoso, superbo e pieno di sé. La sua famiglia era una fra le più ricche d'Inghilterra e per questo credeva che le sue attenzioni o la sua semplice presenza fosse un dono del cielo.
Fin da bambino era stato innamorato di Akane e di un'altra giovane fanciulla della contea, Ranko.
Ranko era la figlia dei ricchissimi Genma e Nadoka Saotome, famiglia dalle origini giapponesi amica dei Tendo da tutta la vita. Era una ragazza vivace e allegra che amava i balli e i ricevimenti. Non mostrava nemmeno il minimo del contegno richiesto ad una fanciulla di diciotto anni ed era il sentimento a guidarla, tanto che suo fratello era obbligato a proteggerla in ogni maniera.
Ma il suo buon carattere e la sua straordinaria bellezza, facevano sì che chiunque le perdonasse qualunque mancanza.
Capelli lunghi e rossi come il Sole al tramonto e grandi occhi azzurri, non alta e non bassa, fisico longilineo e sorriso che incanta.
Akane e Ranko erano molto amiche fin dalla tenera età ed entrambe non si curavano minimamente di Kuno.
Lui le corteggiava con lunghe poesie scritte da lui stesso, con il suo linguaggio a dir poco medievale, e mazzi di fiori ma loro non davano segni di cedimento, anzi, ridevano alle sue spalle.

<< O mia dolce Akane Tendo! So che attendevate trepidamente la mia venuta! Ed ora eccomi! Son giunto qui per chiedervi ciò che da anni bramate di sentire.... >>
<< Prima che possiate andare avanti Kuno, devo interrompervi >>
L'aristocrat si guardò intorno confuso, non capendo come una fanciulla potesse avere ancora la facoltà di rimanere lucida in sua presenza, si ravvivò i bei capelli bruni e si rivolse ad Akane:
<< Certo o mio dolce Sole, ditemi tutto >>
<< Voi siete stato molto gentile a venire qui. Ma io non posso! Aspettate, non interrompetemi. Non posso diventare vostra moglie perché non sarebbe giusto nei confronti di Ranko. Lei è mia amica da prima ancora che io sapessi camminare e voi sapete che sia lei che io siamo sempre state oggetto delle vostre attenzioni. Come posso io donarvi il mio cuore, sapendo di farle un torto? >> disse Akane sorridendo compiaciuta.
A queste parole Nabiki, che origliava tutto accanto alla grossa porta in legno di quercia, rise sommessamente. “Sorellina, sei un genio”.
Akane infatti trovava Kuno odioso ed aveva preparato questa scusa fin dalla prima volta in cui le aveva mostrato interesse, così da non offendere né lui né la sua facoltosa famiglia e far cadere in disonore il suo amato padre. Ovviamente anche Ranko, alla quale sarebbe toccata la proposta nell'immediato futuro, aveva preparato la stessa identica recita.
<< Come siete nobile di cuore! Non sospettavo minimamente che voi poteste essere tanto pura da privarvi del vostro unico e più grande amore, per non ferire i sentimenti della vostra amica! Il vostro coraggio è da ammirare signorina Tendo >>
<< Vi ringrazio >>
<< Questo non è un eccesso di timidezza o di buone maniere, non è vero? Non state declinando la mia proposta, come usano fare tutte le signorine per bene la prima volta? >>
<< Vi assicuro di no, ora potete andare >>
E congedandolo con un inchino, si apprestò a riceve il penultimo scapolo della serata.

