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Autore: meridian_hope    25/02/2014    3 recensioni
Questa è la mia prima vera storia che per motivi vari e mille peripezie è stata cancellata. Spero che vi piaccia .... Comunque tutto iniziò proprio così:
Buio. Guardo il cielo, niente luna e stelle, solo un immenso buio. Corro, sento che è tardi, troppo tardi. Devo riuscire a salvarlo nonostante tutto, altrimenti non potrei farcela a sopportare un altro dolore. Inciampo, cado, vengo graffiata dai rami, ma nulla può fermare la mia corsa. In lontananza sento delle grida. È tardi. Troppo tardi.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PROLOGO
 
Buio. Guardo il cielo, niente luna e stelle, solo un immenso buio. Corro, sento che è tardi, troppo tardi. Devo riuscire a salvarlo nonostante tutto, altrimenti non potrei farcela a sopportare un altro dolore. Inciampo, cado, vengo graffiata dai rami, ma nulla può fermare la mia corsa. In lontananza sento delle grida. È tardi. Troppo tardi.
 

CAPITOLO I


 
 
Mi sveglio. Il cuore mi batte all’impazzata. Che strano sogno. Provo un’insolita sensazione che lentamente svanisce. Apro gli occhi.  È mattina. é una mattina speciale, infatti, è il 21 marzo, l’equinozio di primavera. Finalmente la primavera è arrivata portando con sé i suoi deliziosi e dolci profumi floreali, finalmente l’aria è frizzante e il sole è caldo sulla mia pallida carnagione. Apro le finestre e un’ondata d’aromi e di fragranze mi travolgono. Il parco sotto casa mia risplende al chiarore del sole. Le ultime tracce di neve si stanno sciogliendo e le gocce d’acqua formano dei piccoli arcobaleni: un panorama da sogno, dopo mesi e mesi di lugubre nebbia e pioggia. Sono sveglia??  È appena terminato l’inverno più gelido e piovoso cui avessi mai assistito e finalmente è finito, quindi fatico a credere che sia tutto vero, eppure è cosi. Un travolgente profumo di cioccolata mi riporta alla realtà e senza pensarci un secondo scendo le scale per fare colazione.
Vivo in una piccola villetta color panna, a due piani nel centro di Intra, una piccola località turistica del Lago Maggiore. La nostra casa non è molto grande, a piano terra si trova una piccola cucina dalle pareti rosso fuoco, arredata con mobili moderni e raffinati e il soggiorno, anch’esso ben arredato anche se leggermente sempre in disordine. Al primo piano si trovano un bagno e le due stanze da letto, la mia, piccola e ricolma di libri e disegni e quella dei miei genitori, ordinata e profumata dagli incensi che mia madre adora.
In cucina ad aspettarmi c’è mia mamma Violetta, una donna molto giovane con lunghi capelli castani e due occhi enormi verdi, vestita semplicemente con un paio di lunghi jeans neri e una camicetta bianca. Sul collo porta una catenina con l’anello del matrimonio appeso (lo so che è strano, ma lei odia portare gli anelli sulle mani) e alle orecchie indossa dei bellissimi orecchini neri con le perle. La particolarità di quegli orecchini è che una sola perla è più grossa delle altre, peculiarità che a sua madre non è sfuggita quando li ha acquistati. Mi accoglie con il sorriso stampato in faccia ed io la ricambio, come non posso essere felice in una giornata del genere? Finita la colazione, a mio parere la più buona che avessi mai gustato, ritorno in camera mia a vestirmi. Mentre mi pettino, guardo il mio riflesso allo specchio, sono Selene Night una ragazzina di diciassette anni, alta all’incirca un metro e settantacinque, con dei lunghi capelli biondo scuro quasi marrone leggermente mossi e con due occhi grandi color miele, colorito pallido, labbra stranamente colorate e tese in un sorriso. Dopo essermi vestita, scendo le scale e mentre mi avvio di corsa verso la porta, come il solito sono in ritardo, incrocio mio papà che carico di fogli di tutte le dimensioni si avvia verso il suo studio. Soffocato dalla mole di carta, mi saluta e mi augura buona giornata. Mio papà Alexander è una persona stupenda, è molto alto, ha due occhi meravigliosi azzurri come il mare e porta dei corti capelli neri sempre in disordine, come lavoro fa il giornalista, lui adora il suo mestiere perché per lui scovare notizie è come una folle caccia al tesoro. Il suo ultimo articolo, su cui sta lavorando, ha come argomento l’ambiente e come riuscire a salvarlo attraverso piccoli gesti, ci sta mettendo tutta l’anima in questo pezzo perché è una materia che gli sta molto a cuore.
 
