Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Anna Wanderer Love    24/02/2014    11 recensioni
Mi chiamo Rachel e sono l'Oracolo del dio Apollo, il Sole. Ciò che provo per lui è più di un semplice affetto... almeno credo. E lui? Cosa prova lui per me?
*Storia scritta da Anna Love e giascali*
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Apollo, Rachel Elizabeth Dare
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Ma sei impazzita? Questa canzone è orribile! Quel cantante dovrebbe sprofondare sottoterra e non farsi mai più vedere! Ma siamo impazziti?! Sono il dio della musica, IO! Come può permettersi di creare qualcosa di così ORRENDO? E vende pure milioni di album, tzé! Questi giovani! Piuttosto, ho sentito di quest’altro che scritto una poesia a quanto pare meravigliosa, procuramela!- Strepitò Apollo.
Erato sospirò, prendendosi la testa tra le mani, disperata. Era da un’ora e passa che Apollo continuava a impedirle di dar vita ai suoi pensieri poetici lamentandosi come un bambino. Afferrò incupita la matita e la conficcò sul foglio con un po’ troppa forza, dato che si bucò. Alzò gli occhi al cielo, ma la voce del dio le giunse alle orecchie come un miracolo:
-Sono stufo, per Zeus! Questi non si possono definire artisti! Vado a fare una passeggiata!
E, come una furia, Apollo uscì dal tempio sull’Olimpo. Si ficcò le mani nelle tasche dei jeans, stringendo le labbra e rimunginando tristemente su quanto la moda dei giovani fosse cambiata. Non c’erano più i canti e le poesie di una volta... e a pagarne le conseguenze er a lui, che si sorbiva pessime canzoni e poesie per ore. Per gli dei, doveva conoscere tutto quanto, anche le cose più pessime, era il dio delle arti, lui!
Storcendo il naso, si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli a regola d’arte. Sembravano quasi catturare i raggi del sole... a parte che lui era il Sole. Per l’ennesima volta il dio sospirò, alzando gli occhi dorati al cielo e godendosi a occhi chiusi la fresca brezza che spirava da nord.
Un pensiero gli attraversò fulmineo la mente.
Erano due settimane che non vedeva Rachel. L’aveva persa di vista, soffocato dai suoi doveri che, con l’avvicinarsi dell’estate, diventavano sempre più gravosi e aumentavano di numero.
Un sorriso illuminò le labbra del dio, e con uno schiocco di dita scomparve.
 

