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Autore: veggylink94    24/02/2014    6 recensioni
Un alternative universe nel quale Bulma e Vegeta , un tempo fidanzati si separano a causa della gravidanza inaspettata della ragazza. La fic è ambientata undici anni dopo, quando Trunks, che non ha mai conosciuto suo padre, sarà costretto ad andare da quest'ultimo, durante un viaggio di lavoro di Bulma. Questo cambiamento avvicinerà o allontanerà i due?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16


Si alzò di scatto dal letto, tremava e sudava freddo. Un incubo. Ne aveva fatti di sogni strani in quel periodo, sapeva anche di chi fosse la colpa, ma di certo non avrebbe immaginato di trovarsi di nuovo faccia a faccia con quel sogno ricorrente, quel ricordo che oramai era rimasto impresso nella sua mente da anni ormai. Quella ragazza dai capelli azzurri che piangeva e lo guardava in un modo che mai aveva visto prima: un mix micidiale di odio, tristezza e delusione, un pugno allo stomaco e un senso di colpa mai esternato.
Si mise a sedere sul materasso e buttò un’occhiata veloce all’orologio: erano le 2 di notte. Andò in cucina per bersi un bicchiere d’acqua e nel tragitto non poté fare a meno di fermarsi a pochi passi dalla porta della camera del figlio. Ancora altri ricordi e altri sensi di colpa, ma stavolta questi risalivano ad appena poche ore prima, quando non era nemmeno riuscito a rispondere ad una semplice domanda: “perché io non ho una famiglia come gli altri?”.  Già… bella domanda, negli anni aveva elaborato un centinaio di risposte, o meglio scuse, sul fatto di aver lasciato la sua ragazza con suo figlio in grembo, ma in fondo sapeva benissimo di essere stato un codardo, solo che non lo aveva mai ammesso a sé stesso. Si era rinchiuso in quell’ammasso di giustificazioni tentando di non sentirsi in colpa, tanto da essere riuscito a convincersi che aveva fatto la scelta giusta, ma con una semplice domanda del figlio era rimasto spiazzato.
Non aveva fatto la scelta giusta, aveva fatto la scelta più comoda, non era stato coraggioso, era stato un codardo, non era vero che non amava abbastanza Bulma, la verità era che amava più sé stesso, difendendo il suo ego ed il suo orgoglio.
Prese un bicchiere d’acqua, si sedette per qualche secondo appoggiando i gomiti sul vetro freddo del tavolo e affondando la testa tra le mani. Alla fine tutto quello che aveva fatto per evitare di dover affrontare il fatto di essere padre gli si era ritorto contro. Non aveva mai voluto figli, non era legato ad una particolare concezione di “famiglia”, lui non ne aveva mai avuta una, eppure quando stava con Bulma aveva quella sicurezza, quell’affetto di cui aveva tanto bisogno, ma che aveva sempre respinto. A quel tempo non era pronto per avere una famiglia, ma ora lo era? Anche se, per quanto lo negasse, provava affetto per Trunks non era detto che potesse provare lo stesso per Bulma dopo tutti quegli anni. Lei era cambiata, lui era cambiato, e aggrappandosi a questa convinzione cercava sempre più di non sfiorare neppure l’idea di riprovare ad avere una famiglia. Aveva il suo lavoro, la sua casa, e presto anche i suoi soldi per provare ad autofinanziarsi, sapeva di avere talento per la boxe, aveva avuto anche diverse opportunità , ma senza un lavoro stabile non sarebbe riuscito a mantenersi terminati gli studi.
Guardò fuori dalla finestra, il cielo era nuvoloso, ma c’era un percepibile senso di calma fuori, non tirava un filo di vento. Aprì un’anta e lasciò che l’aria fresca e primaverile entrasse, e i ricordi cominciarono a riaffiorare nuovamente: anche quella sera era primavera, ma la città del Nord era fredda e nevicava, tuttavia si respirava la stessa dolce e malinconica tranquilllità…
-Dovremo dirlo agli altri! Sicuramente Goku e Chichi ne saranno entusiasti!- Disse la giovane dai capelli turchini camminando a fianco di quello che fino a 10 minuti prima era l’odioso rompiscatole amico per cui aveva una terribile cotta, ma che ora era il suo ragazzo. Vegeta il suo ragazzo. Più se lo ripeteva più gli sembrava inverosimile, eppure non desiderava altro da mesi. –Ma come ci pensi! Quei rompiscatole non faranno altro che tartassarci di domande!- Replicò il moro scontroso come sempre.
