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Autore: Strega_Mogana    25/02/2014    3 recensioni
Si guardò attorno cercando di memorizzare ogni filo d'erba, ogni sasso, ogni suono e odore di quel luogo.
Forse era l'ultima volta che lo vedeva.
Quel posto era lo sfondo dei suoi ricordi più belli e felici. Di quei giorni passati a parlare di magia. Di quel dolce sorriso ingenuo che gli faceva battere il cuore.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Storia scritta per la Severus House Cup - mese di Febbraio, indetta dal Calderone di Severus.
Questa storia si basa sulla canzone di Kelly Clarkson - qui trovare il testo e la relativa traduzione. Qui il video della canzone.
Nel testo ci saranno delle frase prese direttamente dalla canzone, ma per amore dell’impatto visivo non le ho segnate.

L'unico bacio

Il sole era alto nel cielo ma, nonostante la piena stagione estiva, non faceva caldo come l'anno precedente.
Il tempo era bizzarro, a volte faceva ancora freddo come in primavera con il vento che frustava il volto fin quasi a lacrimare. Altre volte, invece, la pioggia scendeva così fitta da bagnarti fin dentro le ossa e tremare dal freddo come se fosse pieno inverno.
Il mago sapeva cosa significavano quei cambiamenti repentini, i Babbani non li vedevano, ma loro conoscevano bene quelle macabre ombre che, a volte, strisciavano tra i vicoli di Londra spaventando la gente ignorante che non aveva idea di quale mondo ci fosse così vicino alla loro insignificante vita.
Parlami ancora dei Dissennatori. *
Severus sospirò guardando il cielo ceruleo di quel giorno. Era solo in quel parco giochi, nonostante la bella giornata le madri erano restie a lasciare soli i bambini per strada. Era come se avessero un sesto senso che le avvertiva del pericolo. Era come se, nonostante fossero semplici Babbane, sapessero che qualcosa stava per accadere.
E qualcosa stava decisamente per accadere.
Era giovane, il suo diploma aveva ancora l'odore dell'inchiostro fresco e ricordava il calore e la forza della stretta del Preside quando aveva ritirato i suoi M.A.G.O., ricordava soprattutto il suo sguardo penetrante. Come se anche lui sapesse cosa voleva fare.
E, forse, lui era l’unico che lo sapeva bene.
La sua scalata alla conoscenza e a quel pizzico di potere, che non l'avrebbe più fatto sentire solo e solamente il Mocciosus insignificante costantemente preso di mira da stupidi bulletti, era più difficile di quanto avesse immaginato. Ma era deciso, capace e voleva dimostrare al mondo che anche lui, il piccolo, insignificante Mocciosus deriso, umiliato e calpestato dagli altri, poteva incutere timore e rispetto.
Soprattutto timore.
Si guardò attorno cercando di memorizzare ogni filo d'erba, ogni sasso, ogni suono e odore di quel luogo.
Forse era l'ultima volta che lo vedeva.
Quel posto era lo sfondo dei suoi ricordi più belli e felici. Di quei giorni passati a parlare di magia. Di quel dolce sorriso ingenuo che gli faceva battere il cuore.
Non osò avvicinarsi troppo ai giochi, non voleva rovinare quei ricordi, non voleva sporcare la sua immagine con il ricordo della solitudine che l'aveva colpito dopo il suo abbandono.
Tu hai scelto la tua strada, io la mia. *
Chiuse gli occhi quando un soffio di vento lo colpì in volto portandogli la risata della Lily bambina che solo lui aveva conosciuto.
Quando i ricordi divennero troppo dolorosi decise di andarsene da quel posto che, per lui, non era solo un parco giochi ma lo scrigno della sua spensierata infanzia, quando tutto era possibile, anche innamorarsi e sperare, in ogni sorriso, carezza e bacio delicato sulla guancia, di essere ricambiato. Era il custode segreto dei suoi desideri e dei suoi sogni.
