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Autore: Xandalphon    25/02/2014    2 recensioni
L'avventura di vivere comincia da un viaggio. Un monotono strascicare di passi o la scoperta di un mondo?
Dipende dal cuore con cui lo si affronta. Sempre.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Svegliarsi. Lavarsi. Fare colazione. E poi subito in viaggio, fino alla stazione...e poi aspettare, aspettare ancora...Salire su un treno stipato di varia umanità, per darne una definizione delicata.

Alito di gente, profumi di persone che la vicinanza impedisce di trascurare. Navigare come automi per procacciarsi un posto a sedere. Acre odore di ferro bruciato.

Innumerevoli fermate e poi...e poi ancora viaggi, prima in metropolitana e poi a piedi, senza guardare dove si va, senza pensare alla meta, con uno strascichio di passi automatico, quasi stupefacente, quasi considerando il cervello come un a sé, un “a parte” rispetto al corpo, che osserva, forse con un certo orrore, i muscoli che si tendono in movimenti precisi, determinati...

Così nasce e similmente muore una giornata, a cui se ne susseguono, e se ne susseguiranno, altre.

Come il comune giorno di un naufrago nel mar dei Sargassi, su poche tavole di legno o lamiera, a cui non resta altro che esistere.

Senza poter pensare a nulla, se non ai propri tenaci sforzi per la sopravvivenza.

Perché tutto questo? A cosa vale una vita del genere, se non per intrinseca codardia a volersene privare? Ma già per l'atto stesso del suicidio varrebbe la pena continuare il gioco, perché in sé è atto estremo in cui, forse, ci si sente vivi come non mai.

Già, l'alternativa alla piattezza è impazzire, distruggere, fare follie, per poter confessare a sé stessi che si sta vivendo per qualche ragione(come se ci sia sufficiente “ragione” nella follia...)

Oppure lottare.

Lottare ogni giorno contro la morte del cuore e guardare ogni gesto ogni azione, con stupore.

Come se(E infatti è proprio così!) non ci fosse nulla, ma proprio NULLA di scontato al mondo.

Allora sì, ogni viaggio è scoprire un universo, un cosmo fatto di uomini come me, che come me soffrono, gioiscono, si disperano, esultano...

Uno spettacolo di cui si è, se si vuole, spettatori ma allo stesso tempo attori.

Magari siamo solo comparse, un filo insignificante dell'estremo bordo di un ricamo della nonna.

Ma se anche un filo viene a mancare, l'intero ordito si sfalda.

  
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