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Autore: EriChan92    24/02/2014    2 recensioni
"Quando Jungsoo aprì gli occhi ci mise qualche attimo a capire dove fosse e cosa fosse successo.
Ricordò bene la paura quando vide quell'auto sbandare, il dolore lancinante al corpo, e a quella sensazione di vuoto che sembrava tenerlo in sospeso."
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Choi Siwon, Leeteuk, Un po' tutti, Yesung
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Hello everyone~
Non so come ma sono riuscita a partorire codesto capitolo (?)
E' piuttosto contorto, spero sia tutto chiaro! D:
Beh, buona lettura, se avete voglia fatemi sapere che ne pensate ;D ♥

EriChan92~
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Cap. 02 – The Black Angel

Passarono diversi giorni da quando Jungsoo si risvegliò, a quando Yesung lo informò che di li a poco sarebbe stato presentato ufficialmente alla “Cerchia”.

Yesung dovette spiegarglielo almeno tre volte, prima di fargli capire cosa fosse la Cerchia e di cosa si occupasse.

-Aaaaah Jungsoo... Sei tanto tenero quanto lento di comprendonio. 
La Cerchia è l'istituzione che si occupa del lavoro degli angeli, e che mantiene l'ordine supremo! 
E' costituita da sei Angeli Bianchi (Angeli della Vita) e da sei Angeli Neri... 
Gli Angeli Bianchi sono i sommi  Hangeng, Kangin, John, Sara, Nicole e Zelda. 
Gli Angeli Neri invece sono i sommi Heechul, Sungmin, Gregory, Molly, Irene e Saphira...
I dodici si riuniscono una volta ogni tre giorni per chiarire quanto accaduto nei giorni precedenti. 
Quando giunge qui un nuovo angelo, deve essere presentato ufficialmente a loro e agli angeli comuni, prima che possa iniziare a svolgere le sue mansioni. 
Tutto chiaro?

Ma per Jungsoo non fu “tutto chiaro” come sperava Yesung in cuor suo.
Se lo fece spiegare ancora una volta, per poi chiedere che luogo fosse quello dove si trovavano.

-Cosa intendi per “che posto è questo”?
-E' il Paradiso?
-Ah... Puoi chiamarlo così se vuoi! Alcuni terrestri lo chiamano in questo modo, altri Inferno e altri ancora Purgatorio. 
Ma non è così suddiviso come sulla Terra si pensa. Esiste un solo luogo, ed è questo. 
E' il luogo dove le anime ritornano per riposare prima della reincarnazione. La maggior parte di noi lo chiamiamo “Key Heart”.
-Perché lo chiamate così?
-Non lo so, nessuno lo sa. E' così e basta. 


I due Angeli si incamminarono sulla lunga balconata che si estendeva per miglia e miglia al piano superiore della Grande Sala, 
discutendo dei vari impieghi extra che possono tenere occupato un cittadino di quel luogo chiamato “Key Heart”.
Jungsoo scoprì che la vita per gli Angeli era pressoché parallela a quella umana.
Come gli esseri umani, anche gli Angeli potevano amare, potevano sposarsi e vivere la loro eterna esistenza con “L'Anima Per Te”.
A dispetto di quanto credesse Yesung, Jungsoo non ci mise molto a capire il significato di “Anima Per Te”.

-Yesung... L'Anima Per Te sarebbe l'anima gemella? L'anima che è destinata a alla tua fin dalla creazione dell'anima stessa?
-Si Jungsoo, come fai a saperlo?
-Non lo so... Credo di averlo intuito!
-Oh, è difficile intuire concetti del genere! Prima o poi incontrerai anche tu l'Anima a te destinata. 
Però dovrai prepararti! Potrebbe essere umano, e in quei casi è difficile portare a vanti una relazione simile... 
-Perché?
-Beh... L'umano invecchierebbe, e tu resteresti sempre uguale. Dovresti patire per la sua morte e attendere la sua reincarnazione, 
fino a che non sarà di nuovo pronto a conoscerti nuovamente. Ma non disperare, è estremamente raro che accada una cosa simile! 
-Ah... Si, sarebbe molto doloroso effettivamente.

Jungsoo rifletté sulla spiegazione esaustiva che Yesung gli propose.
Pensò che nell'insieme gli fu tutto chiaro. Ma d'improvviso davanti agli occhi gli si presentò l'immagine di quell'Angelo Nero. 
L'Angelo Nero che, a pochi minuti dopo il suo risveglio, vide di spalle.
Così si rivolse al suo amico chiamandolo con un nomignolo carino.

-Yeye...
-Yeye?
-Ehm, si, è un soprannome...
-Ah, va bene, è carino! Non ti è chiaro qualcosa?
-Ecco... Ma tra Angeli ci si può amare giusto?
-Certo!
-Dico... Tra Angeli Bianchi e Angeli Neri...

