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Autore: bik90    25/02/2014    6 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Era trascorsa una settimana dalla vittoria di Davide e per il ragazzo andava tutto bene o per lo meno era quello che si ripeteva tutte le mattine quando si guardava allo specchio. C’era qualcosa che interiormente lo turbava e che non voleva affrontare per paura di quello che avrebbe scoperto. Gettò il mozzicone di sigaretta per terra e salutò l’amico col quale stava chiacchierando mettendosi a fissare la figura di Eleonora seduta sulla loro solita panchina. Aveva l’iPhone in mano e stava scrivendo qualcosa ma il suo sguardo era frustrato e distante. Da quella posizione vedeva chiaramente come stesse ascoltando distrattamente Giacomo che le parlava della sua interrogazione di latino ed era proprio quello il punto. Eleonora era lontana, sempre persa nei suoi pensieri, in qualcosa che non poteva di certo essere l’arrivo al liceo di Federico e la sua sistemazione in casa Domenghi. C’era altro che l’amica gli nascondeva, il fatto stesso che non avessero ancora fatto del buon sesso ne era la prova, ma aveva paura ad indagare troppo. Aveva paura di scoprire qualcosa che non gli piaceva e allora tutta la situazione di calma e felicità che c’era in superficie si sarebbe rotta forse irrimediabilmente. Lui cercava di comportarsi come al solito, come se quella fosse solo una breve parentesi e sperava davvero che presto la sua migliore amica tornasse a rivolgersi a lui per qualunque cosa come era sempre stato. Spostò lo sguardo verso Lavinia e come ogni volta che lo faceva, rimase folgorato dalla sua bellezza. Quegli occhi erano di un azzurro sconvolgente, così meraviglioso che non si sarebbe stancato mai di guardarli. La ragazza gli sorrise nel sentire il suo sguardo e si mosse nella sua direzione. Gli porse un cracker che Davide accettò volentieri e lo affiancò. Immediatamente l’odore della sua pelle lo invase facendolo rabbrividire. Ricordò di quando aveva fatto sesso con lei e di come avesse cercato di essere il più dolce possibile mentre entrava. Desiderava che Lavinia conservasse un bel ricordo della sua prima volta, al contrario non si era mai posto il problema con Eleonora. E doveva riconoscere che parecchie volte con l’amica era stato parecchio rude ma non se n’era mai preoccupato. Aveva sempre anteposto il suo desiderio a quello dell’altra tranne che con Lavinia. La guardò con la coda dell’occhio senza smettere di tenere lo sguardo fisso davanti a sé e gli venne da sorridere.
<< Perché sorridi? >> chiese prontamente la ragazza voltando appena la testa per fissarlo.
Davide scosse appena il capo.
<< Pensavo a quando abbiamo… >>.
<< Oh, è stato bellissimo >> mormorò Lavinia con sincerità.
Lentamente fece scivolare una mano sulla sua e gliela strinse in modo che però gli altri non li vedessero. Anche se il ragazzo si stava abbandonando a quei pensieri, non significava che volesse rendere partecipi i loro amici e sapeva fin troppo bene che il peggior cruccio di Davide era Eleonora. Un moto di stizza la scosse riflettendo sulla ragazza dai lunghi capelli biondi ma subito dopo pensò che se non fosse per il suo comportamento, non sarebbe mai riuscita ad avvicinarsi così tanto all’amico. Respirò profondamente pensando che la sua storiella segreta stava andando a suo favore.
<< I miei non ci sono nel pomeriggio >> disse con aria maliziosa << Ti andrebbe di…studiare insieme? >>.
Il ragazzo annuì facendo per richiamare l’attenzione di Eleonora.
<< Davide, intendevo solo io e te… >>.
L’altro la fissò per un momento senza capire.
<< Oh >> fece infine mentre un sorriso si allargava sul suo volto << Mi piacerebbe molto >>.
 
