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Autore: Roev_Chan    24/02/2014    1 recensioni
Qualche mese dopo aver respinto Satana all'Accademia della Vera Croce, Roev riprende il corso di studi per diventare esorcista, finché Mephisto, il preside, le dà la notizia del furto di un importante cimelio: l'occhio sinistro del Re delle Impurità. Il responsabile, Saburota Todo, è ora diretto a Kyoto, dove è tenuto nascosto l'occhio destro. Il suo chiaro intento di rubarlo è evidente. Ma nessuno sa ancora qual è il suo vero obiettivo...
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Sequel di [Candy Piano] ♥
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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<< Roev era inginocchiata sopra uno pavimento fatto di specchi di ogni genere. L’aria intorno a lei era densa, ma non c’era vento, non c’erano suoni, nemmeno odori, non c’era nulla a parte l’oscurità, e quel pavimento a specchio, che rifletteva la sua immagine, quella di una ragazzina dagli occhi e i capelli scuri, dalla pelle pallida e dall’aspetto trasandato. Poi, tutto d’un tratto, si ode un rumore di passi. È un passo lento e ticchettante, che si fa sempre più forte man mano che si avvicina. Quel rumore inquieta l'animo della ragazza, che si guarda attorno confusa e spaventata. Dall’oscurità emerge Mephisto, vestito dei suoi soliti abiti bianchi, completamente avvolto nel mantello. Si ferma a un paio di metri da lei, la guarda, le sorride. E Roev lo chiama. Ma lui non risponde, non fa nulla; sta semplicemente zitto a la guarda sorridendo. Roev lo chiama ancora, lo chiama fino ad avere il fiatone, fino a quando il respiro non comincia a farsi affannoso, e l’ansia le attanaglia il cuore. E infine, dopo averla guardata a lungo, il suo sorriso si fa ancora più largo, e, spalancando le braccia, le parla.
-Svegliati, Roev.- Una folata di uno strano vento investe la giovane, mentre, con uno scatto, lui fluttua verso di lei, e la trapassa come se fosse stato un fantasma. Roev si copre il viso e grida, credendo che si sarebbe schiantato addosso a lei, ma quando si volta, Mephisto era già sparito nell’oscurità, e a pochi metri da lei si è materializzato uno specchio. Roev si avvicina titubante, e infine, si guarda: non è lei, non era il suo aspetto, quella figura demoniaca che la fissa dal riflesso dello specchio. Poi, improvvisamente, una risata riecheggiò nell’oscurità, e la figura nelle specchio venne avvolta dalle fiamme blu. Satana comparve sotto l’aspetto demoniaco di Mephisto, e anche lui, le parla, ma lei non lo sente. Poi, come un tuffo nel passato, il demone esce dallo specchio, frantumandolo, la afferra per il collo e la solleva da terra, mentre la ragazza tenta di dimenarsi inutilmente. Satana, con ancora l’aspetto di Mephisto, alzò il braccio libero e le puntò gli artigli contro, parlando di nuovo. Questa volta, Roev udì perfettamente la voce del Re dei demoni. Erano le stesse dannate parole che aveva pronunciato durante il disastro all’Accademia.
Ti toglierò con le tue stesse mani ciò a cui tieni di più!” E, senza esitazioni, le infilzò la pancia con gli artigli, mentre il sangue schizzò macchiando gli specchi di rosso.>>

 

 


