Lily Evans camminava svelta per i corridoi di Hogwarts, completamente immersa nei suoi pensieri.

Era appena stata da Hagrid , insieme ad Alice, che se n’era poi andata per incontrare il suo fidanzato Frank .
Hagrid le aveva raccontato della sua infanzia, in particolare di sua madre.
Dai suoi racconti non doveva essere così…ehm…materna.
Infatti sua madre era una gigantessa molto temuta in tutta la Gran Bretagna.

Sorrise. Hagrid era capace di renderla allegra anche in quel periodaccio d’esami.
Intendiamoci, Lily era una studentessa modello, era un caposcuola. Ma i M.A.G.O. non sono mica una passeggiata sapete?

I suoi occhi a mandorla color della giada brillarono al buio.

Era tardi. Doveva stare attenta a non farsi beccare da Gazza, il guardiano.
Distratta com’era, andò a sbattere contro un armatura che si trovava di fronte alle scale del dormitorio di Grifondoro.
Essa provocò un forte rumore:
”Oh, no! Ho svegliato tutta Hogwarts!!”pensò Lily.

I quadri cominciarono ad urlarle contro parole irripetibili e lei non fece in tempo a ribattere che una voce stridula la fece sussultare:
“GAZZA!” pensò allarmata.
E iniziò a correre senza una meta, cercando di allontanarsi il più possibile da quella voce maligna.
“Dove sei?” diceva Gazza “Brutto studentello da quattro soldi, appena ti trovo ti regalo un biglietto di sola andata per ritornartene a casa!”.

Lily, intanto, non sapeva dove nascondersi, perché non poteva mica tornare in dormitorio, Gazza l’avrebbe subito beccata…

Trovò una porta di legno massiccio, con un grosso pomello d’ottone. Non l’ aveva mai vista, ma sperò con tutto il cuore che non fosse chiusa a chiave.
La porta si aprì.

La stanza era ampia e molto semplice nell’arredamento. C’era un divano rosso di spalle a lei ed un camino di fronte ad esso.
Si trovava nella prestigiosa stanza delle Necessità.
Si avvicinò al camino, aveva freddo e il tepore del fuoco era un toccasana per lei.

“Evans?” quella voce, la sua voce “Evans, tu, di notte, in giro per la scuola?”
”Si, problemi? Più che altro non mi sorprende il fatto che anche tu sia nella mia stessa situazione, Potter!”

James Potter era uscito dalla penombra in cui si trovava, ora le era vicino, la mano destra che si scompigliava quei capelli neri ribelli, con un espressione di assoluta superiorità che faceva irritare Lily più di ogni cosa.
“Ma non stavamo parlando di te, Lily?” disse James “Perché sei qui?”.
”Beh, ero da Hagrid e ho fatto tardi…” fece lei “tu?”
“Io.. ehm…ero fuori” tagliò corto James.
“Capisco…”ribadì lei tagliente.

James si fermò a guardarla. Era così bella! I capelli rosso fuoco le scendevano sciolti lungo la schiena, gli occhi grandi color giada le illuminavano il bel viso candido.
Era piccolina per la sua età, ma aveva un fisico slanciato e formoso.

“Le donne piccole e minute piacciono sempre a tutti… Septh Cohen, OC”

Le sue piccole mani da fata accarezzavano il morbido velluto del divano…
“E…dimmi Potter…tu che sei esperto…per quanto tempo dovremmo rimanere qui?”.
“Beh, Gazza pattuglierà la zona tutta la notte, perché ha sentito prima il rumore di un armatura cadere in questa zona…” a quell’affermazione Lily arrossì: era lei ad aver fatto cadere l’armatura! “ quindi tutta la notte, temo, finchè Gazza smetterà di fare la guardia”.
”Io…te…qui…di notte? Non se ne parla!” strillò Lily fuori di sé.

“Shshsh! Zitta! Fai quello che vuoi. Se preferisci uscire di qui per essere beccata da Gazza e essere sospesa, fai pure…”
Lily deglutì. Guardò James, che capì che era intenzionata a rimanere con lui.
La rossa si sedette sul divano, e così anche James.
Ci fu silenzio, quando James le chiese:
“Beh, come va con…ehm…Moccios…Piton?”.
Lily non rispose.
“Siete amici anche se ti chiama tu-sai-come?”
“Non lo so…Non lo riconosco più, adesso è preso dalle arti oscure da…” Ma cosa stava facendo? Stava raccontando a Potter della sua vita privata quando lui aveva passato tutti i sette anni di scuola a disturbarla e a metterla in imbarazzo. Il rancore nei confronti di Potter emerse a galla e Lily, frustata rispose:
“Comunque non sono affari tuoi!”
“Si che lo sono”.
“Ma davvero?! Sentiamo le tue ragioni Potter”.
“Perché io ti piaccio”
“No che non mi piaci!”
“Invece si. Ti piaccio da morire, ma hai paura di ammetterlo a te stessa e così lo neghi”
“Io? Innamorata di un prepotente, buffone, ridicolo…”
“…e presuntuoso giocatore di Quidditch come me?”
“Esatto. Non succederà mai!” replicò Lily.
“Bene” disse James . La prese per un braccio, avvicinò i loro volti e la baciò. Il bacio durò due secondi perché Lily si staccò furiosa e urlò:
”James Potter! Tu, come hai osato?” così dicendo gli diede un ceffone a mano piena.

James la guardò basito.

“Ora” continuò Lily “ Tu ti alzi e ti siedi nell’angolo più lontano da me in questa stanza, e ci rimani sinchè Gazza non se ne va e non provare a rivolgere la parola, perché se ci provi ti lancio un Avada Kedavra!!”
James obbedì e si rannicchiò in un angolino in silenzio, aspettando il giorno.
Non era in collera per quello che Lily gli aveva detto. A lui bastava il suo leggero respiro e il suo profumo per stare bene. E ora si poteva considerare fortunato a stare da solo , in una stanza, con una fata dagli occhi di smeraldo.

Ciao! Sono tornata con una nuova storia, che spero recensirete!!A presto…