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Autore: KyraPottered22years    25/02/2014    5 recensioni
(STORIA IN REVISIONE)
Solo gli angeli hanno le ali, eppure l'Agente Artemis si autodefinisce una strana creatura, senza sapere qual è la sua vera natura. Proprio per le sue doti straordinarie viene inserita nel progetto Avengers, ma la sua forza, il suo coraggio e la sua grinta vengono messi a rempentaglio a Stoccarda, in Germania, da un dio assetato di vendetta e maniaco del controllo. La persuasione e il sangue freddo di Loki confondono la ragazza. L'alternarsi tra la forza e la debolezza di Artemis confondono il dio. "E il diavolo rimase sbalordito quando capì quanto osceno fosse il bene."
Trailer della storia : https://www.youtube.com/watch?v=MUm1PidK45w&hd=1
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Two bodies, one soul.



"I mostri sono reali,e anche i fantasmi. Loro vivono dentro di noi, e a volte..
Loro vincono."
                        
      Cit.









* * *



 

                                                                                                                        * * *


 
La stanchezza invase il mio corpo, non vedevo l'ora di distendermi sul mio beato letto, godendo di un meritato riposo.
Consumai la mia misera cena e mi preparai per andare a dormire, ma un'idea più allettante mi convinse: prima di andare a letto avrei dedicato tempo alla lettura. Mi accomodai sulla sedia a sdraio della veranda, aprii il libro e iniziai finalmente a rilassarmi.

Mi strofinai gli occhi e confusa controllai l'orario dallo schermo del mio cellulare: erano le 3 a.m. Avevo dormito per cinque ore di fila fuori, al freddo. Se quella volta non mi fosse venuto un raffreddore, allora avrei avuto 
in anticipo qualche dubbio sulla mia natura sovrannaturale.
In quei giorni avevo la pressione alta e spesso il cuore andava in tilt per niente, tanto che mi sentivo costantemente stanca e non mi allenavo per niente.
Una strana sensazione mi stava possedendo. 
Il libro scivolò dalle mie gambe a terra quando mi portai una mano al cuore per l'improvviso dolore, inizialmente strozzai le urla alla gola, ma fu inevitabile quando una morsa mi strinse il cuore fino a farmi quasi soffocare, caddi a terra piegata in due. Sentivo il cuore contrarsi così tanto che stava per scoppiare, rotolavo sul freddo pavimento della terrazza e urlavo nella speranza che qualcuno mi potesse sentire e soccorrermi. Cercai di allungare la mano verso il cellulare, ma quando riuscii a raggiungerlo sullo schermo sbucò un avviso: batteria scarica, dopo di che si spense.
Ripresi a respirare dopo un attimo infinito, mi misi in ginocchio e spalancai le braccia per facilitare la respirazione. Mi piegai nuovamente in due: un dolore atroce partì dal cuore, irradiandosi poi alla schiena. Qualcosa, come ossa, spingevano da dentro la pelle dalla mia schiena, qualcosa che voleva uscire. Portai le mani alla nuca, urla di un dolore sconosciuto si propagavano nell'aria notturna.
Nessuno sentiva niente. I miei occhi pulsavano per il sangue che stava salendo alla testa e lacrimavano pure.
"Se questa è la mia ora, non sono pronta!" Urlo istericamente, consumando intilmente del fiato prezioso che possibilmente, fra pochi minuti, non avrei potuto più inalare.
Strinsi i pugni più forte di prima facendo colare del sangue sui polsi: dovevo sopravvivere, dovevo farlo. 
Intenta a capire cosa mi stesse succedendo portai le mani sulla parte dolorante della schiena: c'erano due tagli, lunghi e perfettamente paralleli, erano abbastanza profondi da dissanguarmi completamente, difatti le mie dita si bagnarono del caldo e denso liquido rossastro che usciva a fiotti.
Gettai un altro urlo, il più forte di tutti, il più terrificante di tutti.
Sentii qualcosa, proprio sulla punta dell'indice, me la sfilai da uno dei tagli con due dita, portandomela davanti agli occhi: era.. una piuma, bianca con qualche macchia di sangue.
Poggiai i palmi sul freddo pavimento mettendomi a carponi. Gettai un urlo, lungo, straziante e pieno di dolore.
Reiniziai a respirare regolarmente quando una sensazione di libertà mi invase. Il mio corpo voleva abbandonare le forse, ma avevo come un leggero peso sulla schiena e sul cuore, come se fossero in qualche modo collegati e che quest'ultimo reggesse qualcosa.  Voltandomi vidi delle piume bianche ben compatte fra di loro formando due paia di ali bianche.
Sbattei più volte le palpebre focalizzando per bene quello che stavo vedendo. Erano proprio nella schiena, dove prima avevo quei lunghi e profondi tagli. Allungai la mano verso una di esse la sfiorai, era soffice e sentivo il tocco del mio dito, come se fossero parte di me, come delle mie membra. Caddi a terra di fianco, abbandonandomi alla stanchezza.

