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Autore: Hupa    04/12/2004    3 recensioni
Ok...una introduzione che sia tale...vediamo... Russia, notte... nuooooooo...non so che scrivere apparte che c'è Kei che di punto in bianco prende e se ne va di casa, naturalmente il nonnino ciò non gliela fa passare e il porello dovrà decidersi se stare dietro al suo orgoglio (e quindi morire congelato) oppure chiedere aiuto ai suo compagni... oh... si dai...non sono fatta per queste cose! xD
Genere: Drammatico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Rei Kon, Takao Kinomiya, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SETTIMO

SETTIMO

 

"Oh! Lady Doll, Lady Doll!

Corri! Ti conviene!

Ma ringrazia l'ombra che segue...

perché non è l’ira ciò che ti smuove.

Mentre il distratto gli pesta il piede

e in due la fuga si prosegue!"

 

Kei sgambettò alla sua sinistra imboccando un'altra via ed evitando d'un soffio il grosso braccio della body-guard che tagliò l'aria a pochi centimetri dalla sua testa con un sibilo sinistro.

Pensava che raggiunta quella zona gli sarebbe stato più facile seminarlo tra la fitta rete di stradine, ma contrariamente alla sua mole l'uomo dimostrava di avere una buona resistenza e, ancora peggio, un'incredibile velocità.

Per un attimo credette di essere spacciato; il suo piede scivolò su un cumulo di neve fresca sprofondandoci in mezzo ed inzuppando ulteriormente i calzini ed i pantaloni del ragazzo.

Dandosi una forte spinta con il braccio sulla parete scrostata di una casa riuscì nuovamente a schivare un secondo tentativo del gorilla di afferrarlo, oltre a rimediare una brutta scucitura sulla manica del cappotto.

Yuri si arrabbierà per questo..

Imboccando due o tre stradine di seguito, gli parve per qualche attimo di essersi lasciato alle spalle l'accanito inseguitore, ma il passo pesante dell'uomo risuonava ancora dietro di lui e poco dopo l'uomo riapparve più furioso che mai a pochi passi da lui.

Poteva quasi sentire il suo respiro pesante dietro la nuca.

Il solo pensiero lo fece rabbrividire dandogli la forza di accelerare il passo.

Una silenziosa corsa lungo le strette vie della città illuminate di tanto in tanto da qualche pallida luce proveniente dalle insegne dei negozi o dai vecchi lampioni ghiacciati dal gelo e dalla neve; le case ed i condomini erano troppo alti per permettere alla Luna di filtrare tra le antenne o i tetti delle abitazioni e quella zona così dispersa ed ombrosa non proponeva gli svaghi del centro urbano; per questo nessuno si sognava di mettere piede in quelle strade ad un'ora così tarda.

Nessuno avrebbe potuto aiutare quel ragazzo esausto ed alle prese con qualcuno che all'apparenza poteva apparire immune alla stanchezza e al freddo russo.

Quanto ancora avrebbe resistito?

Ormai era al limite..

Sia i polmoni sia i muscoli delle gambe gli dolevano e non si sarebbe sorpreso se di lì a poco si fosse ritrovato con la faccia immersa nella neve...

o peggio...

...prima di tutto...

se in una di quelle tante stradine avesse beccato proprio un vicolo cieco.

In fondo non conosceva alla perfezione quella zona.

Ci era passato abbastanza volte da permettergli di non perdersi, ma non abbastanza da evitare di trovarsi di fronte un malaugurato vicolo cieco.

D'improvviso una sagoma immersa nell'oscurità sbucò in corsa da una via al loro fianco, scontrandosi di conseguenza con il grosso uomo e facendo perdere ad entrambi l'equilibrio piombando nella neve fresca che attutì la caduta.

Kei non perse tempo.

Utilizzò le sue ultime forze per approfittare di quel fortuito contrattempo e imporre una buona distanza tra lui ed il suo inseguitore.

In fondo non gli importava del povero malcapitato - chiunque egli fosse - che aveva incrociato la sua strada con la body-guard...

...nel vero senso della parola.

In quel momento doveva pensare a salvare se stesso.

Prima di tutto.

Rapido e silenzioso si allontanò dai due lasciando come unica traccia solo le sue impronte nella neve candida che ricopriva il suolo.

