SETTIMO
"Oh! Lady Doll, Lady Doll!
Corri!
Ti conviene!
Ma
ringrazia l'ombra che segue...
perché
non è l’ira ciò che ti smuove.
Mentre
il distratto gli pesta il piede
e
in due la fuga si prosegue!"
Kei
sgambettò alla sua sinistra imboccando un'altra via ed evitando d'un soffio il
grosso braccio della body-guard che tagliò l'aria a pochi centimetri dalla sua
testa con un sibilo sinistro.
Pensava
che raggiunta quella zona gli sarebbe stato più facile seminarlo tra la fitta
rete di stradine, ma contrariamente alla sua mole l'uomo dimostrava di avere
una buona resistenza e, ancora peggio, un'incredibile velocità.
Per
un attimo credette di essere spacciato; il suo piede scivolò su un cumulo di
neve fresca sprofondandoci in mezzo ed inzuppando ulteriormente i calzini ed i
pantaloni del ragazzo.
Dandosi
una forte spinta con il braccio sulla parete scrostata di una casa riuscì
nuovamente a schivare un secondo tentativo del gorilla di afferrarlo, oltre a
rimediare una brutta scucitura sulla manica del cappotto.
Yuri
si arrabbierà per questo..
Imboccando
due o tre stradine di seguito, gli parve per qualche attimo di essersi lasciato
alle spalle l'accanito inseguitore, ma il passo pesante dell'uomo risuonava
ancora dietro di lui e poco dopo l'uomo riapparve più furioso che mai a pochi
passi da lui.
Poteva
quasi sentire il suo respiro pesante dietro la nuca.
Il
solo pensiero lo fece rabbrividire dandogli la forza di accelerare il passo.
Una
silenziosa corsa lungo le strette vie della città illuminate di tanto in tanto
da qualche pallida luce proveniente dalle insegne dei negozi o dai vecchi
lampioni ghiacciati dal gelo e dalla neve; le case ed i condomini erano troppo
alti per permettere alla Luna di filtrare tra le antenne o i tetti delle
abitazioni e quella zona così dispersa ed ombrosa non proponeva gli svaghi del
centro urbano; per questo nessuno si sognava di mettere piede in quelle strade
ad un'ora così tarda.
Nessuno
avrebbe potuto aiutare quel ragazzo esausto ed alle prese con qualcuno che
all'apparenza poteva apparire immune alla stanchezza e al freddo russo.
Quanto
ancora avrebbe resistito?
Ormai
era al limite..
Sia
i polmoni sia i muscoli delle gambe gli dolevano e non si sarebbe sorpreso se
di lì a poco si fosse ritrovato con la faccia immersa nella neve...
o
peggio...
...prima
di tutto...
se
in una di quelle tante stradine avesse beccato proprio un vicolo cieco.
In
fondo non conosceva alla perfezione quella zona.
Ci
era passato abbastanza volte da permettergli di non perdersi, ma non abbastanza
da evitare di trovarsi di fronte un malaugurato vicolo cieco.
D'improvviso
una sagoma immersa nell'oscurità sbucò in corsa da una via al loro fianco,
scontrandosi di conseguenza con il grosso uomo e facendo perdere ad entrambi
l'equilibrio piombando nella neve fresca che attutì la caduta.
Kei
non perse tempo.
Utilizzò
le sue ultime forze per approfittare di quel fortuito contrattempo e imporre
una buona distanza tra lui ed il suo inseguitore.
In
fondo non gli importava del povero malcapitato - chiunque egli fosse - che
aveva incrociato la sua strada con la body-guard...
...nel
vero senso della parola.
In
quel momento doveva pensare a salvare se stesso.
Prima
di tutto.
Rapido
e silenzioso si allontanò dai due lasciando come unica traccia solo le sue
impronte nella neve candida che ricopriva il suolo.
Takao
si mise a sedere guardandosi disorientato intorno e risistemandosi qualche
ciuffo di capelli dietro le orecchie.
Andò
tastoni e trovandolo a fianco indossò nuovamente il suo inseparabile cappello
dai vivaci colori accesi.
Si
girò verso la direzione dove poco prima era sparito il ragazzo russo.
Quello
che aveva visto poco prima era Kei!
Non
c'erano dubbi... lo aveva visto sfrecciargli davanti poco prima di...
Si
voltò portando di nuovo la sua attenzione di fronte a sé e scrutando con i suoi
grandi occhi scuri attraverso l'oscurità all'ombra della luce del lampione.
Contro
cosa aveva sbattuto?
Un
qualche cartellone di un qualche bar?
Il
silenzio era diventato piuttosto pesante..