-Bah! E io che pensavo fossi fiero di stare con una delle ragazze più ambite della città! – Rispose la turchina, facendosi valere. –Penso sia meglio tenercelo per noi, almeno per un po’. Odio la gente che non si fa gli affari suoi.-  Bulma si fermò e lo guardò irritata:- Ok! Magari dare spettacolo non è nel tuo stile, ma comunque penso sia lecito far sapere che stiamo insieme!- Vegeta sbuffò, ma poi dopo aver riflettuto per un secondo, un ghigno malizioso gli si disegnò in volto:- Dì un po’… non è che vuoi a tutti i costi sbandierarmi in giro come un trofeo?- La ragazza arrossì di colpo, ma non per questo si fece mettere i piedi in testa:- Guarda cocco che al contrario di te io urlerei al mondo intero che tu sei il mio…- non riuscì a finire la frase che si ritrovò il volto del ragazzo attaccato al suo, travolgendola in un bacio. Bulma cercò di divincolarsi mugugnando qualcosa di incomprensibile, ma prima la stretta in cui era avvolta e poi la crescente passione dell’altro la costrinsero a cedere e sciogliersi come un cioccolatino al sole fino a far capovolgere la situazione: la ragazza non riusciva in nessun modo a staccarsi da lui, stringendolo forte per la vita.
Ad interrompere i due piccioncini ci pensò la persona che più di tutti si sarebbe pentita di quello che stava vedendo: -Bulma! Vegeta!- Gridò Goku stupefatto, facendo sobbalzare i due che si staccarono immediatamente. Il giovane , con la faccia sconvolta e un sorrisetto tremolante, visibilmente cercò di rimediare all’imbarazzo che si era irrimediabilmente creato: Bulma era rossa come un pomodoro  e lo stesso poteva dirsi di Vegeta che a differenza della compagna era visibilmente irritato. –Ehm… eheh… scusate…mi sono perso qualcosa?-
-Kakaroth! Che cavolo ci fai qui! Possibile che tu sia sempre costantemente in mezzo ai piedi!- urlò il più basso fuori di sé. Avrebbe voluto sotterrarsi da qualche parte dalla vergogna. Ma com’era possibile che quell’idiota saltasse fuori sempre nelle situazioni meno indicate!
-Scusa Veggy! Siamo usciti poco fa dalla discoteca e abbiamo visto le chiamate! Ci eravamo preoccupati così siamo venuti a cercarvi!- tentò di giustificarsi l’altro –Ma… eheh… voi due piuttosto?- disse ridacchiando con aria maliziosa come a dire “io so quello che avete fatto furbetti!”. –Fatti i cavoli tuoi idiota che non sei altro!- urlò Vegeta che venne però subito interrotto da un richiamo di Bulma che lo invitava a rimanere calmo. A migliorare la situazione ci pensò l’arrivo di Chichi, che notò subito che c’era qualcosa che non andava:- Che succede ragazzi? Vi abbiamo cercato dappertutto!- Goku stava per risponderle e sicuramente avrebbe spiattellato tutto scatenando l’ira di Vegeta, quindi Bulma pensò bene di anticiparlo:- Non è successo nulla! Tranquilla! Siamo andati a fare un giro visto che non vi trovavamo, stavamo tornando indietro e abbiamo trovato Goku. GIUSTO?! Dì a Chichi che non è successo NULLA!- Disse guardando il poveretto con aria minacciosa, seguita da Vegeta che con lo sguardo invitava caldamente l’”amico” a rispondere affermativamente. –Eh?! Sì sì! Ci siamo appena incontrati eheh…- rispose impacciato.
-Beh… allora noi ci avviamo verso l’albergo con gli altri! Venite anche voi no?- proseguì la mora che non sembrava troppo convinta. I due giovani annuirono scambiandosi un’occhiata complice e tutti e quattro raggiunsero la comitiva che li stava aspettando.
