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Autore: KaterinaVipera    25/02/2014    3 recensioni
Era cambiato. Era cambiato grazie a lei.
Può il Dio dell'inganno cambiare per una donna? per una mortale?
Questa è la storia di come un incontro inatteso può cambiare la vita.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache dei Nove Regni'
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“Aspetta Stark, c'è un cambio di programma. Vieni da noi.” disse quello mascherato ancora sbalordito dell'affermazione della ragazza.

Nell'attesa che arrivasse Stark, parve giusto presentarsi. “Io sono Steve Rogers. E lui è l'agente Clint Barton. Tu chi sei?” domandò curioso.

“Mi chiamo Caterina.” disse guardandoli in modo torvo.

“ Ehi, non guardarci così, noi volevamo solo proteggerti. E' nostro compito proteggere gli abitati di New York.” disse Steve.

“Tranquillo, a te ti perdono.” e guardò male l'altro agente.

Rogers stava per chiedere più dettagli sulla curiosa e bizzarra storia della ragazza, ma in quel momento arrivò Iron Man.

“Mi sono perso qualcosa?” disse Tony notando le facce attonite dei suoi compagni e la ragazza in mezzo a loro.

Quando Caterina vide il suo mito, non potette credere ai suoi occhi. Lo aveva sempre visto in televisione e adesso era davanti a lei, il cuore le saltò alla gola dall'emozione. Era davvero un uomo affascinante e dal vivo rende meglio l'idea che alla televisione. Nonostante si sentisse emozionata di avere una celebrità come Stark, c'era qualcosa che le premeva di più. Magari, una volta finita tutta quella storia, si sarebbe fatta fare un autografo. Però quanto era figo con la sua corazza da supereroe.

“La ragazza potrebbe fermare Loki.” disse con calma il Capitano.

Tony Stark tirò indietro la visiera della sua armatura e guardando prima Barton poi il Capitano disse “COSA?!”

“E' una storia lunga, Stark. Le puoi dare un passaggio fino alla torre?”

Senza fare altre domande si avvicinò a Caterina e tirandosi giù la visiera si girò in modo che potesse salire. “Prego.”

Quando la ragazza comprese che doveva gli montare in collo iniziò a non trovarla più tanto affascinante e cercò un altro modo per arrivare in cima al palazzo.

“No, no. Io non ci monto su quella cosa. Siete impazziti per caso? Soffro di vertigini e quella cosa non è sicura. Non c'è un altro modo? Le scale tipo?” le si era già seccata la gola e aveva le gambe tremanti, stava sudando freddo alla sola idea, figuriamoci metterle in atto.

Tony non credeva alle sue orecchie. Quella ragazza aveva chiamato ''cosa'' la sua armatura da miliardi di dollari.

“Cosa?! COSA?! Questa non è una cosa. E' un'armatura super tecnologica. Ed è sicurissima.” ma proprio in quel momento, iniziò ad uscire un leggero quanto inquietante fumo nero dal braccio sinistro.

Sarà anche sicura, secondo me ci ammazziamo.

“Se vuoi aiutare il tuo amichetto, quello è l'unico modo.” disse Barton ancora corrucciato.

Si fece coraggio e mettendo le mani sulle spalle di lamiera cercò di issarsi su; venne aiutata dal Capitano che le porse una mano, rivolgendo un sorriso comprensivo alla fanciulla. Lentamente gli circondò la schiena con le gambe, stringendosi bene. Prima che partissero Tony si rivolse alla ragazza “A proposito, bella maglietta.” . Quel giorno si era messa la maglietta degli AC/DC.

Più salivano di quota e più Caterina si ancorava all'armatura; le aveva detto di non guardare in giù e di chiudere gli occhi, ma non aveva dato ascolto e adesso vedeva il vuoto sotto di loro mentre sfrecciavano alla velocità della luce tra capriole e giri della morte. Se non scendeva subito avrebbe vomitato. Quando arrivarono a destinazione vide Loki combattere contro quel biondino che aveva visto prima alzarsi in volo.

Mentre scendeva dalla schiena del suo supereroe preferito, mise un piede in fallo e inciampò cadendo in avanti, battendo il ginocchio sulle mattonelle nere che Stark aveva fatto mettere da poco e che avrebbe dovuto sicuramente far cambiare, dato che la maggior parte erano rotte.