Si voltò pronto ad andarsene a lasciarsi alle spalle quel passato lontano, ma mai dimenticato. Rimase di sasso quando si rese conto che non era più solo in quel parco giochi così tanto amato da fare male.
Due occhi verdi come il prato che stava calpestando lo fissavano stupiti, forse anche un po' spaventati per quello che era diventato. Per quello che voleva diventare.
Lei era immobile alle sue spalle, con il vento che faceva ondeggiare i capelli ramati raccolti in un'alta coda. Le lentiggini sul naso che quasi sparivano sulla pelle leggermente più abbronzata del solito.
La vide potarsi una mano in tasca ed era quasi certo che stesse stringendo la bacchetta.
Sapere che lei aveva paura di lui faceva ancora più male delle sue parole.
Credevo di essere il tuo migliore amico! *
- Ciao. - parlò per primo e solo lui sapeva quanto gli facesse male il groppo che gli serrava la gola.
- Ciao. - rispose lei tesa, lo stava studiando come se si aspettasse di vedere comparire all'improvviso una maschera argentata e un teschio con in bocca un serpente in cielo.
Fissò ancora una volta quegli occhi verdi che riuscivano a scuoterlo nel profondo, a farlo innamorare ogni volta e fargli male per l’ennesima volta.
Ed ora che se la trovava davanti dopo tanto tempo si rese conto di essere anche arrabbiato, anzi furioso con lei.
Furioso per il suo abbandono, per il rifiuto di parlagli dopo che si era scusato in mille modi. Furioso per ogni sorriso che aveva riservato al Grande Campione di Quidditch*, per ogni carezza, sospiro e lieve bacio sulla guancia che erano a lui riservati ed, invece, furono dati a quell'inetto capace solo di giocare con il boccino.
Si ritrovò a chiudere le mani in due pugni così stretti da far diventare bianche le nocche.
Lei se ne accorse subito.
- Perché sei qui, Severus? - il tono di voce era tagliente, duro, come quella sera davanti al buco che portava alla Sala Comune di Grifondoro.
Una pugnalata in più nel suo cuore che ancora e senza via di scampo batteva per lei, che si spezzava ogni volta per colpa sua.
Il mago si guardò attorno, si soffermò qualche istante in più sulle altalene ferme, cercando di placare quella sorda rabbia e il forte amore che nutriva per lei.
Solo e soltanto per lei.
Rilassò le mani, placò il respiro. Non voleva farsi vedere debole, vulnerabile, innamorato.
- Volevo vedere un'ultima volta questo posto. Ci sono tanti ricordi felici qui.
- Ultima volta? - la voce di Lily aveva, ora, una lieve sfumatura preoccupata che gli strappò al suo ego un invisibile sorriso soddisfatto – Perché? Dove devi andare? Cosa devi fare Severus?
Una lieve smorfia comparve sul volto del mago.
- Perché ti interessa? - non era riuscito a trattenersi, Lily aveva l'innata capacità di strappargli le parole dalla bocca e dal suo cuore.
Purtroppo tutte le parole. Sia quelle belle, che quelle brutte.
Schifosa Mezzosangue.*
Lily chinò il capo imbarazzata e triste nello stesso momento, a Severus si strinse il cuore. Non avrebbe voluto ferirla, ma la sua ferita era ancora più profonda, per colpa di una parola scappata con rabbia in uno dei momenti più umilianti della sua vita.
Ti ho giustificato per anni.*
- Sì, - rispose lei – certo che mi interessa. Mi preoccupo per te...
- Davvero? - la domanda era sarcastica, aveva usato un tono freddo e distaccato che mai aveva usato con lei.
Lei annuì ancora continuando a tenere il capo chino.
- Silente ci ha detto...
- Ah... - un sorriso ironico allungò le labbra sottili di lui – Silente... e, sentiamo, il vecchio mago cosa avrebbe detto di me?
- Ti hanno visto con Malfoy e Avery e loro sono...
… Sev, non mi piace la gente con cui vai in giro.*
- Dillo Lily. - la provocò – Cosa sono loro?