Yesug si fece scuro in volto.
Abbassò lo sguardo e divenne pallido in viso.
Deglutì forse più sonoramente di quanto non si aspettasse, portandosi poi la mano alla bocca sospirando.

-Perché me lo chiedi?
-Non lo so, mi è venuto il dubbio...
-Non dovresti neanche dovuto pensarlo...
-Perché?
-E' proibito...
-E perché mai? Chi lo vieta?
-Jungsoo... E' raro. Ancora più raro dei paradossi che ci rendono Angeli... Quindi non me lo chiedere e non ci pensare...
-Yesung...?
-Ti prego...
-Mi sono innamorato di uno di loro. E' guardandolo che il mio cuore ha ripreso a battere... 

Yesung guardò sconvolto Jungsoo. 
Tremava.

-Devi dimenticarlo.
-E se fosse l'Anima Per Me?
-Sarebbe un triste, anzi, un pessimo e triste scherzo del Destino...
-Yesung spiegati.
-Non... Non posso. Scusami.

Yesung si avviò verso la propria dimora e lasciò solo un profondamente turbato e confuso Jungsoo.

Il giovane Angelo si chiedeva perché le relazioni sentimentali tra gli Angeli Bianchi e quelli Neri fossero proibite.
Non se lo spiegava, dopotutto, perché proibire un amore tra due anime destinate l'una all'altra? 
Perché Yesung non si sentì di spiegargli la motivazione di tale proibizione, con quel volto scuro e sofferente, che di solito è fresco, solare e luminoso?
Era curioso.
Voleva saperlo ma non era in confidenza con nessun altro a cui chiedere.


Voleva sapere chi fosse quell'Angelo, come si chiamasse e da quanto era tale.
Voleva sapere se ciò che provava nei suoi confronti fosse vero amore, e se fosse l'anima per lui.

Ma Jungsoo in cuor suo sapeva già che quel sentimento che riportò il suo cuore a battere era amore. 
Sapeva che quell'Angelo bellissimo, e ai suo occhi misterioso, sarebbe stato per lui la persona, l'Anima, più importante della sua intera esistenza.


Arrivò dunque il giorno della sua presentazione alla Cerchia.
Yesung gli fece indossare la divisa ufficiale, interamente bianca, composta da lunghi pantaloni di seta, camicia aderente, 
gilet color panna con orologio d'oro nel taschino, giacca in seta come i pantaloni con le punte tipo Smoking, e lucidissime ed eleganti scarpe.
Jungsoo rimase a fissarsi allo specchio per diverso tempo.
Non capiva come pochi semplici indumenti riuscissero a farlo sembrare veramente un angelo, anche se ancora non riusciva a vedere le proprie ali.
Yesung lo osservava soddisfatto del proprio lavoro, con un sorriso stupendo disegnato sul volto.

I due Angeli si incamminarono lungo la sala centrale, raggiunsero le scale ed entrarono nell'Alta Sala, un specie di anfiteatro, 
con il cielo azzurro come soffitto e marmo per il pavimento e le panche, dove già sedevano una quantità indefinita di Angeli Bianchi e Neri.
Jungsoo si sentì gli occhi di tutti puntati addosso.
Arrossì violentemente.
E' sempre stato un ragazzo timido, benché fosse molto socievole, ha avuto parecchie difficoltà a ad aprirsi agli altri, 
e sentirsi osservato ed al centro dell'attenzione, fu per lui molto duro da sopportare.

Yesung, il suo Angelo mentore, lo guidò fino al centro dell'anfiteatro, dove in semicerchio sedevano, su alte sedie, gli Angeli Superiori, 
i protettori della Cerchia e di ogni anima esistente, coloro che interpretano il volere del Destino e il lavoro degli angeli.

Jungsoo rimase in silenzio per tutta la durata della cerimonia di benvenuto, dava le spalle agli spettatori e osservava i volti di quegli Angeli, 
che ai suoi occhi sembravano tali e quali agli altri.

La Cerchia terminò la cerimonia, e dissero a Jungsoo di girarsi e salutare i suoi nuovi fratelli.
L'Angelo si voltò e, tra le migliaia e migliaia di Angeli presenti, i suoi occhi si posarono, attirati come un pezzo di metallo da una calamita, 
su una creatura che gli fece battere il cuore come non mai.
Lo vide.
Un Angelo Nero, splendido.
Lui osservava Jungsoo, e Jungsoo si fissò e concentrò ogni particella di sé su di lui.
Avrebbe riconosciuto quelle spalle tra migliaia, e le riconobbe.
Avrebbe riconosciuto quelle ali tra migliaia, e le riconobbe.
Avrebbe anche riconosciuto quella pelle e quei capelli tra migliaia, e li riconobbe.
Era Lui.
Il primo Angelo su cui i suoi occhi si posarono una volta uscito dalla stanza in cui si risvegliò.
Quella volta non vide il suo volto.
Ma sapeva che era lui.
Lo sentiva nel profondo del suo essere, nella sua più radicata essenza.

