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Autore: Reginadicuori94    24/02/2014    2 recensioni
Ron è scappato, corroso dal potere dell'Horcrux e dalla gelosia, e li ha abbandonati da soli al proprio destino. Non tornerà più.
Hermione non può crederlo, non davvero. Non può averli abbandonati, davvero. E quando Harry, per sbaglio, nomina Voldemort ha giusto il tempo sufficiente per scagliargli contro una fattura deformante prima di essere catturati.
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Dal primo capitolo:
Il viso di Bellatrix, notò Hermione, divenne rosso e nei suoi tratti si dipinse un'espressione di astio, odio misto rabbia. «Bellatrix -disse la voce cristallina -adesso basta!» Hermione seguì lo sguardo della strega pazza che le teneva una bacchetta puntata alla gola: una ragazza ammantata di un drappo carminio fece il suo ingresso nella Sala.
«Portate il ragazzo nelle segrete! Non possiamo rischiare di fare arrabbiare il Signore Oscuro, certo, non che se la prenderebbe con me, vero Bellatrix? La ragazza nella Sala dei Ritratti.» i Mangiamorte, con sommo stupore di Harry ed Hermione obbedirono, laddove non avevano obbedito a Bellatrix.
Chi era quella giovane donna che comandava tutti? Harry non la poté vedere bene in volto, ma sapeva che era bellissima.
coppie: Harry/OC, Draco/Hermione, Ron/Lavanda, Ginny/Neville
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Ginny/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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cosa farai?

 

 

The other Black


 

 

PROLOGO

 

«Cugino!» esclamò la voce: Draco, immerso nell'oscurità della sua stanza al Manor si voltò all'udire quella voce. Una ragazza dai lunghi capelli castano/dorati, dagli occhi grigio-verdi e dalla pelle lattea stava all'entrata della sua stanza: indossava un mantello cremisi che aumentava il contrasto con la sua pelle pallida e un abito lungo e nero come la più scura notte senza stelle. 

«Davina!» esclamò allargando le braccia e stringendo la bionda a sé. L'ultima volta che l'aveva vista, quattro anni prima, era stato in circostanze completamente diverse e quasi pregò di poter tornare a quel tempo, quando era ancora innocente. Quando ancora non faceva parte, attivamente, di quel mondo così oscuro. 

Davina era l'unica figlia di Cassiopea Rowland, una donna immischiata negli affari oscuri da tempo, eppure non per scelta. Cassiopea era finita nei Corvonero e si era innamorata del belloccio della scuola, Sirius Black, senza essere corrisposta, o almeno così pensava, finché un giorno Sirius aveva smesso con le sue manie da Don Giovanni ed era diventato il fidanzato perfetto (se non fosse per quel piccolo particolare, che al padre di Cassiopea proprio non andava giù, la sua ribellione) e Cassiopea era rimasta incinta. Era scappata con lui da un matrimonio combinato, ma il padre (allora Capo degli Auror) le aveva sguinzagliato dietro i peggiori scagnozzi che avesse e l'aveva riportata a casa e costretta a sposarsi, nel frattempo era nata la bambina Davina alla quale era risultato impossibile imporre alcun cognome oltre quello del padre. Sia lei che sua madre erano ormai parte integrante dell'albero genealogico dei Black, ormai. Questo aveva comportato al marito di Cassiopea di cacciarla.

Cassiopea e Davina avevano vissuto in Grecia per anni e solo da poco Davina era stata convocata al Manor, nuovo quartiere generale dei Mangiamorte e di Voldemort. 

Quando Davina si allontanò un po' dal suo abbraccio Draco notò che lacrime scendevano copiose sul suo viso truccato alla perfezione per presentarsi al cospetto del Signore Oscuro. A quanto pareva al vecchio pelato (come Draco aveva preso a chiamarlo nella sua testa) interessava particolarmente un prole forte e meravigliosamente malvagia e si sapeva che i Black erano tutti dal carattere estremamente forte e che Davina fosse una bellezza era risaputo. 

«Non voglio avere il Marchio» disse Davina asciugandosi il viso con una mano e prendendo un respiro. Draco rimase in silenzio: non era capace ad avere a che fare con le ragazze che piangevano. 

Sua cugina gli sorrise. «Ma non ti ho chiesto di te, cugino. Come stai?»

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«Mio Signore» la voce subdola di Lucius Malfoy lo riscosse dai suoi progetti, Bellatrix di fianco a lui guardò il cognato con astio: era un momento privato in cui il Signore Oscuro condivideva i suoi progetti con lei, con lei non con qualche sgualdrina Black figlia di sgualdrina! 

«Posso avere l'onore di presentarvi, mio Signore, mia nipote: Davina Black?» domandò Lucius facendo un inchino più profondo del solito, Bellatrix divenne rossa dalla rabbia, come osava quella sgualdrina rubarle l'attenzione in quel momento.