Rachel fissava l’acqua, immersa nei propri pensieri. I suoi grandi occhi verdi ammiravano i riflessi dorati dei raggi del Sole sull’acqua marina. Era seduta sulla spiaggia, i piedi affondati nella sabbia candida e ancora fresca. Aveva poggiato le mani sulle ginocchia e si era legata i lunghi capelli rossi in una coda morbida.
Era lì da una decina di minuti, più o meno.
Rifletteva. Sentiva come un peso sul cuore. Erano due settimane che non vedeva Apollo, e ne sentiva disperatamente la mancanza. Ad ogni secondo passato lontano da lui il suo cuore si stringeva sempre di più. A volte, di notte, si era quasi sentita soffocare.
Ultimamente, Rachel era presa da molti dubbi. Si chiedeva spesso se la loro relazione fosse sbagliata o meno. Si era chiesta il motivo di quei lunghi periodi di lontananza, che dipendevano solo ed esclusivamente da lui, dai suoi impegni... dalla sua voglia di venire a trovarla. E si era anche chiesta se le scappatelle di Apollo fossero finite d quando avevano cominciato a stare assieme.
Stare assieme. Non sapeva nemmeno se in realtà erano quel che normalmente si definisce “una coppia”.
In preda a quei tristi pensieri, Rachel non aveva sentito nessuno avvicinarsi, ma quando un’ombra oscurò la luce calda del sole sbatté le palpebre e si accorse del sorriso smagliante di Jonathan. Gli sorrise.
Era un semidio del Campo che aveva conosciuto in quei giorni, e lui continuava a cercarla.
Jonathan si chinò e le diede un bacio sulla guancia, facendola arrossire intensamente quando le sue labbra si fermarono sulla pelle morbida di lei qualche secondo più del necessario.
Poco lontano, nascosta nell’ombra degli alberi, una figura li fissava con gli occhi bollenti di furia e i pugni stretti per trattenere il calore che lentamente stava aumentando dalle dita per cercare di raggiungere il ragazzo e bruciarlo.
Non ci poteva credere.
Non ci voleva credere.
Apollo trattenne a stento un ringhio di rabbia, quando vide quel ragazzo, quel semidio, chinarsi su Rachel, la SUA Rachel, e darle un bacio sulla guancia, soffermandosi anche troppo sulla pelle di lei.
Possibile che neanche un mese che si non vedevano e lei già parlava e scherzava con un altro, come già altre volte aveva fatto con lui? Strinse le labbra, fino a ridurle in una sottile linea, vedendo il suo Oracolo arrossire e rispondere ad una domanda del tizio.
Si chiamava Jonathan, da quello che aveva capito, sentendola dire il suo nome, con troppa disinvoltura, a parere del dio del Sole. Un semidio di Ebe. Apollo arricciò il naso, pensando che era lo zio* del ragazzo che sembrava volergli prendere la ragazza.
-Ehi- lo salutò una voce alle sue spalle. Il dio si girò di poco e scorse il viso a cuore di una delle Muse. Erato. Aveva un ghigno sul viso e i capelli raccolti in una treccia morbida. Dietro di lei, c'erano anche Calliope e Melpomene. -E' questo quello che fai quando esci? Segui il tuo Oracolo?
Calliope alternò lo sguardo dal dio del Sole alla rossa, a qualche decina di metri da loro, per poi riportarlo su suo fratello. Fece un sorriso enorme e si sedette a terra, cominciando a scrivere furiosamente su un quaderno a spirale. Mentre scriveva, articolava con la bocca le parole. -Febo. Apollo. Guardava. Coooooooooooooon. Rabbia. Il suo. Oracolo....
Il dio le diede uno scappellotto sul collo. -Smettila di scrivere storie su di me- la rimproverò, offeso, incrociando con le braccia al petto. Aveva ancora i pugni serrati, notò Melpomene.
-Perché?- domandò la Musa della Tragedia. -Non vuoi fare la figura dello sfigato che viene tradito, una vota ogni tanto?
Apollo le lanciò un'occhiata di fuoco. Decise che era meglio ignorarla, non si sapeva mai, avrebbe smesso di tediarlo, e rivolse lo sguardo su Jonathan e Rachel.
-Tanto ama te- commentò Erato.
-Chi ama il fratellone?- chiese Calliope, alzando lo sguardo dal suo quaderno. Aveva riempito di appunti già due pagine. Il bianco dei fogli ormai era completamente coperto dall'inchiostro nero.
-Rachel- rispose Melpomene, chiedendosi se non potesse venirne fuori una buona tragedia.
-Non Jonathan?- domandò con tono sconsolato l'altra.
La sorella si voltò verso di lei, con un sopracciglio alzato.
-Che c'è? Sarebbe stato un colpo di scena fantastico!- La Musa della Tragedia annuì, riconoscendo che l'idea della sorella non era poi così male.