Al mio risveglio le ali non c'erano più.
Mi alzai velocemente e corsi nella mia camera da letto, mi misi davanti allo specchio e fissai la mia immagine rifilessa: avevo le mani e il collo macchiati di sangue, del mio sangue, ormai asciutto.
Mi voltai e guardandomi la schiena notai di avere due cicatrici al posto dei due tagli, con difficolta vi portai due dita e sgranai gli occhi quando corrugando la pelle con i polpastrelli, i tagli si aprirono e la cosa strana era che non c'era traccia di sangue, solo piume bianche.
Il petto mi si alzava e abbassava velocemente e senza ragionarci su corsi in bagno a prepararmi. Dovevo andare allo S.H.I.E.L.D. e parlare immediatamente con Fury.



 
 
 
"Artemis?" La dolcezza della voce di Steve mi risvegliò da quel ricordo, ma perché lo avevo rievocato? Era strano, perché non ci pensavo più da un paio di anni, scossi la testa cercando di dimenticare il ricordo raccapricciante e doloroso, mi distaccai dalla parete metallica del get e rivolsi un sorriso al mio ragazzo.
"Credevo fossi affondanda nel mare dei tuoi pensieri." Tony Stark e la sua voce sarcastica sostituirono la confusione con la rabbia, alterando ogni singolo nervo del mio corpo.
"Più o meno. Pensavo che ti pagassero per la tua intelligenza e non per le tue battute divertenti." Dopo averlo fulminato con uno sguardo, rispose:
"Più o meno." Ri-evocando la mia risposta di prima. Gli sorrido scettica e involontariamente rivolgo le mie attenzioni a Loki: era seduto e legato da varie cinte in pelle. Sentii una morsa allo stomaco quando i nostri sguardi si incrociarono ancora, ma il suo non era normale, non che lui sia idoneo di mente, ma fissava i miei occhi con profondità. Per un attimo mi sentii nuda dinanzi a quei occhi verdi e magnetici.
Dovevo reagire, non potevo lasciare che mi facesse sempre questo effetto.
"Hai finito di goderti lo spettacolo?" Alzai un sopracciglio, incrociando le braccia al petto. Lui non rispose, si limitò a sorridermi. Un sorriso che già odio, pensai.
"Perché il tizio arrendevole ti stava fissando?" Chiese Steve, avvicinandosi a me cingendomi il bacino.
"Non lo so." Rispondo, lasciando un bacio sull'angolo della bocca di lui, tranquillizzandolo.
Dei fulmini arrivarono saettanti vicino al nostro get, facendolo sbandare. 
"Hey, tutto bene?" Chiesi a Natasha avvicinandomi a lei.
"Sì." Mi sorrise ansiosa, un sorriso finto, come se non volesse mettere tranquillità a me, ma a sé stessa.
Vidi Loki irrigidirsi al primo fulmine e fissare in alto, concentrandosi su qualcosa.
"Cosa c'è? Paura di un paio di fulmini?" Steve lo attaccò e io mi morsi la lingua, trattenendomi.
Perché stavo per difendere l'Asgardiano?
"Non aprezzo quello che ne seguirà." Guardò per un attimo il Capitano e poi ritornò a concentrarsi sul cielo. Loki aveva un modo di parlare molto elegante, riempendo di enfasi ogni parola, scandendo ogni lettera.
In un botto l'entrata dell'aereoplano si aprì, e non da sola: Thor era davanti a noi. Ne avevo sentito parlare, ma non lo avevo mai visto di persona.  In un sol gesto strappò le cinghie che legavano Loki e mettendo K.O. con un sol pungno Iron Man, saltò dal get con il fratello.
Mi avvicinai a Tony per soccorrerlo, ma si rimise subito in piedi alzando le mani in aria dando segno di star bene e che non aveva bisogno di aiuto. Si avvicinò all'uscita, quando stava per buttarsi giù dal get la voce di Captain America lo fermò:
"Stark, ci serve un piano d'attacco!" 
Prima di lanciarsi si voltò verso di noi.
"Io ho un piano: attacco!" Si buttò nel vuoto, pronto ad affrontare un qualcuno che, per quanto Iron Man potesse essere forte, non era suo eguale, Thor era un vero e proprio dio dotato di un martello magico, il che stava a significare che si trattava di un avversario molto potente. Stark aveva bisogno di aiuto. Mi morsi l'interno delle guance, ma alla fine mi lasciai abbandonare dall'istinto. Mi avvicinai velocemente all'uscita, applicai una leggera spinta alla schiena, dei brividi caldi attraversarono il mio cuore per poi finire nella mia schiena e in una frazione di secondo le mie ali color carbone uscirono fuori.
"Che fai, ti metti a seguire quel folle?!" Domandò arrabbiato Steve.
"Sì." Sapevo che ci sarebbe rimasto male per ore, ma non potevo lasciare che Iron Man si battesse da solo contro Thor.
Senza rimorsi, mi gettai nel vuoto.
 