<< Uao Davide >> disse Lavinia stendendosi sul materasso e cercando di regolarizzare il respiro. Guardò il ragazzo che si era disteso accanto a lei e gli posò una mano sull’addome in cerca del suo calore.
Diamine se non è bello, pensò riferendosi al sesso appena fatto, Ci credo che Eleonora lo pratica da tanto tempo.
Improvvisamente Davide si alzò cerando le sigarette e se ne accese una avvicinandosi al balcone per aprirlo. Fece un’ampia boccata prima di voltarsi verso l’amica. Un sorriso gli increspò le labbra mentre si guardavano negli occhi ma subito dopo assunse una piega malinconica. Lavinia comprese immediatamente a chi fossero rivolti i suoi pensieri e sentì il volto avvampare.
<< Pensi costantemente a Eleonora? >> chiese a bruciapelo.
Al ragazzo per poco non cadde il mozzicone di bocca e tossì violentemente a quelle parole.
<< Non ci penso sempre >> rispose dopo essersi ripreso << E’ solo che è una parte importante della mia vita >>.
<< Perché avete scopato? >>.
<< Non solo per quello! >> esclamò stizzito l’altro << Mi mancano alcune cose di lei che ora non riesco a trovare >>.
<< E hai anche una motivazione sul perché? >> fece Lavinia incapace di trattenersi.
Davide stette qualche minuto intenta a fissarla prima di scuotere il capo e richiudere l’anta.
<< Hai suggerimenti? >>.
La ragazza mantenne lo sguardo finché non tornò a stendersi nuovamente accanto a lei. Subito gli circondò la vita con le braccia e poggiò il capo sul suo petto ascoltando il cuore battere.
<< Hai pensato che forse non è più interessata a certe cose? >>.
<< Ehi, frena >> la bloccò il diciottenne sentendosi ferito nell’orgoglio << Io sono una bomba sul versante sesso e anche sul resto, perché avrebbe voluto smettere? >>.
<< Per te è così tragico dover scopare con me e non con lei? >>.
<< Non ho detto questo Lavi! Mi piaci tanto! >>.
A quell’affermazione la ragazza alzò la testa e sorrise con affetto.
<< Anche tu mi piaci >> rispose << Vorrei solo che fossimo tu ed io almeno in questi momenti. È chiederti troppo? >>.
Lui si chinò per baciarle una tempia.
<< No, non lo è >>.
 
Fissò il libro di arte senza particolare entusiasmo e sbuffò scostando una ciocca di riccioli dal viso che non volevano saperne di stare dietro l’orecchio. Quella non era stata esattamente una giornata meravigliosa; la sveglia non era suonata, era arrivata tardi a scuola, durante il tragitto fatto di corsa aveva beccato una pozzanghera, la professoressa di fisica aveva deciso di interrogarla a sorpresa ma la cosa peggiore di tutte era che Eleonora non riusciva mai a ritagliarsi un angolo per stare con lei. Ormai stava iniziando a credere che la vergogna fosse più forte del sentimento che provava nei suoi confronti e questa situazione stava iniziando a deprimerla. Simona cercava di supportarla come meglio poteva ma Martina non poteva non paragonare quello che si stava creando con la relazione con Greta. E quella considerazione le faceva così male da farle venire voglia di rintanarsi nella sua stanza a piangere senza voler vedere nessuno. Per tutta la settimana aveva visto pochissimo la sua ragazza. Nei bagni stava diventando rischioso vedersi e nel pomeriggio tra i vari impegni di entrambe, Martina era riuscita a una sola volta a veder giocare Eleonora a tennis senza poter nemmeno dare voce ai suoi sentimenti visti gli altri ragazzi che erano presenti e che soprattutto conoscevano l’altra. Era tutto terribilmente frustrante. Alzò gli occhi sul calendario constatando che le vacanze di natale erano alle porte un lieve sorriso le increspò le labbra. Forse le cose sarebbero migliorate, forse la più grande avrebbe trovato più tempo da trascorrere con lei, oppure sarebbero potute ulteriormente peggiorare. Quel pensiero le fece sentire una sgradevole sensazione all’altezza dello stomaco e si affrettò a controllare il cellulare per distogliere la mente. Il non trovare nemmeno un messaggio da parte dell’altra ragazza, la fece sbuffare. Stava per rimettere la testa sui libri quando qualcuno citofonò.
<< Aspettiamo qualcuno? >> domandò mentre si alzava rivolta a entrambi i genitori.
Sua madre scosse il capo mentre suo padre spegneva la televisione.
<< Chi è? >> continuò alzando il ricevitore.
La persona dall’altra parte era l’ultima che si aspettava. Sorrise mentre le sganciava il portone.
 