«Mio Signore, stavamo parlando…» tentò, ma l'uomo alzò una mano zittendola e fece un passo verso Lucius ignorandola del tutto.

«Ti prego -disse Lord Voldemort -Lucius, falla entrare» Lucius fece un cenno al Mangiamorte di guardia e le porte, magicamente chiuse, si aprirono: fece il suo ingresso nella Sala dei Ritratti una ragazza che agli occhi di Bellatrix era l'Anticristo in persona, se avesse solo saputo chi era Dio e cos'era l'Anticristo.  Il Signore Oscuro sorrise e si umettò le labbra alla vista di carne fresca: la giovane donna aveva i capelli legati, avrebbe tanto voluto vederli sciolti, fece un passo verso di lei: sembrava impaurita, ma determinata. Fece un altro passo verso di lei e notò con piacere che la ragazza non staccava lo sguardo dal suo.

«Lucius -proferì con astio -porta via Bellatrix e riunisci i nostri Caporali» ordinò «Ho un annuncio da fare» Lucius si inchinò e sebbene Bellatrix tentò di opporre qualche resistenza fu ben presto allontanata dalla sala.

«Siete divenuta una bellissima donna, Davina -disse mentre le girava attorno come ad ispezionarla -ho veduto qualche tuo ritratto da bambina, ma comunque non osavo immaginare tanto» disse indicandola con un gesto teatrale della mano. 

«Vi ringrazio Mio Signore -fece Davina, torcendo il collo per non perdere di vista quell'essere -i vostri complimenti sono molto graditi» l'uomo, a questa sua ultima affermazione si fermò e le sorrise mostrando una fila di denti bianchissimi che mal contrastavano con la pelle bluastra. Dopo un po' riprese la sua ispezione e si fermò a un passo da lei. 

Allungò una mano e sciolse l'acconciatura che le raccoglieva i capelli biondo-dorati che, scoprì, le arrivavano fino al fondoschiena, giocò con una ciocca senza staccare lo sguardo da lei.

«Sarai un ottima moglie» proferì senza lasciare diritto di parola.

Gli altri Mangiamorte erano arrivati, le tese una mano e lei fu costretta dal suo senso di sopravvivezza a prenderla e farsi esporre mentre gli uomini li osservavano con attenzione.

«Vi presento -disse con tono atono o vittorioso, Davina non riuscì a capirlo -la mia futura moglie -a questo Davina vide Bellatrix scattare in piedi da dov'era seduta un'espressione irata sul volto -Davina Black futura Davina Riddle.» gli uomini annuirono il loro consenso e applaudirono timidamente, sempre spaventati dal fare troppo o troppo poco, ma il Signore Oscuro era particolarmente di buonumore e voleva essere elogiato. 

«D'ora in poi -proferì -voi obbedirete a mia moglie come se fossi stato io a dare l'ordine!» Bellatrix si lasciò andare ad un gridolino frustato che si sarebbe tramutato in vero e proprio orrore, mentre l'uomo sganciava la spilla che tratteneva il mantello carminio che le copriva le spalle nude, facendolo cadere a terra e prendendola con forza per i fianchi, posando le labbra sulle sue, costringendola ad aprire la bocca e incontrando la sua lingua con la sua, le mani della ragazza erano chiuse in pugni tanto forti da renderle bianche mentre cercava di trattenere il disgusto, soprattutto mentre l'uomo giocava con la punta dei suoi capelli e le carezzava il sedere per poi stringerlo nelle sue mani schifide. Gli uomini esultarono e quando Voldemort la lasciò andare Davina si dovette trattenere dallo sputare e passarsi una mano sulle labbra. 

 

Intanto ad Hogwarts

 

«Neville!» il ragazzo si voltò: una massa di capelli rossi gli annebbiò la visuale già impedita dalle lacrime che minacciavano di sgorgare per il dolore: si era rifiutato di colpire dei Primi anno con un Cruciatus  come risultato era stato torturato lui.

«Ginevra» fece. Gli piaceva chiamarla con il suo nome per intero lo trovava intrigante oltre che perfettamente appropriato in quanto la trovava bellissima quanto descrivevano l'adultera moglie di Re Artù. 

«Ho saputo cosa è successo… -disse ispezionando le sue ferite -Mio Dio, Neville, cosa ti hanno fatto…!»

«Ginevra… sto bene, sul serio» le assicurò e come a convincerla, fece per alzarsi ma aveva bisogno di essere sorretto.

«Vieni! -ordinò la rossa -andiamo nella Stanza delle Necessità!» e Neville non poté che obbedire.


Eccoci con il prologo! E' la mia prima fanfiction, per favore siate clementi! Ma sarò veramente contenta se vi va, di lasciarmi un commentino! Anche se dovete criticare o dare consigli perché nessuno è perfetto è possono solo aiutare a migliorare! 
Fatemi sapere cosa ne pensate! Kiss kiss!

  
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