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Autore: Martamydear    25/02/2014    1 recensioni
Mitchell Young, meglio conosciuto come Raven, è lo scapicollato leader di un gruppo di progressive rock ancora più svitato di lui.
Proprio il giorno in cui la band deve presentarsi ad un importante provino per una casa discografica, un evento irrompe nella vita dei musicisti: un giovane batterista viene ritrovato morto con un'inquitante scritta acccanto a lui.
A che cosa si riferirà?
Tra leggende metropolitane, esoterici riti e persino chitarre apparentemente infestate da fantasmi, in una malfamata New Orleans contemporanea, riusicrà l'insolito detective a scoprire i terribili eventi che si celano dietro al delitto?
Dal capitolo 1:
Dissonanze a non finire, nulla di ripetuto e il tutto al ritmo più veloce che si potesse immaginare.
Lui era quella musica, in quel momento si trovava in un’altra dimensione, estraniato dalla realtà che lo circondava. Era un corvo che volava via in un mondo fatto di suoni, un mondo immateriale, a cui solo lui poteva accedere. Era una sensazione maledettamente bella.
I piedi con tutte le scarpe buttati sulla ringhiera del letto, i pantaloni senza cintura e la camicia sbottonata. Sdraiato con lo stomaco schiacciato sul materasso di un lurido appartamento, Raven ascoltava la musica.
Genere: Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una tiepida mattina di Marzo e quattro quinti dei Broken Socks aspettavano con ansia il loro quinto membro, il quale sembrava essersi deciso a tardare proprio il giorno del loro gran debutto.
- Se non arriva tra un minuto giuro che stavolta lo ammazzo. Il treno per Shreveport partirà in meno di mezz’ora!-
Ben era imbufalito e scrocchiava le dita con fare nevrotico.
- Calmati, avrà avuto solo un piccolo contrattempo, Archie non è tipo da far ritardo, semmai quello è Raven, che oggi è stranamente arrivato addirittura con cinque minuti di anticipo.-
X-Ray, dopo aver risposto all’amico, emise un sonoro sbadiglio, poi si mise ad ascoltare la musica, porgendo una cuffietta all’irato chitarrista.
- E’ Tupac, un grande, vuoi ascoltare?-
Ben sospirò per scaricare la tensione.
-Dammi, va’…-
Proprio in quel momento videro arrivare Raven furioso; aveva la faccia completamente rossa e trascinava lo zaino con due dita.
- Oggi non è giornata!-
- Cosa succede? Non hai trovato le tue caramelle preferite al bar o hai scordato a casa le mutande di Yellow Submarine?- ridacchiò X-Ray.
- Prima precisazione: quei boxer me li ha regalati mia madre. Seconda, e forse un po’ più importante: Archie ci ha mollati! Mi ha mandato un messaggio con scritto “ Mi dispiace davvero non suonerò mai più, addio!”-
Sylvia si portò una mano alla fronte e sospirò.
- Questo è ciò che si chiama un problema.-
 
Archie sedeva sul muretto di casa sua, ancora incredulo di ciò che aveva visto. Si massaggiava le tempie con le mani affusolate, mentre lacrime amare gli rigavano le guance e appannavano gli occhiali.
Guardò l’orologio da polso: ormai erano quasi le dieci, i suoi amici si trovavano probabilmente a Shreveport.
Li aveva abbandonati, ma d’altronde, cos’altro avrebbe potuto fare?
Sentì vibrare in tasca il telefono cellulare per l’ennesima volta, tutto ciò che fece fu prenderlo e spegnerlo definitivamente.
Guardò dalla finestra i suoi genitori chiacchierare amabilmente, si girò e scoppiò di nuovo in singhiozzi.
 
Raven guidava furioso la sua auto verde metallizzato; era una vecchia fiat multipla con un posto in meno, la radio rotta e un tergicristallo spezzato; accanto a lui, Sylvia tentava invano di chiamare Archie al cellulare, mentre nei sedili posteriori Ben dormiva ed X-Ray ascoltava il suo vecchio lettore mp3, guardando fuori dal finestrino con aria rassegnata.
Di certo avrete presente quelle volte in cui, dopo disperati tentativi di fare qualcosa, state per gettare la spugna, ma proprio in quel momento riuscite? Ecco, questo è proprio ciò che capitò in quel momento.
- Rinunciaci, è tutto inutile, sai che se non vuole farsi contattare è impossibile rintracciarlo.-
Sylvia fece per spegnere il telefono, ma questo si illuminò improvvisamente.
- Oh, per una volta il Sapientone si è sbagliato: è un messaggio di Archie: “ Dumaine Road 12, vi prego venite subito, scusate davvero, io non volevo.”-
- Dumaine Road? Ma è una delle zone peggiori! Cosa gli salta in mente ora?! Comunque prova a rispondere a quel dissennato che saremo lì in meno di mezz’ora. Sempre a crearci problemi…-
 