Takao si mise a sedere guardandosi disorientato intorno e risistemandosi qualche ciuffo di capelli dietro le orecchie.

Andò tastoni e trovandolo a fianco indossò nuovamente il suo inseparabile cappello dai vivaci colori accesi.

Si girò verso la direzione dove poco prima era sparito il ragazzo russo.

Quello che aveva visto poco prima era Kei!

Non c'erano dubbi... lo aveva visto sfrecciargli davanti poco prima di...

Si voltò portando di nuovo la sua attenzione di fronte a sé e scrutando con i suoi grandi occhi scuri attraverso l'oscurità all'ombra della luce del lampione.

Contro cosa aveva sbattuto?

Un qualche cartellone di un qualche bar?

Il silenzio era diventato piuttosto pesante..

Con suo sommo rammarico "un qualche cartellone di un qualche bar" non era una spiegazione adeguata alla sua situazione.

I suoi occhi divennero più lucidi mentre un'espressione supplichevole distorse il suo volto femmineo di fronte a colui che da un pò di tempo aveva cominciato ad apparire nei suoi incubi in sostituzione alla "terribile" befana.

Un brivido lo percorse lungo la schiena, riconoscendo sempre più i familiari lineamenti spigolosi e massicci.

- Non può essere... perché ancora tu? -

Con un tono piagnucoloso ed innaturalmente acuto non poté non ricordare la brutta esperienza di poco prima.

Se la situazione non fosse stata così tragica tutto ciò sarebbe potuto apparire quasi comico...

- Tu! Brutto moccioso! -

L'uomo si era già rialzato ed ora osservava truce il ragazzo attraverso le spesse lenti degli occhiali.

Nonostante il buio sembrava riuscire a vedere parecchio bene attraverso quegli occhiali.

Uscì dall'ombra per mostrarsi in tutta la sua disumana quanto minacciosa sagoma muscolosa.

Takao rabbrividì nuovamente.

Era visibilmente fuori di se:

Impossibile trattare.

- Perché tutte a me! -

Con un gridolino schivò prontamente l'assalto dell'uomo, scivolando sulla neve e, rimettendosi agilmente in piedi, corse a più non posso seguendo le tracce lasciate da Kei.

Era più veloce dell'uomo che evidentemente doveva essere anche lui piuttosto affaticato, ma sarebbe ugualmente riuscito a raggiungere Kei?

Lui e Rei si erano divisi per riuscire ad intercettare l'amico dandosi successivamente appuntamento all'Hotel di lì ad un'ora.

Ad un tratto in un vicolo al suo fianco scorse un movimento.

La sciarpa bianca di Kei svolazzava pigramente alla sua destra mentre si poteva scorgere la sagoma del russo seminascosta all'ombra di una rientranza tra il confine di due case.

- Kei! C'è un grosso omone che mi insegue!! -

Il volto stupito di Kei apparve sotto la luce di un lampione per poi mutare in un'espressione di indignazione mista all'irritazione.

- Razza di deficiente! Dopo tutto quello che ho fatto per seminarlo me lo vieni a riportare indietro! -

Gli occhi cremisi del rosso si socchiusero in una smorfia di rassegnazione di fronte alla faccia da ebete che aveva assunto il compagno.

Takao lo fissò imbarazzato fissando impacciato un punto lungo la sua sinistra...

- Ah... be sai... -

Un vento passeggero soffiò per la via facendo svolazzare all'insù la candida sciarpa di Kei accompagnata un lento movimento del suo cappotto.

La luce di un lampione si rifletté con lucidi riflessi argentei sui ciuffi del russo mutando di tonalità per via del pacato movimento imposto loro dal soffio del vento.

Quel vento che dopo un istante parve passare dall'altro ragazzo con cui giocò, a sua volta, con i lunghi ciuffi neri dei suoi capelli.

Il giapponese non poté che lasciarsi andare a quella piacevole sensazione.

Piacevole e rilassante quanto il canto delle sirene.

- Takao! Che stai facendo! Corri! -

La voce di Kei fece trasalire il moro, poco prima cullato da quella dolce brezza, che si rese conto di avere alle sue spalle, pronto a colpirlo, l'omone in nero.

Soffocando un grido si abbassò per evitarlo ed afferrò la mano che il russo gli porgeva, si tirò stordito di nuovo in piedi riprendendo la corsa fianco a fianco con l'amico.

