Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: RedDisposition    24/02/2014    1 recensioni
- Hei, Demetria mi passeresti la mia penna?- mi girai e guardai Abbie, quasi mi ero dimenticata che era li -S-si- gli passai la penna, perchè ha voluto farmi sedere vicino a lei? non so, forse per prendermi in giro. è la prima persona nella mattinata che mi chiama con il mio nome e non con i stupidi soprannomi, cos'ha ? forse non sa che io sono nella zona degli "intoccabili" ? no è impossibile, del resto è l'ex capo delle chearleaders. La ammiro sin dal primo anno, non mi ha mai preso in giro ne altro, ma mi chiedo perchè sia cosi? - Hei, tu ci hai capito qualcosa di quello che sta dicendo?- mi risveglió dinuovo- Eh?- sembravo una stupida, ecco lo sapevo ora mi sputtana - hai capito qualcosa di quello che sta dicendo la prof?- mi lanció un lungo sorriso, non era come pensavo; una smorfiosa, vanitosa e prepotente. - Ehm... no- iniziò a ridere - neanche io- mi sorrise dinuovo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demi Lovato
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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(DEMI’S POV)
Non ricordo niente di quello che è successo ieri sera, so solo che ieri alle 4 Tresh mi ha chiesto di passare la giornata con lui, siamo andati al ristorante italiano sulla nona e poi subito dopo siamo andati al centro commerciale, da starbucks, in un negozio di strumenti dove ho visto una chitarra fantastica, fatta di vetro con le corde fatte di luci a led, ricordo una cosa bellissima però, Tresh mi ha baciata, si ora lo ricordo, mi ha baciate tre volte, in realtà una volta l’ho fatto io.

Flash back
-Hai un po’ di frappè- mi pulì l’angolo della bocca, e per un attimo ci guardammo negli occhi, i suoi occhi, mori e profondi, mi persi dentro, finchè non smise di guardarmi e mi diede un bacio, anche se era un semplice bacio innocente sentii qualcosa dentro di me che svolazzava, il mio cuore iniziò a battere all’impazzata e nella mia testa c’era del vuoto, sapevo solo che le sue labbra erano morbidissime e che desideravo non si staccassero mai da me – scusami, non dovevo- si staccò credendo di aver fatto uno sbaglio- in realtà dovevi- gli sorrisi e mi avvicinai dandogli un altro bacio, questo più lungo e meno innocente, fu il mio primo e vero bacio.

(DEMI’S POV)
Del resto non ricordo quasi più niente, solo che Tresh mi accompagnò a casa, entrò con me ed all’improvviso mi ritrovai Abbie, Sam e alcune chearleaders che mi urlavano sorpresa. Dopo l’inizio della festa ricordo che Tresh mi si avvicinò e mi diede un altro bacio mentre parlavo con Abbie – scusa, avevo voglia di darti un bacio, ti amo- a quelle parole rimasi un po’ sconvolta, e feci finta di non capire, non sapevo che dirgli, avevo paura,ritorna ad essere la ragazza insicura dopo quelle parole, Abbie mi guardò e capii cosa stava pensando “ che aspetti, rispondi”. Di tutto quello che successe dopo ho un gran vuoto, ho la testa che scoppia, e ho una forte nausea, cerco di trovare una posizione comoda e quindi mi sono girata sul lato. Quando mi girai vidi una cosa che mi fece scordare della nausea, quella chitarra neon, come l’avevo soprannominata, era li – Tel’ha regalata Tresh ieri, credo che eri troppo sbronza per ricordartene- Abbie entrò nella mia stanza con il suo gran bel sorriso – Ma perché cos’è successo ieri?- mi misi a sedere, abbie mi guardò e iniziò a ridere- è la tua prima sbronza vero? Ieri ti sei bevuta due litri di Vodka, e dopo mezz’ora sbraitavi e cantavi acuti ovunque, a mezza notte hai vomitato e quando gli invitati se ne sono andati ho dovuto portarti di sopra in braccio perché ti eri già addormentata- mi disse stendendosi sul letto e massaggiandosi la schiena –oddio,mi dispiace, ho perso un po’ il controllo, cos’hai li?- aveva una tazza – è una tisana contro le sbronze, mi fa bene ogni volta, bevi- non avevo bisogno di tisane, più tosto di una medicina per lo stomaco e per la testa – la bevo dopo magari, mi prenderesti una di quelle bustine per il mal di testa che sta nell’armadietto in bagno- appena aprì l’armadietto mi ricordai che non le avevo buttate tutt e due le lame ma una sola – Abbie, ferma non aprire quel..- troppo tardi, Abbie venne in camera con una lama in mano – e questa? Mi spieghi che cazzo ci fa la dentro?- era furiosa ma come le avrei dovuto dire che mi sentivo più al sicuro con una di quelle – rimettila al suo posto- gli dissi-no ora questa cosa la butti- mi alzai dal letto e gliela tolsi di mano- questa cosa mi fa sentire meglio di qualsiasi altra persona che conosco o che mi aiuta- capii che con quelle parole la ferii – aspetta, scusami- abbie scese di sotto si preparò lo zaino ed andò a scuola, rimanendomi a casa, la cosa sicura, io non ci sarei andata.

