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Autore: Occhi di nebbia    24/02/2014    10 recensioni
l'ultima lettera di Draco ad Hermione, prima di andare avanti, prima di dimenticare.
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Cara Hermione,
non sono mai stato bravo con i sentimenti ma mi è impossibile non pensare a te, ora che tutto è finito; mamma e papà sono qui, accanto a me, nella Sala Grande.
Siamo circondati da brava gente, combattenti che hanno resistito fino alla fine, ma nessuno fa caso a noi, per fortuna.
Tutti sono raggianti e si consolano tra loro.
Ma a me nessuno pensa; è vero, non ci sono scuse per quello che ho fatto, lo so, ma vorrei che qualcuno si prendesse cura di me.
Vorrei qualcuno che mi abbracciasse, che mi dicesse che va tutto bene;
ma sono stato uno stronzo, mi sono fatto nemici tutti.
Questo per cosa?
Per un briciolo di potere all'ombra del Signore Oscuro.
Sono patetico.
E penso a Paciock, che io consideravo patetico.
Ha osato sfidare il mio signore quando io non riuscivo neppure a guardarlo negli occhi per la paura.
Che stupido sono stato.
E ora tu, Hermione sei tra le braccia di Weasley e Dio solo sa quanto vorrei essere al suo posto.
Lui è riuscito dove io ho fallito e ora la strega migliore al mondo è sua.
Cosa mi resta da fare?
Ritirarmi, da perdente, da nullità quale sono.
Io, Draco Malfoy, purosangue da generazioni, sono un fallito.
Sai, ho sempre pensato che tu fossi una grande strega e una bellissima ragazza, ma nata Babbana Hermione, come facevo a dire a mio padre che ero innamorato perso di una mezzosangue?
Sono sempre stato un vigliacco, lo so.
Ti ho anche fatto passare anni di inferno, mi rendo conto; a te e ai tuoi amici.
Ma ero geloso. Terribilmente geloso.
Di Potter, della sua fama, del suo successo.
Era sempre osannato e ammirato da tutti, il Prescelto.
E quando c'è stata l'occasione, l'ho colta.
Uccidere Silente, a quale più alto compito avrei potuto mai aspirare?
Devi capirmi, mi avrebbe coperto di fama, sarei stato il luogotenente del Signore Oscuro, altro che Bellatrix Lestrange.
Ma ho fallito e ho pagato.
Poi dopo secoli che non si avevano vostre notizie, all'improvviso siete comparsi, il trio delle meraviglie nel mio castello.
Mio padre premeva, Bellatrix fremeva, e solo mia madre mi stava vicino.
Dovevo riconoscere se quel ragazzo dalla testa informe e infetta fosse Potter e che lo fosse si vedeva lontano un miglio.
E allora ho preso una decisione, la prima decisione sensata in tutta la mia vita. Mentire. E l'ho fatto per te.
Forse se avessi detto che non era Potter vi avrebbero lasciato andare.
Ma poi hanno trovato quella maledetta spada e Bellatrix ha preso te.
Tra tutti, tu: perché? Perché proprio tu, la mia Hermione?
Le tue urla erano come pugnali e vederti cosi, lì a contorcerti in preda ad una sofferenza inaudita era insopportabile.
Avrei voluto esserci io al tuo posto, non sopportavo di vederti soffrire ma come al solito sono stato un vigliacco; me ne sono stato buono buono, zitto zitto, come voleva mia madre.
Poi per fortuna siete riusciti a scappare, grazie a Dobby, il nostro vecchio elfo domestico.
L'ho sempre considerato la feccia più feccia ed ora che faceva?
Si dimostrava più coraggioso di me.
Ancora una volta ero stato battuto da uno che io consideravo un fallito.
Ma ormai il Signore Oscuro era in viaggio. Come dirgli che eravate fuggiti?
Bellatrix come al solito riuscì a cavarsela con poco, ma mia madre e mio padre no; e neppure io.
Non dico tutto questo per giustificarmi anzi, credo di essermelo meritato.
La maledizione Cruciatus fa male anche solo per un secondo, ma se dura ore uccide lentamente la tua lucidità, ti soffoca con le tue stesse urla e ti strappa via il cuore senza spargimento di sangue.
Ore e ore di dolore atroce.
Ore e ore di veglia, gli occhi spalancati per la pazzia e la bocca piegata in una smorfia terribile.
Non reggevo il dolore, era troppo per me.
Andavo a fuoco, la carne mi si stava lentamente consumando.
Avrei voluto morire.
Io imploravo, con il soffio di voce che mi era rimasta;
lo imploravo di fermarsi,
di uccidermi,
di finirla lì.
Io che imploro, ma ci credi?
E peggio che peggio mi lasciò lì, appeso al soffitto per le braccia e sostenuto solo dalle catene, senza neppure riuscire a respirare.
Ero un relitto umano.
Ma non morii come avevo sperato e implorato.
Tu eri fuggita, probabilmente eri salva e questo era quello che contava.
Penso di non essere impazzito proprio pensando a te.
La tua immagine ferma nei miei ricordi mi ha permesso di allontanare il dolore dilaniante che voleva ghermire la mia mente per stritolarla senza pietà.
Ma poi ci ricaddi di nuovo, nella stanza delle necessità.
Giuro, non vi volevo morti ma volevo Potter per consegnarlo al mio signore.
E lì ho perso un amico, seppure ripugnante, ma l'ho perso.
Ne valeva la pena?
No.
Ma ora non si può tornare indietro.
 
Ho perso amici, ho perso la dignità, ho perso la voglia di vivere, ho perso l'arroganza ( e forse è un bene) e ho perso te.
Non mi perdonerò mai di non essere riuscito a tornare indietro in tempo.
Forse se l'avessi fatto, ora ci sarei io a consolarti.
Ma non ce l'ho fatta.
Ti chiedo scusa.
Ma forse tu sei più felice così.
 
Sono un vigliacco e ho fallito.
 
Draco.

 
   
 
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