Con
suo sommo rammarico "un qualche cartellone di un qualche bar" non era
una spiegazione adeguata alla sua situazione.
I
suoi occhi divennero più lucidi mentre un'espressione supplichevole distorse il
suo volto femmineo di fronte a colui che da un pò di tempo aveva cominciato ad
apparire nei suoi incubi in sostituzione alla "terribile" befana.
Un
brivido lo percorse lungo la schiena, riconoscendo sempre più i familiari
lineamenti spigolosi e massicci.
-
Non può essere... perché ancora tu? -
Con
un tono piagnucoloso ed innaturalmente acuto non poté non ricordare la brutta
esperienza di poco prima.
Se
la situazione non fosse stata così tragica tutto ciò sarebbe potuto apparire
quasi comico...
-
Tu! Brutto moccioso! -
L'uomo
si era già rialzato ed ora osservava truce il ragazzo attraverso le spesse
lenti degli occhiali.
Nonostante
il buio sembrava riuscire a vedere parecchio bene attraverso quegli occhiali.
Uscì
dall'ombra per mostrarsi in tutta la sua disumana quanto minacciosa sagoma
muscolosa.
Takao
rabbrividì nuovamente.
Era
visibilmente fuori di se:
Impossibile
trattare.
-
Perché tutte a me! -
Con
un gridolino schivò prontamente l'assalto dell'uomo, scivolando sulla neve e,
rimettendosi agilmente in piedi, corse a più non posso seguendo le tracce
lasciate da Kei.
Era
più veloce dell'uomo che evidentemente doveva essere anche lui piuttosto
affaticato, ma sarebbe ugualmente riuscito a raggiungere Kei?
Lui
e Rei si erano divisi per riuscire ad intercettare l'amico dandosi
successivamente appuntamento all'Hotel di lì ad un'ora.
Ad
un tratto in un vicolo al suo fianco scorse un movimento.
La
sciarpa bianca di Kei svolazzava pigramente alla sua destra mentre si poteva
scorgere la sagoma del russo seminascosta all'ombra di una rientranza tra il
confine di due case.
-
Kei! C'è un grosso omone che mi insegue!! -
Il
volto stupito di Kei apparve sotto la luce di un lampione per poi mutare in
un'espressione di indignazione mista all'irritazione.
-
Razza di deficiente! Dopo tutto quello che ho fatto per seminarlo me lo vieni a
riportare indietro! -
Gli
occhi cremisi del rosso si socchiusero in una smorfia di rassegnazione di
fronte alla faccia da ebete che aveva assunto il compagno.
Takao
lo fissò imbarazzato fissando impacciato un punto lungo la sua sinistra...
- Ah... be sai... -
Un
vento passeggero soffiò per la via facendo svolazzare all'insù la candida
sciarpa di Kei accompagnata un lento movimento del suo cappotto.
La
luce di un lampione si rifletté con lucidi riflessi argentei sui ciuffi del
russo mutando di tonalità per via del pacato movimento imposto loro dal soffio
del vento.
Quel
vento che dopo un istante parve passare dall'altro ragazzo con cui giocò, a sua
volta, con i lunghi ciuffi neri dei suoi capelli.
Il
giapponese non poté che lasciarsi andare a quella piacevole sensazione.
Piacevole
e rilassante quanto il canto delle sirene.
-
Takao! Che stai facendo! Corri! -
La
voce di Kei fece trasalire il moro, poco prima cullato da quella dolce brezza,
che si rese conto di avere alle sue spalle, pronto a colpirlo, l'omone in nero.
Soffocando
un grido si abbassò per evitarlo ed afferrò la mano che il russo gli porgeva,
si tirò stordito di nuovo in piedi riprendendo la corsa fianco a fianco con
l'amico.
E
nuovamente inseguiti dall'uomo...
Mentre
quest'ultimo lanciava loro taglienti imprecazioni che a poco a poco si spensero
dietro il fiatone della corsa...
Takao
osservò poco più avanti di lui il compagno.
Era
felice di averlo finalmente trovato e di costatare che non era caduto nelle
grinfie del nonno..
Ma
per quanto ancora?
Non
potevano continuare a correre come matti per la città..
Probabilmente
il gorilla li avrebbe presi prima.
Per
quanto correva sembrava accusare pochissimo la stanchezza e inoltre quell’uomo
era veloce e non si arrendeva di fronte a niente.
In
suo contrario Kei sembrava riuscire a correre per puro miracolo, infreddolito e
stanco com’era non avrebbe retto a lungo, inoltre correre con quel pesante
cappotto bianco doveva essere difficoltoso.