Eleonora aiutò sua nonna a sparecchiare dopo pranzo cercando di tenersi impegnata. Era stata una settimana infernale quella che aveva trascorso e sua sorella lo sapeva bene. Claudia era diventata un po’ la sua confidente, quella su cui scaricare la sua rabbia e il senso di frustrazione che provava per la situazione che stava vivendo. E la ragazza ogni volta si ritrovava a darle sempre lo stesso consiglio, quello di fare ciò che voleva senza crearsi tutti quei problemi. Ma per Eleonora non era semplice scrollarsi di dosso tutto quello che era stata fino a quel momento e ogni sera si ripeteva inutilmente che il giorno successivo sarebbe stato diverso, che sarebbe riuscita a trovare il tempo per accontentare tutti. Non riuscendoci, ne faceva le spese il suo rapporto con Martina. Per questo era così di malumore in quei giorni e non riusciva nemmeno a scriverle un sms che potesse risultare vagamente carino. Con Davide, inoltre, andava tutto apparentemente bene e non se la sentiva di scatenare un putiferio ora che non le stava più addosso come prima. Si rendeva conto che era troppo distante da lui per essere raggiunta e non voleva neanche che lo facesse. Pensò che quel pomeriggio era andato a studiare da Lavinia e subito dopo la sua attenzione si focalizzò sull’amica. Lavinia era cambiata, era più fredda e scostante del solito. Non che a lei importasse scoprire cosa avesse, semplicemente non riusciva a comprendere questo improvviso mutamento. Era diventata apatica nei confronti di ciò che la circondava non riuscendo a trovare lo stimolo giusto per affrontare la sua quotidianità. Meccanicamente sbloccò l’iphone e aprì i messaggi di Martina per rileggerli mentre un leggero sorriso le si formava sulle labbra. Possibile che fosse così complicato? Sarebbe dovuta essere la cosa più naturale del mondo e invece stava risultato enormemente difficile. Tutto era diventato complicato nella sua vita e non riusciva a trovare il bandolo della matassa per iniziare a mettere un po’ d’ordine. Si passò una mano tra i capelli poggiando la schiena contro la porta della cucina.
<< Sei triste Ele? >> chiese innocentemente Luca che stava facendo i compiti dopo aver alzato gli occhi sulla cugina.
La ragazza scosse il capo avvicinandosi al bambino per dargli un bacio sulla testa.
<< Io se sono triste faccio sempre qualcosa che fa felice mamma. Se lei è felice, mi da tanti baci e lo divento anch’io >>.
Ilaria rise sottovoce a quell’affermazione sottolineando l’innocenza del cugino più piccolo mentre Eleonora lo fissò per qualche secondo sorpresa da ciò che le era stato appena detto.
<< Luca, non distarti. Devi finire matematica prima che venga papà a prenderti >> lo richiamò la signora Domenghi che dava le spalle ai nipoti per pulire la cucina.
Non si accorse di quanto improvvisamente fosse diventata felice la diciottenne, cosa che invece non sfuggì a Claudia che sorrideva raggiante. Finalmente le cose iniziavano a muoversi nella giusta direzione, quello sguardo prometteva solo buoni esiti. Osservò in silenzio la sorella raccogliere le sue cose lasciate sparse sul divanetto e infilarsi il giubbotto. Non le disse nulla, semplicemente si limitò ad alzare il pollice nella sua direzione quando prese da terra il suo casco.
<< Ci vediamo stasera >> salutò mettendosi sulla spalla destra lo zaino della scuola.
 