<< Signorina Tendo, le annuncio il signor Ryoga Hibiki >> disse una delle cameriere in divisa nera.
Akane si alzò e fece la reverenza al nuovo arrivato.
Ryoga era un giovane di origini giapponesi, meno ricco e facoltoso della maggioranza dei suoi coetanei del Derbyshire, ma assai più gentile e cordiale di tutti loro.
Lui ed Akane erano molto amici, solevano fare lunghe passeggiate per i campi che incorniciavano la campagna inglese e parlavano di libri, di fiori, del tempo.
La piccola Tendo sapeva che lui aveva un debole per lei, nonostante suo padre non incoraggiasse l'unione fra i due, per via dell'inconsistenza dei beni della famiglia Hibiki, lei però non aveva mai stracciato le speranza del giovane.
Adorava la sua compagnia.
Ryoga era educato e garbato, anche se non un gran conversatore. Timido e impacciato era tutto l'opposto di Kuno.
<< Incantato signorina Akane >> disse in preda all'imbarazzo e baciò la candida mano che lei gli porse.
I due si accomodarono l'uno di fronte all'altra e all'ospite fu offerto del tè e dei biscotti.
Quando ebbero finito i soliti argomenti di conversazione con cui si intrattengono due vecchi amici, il giovane si schiarì la voce:
<< Akane, per quanto io apprezzi stare in vostra compagnia, lo scopo della mia visita era un altro oggi >>
La ragazza lo lasciò proseguire.
<< Io, io non ve l'ho mai detto, ma l'affetto che nutro per voi, con il tempo è diventato amore e... e io... oggi... Io oggi sono venuto a chiedervi in moglie. Nonostante non sia abbiente come gli altri vostri pretendenti, saprò essere un marito fedele e premuroso e non vi farò mai mancare nulla. Vi prego, ditemi di sì >>.
Akane era commossa da quella dichiarazione tanto semplice quanto appassionata.
Gettando al vento ogni riserva e tutto il suo contegno, si avvicinò all'amico e gli prese le mani:
<< Ryoga, mi avete commossa. Voi siete il ragazzo più gentile che io conosca. E credetemi, non è per i vostri possedimenti che devo dirvi di no. La realtà è che io... >>
<< Voi amate un altro, non è vero? >> la interruppe il giovane abbassando lo sguardo tristemente.
<< Sì Ryoga è così. Non voglio mentirvi, voi siete l'amico più fidato e caro per me >>
<< Lo immaginavo e credo anche di sapere di chi si tratta.... Ad ogni modo, chiunque sia, spero che abbia cura di un fiore come voi. Addio Akane! >>
Il ragazzo si alzò di scatto e a grandi passi volò verso la porta ma Akane corse a fermarlo:
<< Perché addio? >>
<< Perché sto partendo per un lungo viaggio e non so quando e se ci rivedremo >>
<< Non partite per me vi prego! Restate qui! Non potremmo rimanere amici? >>
<< Oh Akane! Un uomo è fortunato a potersi definire vostro amico, ma il mio sentimento è troppo profondo per accontentarmi dell'amicizia. Partirò e tornerò da uomo sposato e rispettabile, addio, abbiate cura di voi! >>
E detto questo, Ryoga scappò con le lacrime agli occhi, senza lasciare alla fanciulla il tempo di replicare.

<< Comincio a sospettare che aspetti qualcuno, bambina mia >>
<< Come dite padre? >>
<< Avrete rifiutato all'incirca cento pretendenti oggi! Alcuni fra i migliori giovanotti d'Inghilterra! Devi sicuramente aspettare qualcuno cara... >>

<< Ranma Saotome all'ingresso signor Tendo >> annunciò la cameriera.

A quelle parole il cuore della giovane Tendo, per poco non esplose nel petto.
Dal sorriso che intenerì i lineamenti stanchi e provati della figlia, Soun capì che era il momento di lasciarla sola.
Ranma era il fratello di Ranko, figlio di Genma Saotome, ricco gentiluomo amico fidato di Soun dalla nascita.
Le loro famiglie si frequentavano da sempre, pranzi, cene, passeggiate estive, persino vacanze negli stessi posti.
Akane conosceva lui e sua sorella da tutta la vita.
Ranma era più grande di Akane, che considerava solo un'amica di sua sorella, e per questo non l'aveva mai degnata di uno sguardo.
La ragazza dal canto suo lo trovava estremamente scorbutico e irritante. Ogni qual volta si incrociavano, a casa dell'una o dell'altra famiglia, non perdevano occasione per punzecchiarsi con battutine di ogni genere.
Lui le diceva che era la ragazza meno graziosa e femminile dell'intera contea e che il suo modo di suonare il pianoforte avrebbe fatto appassire i fiori.
E lei gli rispondeva che lui era uno zotico che non si interessava di libri e letteratura, ma solo dei circoli privati della capitale.
Un occhio esterno avrebbe detto che quei due si odiavano.
Ma nessuno poteva sapere le turbolenze dell'animo che quel giovane provocava in Akane.
I suoi lunghi capelli neri, il suo fisico asciutto e alto, i suoi occhi blu come la notte, tutto in lui risvegliava nella fanciulla sensazioni che non sapeva nemmeno di poter provare.
Ranma era il giovane più ambito dell'intero Dorbyshire.
Tutte le giovinette in età da marito bramavano per una sua proposta: Shan-pu, figlia di un nobile mercante di stoffe cinesi, Kodachi, odiosa e capricciosa sorella di Kuno e persino Ukyo, ragazza meno abbiente delle altre ma assai più cordiale, tutte gradivano e desideravano le sue attenzioni.
E non era per le ricchezze della sua famiglia o le loro rendite, e non era nemmeno per l'enorme abbazia dove vivevano.
Il motivo era che Ranma era il ragazzo più bello, sfacciato e presuntuoso che tutte quelle signorine avessero mai visto.
Sapeva essere educato e galante, ma non era timido e riservato come gli altri giovanotti, era forte e risoluto, non aveva mai perso una sfida in vita sua.
Era acuto e intelligente, spiritoso, sagace, sfacciato e superbo quel tanto che bastava per far cadere ogni fanciulla ai suoi piedi.
Ma lui sembrava non interessarsi alle donne.
Ecco perché fu un'enorme sorpresa vederlo nel salone dei Tendo quella sera.