La strega serrò la mascella e alzò lo sguardo lanciandogli un'occhiata di fuoco. Scosse il capo con decisione, ciocche ramate danzarono attorno al suo volto riflettendo la luce di quell'anomalo sole estivo.
Severus la fissò intensamente. Sapeva che quella era l'ultima volta che la vedeva e sapeva altrettanto bene che aveva sciupato la sua unica occasione di scusarsi con lei, di aprirle il suo cuore. Di farle capire che non avrebbe mai voluto ferirla in quel modo, che lei era il suo mondo, il suo cuore, la sua vita.
La sua ultima occasione sprecata.
E Lily non sarebbe mai stata sua.
- Addio Lily. - le disse voltandosi.
- Sev aspetta!
Sentirsi chiamare con il suo vecchio soprannome lo fece rabbrividire di piacere e malinconia nello stesso momento. Si voltò piano, Lily aveva fatto qualche passo verso di lui, la mano che era scivolata in tasca era tesa nella sua direzione.
- Silente... l'Ordine può aiutarti Severus. Io so che non sei malvagio. So cosa c'é nel tuo cuore. Sev, ascoltami.
- Tu non mi conosci più, Lily. - le disse tristemente – E' tardi ormai.
Si voltò di nuovo pronto per andarsene, lasciandosi alle spalle lei e il suo amore. Pregando che il dolore diminuisse con il tempo.
- E se fossi io a chiederti di restare Sev? - la domanda lo paralizzò sul posto – Se ti chiedessi di restare per me.
Solo allora Severus si rese conto che Lily conosceva perfettamente i suoi sentimenti. Conosceva il suo cuore meglio di quanto immaginasse.
Giocava sporco la sua Lily in quel parco illuminato dal sole. Cercava di fare leva sui suoi sentimenti, voleva fargli fare, di nuovo, quello che voleva lei.
Quante volte aveva lasciato cadere un discorso perché era lei a chiederglielo? Quante volte si era trattenuto dal vendicarsi di Potter e Black perché era lei che gli diceva che non ne valeva la pena?
Si sentì tremare di rabbia, si sentiva umiliato, deriso da lei e da quel sentimento che rappresentava tutto per lui.
Si voltò di nuovo, Lily lo fissava decisa con i suoi occhi verdi che scintillavano sotto il sole come preziosi smeraldi. Era chiaramente in imbarazzo, ma non abbassava lo sguardo.
Il suo deciso, luminoso sguardo di sfida.
- E se ti chiedessi di venire con me. - le domandò lui a bruciapelo – Se accettassi la tua proposta e ti chiedessi di nasconderti con me. Se ti chiedessi di scegliere me?
La strega fece un passo indietro, gli occhi spalancati, la bocca leggermente dischiusa dalla sorpresa.
- Sev... io... Sabato mi sposo.
- Lo so. Potter avrà gongolato con i suoi amici per settimane dopo il vostro primo bacio.
Lei si guardò attorno imbarazzata, come se si aspettasse che James sbucasse da un momento all’altro, le gote avvamparono di vergogna.
- Lui é diverso... é cambiato molto negli ultimi anni. Non è più quello di un tempo.
- Anch'io Lily. – fece eco lui – Anch'io.
Lo sguardo di lei si velò di amare lacrime mentre faceva un altro passo nella sua direzione.
- Sev…
Il giovane mago annullò la distanza che li separava con pochi semplici passi ma che gli constarono tutto. La dignità. La sua stessa anima.
Sentire di nuovo il suo profumo era come tornare a respirare dopo anni.
Così vicina eppure sempre così maledettamente lontana.
E il quel preciso momento, sotto quel sole freddo, Severus capì che l’amore per Lily l’avrebbe ucciso. Forse non nell'imminente futuro. Ma, prima o poi, l’avrebbe ucciso. Perché l'amore che lui provava era qualcosa di unico e prezioso che avrebbe bruciato fino a consumarlo e lui non sapeva come fermarlo.
- Posso avere un bacio? – sussurrò così vicino al suo volto da poter quasi contare ogni lentiggine.