<< Eleonora? >> chiese Martina affacciandosi dal suo appartamento e sentendo il suono dei suoi passi farsi sempre più vicini.
L’altra ragazza non rispose e non le diede il tempo di aggiungere altro. Appena la raggiunse, la abbracciò e la baciò con trasporto sorridendo subito dopo. Quanto le era mancato il suo sapore. Si sentì enormemente stupida per averla messa da parte in quei giorni. Martina le accarezzò una guancia quando si sciolse dalla sua presa e gliela baciò.
<< Lo sai che ci sono i miei in casa, vero? >>.
La più grande annuì spostando lo sguardo verso l’entrata e l’attimo dopo le sfiorò il naso con suo cercando le dita della mano per intrecciarle alle sue.
<< Mi sei mancata tantissimo >> le sussurrò << Scusa per questa settimana…non è stato il massimo, lo so. Scusa >>.
Martina le rivolse un dolcissimo sorriso e la tirò verso di sé per un altro bacio.
<< Marty, che fai sul pianerot…oh, ciao Eleonora! >> esclamò Sofia sorpresa e lieta allo stesso tempo << Martina non mi aveva detto che eri tu >>.
<< Mi scusi per l’improvvisata >> iniziò la ragazza << Non volevo disturbare >>.
<< Nessun disturbo, Eleonora! E poi non avevo detto di darmi del tu? >>.
Il sorriso della signora Capasti fece arrossire la diciottenne. Questa volta non era come la precedente, adesso c’era la consapevolezza da parte di tutti di essere qualcosa di più di semplici amiche. Da questa considerazione nasceva il nuovo disagio di Eleonora. Entrarono e Martina la condusse nel salone dove c’era suo padre seduto in poltrona col giornale sulle gambe.
<< Ciao Alice >> salutò la ragazza dai lunghi capelli biondi intravedendo la sorella della sua fidanzata con i libri in mano.
La dodicenne agitò la mano prima di scomparire nella stanza. Solo quando la porta si chiuse, Eleonora si voltò facendo un respiro profondo e incontrò gli occhi scuri del padrone di casa.
<< Buon pomeriggio >> salutò passandosi una mano tra i capelli e spostando il peso da un piede all’altro. Infilò le mani nelle tasche dei jeans e con la coda dell’occhio cercò lo sguardo di Martina.
<< Eleonora, immagino >> rispose Stefano alzandosi per mostrare tutta la sua statura e allungando una mano verso di lei.
L’altra gliela strinse ingoiando un groppo di saliva.
<< Beh, io… >> mormorò la ragazza notando il silenzio che si era creato.
Sofia era tornata in cucina mentre la sedicenne era rimasta accanto a lei, ma dal suo sorriso si capiva che era abbastanza rilassata.
<< Come va la scuola? >> domandò l’uomo per trarla d’impaccio.
A quella richiesta, Eleonora si ritrovò a sorridere.
<< Bene, grazie. Qualche giorno fa la professoressa di italiano ha portato i compiti di italiano >>.
<< Ah, e com’è andato? >>.
<< Ho preso nove >> la diciottenne sentiva lentamente l’ansia svanire mentre discorreva << Ma, a mio dire, non era particolarmente difficile. La traccia che ho scelto io era sul primo capitolo de La coscienza di Zeno. Stiamo affrontando Svevo in questo periodo e mi piace molto anche se i suoi libri non sono esattamente il prototipo di letture da spiaggia. La coscienza di Zeno non l’ho ancora letto ma ho trovato intensi sia Senilità che Una vita >>.
Stefano la guardò a lungo pensando che doveva essere in gamba. Per lo meno non era una ragazza che passava inosservata. E poi era davvero bella, due occhi di un verde spettacolare e una cascata di capelli dorati che le incorniciava il viso. Continuarono a chiacchierare della scuola e il padre di Martina notò che Eleonora non era solo brava in italiano, ma in tutte le materie e aveva il grande desiderio di spiccare tra gli altri. Solo quando toccò l’argomento sui genitori, la ragazza esitò leggermente rispondendo con frasi brevi e monosillabi. Da quel poco che le disse, comprese che i suoi erano separati da diverso tempo e che suo padre viveva all’estero. Si vedeva che non era l’occasione migliore per una conversazione e non voleva metterla a disagio più del dovuto. In fondo, anche lui ricordava com’era stato quando Sofia gli aveva presentato quelli che successivamente divennero i suoi suoceri; l’ansia e quel fastidioso sudore non l’avevano mai abbandonato per tutta la serata. Quasi sorrise a quel ricordo. Quanto tempo era trascorso dall’ultima volta che ci aveva pensato?
<< Dai papà, adesso lasciala stare! >> intervenne Martina ridendo << Ti ha fatto tutto il resoconto delle sue medie scolastiche! >>.
<< Non è un problema >> rispose Eleonora sfiorandole appena la mano lieta che l’uomo non avesse toccato il temuto argomento sulla relazione.
Stefano guardò la figlia e abbozzò un sorriso alzando le mani in segno di resa.
<< Okay, la smetto >> disse. Guardò il suo orologio da polso << Devo andare ad aprire l’edicola adesso. È stato un piacere conoscerti Eleonora >>.
<< Il piacere è stato mio >> rispose la ragazza.
<< Ah, Eleonora >> fece l’uomo sulla soglia della porta di casa mentre si infilava il giubbotto << Se scopro che scopi con mia figlia, ti taglio in pezzi così piccoli che nemmeno il RIS sarà in grado di ricomporti >>.
<< Papà! >> strillò Martina a quelle parole vedendo la sua fidanzata diventare per pochi secondo completamente bianca per la paura << Non scherzare nemmeno! >>.
Stefano scoppiò a ridere prima di salutare tutti e uscire.
<< Scherzava >> continuò la sedicenne guardando negli occhi Eleonora.
La diciottenne si chinò per darle un leggero bacio sulle labbra.
<< Lo spero >> sussurrò in modo che potesse ascoltarla solo lei << Perché non voglio davvero farmi scappare una cosa così bella >>.
 