Giunti all’albergo i giovani si recarono nelle rispettive stanze, compresa Chichi che era in camera con Bulma e aspettava la turchina che tuttavia era restìa ad entrare. –Tu non entri?- chiese la mora curiosa, intuendo che ci fosse qualcosa sotto. –Ehm… io… faccio un salto al bar della reception! Prendo qualcosa da bere e torno subito!-. Chichi sorrise, era una palese scusa, per questo non contestò nulla e si limitò ad entrare in camera, avrebbe raccolto informazioni da Goku, sapeva che le avrebbe spiattellato tutto!
Bulma corse per le scale, arrivando alla reception. Su un divanetto c’era lui ad aspettarla, con una faccia scocciata e visibilmente stanco. – Goku ci ha scoperti! Che facciamo?- disse la ragazza agitata.
-Tsk! Al diavolo… oramai è come se Chichi lo sapesse già! E poi lei lo direbbe a tutti gli altri pettegola com’è. Sei contenta ora?- Sbottò l’altro.
-Vedi di stare calmo! E fai poco lo spiritoso! Come se fosse colpa mia ! Sei tu che mi hai baciata in mezzo alla strada, era prevedibile che qualcuno ci vedesse. A me la cosa non da nessun fastidio, sei tu che ti fai tanti problemi!-
-Come se non ti fosse piaciuto… sei proprio una piovra quando ti ci metti eh!- la schernì Vegeta con un sorrisetto che fece letteralmente impazzire la ragazza: lo avrebbe ucciso ma allo stesso tempo quell’aria sfacciata le era sempre piaciuta. Bulma cacciò subito via quei pensieri dalla mente, arrossendo. – Potrei dire lo stesso di te! Idiota!- . La conversazione non andò avanti a lungo, e finì nuovamente con i due abbracciati e uniti in un bacio.
Cercando di far svanire dalla mente quel ricordo, Vegeta tornò a letto, nella speranza di dormire, prima però si avvicinò alla camera di Trunks, aprì lentamente la porta e lo vide raggomitolato nel letto con il viso affondato sul cuscino. Rimase in piedi a guardarlo per alcuni istanti, prima era scoppiato a piangere e non aveva fatto nulla per consolarlo, se n’era andato lasciando lì suo figlio. Avrebbe dovuto fare qualcosa per rimediare, ma probabilmente ci avrebbe pensato la mattina seguente vista la stanchezza, e infatti gli bastò sdraiarsi per addormentarsi profondamente.
Il mattino seguente Trunks si svegliò confuso, non ricordava bene cosa fosse successo la sera prima, ma gli ci vollero pochi istanti per realizzare: si era addormentato piangendo per quello che gli aveva detto suo padre, o meglio per quello che non gli aveva detto. Era arrivato oramai alla conclusione di essere solo un peso : “Quando sarai grande capirai” gli aveva detto la sera prima suo padre. Grande non era, eppure pensava di aver capito tutto: era lui la causa della rottura fra suo padre e sua madre, non sapeva il motivo preciso, non era ancora nato quindi teoricamente non aveva fatto nulla di male, ma percepiva chiaramente di essere fuori posto nella vita del padre. “Forse avrei dovuto chiederlo alla mamma… lei mi avrebbe detto tutto, lei non mi avrebbe mai fatto piangere…”. Il bimbo si alzò dal letto e cercò il cellulare per vedere l’ora: erano le 11 e decise di recarsi in cucina, stupito del fatto che il padre non lo aveva svegliato.
Le serrande erano ancora abbassate e la casa era buia. Sempre più confuso Trunks si recò di nuovo verso la sua camera: “forse è uscito stamattina presto e non ha voluto svegliarmi” pensò. Giunto vicino la camera del padre vide che la porta era semichiusa, si avvicinò lentamente e l’aprì con cautela: la stanza era buia ma lo spiraglio di luce che si era creato gli permise di scorgere la figura del padre, profondamente addormentato sul letto. “Non si è ancora svegliato! Forse oggi non lavora… mi sa che è il caso che non lo disturbi” decise infine il bambino, anche se gli sembrò decisamente strano che il padre fosse ancora a letto a quell’ora.