(ABBIE’S POV)
Che nervoso, dopo tutto quello che ho fatto per lei se ne esce con il fatto che una lama la fa stare più bene di quanto la faccia stare bene io, vorrei farle capire che io posso salvarle la vita, quella cosa può solo rovinargliela, sono arrabbiata… ma chi voglio prendere in giro non riuscirò mai ad essere arrabbiata con lei, perché faccio così, mi fa così incazzare eppure non riesco ad odiarla, forse perché è l’unica che non mi ha mai distrutto. Con lei mi sento indistruttibile, ma quando fa certe cose la picchierei, questa voce dolce nella mia testa che mi ripete “ la picchieresti, si di coccole” sta un po’ zitta, dov’è la vecchia me? La stronza che non faceva altro che odiare ed offendere le persone. Ci voleva una ragazza del Texas per farmi capire che sono una persona buona infondo? Non lo so, so solo che sono una persona migliore da quando lei è con me. Non ce la faccio a stare a scuola per tutte quelle ore senza parlare con lei –scusami, non so che mi è preso, ti giuro che quando torni a casa la butto, ti voglio bene. Demi- il mio telefono vibrò e io sorrisi, infondo anche a me quelle lame facevano stare bene. Okkey ci rinuncio, torno a casa sua, già siamo state litigate per troppo, quanto un quarto d’ora? Arrivata a casa sua bussai, ma lei non mi rispose, sentivo la chitarra, stava sicuramente cantando. Da quando la madre era in giro per l’America si può dire che io vivevo con lei, avevo anche un paio di chiavi. Aprii la porta con esse e andai verso la voce, entrai nella sua stanza, stava di spalle e aveva la sua chitarra nuova, stava cantando, quando si accorse di me smise di cantare e mi venne vicino – scusa- guardò verso il basso – sei una stupida- sorrisi – lo so- stava ancora a testa bassa –Vieni qui stupida- allargai le braccia e si fiondò contro di me, mi accorsi che stava piangendo –Per un attimo ho provato ad usarle, ma poi ho pensato a cosa avresti detto se avresti trovato qualche altro segno sul mio corpo, ho pensato a come ti avrei delusa e non l’ho fatto, ma spesso sarei voluta scappare in bagno e farlo- era sconvolgente come riuscisse a sfogarsi così facilmente, io invece mi tenevo le cose dentro e non ne parlavo, non sapeva che odiavo quel Tresh perché una volta mi fece litigare con una mia amica, non sapeva che mi sento sola spesso, e che ho bisogno di un abbraccio praticamente sempre, spero solo che lei riesca a capirlo. – che dici la buttiamo?- si staccò e si asciugò le lacrime – come vuoi- le sorrisi – perché sei così con me?- così come? Così dolce? Non lo so, ti giuro che non lo so – io veramente- feci una pausa – non lo so- scoppiò a ridere – sarà perché sono adorabile- si puntò il dito al petto con aria da superiore – spiritosa- finsi una falsa risata e alzai gli occhi a cielo – vuoi che ti uccida? Dimmelo che lo faccio- mi guardò con aria di sfida – tanto non ci riesci, mi vuoi troppo bene- il mio tono era come quello di una bambina viziata –per una volta la Hall ha ragione- rise, odiavo quando qualcuno mi chiamava per cognome –io ho sempre ragione Lovato- anche lei odiava quando la chiamavano così – sisi come no, comunque noi non dovevamo buttare una certa cosa?- mi indicò la lama – si giusto, dammi qui- me la porse e andai in bagno e la gettai nello scarico. Finalmente la maggior parte dei mostri del passato erano rimasti bloccati in quel passato.

  
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