Archie afferrò la felpa, sgusciando via e tentando, inutilmente, di non farsi vedere dalla sorella che stava tranquillamente facendosi del caffè.
- Dove vai? Tra poco dobbiamo andare a messa! Te lo scordi?-
- Mi dispiace, ma oggi proprio non posso.-
La ragazza lo afferrò per un braccio.
- Dimmi dove stai andando, è da ieri sera che sei stranissimo.-
Archie si dimenò dalla stretta.
- In un posto. Scusa, ma i miei amici mi aspettano…-
La sorella lo riprese per la manica.
- Vai a drogarti?-
- Ma ti pare?! Sono asmatico e ho paura degli aghi, ti sembro il tipo che si fa?-
- No.-
Lo lasciò, tornando a prepararsi la colazione.
 
Gli arrabbiatissimi quattro quinti dei Broken Socks arrivarono al luogo dell’incontro con un largo anticipo.
Il posto era davvero squallido, si trovavano davanti ad un vecchissimo e scrostato edificio che dava su un giardinetto sudicio di fango e zeppo di erbacce, con qualche vaso rotto di fiori ormai decomposti; era inoltre possibile notare sul muro scritte semi sbiadite come “Harriet sei una cagna” o “Negri al rogo”.
Archie aspettava appoggiato alla porta d’ingresso.
- Eccolo qui il nostro carissimo guastafeste rovina-band! Ma che diavolo ti è preso?!- esordì Raven.
Sylvia gli diede una gomitata, cercando di farsi dare delle spiegazioni in modo più garbato.
- Perché non ti sei presentato oggi? C’è qualche motivo particolare?-
Il ragazzino guardò negli occhi i suoi amici, uno per uno.
Tirò fuori dalle tasche delle chiavi ed aprì il portone.
- Seguitemi.-
Condusse tutti in una stanzetta angusta, ciò che ci si poteva aspettare da quell’appartamento così orrendo, tranne ovviamente che per il violento scenario che si presentò al gruppo.
Un ragazzo a terra: pistola nella mano destra e testa spaccata. Schizzi rossi ovunque, persino sul soffitto.
Il poveretto aveva in volto un’espressione vuota, gli occhi erano ancora aperti: guardavano in alto, secchi, spenti.
Alcuni grumi rossi potevano essere notati nell’enorme lago formatosi intorno al capo del corpo senza vita, Mitchell sperò vivamente che si trattasse di sangue coagulato; il tutto era accompagnato dal particolare più bizzarro e allo stesso tempo inquietante: l’enorme scritta “SOULS OF BLOOD” su un computer accanto alla vittima.
Quello fu forse il momento in cui ogni membro dei Broken Socks mostrò la propria natura umana con una reazione differente.
Sylvia si coprì gli occhi, stringendosi a Mitchell, il quale guardava quel tremendo spettacolo tremando, impassibile, quasi incredulo.
Archie scoppiò ancora a piangere, mentre X-Ray corse fuori a dare di stomaco.
- Porca puttana.- fu tutto ciò che disse Ben.
 
 
 
L’ANGOLO DI NONNA MARTA (da oggi a colori!!!)
 
Ave a tutti!
Ok, vi lascio tre secondi per riprendervi dallo shock.
1…2…3!
Bene, ora posso iniziare.
Come avete letto, ho mantenuto la promessa di inserire finalmente il “morto”. Di chi si tratta e che legame aveva con il gruppo è affare che scoprirete tra poco, non vi preoccupate!
Ovviamente so che questo capitolo è stato meno bello degli altri, in quanto ho inserito pochissimi riferimenti musicali e l’alternanza Archie/ Brocken Socks incavolati non era il massimo, ma vi assicuro che questo è stato davvero difficile da rendere e ho dato il meglio di me. La prossima volta spero di sorprendervi! (ho detto bene: “spero”…)
In compenso sabato ho visto un film che mi ha davvero aiutata notevolmente con la stesura di questo racconto, parlo di “A proposito di Davis” dei fratelli Coen, consigliato vivamente!
Ok, per stavolta l’angolo autrice lo faccio finire qui, ci rivediamo presto! :D
Marta
 
P.S.
Ultimamente sto ricevendo recensioni solo dalla mia amica Claudia (la quale ringrazio vivamente con un bel TARATANTARA) e ovviamente è inutile ripetervi che sono SEMPRE SEMPRE SEMPRE benaccette! ;)


Riferimento musicale:
Tupac: http://it.wikipedia.org/wiki/Tupac_Shakur
   
 
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