<< Noto che sono l'ultimo >> disse lui entrando con un leggero inchino.
<< Volete del tè? >> rispose Akane rimanendo seduta sul sofà.
<< Quanti tè avete preso oggi? >>
<< Credo all'incirca diciotto >>
<< Quindi avete avuto diciotto proposte? >>
<< Non ho offerto il tè a tutti... >>
<< Ah, capisco e, se mi è dato di saperlo, quanti pretendenti hanno allietato la vostra giornata? >>
<< Non capisco perché vi interessi, ma se ci tenete tanto, l'ultima stima è di un centinaio... >>
Il viso del bel giovane si rabbuiò solo per un attimo, ma poi tornò più bello e spavaldo di prima :
<< E fra cento degni corteggiatori, nemmeno uno era di vostro gradimento? >>
<< Perché? >> disse lei con una foga improvvisa, come se si fosse adirata.
<< … come, prego? >>
<< Perché vi divertite a torturarmi così? Cosa siete venuto a fare oggi? Sicuramente non per farmi una proposta! Siete venuto a vedere quanti giovani, ricchi e educati ragazzi ho scartato oggi? E a quale scopo? Cosa volete che vi dica? Che il mio cuore appartiene ad un altro? Siete stato accontentato... >>
<< Cosa odono le mie orecchie? L'orgogliosa Akane Tendo prova un sentimento amoroso verso un uomo? Ne avete trovato uno degno di voi, finalmente? >>
Il viso di Akane si intenerì per il dolce pensiero e la stanchezza ed un sorriso amaro le si mise sulle belle labbra:
<< Sì, sono innamorata di un uomo che neanche mi guarda.... ora ridete di me, avanti! Ve ne do il permesso... >>
Ranma, seduto sulla poltrona di fronte a lei, la guardò con un misto di rancore e dolcezza:
<< Non mi sognerei mai di ridere del vostro sentimento, Akane >>
La ragazza rise: << Proprio voi dite così! Voi che vi prendete sempre gioco di me! Anche oggi, cosa siete venuto a fare qui, se non a ridere di me? >>
<< Mi pareva che oggi fosse il giorno delle proposte no? >> sibilò Ranma.
Akane alzò lo sguardo, che fino a quel momento era rimasto puntato in basso, verso le mani che non smettevano di torturare il velluto rosso scuro del vestito.
Le guance arrossate per l'improvviso imbarazzo:
<< Che volete dire? >>
<< Oggi non è forse il giorno da vostro padre indicato, per chiedere la vostra mano? >>
<< Sì, lo è >>
<< E non sono stati forse invitati tutti gli uomini? >>
<< Sì >>
<< Ebbene io sono un uomo >>
Akane non capiva.
Per un momento aveva creduto che il suo amore segreto fosse venuto lì a chiederla in sposa e il cuore aveva accelerato tanto da farle male. Ma doveva esserci un errore.
Sforzandosi di mantenere il contegno la fanciulla disse: << Non era un obbligo, era un invito >>
<< Cosa volete dire? >>
<< Non sono stati invitati tutti gli uomini, solo coloro che erano interessati. Quindi se vi siete sentito in obbligo di venire, data la vostra condizione di uomo, per non essere da meno agli altri, vi sciolgo subito da quest'impegno... >>
Ranma si era nel frattempo alzato:
<< Mi credete forse uno sciocco? Lo sapevo da solo questo! >>
I visi dei due giovani erano entrambi arrossati e caldi.
Akane, che si sentiva mancare, non poteva alzarsi, ma avrebbe voluto.
<< Se lo sapevate perché siete venuto allora? >>
<< Non mi credete capace di sentimenti? >>
<< Non nei miei confronti >>
Quest'ultima frase le era costata oro da dire.
<< Ed è qui che vi sbagliate >>
Il giovane, stringendo i pugni per darsi forza, si inginocchiò ai piedi di Akane che, rossa in viso come non mai, guardava la scena pietrificata.
Respirando a fatica per l'emozione, con i battiti del cuore che acceleravano e poi rallentavano come la corsa impazzita di un treno, Ranma disse:
<< Come avete fatto a non accorgervene per tutto questo tempo? State in silenzio per una volta, non mi interrompete. Come avete fatto a non accorgervi che in tutte le occasioni nelle quali ci incontravamo, non avevo occhi che per voi? Come avete fatto a non notare quante attenzioni vi ho donato in questi anni? Quanti sguardi, quante parole...? >>
<< Ma erano solo battute, critiche, come potevo sapere che...? >>
<< Non avete notato come vi guardavo? Come sorridevo ogni volta che vi incontravo? >>
<< No... io... no....>>
Akane non riusciva più a formulare alcuna parola, troppa era l'emozione, tanto che il suo cuore a stento la reggeva.
<< Dunque non sapevate che io vi amo >>
Akane stava morendo.
<< No >>
<< Ed ora lo avete capito? >>
<< Sì... >>
Un silenzio interminabile.
<< Dunque, ora che lo sapete... cosa ne dite? >>
<<... Cosa cercate di chiedermi? >>
<< Volete...volete diventare mia moglie? >>
A quelle parole, che Akane aveva sognato di sentire tante volte, si sentì travolgere da un'emozione nuova, simile ad un tremolio, che le si insinuava nel petto dolorosamente.
<< Io.... Io.... >>
La titubanza della ragazza mandò Ranma in fibrillazione. Era lì, inginocchiato a cuore aperto, non si era mai sentito più fragile e scoperto, lui che era l'uomo più forte dell'intera Inghilterra, lui che non si piegava a niente, lui che nulla lo toccava, aveva finalmente trovato il coraggio di fare ciò che da tempo desiderava.
<< Perdonatemi. Dimenticavo del vostro amore misterioso... Io... >>
E dicendo così, fece per andarsene, quando sentì le fredde e tremanti mani della fanciulla che lo trattenevano a terra.
<< Se voi vi levaste la brutta abitudine di non farmi mai finire di parlare, avreste sentito che io vi amo dal primo momento che vi ho visto e oggi è stato per me un interminabile pomeriggio, perché non aspettavo altro che vedere voi entrare da quella porta e chiedermi in sposa...>>
Akane disse ciò tutto d'un fiato, senza farsi interrompere dalla paura o dalla timidezza.
<< Ma l'uomo di cui siete innamorata che non vi guardava neanche? >> chiese titubante il giovane
<< Eravate voi >>
Akane ormai aveva abbandonato ogni difesa, accaldata, imbarazzata ed emozionata si era alzata in piedi e guardava il suo Ranma con uno sguardo carico di attesa e tenerezza.
Ciò che tanto aveva desiderato, immaginato e sospirato fin dall'età di quattordici anni, si stava finalmente realizzando, e a lei pareva un bel sogno.
<< Allora anche voi mi amate... >>
<< Da sempre... >>
A quelle parole, Ranma la attirò a sé e le diede il bacio più lungo e appassionato che era capace di dare.
<< Quindi la vostra risposta è.... >>
<< Sì, Mr Saotome, voglio diventare vostra moglie >>