Fulvia era rincasata da poco e si stava togliendo le scarpe quando il telefono iniziò a squillare. Sbuffando e pensando che non era nessuna delle sue figlie, si avvicinò al ricevitore. Per un solo attimo le balenò il pensiero che si fosse dimenticata qualcosa a scuola.
<< Pronto? >> fece alzando la cornetta e attivando la conversazione.
Dall’altra parte del telefono, una voce maschile le espose il motivo di quella chiamata e man mano che proseguiva sentiva il sangue gelarsi. Un sudore freddo le imperlò la fronte e provò a inghiottire l’improvviso groppo di saliva che le si era formato in gola.
<< C’è nessuno? >> chiese la voce di Claudia apparendo dalla porta principale con in mano il mazzo di chiavi << Ah, mamma! >>.
La quindicenne si bloccò vedendo che la donna era al telefono ma comprese subito che c’era qualcosa che andava. L’espressione di sua madre era terrorizzata. Le si avvicinò cercando una spiegazione possibile a quel comportamento ma quando le sfiorò la mano, Fulvia ebbe un tremito e il ricevitore le sfuggì di mano.
 
Le ragazze erano andate a dormire da una mezz’ora e anche lei si sentiva abbastanza stanca ma voleva lo stesso aspettare Stefano. Nel sentire la porta del bagno chiudersi, si voltò verso il marito che era appena entrato in stanza. Gli rivolse un leggero sorriso aspettando che si stendesse nel letto.
<< Allora? >> chiese impaziente mettendosi su un fianco per guardare l’uomo negli occhi.
Stefano si sistemò leggermente imbarazzato dall’argomento che Sofia voleva prendere e per qualche secondo non poté fare a meno di notare quanto Martina le somigliasse. Se avesse continuato così, sua figlia sarebbe diventata una donna bellissima e non lo pensava solo perché ne era il padre.
<< Sembra una brava ragazza >> mormorò sapendo che non sarebbe riuscito a sottrarsi da quella conversazione.
<< Anche a me >> rispose la moglie cercando la sua mano << Mi piace molto >>.
<< Quindi sono proprio… >>.
Sofia rise a mezza voce nel notare l’imbarazzo di Stefano ma l’uomo aveva già fatto enormi progressi su quel versante.
<< Penso di sì >> fece.
<< E lei…intendo Eleonora, prima aveva…cioè, aveva avuto altre…ragazze? >>.
<< Da quel che mi ha detto Martina, lei è la prima. Infatti, non è stato facile per lei accettarlo >>.
Stefano annuì brevemente.
<< Ha detto di essere all’ultimo anno di liceo, vero? >>.
La donna asserì.
<< E dopo cosa farà? >>.
La moglie scoppiò a ridere a quella domanda.
<< Non lo so, Stefano! >> esclamò << Farà quello che le piace, credo >>.
<< Scusa tanto se mi preoccupo del futuro di nostra figlia! >> rispose fintamente risentito l’uomo prima di spegnere la luce e augurarle la buonanotte.
 
 
 
 
  
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