Non del tutto convinto entrò in camera e si avvicinò a Vegeta che dormiva beatamente , ben consapevole del fatto che il padre avrebbe potuto andare su tutte le furie per essere stato interrotto durante il suo nobile riposo!
-Ehm… papà…?- Sussurrò il bimbo, scuotendo lentamente il padre, che non dava segno di vita.
-Papà?!- Questa volta il tono era più deciso, anche perché Trunks cominciava seriamente ad allarmarsi! Suo padre si svegliava sempre presto la mattina! Che fosse malato?
A rassicurare questi pensieri furono i mugolii di Vegeta , che si rigirò nel letto e strizzò gli occhi, per poi riaprirli lentamente.
Ancora nel dormi-veglia, non riusciva bene a capire cosa ci facesse il bimbo lì di fronte a lui. Poi d’un tratto realizzò e si mise in piedi di scatto, non facendo per poco prendere un colpo al figlio.
-Accidenti! Ma che ore sono?!- Urlò allarmato.
-Le undici…- rispose Trunks intimorito dalla reazione del padre: “Forse non è stata una cattiva idea svegliarlo! Mi sa che la sveglia non è suonata!” pensò , e infatti…
-Merda! E’ tardissimo! Perché cavolo la sveglia non ha suonato?!- Vegeta prese il cellulare e si rese conto che effettivamente non aveva messo nessuna sveglia!
La vena sulla tempia dell’uomo cominciò a pulsare e Trunks pensò bene di svignarsela finché era in tempo!
-Dannazione… sarà meglio chiamare quell’idiota di Kakaroth!- Vegeta compose il numero e fu “ben lieto” di sentire la voce del suo “carissimo amico” di prima mattina.
-Ohilà Vegeta! Ben alzato! – Rispose allegro Goku dall’altra parte della cornetta.
-Ben alzato un corno! La sveglia non ha suonato! Potevi chiamarmi visto che stavo facendo tardi razza di rincitrullito! – Urlò l’altro.
-Eheh… beh ecco… immaginavo stessi dormendo e non volevo svegliarti… sei sempre intrattabile appena sveglio…- Tentò di giustificarsi.
-Tsk! Sei in palestra? Tra dieci minuti sono lì!-
-Non preoccuparti! C’è pochissima gente e comunque ho già sbrigato la maggior parte della burocrazia! Perché non ti prendi la giornata libera e stai con Trunks? Alla fine io ho preso diversi permessi ultimamente!- Propose il più alto. Vegeta ci pensò: non aveva tutti i torti, quell’idiota poltriva dalla mattina alla sera! Non gli avrebbe fatto male spaccarsi un po’ la schiena al posto suo, e poi doveva trovare il modo di farsi perdonare dal marmocchio che sicuramente non aveva dimenticato il brutto episodio della sera prima.
- E va bene! Ma solo perché così ti metti in paro con il lavoro! Hai oziato troppo questi mesi!- Accettò in fine, chiudendo il telefono senza neppure salutare l’altro il quale non fece in tempo a rispondere.
L’uomo sbuffò, pensando a cosa potesse fare con il figlio. –Trunks! Vieni qui!-  Lo chiamò severo il padre, con un tono di voce estremamente seccato, tanto che il bambino pensava di essere nei guai nonostante non avesse fatto nulla. Uscì dalla sua stanza, nella quale si era rintanato, e si avvicinò intimidito al padre:- Dimmi papà…-. Vegeta notò l’imbarazzo del bambino, a seguito della discussione della sera prima si era creato un certo gelo tra i due. L’uomo non aveva la minima voglia di aprire una conversazione su quanto successo, perché avrebbe implicato delle scuse da parte sua e un racconto interminabile sul passato tra lui e Bulma, quindi si limitò a cercare di essere gentile per non farlo rattristire troppo. –Hai fame? Vuoi fare colazione?- chiese. Il bimbo poggiò una mano sullo stomaco, effettivamente aveva lo stomaco vuoto ma non ci aveva badato troppo, aveva altri pensieri per la testa: - Non molta... -. Vegeta cominciò a sudare freddo: “ Ok. Il marmocchio ha rifiutato il cibo. La situazione è più grave del previsto. Devo trovare qualcosa che lo distragga e che gli faccia tornare il buonumore, se rimane così per tutto il tempo chi la sente poi quella racchia di sua madre!”. Il moro pensò ed ebbe un’idea geniale, almeno a parere suo:- Io pensavo di andare in palestra ad allenarmi. Oramai oggi non lavoro, è ancora presto per il pranzo e non mi sembra il caso di passare di nuovo tre ore a giocare con la playstation! Vieni con me o stai a casa?- Chiese speranzoso, ovviamente senza far notare il suo nervosismo e rimanendo impassibile. Il bambino rimase sorpreso: -Un allenamento di boxe?- disse con gli occhi lucidi dall’emozione.