Il
giapponese si soffermò sul profilo del ragazzo; era pallido ed aveva la fronte
imperlata di sudore, perfino i suoi occhi brillanti come rubini erano oscurati
da un velo opaco.
Dovevano
escogitare un qualche sistema per levarsi dai piedi la body-guard.
In
quel mentre, distratto dai suoi pensieri, il moro mise il piede in fallo
ottenendo in risultato un brutto stracollo che lo fece cadere a terra su un
fianco.
Kei
si bloccò di scatto voltandosi verso l’amico.
L'espressione
del volto impassibile, ma severa.
I
capelli argentati mossi dal brusco movimento.
-
Takao! -
Il
moro tentò di rialzarsi, ma il gorilla era già pronto a saltargli addosso.
Indifeso
Takao tentò di ripararsi d’istinto il viso con le braccia..
Per
un attimo i suoi occhi neri si chiusero mentre alzava una gamba per respingere
l’uomo sebbene sapesse non sarebbe servito a nulla.
Perché
sempre tutte a me!
Un
fruscio d’aria alle sue spalle gli fece riaprire gli occhi.
Kei
era corso in tempo in suo aiuto.
Con
una velocità incredibile si gettò contro l’omone, del tutto sorpreso, dandogli
una spinta abbastanza forte da farlo barcollare e quindi indietreggiare.
In
questo modo la sua attenzione venne per breve tempo distolta dal moro.
Senza
perdere tempo il russo aiutò Takao a rialzarsi.
Per
un istante un’occhiata d’intesa illuminò i loro sguardi e scambiandosi un
sorrisino per niente benevolo presero in contemporanea una piccola rincorsa
all’indietro.
Fissarono
l’uomo che leggermente stordito si ergeva in piedi a qualche metro da loro.
In
quel momento l'intesa tra quei due ragazzi così diversi, ma con una grande
fermezza nei loro sogni sembrò appartenere ad un unico essere. Le sensazioni
dei loro precedenti combattimenti, il particolare legame che lega due avversari
della loro taglia ed il loro rispetto reciproco sembravano essere diventati il
mezzo con il quale, trammite una sola occhiata, due persone siano riuscite a
leggersi nella mente.
Anche
senza un particolare segnale i due blader scattarono sincronici in una rapida
corsa contro il loro inseguitore.
Il
gorilla, aspettandosi da loro un attacco frontale simile al primo, alzò le
braccia pronto a colpirli, ma i due si chinarono proprio a pochi passi da lui
ed approfittando della superficie scivolosa della strada, si lanciarono in
scivolata sulle gambe dell’uomo colto alla sprovvista.
Quest’ultimo
crollò violentemente in avanti sprofondando sulla neve che questa volta non era
abbastanza spessa per attutire la caduta.
Un
urlo di dolore riempì l’intera stradina.
L’uomo
si rialzò.
Il
naso sanguinate che cercava di essere nascosto da una grossa e nodosa mano
abbronzata.
Gli
occhiali dalle spesse lenti scure, ormai ridotte in frantumi, ancora a terra
nel punto in cui la neve rossastra aveva assunto la sagoma di un viso...
Infuriato
e fuori di sé.
La
rabbia soppressa in quella nottata che aspettava solo si scoppiare.
Scoppiare
e avventarsi con pesanti pugni e mazzate su chiunque avrebbe tentato di
fermarla.
Su
chi, prima di tutti, era la causa di quel pericoloso fuoco che una volta
divampato distrugge qualunque cosa.
Non
importa se sono i nipoti del datore di lavoro…
O
se sono i campioni di stupidi tornei di trottole.
Prima
di tutto…
…dovevano
pagare.
Si
voltò rabbioso pronto ad assalire e colpire i due.
Colpi
lanciati a vuoto.
La
consapevolezza di essere i soli presenti in quella triste stradina senza luce.
La
consapevolezza di esserseli fatti scappare.
Due
allegre risate cristalline che si sperdevano in quell’aria fredda della notte.
Un
urlo pieno di collera e disprezzo.
...
Ciaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!
Scusatemi!!! Sono scomparsa dalla scena per troppo tempo! Non volevo farvi aspettare
così tanto per questo capitolo!! Chiedo scusa, ma sono terribilmente
impegnata!! Infatti, temo che non sia venuto troppo bene questo capitolo... ç.ç
Ed è venuto anche corto... ç.ç
Spero
di riuscire a finire il prossimo in meno tempo così da impostarlo prima!! +.+
Ok! Vi saluto e vi ringrazio per aver continuato a seguirmi nonostante io vi faccia aspettare tanto! GRAZIE anche a tutti coloro che mi commentano nei vari siti!! CIAUX!!!!! ^.^