I miei piedi toccarono il terreno del piccolo rilevo di pietra ove Loki stava seduto. Egli era intento a fissare lo scontro tra Iron Man e Thor, ma non appena toccai terra Loki voltò la testa verso di me, il suo sguardo percorse il mio corpo velocemente, cercai di non farci molto caso dedicandomi ad osservare il combattimento; mettevo in decisione se infiltrarmi nello scontro, dato che Iron Man se la stava cavando abbastanza bene. Con imbarazzo voltai lo sguardo verso Loki: era ritornato a guardare sorridente il fratello che metteva K.O. il mio compagno di squadra.
"Tu, vieni con me." Gli ordinai, sentii i canini graffiarmi il labbro mentre muovevo la mascella per parlare. Il dio degli inganni voltò velocemente la testa verso di me e alzandosi si appoggiò alla roccia, rivolgendomi il suo irritante sorriso.
"Sai, devo ammettere che sei terrificante così." Commentò il mio aspetto, sentendomi ancor più in imbarazzo di prima.
Ma perché diamine mi sento così in sua presenza? Perché un idiota del genere riesce ad ammonirmi così? 
"Adesso ti va bene?" Ritirai le ali. Avrei fatto da guardia per evitare che il nemico scappasse, ero perfettamente in grado di battermi contro di lui, se si fosse dovuta presentare quella situazione. Mi poggiai alla roccia fissando i due menarsi. Loki si limitò a fare spallucce e ad avvicinarsi a me. Aveva uno strano profumo, non era dolce e nemmeno delicato, era un'aroma che non riuscivo a comprendere, tuttavia era piacevole.
"Artemis... Artemide, la dea della caccia." Lo guardai, sa il mio nome e per giunta anche da dove proviene, penso un po' sorpresa.
"Per te sono solo Agente, chiaro?" Il mio tono di voce scontroso non andava a pari passo con il mio sorriso provocatorio.
"Sinceramente, ritengo che avrebbero dovuto chiamarti Afrodite." Sgranai gli occhi, si è davvero permesso di fare una battuta così idiota?
"Dimmi, Asgardiano, è così che rimorchi le donne dalle tue parti?" Mi staccai dalla roccia, mettendomi davanti a lui con fare superiore.
"Rimorchi? Non capisco, ma immagino voglia dire, corteggiare, giusto?" Quel. Maledettissimo. Sorriso. La voce di Captain America che interrompeva la battaglia fra Thor e Iron Man catturò la nostra attenzione. Indugiai ad ammirare velocemente Steve in armatura da Captain America. Era bellissimo, ed era anche strano pensare che fosse il mio ragazzo.
"Permettimi," mi voltai velocemente verso Loki "Credo che il manichino in divisa non sia alla tua altezza." Avanzò qualche passo verso di me, riducendo di molto le distanze.
"Perché, tu sai chi è alla mia altezza o no?" Domandai acida. Lui si avvicinò ancora di più, e i nostri visi si trovavano ad una distanza pari a due mani.
"Io so tutto." Sorrideva provocante mentre indietreggiavo senza distogliere nemmeno un attimo i miei occhi dai suoi.
"Artemis cara!" La voce di Tony Stark uscì melodiosa, nel vero senso della parola: cantò le parole in modo da far venire ribrezzo anche ad un unicorno. "Riesci da sola a portare il cerbiattolo sull'aereoplano o hai bisogno di..."