-Visto?- gongolò.
-Volete fare silenzio?- le riprese Apollo, guardandole da oltre la spalla. Non appena si rigirò verso Rachel, Calliope e Melpomene gli fecero il verso. -Vi ho viste!- le avvertì il dio.
Poi parve essersi reso conto di qualcosa. -Cosa ci fate qui?
-Lavoro- risposero all'unisono le tre Muse, come se trarre opere d'arte dalle vicende del fratello non le disturbasse affatto. Dopotutto Apollo non doveva stupirsene così tanto, siccome le conosceva anche troppo bene.
-Voi tre mi farete ammattire- predisse lui.
-In tal caso ti porteremo da Dioniso- replicò Melpomene, guardando lo scritto della sorella. -Non è male. Io ci aggiungerei un po' più di morti e meno draghi.
-Non è una tragedia, Mellie.
-Mellie?- ripeté con aria indignata la diretta interessata.
-Non è carino?- chiese con un sorrisone Calliope. -Trovo che i sopranomi che danno i mortali di oggi siano davvero belli. Anche meglio degli epiteti!
Erato scosse la testa, sentendo i discorsi delle sue sorelle e domandandosi perchè non fosse figlia unica o, quanto meno, quelle due Muse non decidessero di sembrare due malate di mente.
-Sssssssh!- le zittì Apollo. -Quel damerino figlio di Ebe se ne sta andando!
Le tre Muse seguirono con lo sguardo il semidio. Erato si azzardò a dire che era proprio carino, con quegli occhi dello stesso colore del cielo e i capelli cannella. Il dio del Sole fu tentato veramente di ridurla in una pianta di girasole.
-Non famigliarizzare col nemico! Alla fine ci si uccide sempre se si tradisce la famiglia - la rimproverò Mell... Melpomene.
-Questo succede solo nelle tua tragedie.
-Ma succede, no?
Mentre loro litigavano, Apollo faceva lo stesso con Calliope, che lo stava incitando ad andare da Rachel. -Va' e conquistala, tigre!
-Veramente l'avrei già conquistata, a detta vostra.
-Allora.... va' e dammi un altro nipotino, tigre!
Suo fratello le scoccò un'occhiataccia, poi annuì e si diresse verso il suo Oracolo.
La Musa lo seguì con lo sguardo, attenta a non perdere ogni particolare per poi scrivere quello che sarebbe diventato, ne era certa, un lavoro magnifico. Rachel si alzò, non appena vide Apollo avvicinarsi. I due cominciarono a parlare. Era evidente che il dio fosse arrabbiato.
La gelosia era una brutta bestia, constatò la Musa. Presto iniziarono ad alzare la voce, Apollo continuava a fare domande su chi fosse questo Jonathan e quale rapporto lo legasse a Rachel e quest'ultima restava sulla difensiva, non capendo che l'immortale era mortalmente, ah, ah, era divertente, visto che non poteva morire, geloso di lei. Proprio quando l'Oracolo fece per andarsene, il dio del Sole la afferrò per il polso, attirandola a sè.
Calliope lo vide sussurrarle qualcosa, magari del tipo: "non capisci che mi impazzire l'idea che tu parli e sorridi con qualcun altro?”
Vide Rachel sbattere gli occhi, confusa, per poi sorridere e dire qualcosa e buttare le braccia al collo di Apollo, appoggiando le labbra su quelle del dio.
La Musa si girò verso le sorelle dietro di lei, che intanto avevano smesso di bisticciare e avevano iniziato a guardare anche loro la scena con facce divertite.
-Ok, credo che abbiamo abbastanza materiale.
-Io avrei aggiunto almeno una morte, ma questa fine non è male- commento Melpomene.
Calliope si voltò verso Erato. -Chi è lei? Che ne hai fatto della mia amata sorella Mellie?
-Smettila di chiamarmi Mellie!- esclamo infastidita la diretta interessata, prima di scomparire insieme alle altre, per comparire al loro palazzo.
 

- Apollo?
-Si?
-Quelle non erano Calliope, Erato e Melpomene?
Prima di rispondere, il dio fece una lunga pausa, accarezzando i lunghi ricci del SUO Oracolo. -No, ti starai sbagliando di sicuro. Dopotutto cosa ci farebbero qui, no?




* Apollo, essendo figlio di Zeus, è fratello di Ebe, dea della giovinezza e coppiera degli dei, figlia di Zeus ed Era.





AnGoLo DeLlE AuTrIcI:
Hola, genteeee!!
:D spero ci abbiate perdonate per l'ENORMISSIMO RITARDO con questo capitolo... ci è piaciuto un sacco scriverlo!
Purtroppo dobbiamo avvisarvi che questo era il penultimo capitolo... :( poi magari ogni tanto aggiungeremo qualche capitolo (foooooooorse) ma nula è deciso.
Diteci i vostri pareri, siamo curiose!!
Gia e Ann

 
   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Anna Wanderer Love