-Ehm… sì- Rispose l’altro sempre più agitato: “se il marmocchio rifiuta cosa diavolo gli propongo?!”, ma dovette ricredersi quando vide un sorriso a 32 denti comparire sul volto del bambino: -Certo che vengo! Mi insegnerai come si combatte?- Chiese il piccolo sempre più esaltato. Vegeta sospirò: se l’era scampata!
-Non correre! Per combattere ci vuole tecnica, tempo, allenamenti durissimi, io ci ho messo anni prima di…- Il moro non fece in tempo a finire la frase che il bambino corse via a cambiarsi, felice come una pasqua: -Evviva! Mi insegnerai a combattere! Diventerò forte come te!-  Esclamò ridendo.
Vegeta rimase di stucco: bastava veramente così poco per farsi perdonare? I bambini erano veramente così ingenui? O forse era Trunks che gli voleva così bene, lo stimava così tanto che era ogni momento che il padre decideva di dedicargli a renderlo immensamente felice?
“Diventerò forte come te!”. Nonostante tutto l’uomo non riuscì a nascondere un sorriso. Era un po’ divertito dall’entusiasmo del figlio ma più di tutti ne era orgoglioso. Se ne era reso conto solo adesso: era questo che significava essere padre? Era questo ciò che si era perso in tutti quegli anni? Bulma gli aveva fatto capire cosa volesse dire amare qualcuno, stimarlo e rispettarlo, ma non aveva mai capito come ci si potesse sentire nell’avere qualcuno da proteggere, qualcuno che costantemente lo guardasse con ammirazione, che lo prendesse come esempio di vita e che gli volesse bene incondizionatamente, nonostante gli errori commessi. Finalmente cominciava a capire cosa potesse significare avere un figlio e nonostante tutto dietro quel sorriso c’era anche una profonda malinconia: malinconia per essersi perso dieci anni della vita di suo figlio, malinconia per non averlo visto nascere, né per aver sentito la sua prima parola, né averlo visto camminare con le sue gambe per la prima volta. Malinconia per non averlo tenuto tra le braccia quando era neonato, per aver perso i suoi capricci, i suoi pianti, i suoi sorrisi, i giochi, la scuola, la sua intera infanzia e infine malinconia per Bulma, per non aver vissuto tutto questo con lei, per averla abbandonata, per essersi sentito così solo per anni per colpa del suo orgoglio. Tuttavia si limitò a pensare a quanto suo figlio lo avesse tirato su di morale con quella frase, che per lui aveva un significato talmente grande che non si era ancora reso conto a pieno di tutto ciò che comportava.
 
Fine capitolo 16.
 
 
 
Ciao a tutti! Ebbene sì dopo due anni di assenza sono tornata! Non mi sembra vero di aver ripreso questa storia, eppure ho ritrovato l’ispirazione! Nonostante sia passato tutto questo tempo ho un po’ perso la mano! Quindi spero di non aver fatto troppi pasticci! ^_^’
In più ho alzato il rating visto che col passare degli anni ho maturato un po’ nello stile di scrivere e anche nelle tematiche da affrontare, quindi non volevo ritrovarmi a descrivere scene non adatte ad un rating verde! Ancora non so fin dove vorrò “spingermi”, non penso più dell’arancione visto che comunque la storia è pensata per non risultare pesante o eccessivamente triste!
Ringrazio tutti coloro che vorranno seguire la fic e che hanno recensito lo scorso capitolo! Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!
A presto!
Veggylink94
 
 
 
 
  
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