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Autore: rkyu    24/02/2014    2 recensioni
Mio marito è una deliziosa carota
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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-Cosa hai pensato la prima volta che mi hai visto?-

-Una carota- confessai per poi ridacchiare alla faccia sconvolta di mio marito.
Mr carotina è stato il suo soprannome per tutti i cinque anni in cui siamo stati insieme; e avrei continuato volentieri a chiamarlo così se non mi avesse fatto promettere davanti al sacerdote che quella parola non sarebbe mai più uscita dalla mia bocca una volta diventata ufficialmente la signora 'Cullen'.
Avevo 19 anni ed ero al mio secondo anno di college quando lo vidi per la prima volta. Lui invece era già al penultimo. Sempre circondato dalla sua squadra di football a dai ragazzi più ''in'' dell'istituto.
Non faceva per me. Non era il mio ambiente. Ero decisamente l'opposto. Preferivo starmene in compagnia di un buon libro, di uscite tranquille con qualche amica tra i negozi, o semplicemente starmene a poltrire davanti alla televisione sotto le coperte, invece di andare a feste con fiumi di alcool e tutta quella robaccia.
E invece, non mi ricordo nemmeno come, mi ritrovai da un giorno all'altro a vederlo sotto una luce diversa.
Quei capelli che mi erano parsi così rossi all'inizio mi sembravano meno carotosi, e stranamente non stonavano poi tanto con quella sua carnagione così bianca. Avevo persino iniziato ad adorare quel suo ghigno che era solito sfoggiare ogni qual volta che era in compagnia di qualche ragazza.
Col passare del tempo mi accorsi che non era poi così male nemmeno caratterialmente parlando. Sotto quel suo aspetto da finto duro c'era un ragazzo simpatico e alla mano. E da una semplice ricerca di scienze insieme, cominciammo a frequentarci.
Dopo quattro mesi e un'altra sua cheerleader in meno decisi di farmi avanti. Erano giorni che passavo ore ed ore davanti allo specchio a riprovare quella mezza dichiarazione, ed era arrivato il momento di passare all'azione.


I nuvoloni scuri in cielo non mi avevano fatto tentennare. Avevo marciato a piedi fino a casa sua, e in quei quindici minuti avevo continuando a ripetere a bassa voce quelle poche parole che mi ero preparata. A nemmeno metà tragitto qualche goccia aveva già iniziato a scendere e quando suonai al suo campanello, dietro di me era in corso un diluvio universale.
Dallo sguardo sorpreso prima, e preoccupato misto a una punta di divertimento poi, capii che non dovevo avere un bell'aspetto.
Una pazza psicopatica mi avrebbe definito qualche pomeriggio più in là; ma in quel momento non me ne importava poi molto.
''PensoCheDovremmoFrequentarciLeCaroteCiUnisconoTuCarotaEdIoAdoroLeCarote'' gli dissi tutto d'un fiato, e mi sentii subito più leggera, riuscii persino a sorridere e lo guardai speranzosa, ma dal cipiglio confuso con cui mi stava osservando capii che non aveva colto nemmeno mezza parola di quello che gli avevo appena detto.
Ma non mi lasciai scoraggiare. Se il piano A non aveva funzionato c'era sempre quello B.
''Vedi?'' gli avevo detto agitandogli sotto il naso la carota che avevo appena tirato fuori dalla tasca ''Sei come una carota per me, i tuoi capelli hanno le stesse sfumature'' e per rafforzare il concetto avevo avvicinato quel piccolo ortaggio alla sua chioma ''E come sai io vado matta per le carote. Penso che dovremmo frequentarci''

Quei sette secondi di silenzio che erano calati dopo sono stati interminabili. Non avevo il coraggio di guardarlo in faccia e lui non si decideva a proferire parola.
Io me ne stavo lì impalata sull'uscio della sua porta con la carota in mano, e lui che mi fissava dall'alto dei suoi un metro e ottanta senza accennare a dire una parola.
Penso che gli sarò per sempre grata per non avermi lasciata lì, che nonostante la mia dichiarazione da quattro soldi mi avesse fatto entrare dentro dandomi il tempo di asciugarmi e riscaldarmi.
Avevo indossato con calma la sua tuta dopo il bagno caldo, e mi ero concessa tutto il tempo per asciugarmi i capelli, ciocca dopo ciocca. Ma dopo quarantasei minuti non avevo più nessuna scusa per rimanere rinchiusa in bagno.

Non avevo ancora ricevuto una sua risposta e non sapevo come fare per riprendere il discorso.
Stavamo tutti e due seduti sul divano ad aspettare che la cena che gli aveva preparato la madre il pomeriggio si scaldasse al microonde, e ne avevo abbastanza di quel silenzio strano che c'era in sala.
Mi stavo torturando le mani da minuti e le mie dita stavano chiedendo pietà, così presi un profondo respiro e mi feci coraggio. Se lui non era abbastanza uomo da affrontare il discorso ci avrei pensato io. Che fosse un si o un no non m'importava, non me ne sarei andata via senza una risposta!
''Edward'' partii in quarta decisa a dirgliene quattro, ma tutta la mia convinzione se ne andò a farsi benedire non appena incontrai il suo sguardo ''I-io...'' maledizione! Chiusi gli occhi e feci un altro profondo respiro, mi avvicinai e misi una mano sulla sua guancia premendo con forza fino a fargli girare il volto ''Non fa niente se non accetti la mia carota, voglio dire...'' riuscii a dire con calma, ora che non avevo più quel verde puntato addosso

''Bella...''
''Anche se non ricambi possiamo rimanere amici...''
''Bella...''
''In fondo lì fuori ci sono una sacco di carote che mi aspettano...''
''Bella!''
''Non devi sentir..''
''Non mi stavi facendo parlare!''
si era difeso divertito osservando la mia espressione sconvolta, per poi darmi un altro bacio ''Accetto''
''C-come?...''

''Sì lo so, forse è da matti ma mi piaci anche tu. Tanto e...''
''È un sì? Voglio dire, sì sì sì? Tu vuoi...''
''È un sì''
un bacio ''Sì'' un altro ''Sì'' e un altro ancora ''Accetto te e la tua carota''

Ero sicura di avere un'espressione da ebete stampata in faccia, ma non m'importava.
Non era di certo stata la dichiarazione dell'anno, ma ero riuscita comunque a conquistare il mio uomo, ed ero felicissima.
E ancora oggi dopo undici anni di matrimonio la foto di quel piccolo ortaggio che ci ha uniti fa bella mostra di sé sul comodino.

 

 

 


-Come puoi aver pensato ad una carota dopo aver visto il mio bel viso!!!-

 

 

 

 

 

 

 


  
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