“Tutto bene?” Iron Man la aiutò ad alzarsi.

“Credo di si.” disse mente si toglieva detriti dalla gamba. “Chi è l'altro?” domandò riferendosi all'uomo massiccio biondo.

“E' Thor, suo fratello.” disse togliendosi la visiera per guardarla in faccia.

“Non mi aveva detto di avere un fratello.” Caterina era ancora aggrappata alla mano robotica, poco convinta di staccarsi per paura che se lo avesse fatto le sue gambe non avrebbero retto.

“Non ti ha detto un sacco di cose, ma quello che più conta ora è che lo fermi prima che commetta altri errori. Coraggio, vai da lui.” e le appoggiò una mano sulla spalla, spingendola delicatamente, per incoraggiarla.

Li vide scontrarsi in un brutale corpo a corpo e successivamente usare le rispettive armi per disarmare l'altro. Si stavano colpendo a vicenda in modo feroce, ma nessuno dei due stava riportando lesioni all'altezza dei colpi che si stavano infliggendo. Solo allora si lasciò convincere dalle parole degli uomini che aveva appena conosciuto: lui era un Dio. Le suonava così strano e assurdo, quasi irreale; ma doveva crederci, stava accadendo tutti davanti ai suoi occhi. Li guardò ancora un po', passando in rassegna tutte le sue emozioni. Aveva paura di quello che stava vedendo, con l'armatura e l'elmo non lo riconosceva più. Sembrava un'altra persona, no quel strano ragazzo che aveva conosciuto e alla quale si era affezionata e del quale non aveva paura; adesso aveva paura e molta. E se fosse stato veramente malvagio come lo avevano descritto? Cosa le avrebbe fatto? L'avrebbe uccisa? Forse. Ma non poteva permettere che il panico la rendesse schiava impedendole di aiutarlo.

Thor afferrò il fratello per l'elmo e sollevandolo lo scagliò a terra con tutta la forza che aveva.

“Ragazzina, fermali prima che mi demoliscano tutta la torre.”

Loki stava per contrattaccare con l'intenzione di colpire Thor con un pugnale nascosto. Doveva agire prima che fosse troppo tardi. Raccolse tutto il coraggio che le era rimasto e lo chiamò.

“Loki!” il cuore le batteva così forte per l'emozione di vederlo. Era felice di vederlo, questo è certo. Ma al contempo era terrorizzata. Credeva che fosse un ragazzo normale, come tutti gli altri e invece aveva scoperto che era un Dio e che voleva conquistare la Terra. Forse non la riconosceva più neanche, forse si era dimenticato di lei e appena l'avrebbe vista non avrebbe esitato a ucciderla. Le sue certezze si frantumarono all'istante. Si stava pentendo di quello che stava facendo.

I due Dei smisero di combattere e con egual stupore fissarono quella minuta ragazza tremante.

“Cat? Cosa ci fai qui?” disse meravigliato nel vederla lì.

La ragazza non seppe cosa rispondere. Il Dio le andò incontro ma inconsciamente lei arretrò di qualche passo, spaventata.

“Sono io, Loki.” e si avvicinò togliendosi l'elmo e gettandolo a terra.

Rimase ferma, studiando le sue mosse per paura che le facesse del male. Quando vide che non le voleva fare nulla, si lasciò avvicinare dal Dio ma i suoi muscoli non riuscirono a rilassarsi. Rimase ferma davanti a Loki, irrigidita.

“Perchè sei qui? Ti avevo detto di andare via.” era un rimprovero, ma detto con dolcezza.

“Non potevo andar via senza di te.” si abbracciò tremante.

Loki scrutò quel viso che in così poco tempo lo aveva fatto agitare, che tante volte gli aveva fatto domandare se stesse facendo la cosa giusta e che non riusciva più a togliersi dalla mente. Si accorse che era ferita alla testa e che perdeva sangue, il suo viso si contrasse di preoccupazione.

“Sei ferita.” era dispiaciuto; si era promesso di proteggerla e invece era stato proprio lui a ferirla. Passò la mano sulla ferita, sporcandosi di sangue.