I due ragazzi si sorridevano felici, mani nelle mani, con gli sguardi sorridenti e intrecciati dalla nuova complicità, quando le enormi porte della sala si spalancarono e, in un tripudio di gioia, entrarono le loro famiglie:
<< Acconsento! Acconsento! Oh bambina mia, se ti vedesse la tua cara mamma.... >> disse Soun in lacrime
<< Oh, che felicità! Le nostre famiglie finalmente unite! Non aspettavamo altro! >> fu Genma a parlare
<< Tutte le volte che ci siamo trovati, vacanze estive, pranzi, balli... hanno funzionato! Non potrei desiderare una nuora migliore! >>
<< Akane! Siete mia sorella per davvero adesso! >> squittì Ranko volando ad abbracciare l'amica.
<< Auguri!! >> applaudirono Kasumi e Nabiki.

E così Akane Tendo divenne Akane Saotome, in una cerimonia in cui venne celebrato più l'amore che lo sfarzo.
<< Il mio vestito sarebbe stato di certo più ricco di veli e merletti >> fu detto dalle altre giovani, rimaste deluse che lo scapolo più bello e ambito di tutta la contea non avesse, stranamente, scelto loro.
Ma, nonostante queste lacune, i voti, le speranze, la fiducia, le perdizioni della piccola cerchia di veri amici presenti alla cerimonia furono interamente corrisposti dalla perfetta felicità dell'unione. (*)


(*) Frase conclusiva di “Emma”  (J. Austen)

 

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Salve a tutti!
Nell'attesa di trovare un nuovo escamotage per la mia vecchia storia “Buon compleanno Ranma”, che ho cancellato (cosa per cui molti di voi mi hanno scritto e io vi ringrazio tantissimo), eccomi qui con una nuova one- shot.
Sono appassionata di letteratura inglese, in particolare della straordinaria Jane Austen e delle sue meravigliose storie, così mi sono cimentata nell'inserire i nostri due bei protagonisti, in un mix delle sue storie più belle.
So di aver sfociato nell'OOC ma spero vivamente che gradirete lo stesso.
Grazie, come sempre, a chi leggerà la mia storia e grazie ancora di più a chi troverà il tempo di farmi sapere cosa ne pensa.
I vostri commenti mi fanno sempre immenso piacere!!
Alla prossima...
Aronoele (:

  
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