"Non ti preoccupare." Sobbalzai, voltandomi verso la grave voce di Thor proveniveniente dalla mia destra. Teneva suo fratello per un braccio e quello fissava tutto, tranne che me e lui, 
con irritazione, la scena mi fece sorridere divertita.
"Mi occupo io di lui." Mi rivolse un sorriso e nei suoi occhi azzurri leggevo un'aria dispiaciuta, come se ne fossi rimasta delusa del fatto che non avrei accompagnato io Loki al get.
"Grazie." Non c'era nemmeno l'ombra della riconoscenza nel mio tono di voce, solo rigidità. Guardavo ancora Thor quando negli occhi quando i miei divennero completamente neri, lui corrugò la fronte sorpreso. Le ali nere sbucarono fuori dalla mia schiena e prima di spiccare il volo sentii Loki ghignare divertito.
"Che c'è? Troppo stanca per camminare?" Iron Man barcollava accanto al Capitano, entrambi con il naso all'insù per guardarmi.
"Qualcosa mi dice che hai sbattuto la testa troppo forte." Commentai divertita. 
"E' la stessa cosa penso io, Agente." La voce elettronica di Jarvis mi fece ridere di gusto. Atterrai accanto ai due, affiancando successivamente il mio Capitano che mi rivolse un dolce sorriso, ricambiai il gesto avvicinandomi a lui, ci fermammo mentre Iron Man continuava a camminare verso il get.
"Qualcosa non va?" Mi domandò accarezzandomi le braccia.
"No, no." Sorrisi, ma lui mi conosceva troppo bene per farsi abbindolare da una mia innoqua bugia. 
Ero confusa, da quando avevo conosciuto di persona quel Loki non ero più la stessa, come se mi fossi intontita tutto d'un tratto. Io sono l'Agente Artemide (o Artemis), sono forte, coraggiosa e combatto contro tutto e tutti. Perché mi lascio abbindolare da questo nemico, non diverso da tutti gli altri?, mi ritrovo a pensare.
"Sei diversa stasera, ti senti bene?" Dovevo trovare una bugia alla svelta.
"Sarà stata colpa del vino." Sorrisi e lui si avvicinò prendendomi il viso fra le sue mani, baciandomi prima sulla fronte e poi sulle labbra. Un bacio un po' più azzardato degli altri, umido e sensuale, ma il tutto racchiuso con un fare dolce e lento.


                                                                                                * * *


Loki non sapeva di cosa si trattasse, ma mentre fulminava 
con lo sguardo la coppia baciarsi, si sentiva bruciare dentro, come se gli avessero appena rubato qualcosa che apparteneva a lui.
Era strano l'effetto che gli faceva quella giovane.
Sapeva solo che aveva un nuovo piano in mente, il quale riguardava la ragazza come protagonista.
Oh, ci sarà da divertirsi, pensò con una sadica gioia.




 




Buonasera <3

Oggi ho voluto fare un regalino alle lettrici di questa storia, e ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito il primo capitolo, grazie veramente. ^-^
Ho anche fatto un trailer su questa storia, qui c'è il link:   
http://www.youtube.com/watch?v=1ClPq9rgDEs


Ci sentiamo sabato prossimo, grazie ancora gente ;)

 
 
 
  
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