“No, non è niente.” disse facendo spallucce.

“E' tutta colpa mia.” il Dio aveva gli occhi lucidi.

“Sono così felice di vederti.” disse in un bisbiglio. “Ero così in pena per te. Ero uscita a cercarti ed ero così arrabbiata, poi sono arrivati quei.. cosi ed è scoppiato il caos. E io dovevo trovarti, avevo tanta paura di non rivederti mai più e... e poi loro mi hanno detto che eri qui e.. e che tu sei.. ” non riuscì ad andare avanti, le parole le morirono in gola e si abbandonò ad un pianto liberatorio.

“Ssssh, va tutto bene. Ora ci sono io.” e l'abbracciò stretta a se. Anche al Dio scivolò una lacrima sulla guancia . Era rimasta per lui, aveva rischiato di morire solo per poterlo rivedere. Le dette un bacio sulla fronte prendendole il viso tra le mani.

“Hai rischiato di morire per venire da me. Perché?” non riusciva a capire tutto questo senso di altruismo nei suoi confronti, nonostante fosse contento di vederla.

“Perchè io ti voglio bene.”

“Cosa hai detto?” il Dio degli inganni non credeva alle proprie orecchie.

Quella ragazza gli voleva bene e glielo aveva appena dimostrato affrontando mille pericoli e rischiando di morire per tornare da lui.

Capì allora che anche lui gliene voleva e che non poteva più continuare in quel modo. Doveva cambiare, lo doveva fare per lei. In fondo, però, lui era già cambiato. Lo aveva fatto dal momento in cui era tornato da Caterina con la scusa di riprendersi la maglietta. Era cambiato grazie a lei e di questo le era immensamente grato. Lei era stata in grado di ridare un po' di calore a quel suo cuore di ghiaccio annegato nell'odio. Nel giro di qualche settimana era riuscito a ricevere quello che non aveva ricevuto in tutta la sua passata esistenza: affetto.

Si guardò intorno rendendosi conto di quello che aveva fatto. Conscio di non poter tornare indietro, avrebbe cercato di rimediare come meglio poteva.

Nel frattempo Thor aveva assistito alla scena con occhi sbalorditi.

“Chi è?” domandò ad Iron Man che si era avvicinato al Dio.

“E' sua amica.”

“Non è possibile. Loki non ha amici. E' stata soggiogata?” domandò dubbioso il Dio del tuono, ma Tony gli fece notare che non aveva nessun segno di magia maligna. Poi si rivolse a suo fratello. “Loki, che sta succedendo?”

“Fratello, sono stato uno stolto. Adesso me ne rendo conto; sono disposto a rimediare al danno che ho fatto.”

Senza dare altre spiegazioni, si diresse verso lo scettro raccogliendolo da terra e si avviò nel punto in cui scaturiva la forza che teneva aperto il portale.

Ritornò dalla mortale, la prese per mano e le disse di seguirlo. Lei lo fece senza esitazioni. Poi rivolgendosi agli altri due “Chiuderò il portale.” sentenziò.

Si avviarono tutti e quattro verso il Tesseract. Ormai il nucleo era impenetrabile da qualsiasi arma mortale, ma non dallo scettro.

Lo impugnò con forza con entrambe le mani e lo indirizzò dritto verso la corona.

Il fascio di luce svanì all'istante e il portale si richiuse su se stesso, lasciando spazio solo all'azzurro del cielo newyorkese.




Eccomi qui, con il sesto e penultimo capitolo. 
Ormai siamo giunti quasi alla fine. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno continuato a seguirmi, che mi hanno recensito i capitoli e che hanno messo la mia storia tra le ''preferite'', ''seguite'' ecc.. perchè senza il vostro supporto credo che non sarei andata fino in fondo.
Quindi, grazie mille di cuore. Siete stati molto carini :)
Sperò che anche questo capitolo vi piaccia, mi scuso per la sua brevità, ma non risco molto bene a scrivere paginate e paginate di roba.
Detto questo, vi auguro una buona lettura (anche se questo discorso lo avrei dovuto fare all'inizio XD) e a presto.
Ciao ciao, la vostra Vipera ;)

  
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