Uscita di casa mi dirigo verso quel lugubre edificio che tutti chiamano liceo. Frequento la quarta superiore. La scuola non mi piace un granché, preferisco starmene sola a scrivere e a inventare storie stravaganti che parlano di fate, draghi, folletti, gnomi, streghe, principesse rinchiuse in fortezze o in segreti e occulti sotterranei, dove sono torturate e principi che con il loro famoso coraggio vanno a salvarle dichiarando il loro amore. Ma sono obbligata ad andarci se voglio avere una cultura e in futuro un lavoro. Oggi mi aspetta proprio una giornata magnifica: abbiamo interrogazione di storia sulla rivoluzione francese e verifica di matematica sul meraviglioso mondo delle derivate. Fantastico, mi aspetta proprio una giornata esaltante!!!
La giornata prosegue, ma più lentamente del solito. L’orologio sembra tornare indietro a ogni tocco come se anche le lancette fossero annoiate e per questo motivo avanzano pigre verso la fine delle lezioni. A ogni rintocco vanno sempre più lentamente, non ce la faccio più, ho voglia di uscire da questo tetro edificio, avventurarmi nel parco a prendere più sole possibile. Finalmente il suono della campanella, che nonostante avesse un che di fastidioso in se, lo adoro.
Non ho una gran voglia di andare già a casa, così mi dirigo verso il parco, che la mattina avevo ammirato dalla mia finestra. Da vicino è ancora più stupefacente. I primi germogli splendono al chiarore del sole, la piccola fontanella di marmo posta al centro del parco spruzza acqua da tutte le parti come un bambino allegro che ha voglia di scherzare. In sottofondo, come una dolce melodia, si sente il cinguettio delle rondini tornate in questa cittadina dopo essere emigrate negli affascinanti e misteriosi paesi caldi durante l’inverno. Scelgo la panchina più esposta al sole, appoggio la cartella e mi metto a leggere un meraviglioso romanzo fantasy. Presa come sono dal libro, non mi accorgo che si sta facendo tardi e che devo ancora svolgere una miriade di compiti per il giorno seguente. E meno male che avevo promesso a mia mamma che sarei stata puntuale e che non mi sarei persa come il solito per ore. Raccolgo tutto e via verso casa. Arrivata, trovo i miei genitori che stanno per uscire. << Selene non t’immaginerai mai che sorpresa abbiamo per te >>  mi dice mia mamma << comunque prova a indovinare>>. Ci penso un po’ su ma non so proprio cosa hanno in serbo per me, ma decido comunque di tentare << Andiamo in vacanza al mare ? >>.
 << Quasi >> mi risponde mia mamma sorridente, forse per la mia espressione metà tra l’incuriosita e metà arrabbiata perché aspettano che indovini << Dai ditemelo!!! >> << Okey okey, non andiamo proprio in vacanza al mare, ci andiamo a vivere! Tuo padre è riuscito a trovare una villetta sul mare proprio come la desideravamo e a un prezzo davvero conveniente >>.
<< Cosa? Sul serio ? >> domando stupita
<< Certo, ora andiamo a firmare dal notaio il contatto d’acquisto, vuoi venire con noi ? >> Accidenti, una villa sul mare, che notizia stupenda. Questa giornata va di bene in meglio. << Grazie, grazie, una villa sul mare, è la notizia più bella che mi poteste dare, ma non posso venire perché devo fare i compiti, ma per cena vi preparo qualcosa di appetitoso >>. Eccitata, li bacio e li saluto con il sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia e poi mi dirigo in camera a svolgere gli esercizi e studiare, anche se sarà molto difficile concentrarsi dopo una notizia del genere. Già fantastico, le nuotate nell’acqua cristallina circondata da miliardi di pesciolini colorati, il sole che tramonta inghiottito dal mare, il profumo di salsedine la mattina. Non vedo l’ora di partire, non è che odi questa piccola città, ma io amo appassionatamente, letteralmente il mare, se fosse stato per me, starei sulla spiaggia tutta la vita e poi essendo timida sia a scuola sia fuori non mi sono fatta amici perciò non avrei avuto nostalgia. L’avevo detto che oggi è un giorno magico. L’orologio segna le 18:45. Sto finendo di preparare la torta al cioccolato che avevo promesso ai miei per festeggiare.  Non sono chissà che gran cuoca, ma i dolci e specialmente la torta al cioccolato sono la mia specialità. All’improvviso il telefono inizia a squillare.


 
 
  
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