Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: konachan98    24/02/2014    1 recensioni
« [...] E io e te, Armin – e sporge il suo braccio per darmi un colpetto amichevole e rassicurante sulla spalla – noi due viaggeremo per tutto il mondo! Vedremo il Sahara, la muraglia cinese, il Pantheon, il Partenone--! Tutto, tutto ciò che c'era scritto nei libri di tuo padre!».
Oh, Eren, come puoi dire queste cose?
Sorriderti e annuire mi fa male più di qualsiasi altra cosa: credi davvero che realizzeremo tutto questo?
[Fandom – Shingeki no Kyojin; Attack on Titan; L'Attacco dei Giganti
Pairing – Slight!EreMin; Slight!MikaSasha
Warnings – AU!Gang #?; Slash, Fem!Slash
Rating – Giallo per il linguaggio]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger, Mikasa Ackerman, Sasha Braus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fandom – Shingeki no Kyojin; Attack on Titan; L'Attacco dei Giganti

Pairing – Slight!EreMin; Slight!MikaSasha

Warnings – AU!Gang #?; Slash, Fem!Slash

Rating – Giallo per il linguaggio

 

Royals

 

 

«Uoh! Guardate qui!»

Sasha fa oscillare distrattamente nell'aria, tra le sue dita dalla pelle strappata, una goccia di diamante, che riflette a tratti scaglie d'arcobaleno.

«Porca Eva!»

Eren si alza, la raggiunge, si china leggermente, inizia a esaminare la goccia, come uno di quei tizi nelle gioiellerie con quei strani binocoli.

«Deve costare un botto!»

Sentenzia poi, alzandosi con orgoglio.

«Dove l'hai trovato?»

Sasha scrolla le spalle, indica un punto indefinito a terra con sufficienza.

«Una puttana deve averlo perso»

«A quest'ora, starà bestemmiando come 'na turca!»

«E non solo per quello!»

Entrambi ridono, giusto per riempire l'aria di qualcosa. Poi Sasha sembra scossa da un'idea improvvisa.

Si dirige verso Mikasa; ora riesco a vedere meglio la goccia: è un orecchino, un pendente che ondeggia e ondeggia senza sosta; la pietra regina – la più pura di tutte, l'unica degna di tale onore – accerchiata dalle piccole e diligenti dame di compagnia.

Sasha scosta i capelli neri di Mikasa – capelli scalati, capelli che sono stati tagliati solo da un coltello appena ripulito del sangue rappreso – scoprendole l'orecchio destro, per poi accostarle accanto la gemma e le sue ancelle.

«Wow! Ti sta benissimo, Mikasa!»

Mikasa guarda davanti a sé – non si capisce mai se guarda te, o il te stesso di un mondo tutto suo – e dice, con voce neutrale:

«Non ho i buchi».

«Oh, andiamo, Mikasa!»

Eren si lascia cadere vicino a lei

«Vedrai, quando saremo abbastanza ricchi da andarcene da questo schifo, potrai farti tutti i buchi che vuoi, e metterti tutti i diamanti che ti pare!»

Perché non vendere quell'orecchino, allora?

Forse lo faremo, e forse i soldi ci basteranno appena per mangiare per qualche mese, anche meno.

Forse l'unica contenta di ciò sarà Sasha, ma anche no: riusciamo sempre a prendere così poco, per il suo stomaco.

Il fatto è che, per ora, a nessuno passa per la mente che lo venderemo: adesso è il portavoce dei nostri sogni.

E a nessuno passa per la mente che i soldi che ne ricaveremo ci basteranno appena per sopravvivere e tenerci fuori dai guai per un po': tutti guidano Cadillac nei loro sogni, no?

«Sasha potrà prendere tutto il cibo che vorrà, avrà dieci, dodici cuochi francesi al suo servizio!»

«No, non tutti francesi! Non voglio mangiare le stesse merde tutti i giorni!»

«Giusto! Uno per paese! Anche due, tre, tutto quello che vorrai! E io e te, Armin – e sporge il suo braccio per darmi un colpetto amichevole e rassicurante sulla spalla – noi due viaggeremo per tutto il mondo! Vedremo il Sahara, la muraglia cinese, il Pantheon, il Partenone--! Tutto, tutto ciò che c'era scritto nei libri di tuo padre!».

Oh, Eren, come puoi dire queste cose?

Sorriderti e annuire mi fa male più di qualsiasi altra cosa: credi davvero che realizzeremo tutto questo?

Noi non siamo dei nobili, Eren, non lo saremo mai.

E' questa la nostra vita, quel lusso non ci appartiene: siamo ragazzi che vivono per le strade, ragazzi sporchi di sangue e sudore e polvere, ragazzi che girano con un pugno in tasca e nell'altra un sogno irrealizzabile, forse l'unica cosa in cui crediamo, dato che ci rifiutiamo di fidarci di un Dio che permette di lasciarci rantolare per le strade solo perché ci siamo nati.

Lascia che sia io a guidarti, Eren: le tue parole ci accecano, luccicanti e sfavillanti nel sole della Gloria. Ma, se la nuvola della Ragione copre quel sole effimero, cosa ci rimane? Solo sogni sbiaditi e opachi.

Eren, Eren, non riempirci di false speranze, non farci traboccare di illusioni, ti prego! Credi veramente che riusciremo a vedere tutto il mondo? Credi davvero che Mikasa si riempirà di gioielli, che Sasha potrà mangiare i cibi più costosi e raffinati?

Eren, il massimo che vedremo saranno queste strade polverose, il massimo che Mikasa indosserà saranno vestiti laceri e la sua sciarpa rossa, il massimo che Sasha mangerà sarà la solita patata cruda che ruberà al mercato.

E, forse, ogni filo disgustoso di quella patata vale molto di più della sciocca amarezza che c'incorona il capo.

Perché nemmeno tu ci credi, eh, Eren?

Fai solo finta, no? Altrimenti, perché odieresti così tanto Jean?

Odi il fatto che sia ricco, odi che possa permettersi di essere capriccioso, superficiale; tutti diritti che ti sono stati negati. Hai dovuto – Abbiamo dovuto rinunciare alla nostra infanzia. Siamo stati costretti a crescere in fretta, siamo stati costretti ad accoltellare e ammazzare e squartare il bambino in noi. Non ci serviva, tenerlo sarebbe stato solo condannarlo a vivere l'Inferno peggiore di tutti: quello degli uomini.

Che senso ha continuare a fingere di crederci, eh? Che senso ha? Dimmelo Eren, dimmelo! Dimmelo ora, o non ti crederò più! Dimmelo, dimmelo, dimmelo!

Ma le mie pupille si scontrano col verde brillante dei tuoi occhi.

Ma le mie pupille percorrono i tuoi lineamenti bruciati dallo stesso sole che brucia il deserto.

Ma le mie pupille indugiano sull'odore di sale e mare e libertà che impregna i tuoi vestiti e la pelle e la tua voce e te.

E mi rendo conto che posso concedermi di sognare, ancora un po', solo ancora un po'.

«Sì, Eren, vedremo tutto».

Perché, in fondo, lo stesso mondo vive, palpita dentro di te.

Lasciatemi solo credere a questa fantasia, solo ancora un po'.

La fantasia di un mondo crudele e bellissimo.

  
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