Gli occhi di Lily scorrevano veloci dai suoi occhi alle sue labbra. Le braccia lungo i fianchi immobili, quasi come se fossero pietrificate.
La domanda l’aveva colta alla sprovvista.
- Io… io… Sev…
- Perdonami per questa mia assurda richiesta. – fece lui sfiorandole la guancia con i polpastrelli – Voglio solo un bacio. Voglio sapere cosa di prova a toccare qualcosa di così puro. Voglio sapere se è come l’ho sognato così tante… tante volte…
La strega respirava appena, con il cuore che batteva furioso nel petto. C’era stato un tempo in cui aveva pensato che avrebbe potuto innamorarsi di lui, del Severus un po’ impacciato che la faceva ridere quando era triste, che l’aiutava con i compiti e sopportava i suoi pianti isterici dopo un litigio con Tunia.
C’era stato un momento in cui Severus aveva superato la linea dell’amicizia, ma era stato per un periodo così breve che non se lo ricordava fino a quando non se l’era ritrovato così vicino al volto.
Con quel suo profumo di pozioni e pietra così diverso dal profumo di vento e libertà che aveva James. Con quegli occhi neri e penetranti che le avevano sempre dato la sensazione di precipitare in profonde grotte alla ricerca di un tesoro segreto.
- So benissimo che non sarai mai alla mia portata, che io non ti merito. - continuò lui interrompendo i pensieri della strega - Ma ho questa opportunità ora e non voglio sprecarla.
Lily tremò sotto quei sussurri appena udibili, tentò di fare un passo indietro per scappare da quello sguardo così infuocato e determinato che la faceva tremare, ma Severus l’afferrò con decisione le spalle facendola sussultare.
- Ti prego non muoverti. – lui chiuse gli occhi e appoggiò la fronte sulla sua – Voglio ricordarti esattamente così come sei. In questo posto che è solo nostro. Con un solo respiro che separa le nostre labbra.
Il contatto con la sua pelle così calda le scaldò il cuore, sollevò le mani allacciandogliele dietro il collo mentre lente e silenziose lacrime le rigavano le guance arrossate.
- So perché te ne sei andata Lily, non posso certo biasimarti. Io non sono degno di starti accanto l’ho sempre saputo… sempre… ma se non posso averti come io ti voglio… posso almeno avere un bacio?
- Severus…
Severus aprì gli occhi immergendosi nei suoi prati colmi di rugiada.
- Non piangere per me… - sussurrò chinandosi sul suo volto – non merito nessuna di queste lacrime.
Lentamente raccolse ogni lacrima dal suo volto con dedizione e amore. Era come un salato veleno che lo logorava dentro, ogni lacrima che beveva, ogni singola goccia che riusciva a toglierle dal viso era una spina nel suo cuore innamorato. Era come incidere il suo nome nella sua anima, in modo permanente, senza nessuna possibilità di amare qualcun altro.
Eppure non riusciva a smettere. Non riusciva a sottrarsi a quell'amore che gli aveva solo portato dolore.
Raccolse ogni lacrima che Lily versò per lui, una per una assaporando il dolce sapore della sua pelle calda.
Poi, lentamente, con il cuore che batteva forte nel petto, appoggiò le labbra sulle sue.
Un bacio delicato, casto, quasi infantile.
La sentì tremare sotto le sue labbra.
A malincuore si staccò e tornò a fissarla negli occhi.
Un bacio dolce e salato durato quanto un battito d'ali di farfalla.
- Mi dispiace… - alitò sulle sue labbra – spero che tu sia felice senza di me.
Si staccò bruscamente da lei, da quello che rappresentava, da quello che non avrebbe mai avuto.
Fece qualche passo indietro senza mai smettere di fissarla.
- Addio. – mormorò un’ultima volta.
Si smaterializzò con il cuore pensante come un sasso e il ricordo di un delicato bacio sulle labbra.

Fine
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Note:
(*) Frasi da Harry Potter e i Doni della Morte

   
 
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