Roev sobbalzò da sotto le coperte e spalancò gli occhi. Si sentiva bruciare, era terribilmente accaldata, e l’incubo che aveva fatto non le giovava per niente il sonno, così decise di sgusciare via da sotto il futon, sgattaiolando furtiva verso il giardino interno dell’albergo. Aprì piano la porta scorrevole, cercando di far meno rumore possibile. Si permise di lasciare Murasame accanto al futon, tanto non le serviva a molto. Uscì nel giardino a piedi nudi, pestando la terra asciutta, lasciando che l’erba le accarezzasse le piante dei piedi, e si sedette su una roccia, posta di fianco a dei cespugli di ortensie blu e rosa. La luna, quella notte, era piena, e la sua luce bianca illuminava parzialmente l’ambiente intorno alla ragazza. Roev inspirò intensamente e si toccò d'istinto la pancia. Anche se era un sogno, era stato incredibilmente realistico, e si sentiva trafitta anche se non presentava segni di ferite. Dopo essersi calmata, passò la mano sulla spalla destra. Scostò leggermente la maglietta, e si guardò con affranto lo sfregio che le attraversava la spalla e che le andava a finire sulla scapola. Era una cicatrice che portava con orgoglio, ma la faceva sentire abbattuta sotto certi aspetti. Quella cicatrice era il marchio che Satana le aveva inflitto quando aveva tentato di ucciderla. Era sopravvissuta alle fiamme del Re dei demoni, ma senza l’acqua demoniaca di Murasame che l'aveva protetta, non si sarebbe salvata. Poi, rimuginò sulla cicatrice a forma di stella che aveva sul palmo della mano. Quello sfregio era il simbolo del legame tra lei e Mephisto, un marchio che ormai faceva parte del suo passato. Proprio mentre contemplava quel marchio, accarezzandolo con la punta delle dita, avvertì una presenza alle sue spalle. Si alzò di scatto, voltandosi e vide il demone avvolto nel suo solito mantello bianco, che le sorrideva. Quel sorriso la fece rabbrividire, perché le ricordò vividamente l’incubo che aveva avuto quella notte.
-Non pensavo di trovarti sveglia.- Le disse avvicinandosi. Lei indietreggiò piano.
-Non pensavo che fossi arrivato.- Mephisto si sedette sulla pietra dove prima stava seduta la ragazza, e le fece segno di avvicinarsi.
-Allora, com’è la situazione?- Chiese con distinto interesse. Lei alzò le spalle.
-Non ho avuto modo di osservare bene, ma a parte i malati sembra tutto tranquillo.- Rispose. Mephisto abbozzò una smorfia non molto convinto.
-Tieni gli occhi aperti, non deve sfuggirti il minimo particolare, mi raccomando.- Roev annuì, guardando la luna che brillava intensa. Rimase per alcuni istanti in silenzio, mentre osservava il demone che, aveva alzato la testa in cielo e inspirava la fresca brezza notturna mentre quella le scompigliava i capelli.
-La professoressa Kirigakure ha di nuovo tentato di estrapolarmi qualche informazione su di te.- Disse a un certo punto la ragazza. Non seppe nemmeno lei perché glielo disse, ma sentiva il dovere di farlo. Mephisto aprì piano gli occhi piccoli e verdi e guardò il cielo, ridacchiando.
-Shura Kirigakure… che creaturina adorabile.- Commentò. Roev rimase perplessa, confusa e sconcertata allo stesso tempo da quella affermazione. Creaturina? ADORABILE? Non si accorse che cominciò a battere forte le palpebre -Ah, e nel caso ti fosse sfuggito, ci sta osservando.- Mephisto mosse lo sguardo oltre il giardino, fissando una figura nell'oscurità seduta sul bordo del pavimento dell'engawa -Roev, ti consiglio di tornare a dormire.- Detto quello, si alzò e si congedò velocemente, con freddezza, senza aggiungere altro. La giovane esorcista sgusciò silenziosamente verso la camera da letto dove i suo compagni dormivano profondamente, e si infilò sotto le coperte, chiudendo gli occhi. Sentiva i passi scricchiolanti provenienti dell'esterno. Mephisto si avvicinò a Shura.
-Buona sera professoressa Kirigakure! Non trova anche lei che sia una splendida nottata?- La salutò con voce moderata, per non disturbare chi stava dormendo. Lei lo guardò con sospetto.
-Ti ho visto.- Disse lei, riferita a qualche attimo prima, quando il demone stava conversando con Roev.
-Come, prego?- Fece il finto tonto, lui.
-Non ho idea di cosa vi siete detti tu e la Akuma, ma se non la smettete di giocare a Gaspare e Orazio giuro che farò in modo di non farla più avvicinare a te.- Mephisto aggrottò la fronte, assumendo un'espressione sinceramente sconcertata.
-Gaspare e... Orazio?- Non era sicuro di quell'appellativo che Shura aveva dato a lui e Roev. Si ricordò di un vecchio film del 1961 con protagonisti dei cani, dove vi erano due ladri con quei nomi -Lei offende me e la signorina Akuma, professoressa.- Shura si alzò di scatto spazientita.
-Hai capito benissimo. Ricorda cosa ti ho detto.- Poi si voltò.
-Io sono l'unica famiglia che la Akuma possiede. Se lo impregni bene nella mente, signorina Kirigakure.- Shura strinse i pugni, stizzita, e se ne andò, mentre Mephisto si ritirò in albergo. Era leggermente preoccupato del modo in cui Shura gli aveva parlato, e al contempo, lei era rimasta turbata da quella frase. Ma la differenza tra di loro, era che Mephisto non era uno che si arrendeva molto presto.



Agolino autrice paralitica:
...è da sabato mattina che ho il torcicollo e non riesco a muovermi, porca vacca...
Buona sera a tutti! Spero che questo terzo capitolo non sia stato troppo noioso come il primo
e il secondo, ci ho lavorato per un po' e spero vi abbia entusiasmato un pochino di più degli altri! ^^
Grazie per aver letto questo capitolo!!
Roev_Chan


P.S. Mancava un pezzo di storia all'inizio perché non ho aggiunto lo
spazio tra "<<" chiedo umilmente perdono!! *si nasconde* ;w;

   
 
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