Lo voleva.
Voleva conoscerlo, averlo, saperlo suo.
Si... 
Lui era l'anima a lui destinata.

Quando giunse a quella conclusione, Jungsoo si sentì improvvisamente tirato indietro.
Sentì un peso non indifferente sulla propria schiena, e un calore nuovo e confortante avvolgerlo.
Si sentiva completo.
Per la prima volta da quando riaprì gli occhi da questa parte della Vita, si sentiva qualcosa di preciso e definito.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime di gioia, che in breve tempo iniziarono copiose a solcare il suo viso diafano. 
Sorrise come probabilmente non ebbe mai fatto, e girò la testa fino a vedere le sue maestose e bellissime ali,
che morbide, calde e luminose, si estendevano per almeno il doppio del suo braccio.

D'istinto tornò a guardare il suo Angelo Nero, ma il suo sorriso svanì d'improvviso come era arrivato.
Il posto dove prima era seduto era adesso vuoto.
Non era più in quel teatro.
Se ne era andato.

Il suo cuore fece una capriola per l'amarezza di tale delusione e arrestò la sua corsa, tornado a palpitare regolarmente nel suo petto.

Yesung si avvicinò a Jungsoo, e gli sorrise, contento che anche lui avesse finalmente accettato la propria morte, 
e essere così divenuto un Angelo completo e perfetto.
Ma capì subito che qualcosa non andava in lui.
Sembrava triste, spossato, stanco.

Gli mise una mano sulla spalle e attirò la sua attenzione.

-Jungsoo?
-Eh... Eh?
-Tutto bene? Devi salutare gli Angeli, poi la cerimonia sarà terminata.
-Si...

Jungsoo fece come richiesto dal suo Mentore e di fretta uscì dalla sala, cercando un luogo nascosto dove rifugiarsi a riordinare le idee.
Passò diverse stanze, e giunse su una balconata buia, sopra uno strapiombo nel quale era presente un vortice immenso e spaventoso.
Si tenne alla ringhiera, non sapeva come, ma le sue ali si erano “ritirate” fino a diventare piccole quanto le sue spalle.
Lo aveva visto fare spesso a Yesung, ma era certo che ci avrebbe messo anni ad imparare a restringerle, e invece fu la cosa più naturale che potesse fare.

La sua attenzione ricadde sul vortice sotto di sé, si sentiva attirato da una forza misteriosa e potente.
Si sporse in avanti, cercando di capire cosa fosse, ma qualcosa lo tirò verso l'interno del balcone.

Non si chiese chi fosse stato.
Gli bastò solo sentire la presa di quella mano forte sul suo braccio, e i brividi che da quel punto si propagarono in tutto il corpo, per capire di chi si trattasse.
Non esitò un secondo.
Si girò e, attirato verso quel corpo Nero e dalle sue forti braccia, si alzò sulle punte dei piedi, raggiungendo così le labbra di quell'Angelo stupendo, 
rubandogli un bacio dove riversò tutto l'amore di cui era capace.

Dopo un tempo indefinito, i due slegarono le loro labbra da quel bacio colmo di amore e bisogno reciproco.
Rimasero stretti l'uno all'altro, guardandosi negli occhi e sorridendosi appena.

-Hai la minima idea di quanto ti abbia aspettato?

Jungsoo venne investito per la prima volta dalla voce profonda e lievemente rauca della creatura stratta a sé.
Si sentì cedere le ginocchia da quanto desiderio provava verso di lui, da quanto quella voce fosse perfetta e adatta a lui.

-Quanto?

In un sussurro rispose a quella domanda che gli parve carica di un misto di malinconia e gioia.

-Almeno duecento anni, piccolo Angioletto che non sei altro...
-Perdonami...

L'Angelo Nero sorrise alla risposta di Jungsoo.
Si intenerì dalla dolcezza del suo sguardo e dal dispiacere disegnato in volto.

-Sai, non è colpa tua. E' il Destino che ha deciso di creare la tua anima molto tempo dopo la creazione della mia... 
Fa brutti scherzi... E ce ne sta ancora facendo a noi due. Pare proprio che non voglia che noi stiamo insieme...
-Pe... Perché?
-Te lo spiego la prossima volta ok? Adesso, dammi la possibilità di tenerti ancora stretto a me... 

Jungsoo si sentì immensamente felice.
Non voleva pensare alle “proibizioni” del Destino o dei suoi stupidi “scherzi” in quel momento.
Voleva solo bearsi del calore dell'Angelo che amava e che sarebbe stato suo, da quel momento, fino alla fine.

-Scusami... Ma non so come ti chiami...

L'Angelo Nero sorrise imbarazzato.
Strinse ancora più forte a sé “L'Angioletto” Bianco e depositò un bacio dolce e sincero sulla sua fronte calda e liscia.

-Il mio nome è Siwon.
  
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