E nuovamente inseguiti dall'uomo...

Mentre quest'ultimo lanciava loro taglienti imprecazioni che a poco a poco si spensero dietro il fiatone della corsa...

Takao osservò poco più avanti di lui il compagno.

Era felice di averlo finalmente trovato e di costatare che non era caduto nelle grinfie del nonno..

Ma per quanto ancora?

Non potevano continuare a correre come matti per la città..

Probabilmente il gorilla li avrebbe presi prima.

Per quanto correva sembrava accusare pochissimo la stanchezza e inoltre quell’uomo era veloce e non si arrendeva di fronte a niente.

In suo contrario Kei sembrava riuscire a correre per puro miracolo, infreddolito e stanco com’era non avrebbe retto a lungo, inoltre correre con quel pesante cappotto bianco doveva essere difficoltoso.

Il giapponese si soffermò sul profilo del ragazzo; era pallido ed aveva la fronte imperlata di sudore, perfino i suoi occhi brillanti come rubini erano oscurati da un velo opaco.

Dovevano escogitare un qualche sistema per levarsi dai piedi la body-guard.

In quel mentre, distratto dai suoi pensieri, il moro mise il piede in fallo ottenendo in risultato un brutto stracollo che lo fece cadere a terra su un fianco.

Kei si bloccò di scatto voltandosi verso l’amico.

L'espressione del volto impassibile, ma severa.

I capelli argentati mossi dal brusco movimento.

- Takao! -

Il moro tentò di rialzarsi, ma il gorilla era già pronto a saltargli addosso.

Indifeso Takao tentò di ripararsi d’istinto il viso con le braccia..

Per un attimo i suoi occhi neri si chiusero mentre alzava una gamba per respingere l’uomo sebbene sapesse non sarebbe servito a nulla.

Perché sempre tutte a me!

Un fruscio d’aria alle sue spalle gli fece riaprire gli occhi.

Kei era corso in tempo in suo aiuto.

Con una velocità incredibile si gettò contro l’omone, del tutto sorpreso, dandogli una spinta abbastanza forte da farlo barcollare e quindi indietreggiare.

In questo modo la sua attenzione venne per breve tempo distolta dal moro.

Senza perdere tempo il russo aiutò Takao a rialzarsi.

Per un istante un’occhiata d’intesa illuminò i loro sguardi e scambiandosi un sorrisino per niente benevolo presero in contemporanea una piccola rincorsa all’indietro.

Fissarono l’uomo che leggermente stordito si ergeva in piedi a qualche metro da loro.

In quel momento l'intesa tra quei due ragazzi così diversi, ma con una grande fermezza nei loro sogni sembrò appartenere ad un unico essere. Le sensazioni dei loro precedenti combattimenti, il particolare legame che lega due avversari della loro taglia ed il loro rispetto reciproco sembravano essere diventati il mezzo con il quale, trammite una sola occhiata, due persone siano riuscite a leggersi nella mente.

Anche senza un particolare segnale i due blader scattarono sincronici in una rapida corsa contro il loro inseguitore.

Il gorilla, aspettandosi da loro un attacco frontale simile al primo, alzò le braccia pronto a colpirli, ma i due si chinarono proprio a pochi passi da lui ed approfittando della superficie scivolosa della strada, si lanciarono in scivolata sulle gambe dell’uomo colto alla sprovvista.

Quest’ultimo crollò violentemente in avanti sprofondando sulla neve che questa volta non era abbastanza spessa per attutire la caduta.

Un urlo di dolore riempì l’intera stradina.

L’uomo si rialzò.

Il naso sanguinate che cercava di essere nascosto da una grossa e nodosa mano abbronzata.

Gli occhiali dalle spesse lenti scure, ormai ridotte in frantumi, ancora a terra nel punto in cui la neve rossastra aveva assunto la sagoma di un viso...

Infuriato e fuori di sé.

La rabbia soppressa in quella nottata che aspettava solo si scoppiare.

Scoppiare e avventarsi con pesanti pugni e mazzate su chiunque avrebbe tentato di fermarla.

Su chi, prima di tutti, era la causa di quel pericoloso fuoco che una volta divampato distrugge qualunque cosa.

Non importa se sono i nipoti del datore di lavoro…

O se sono i campioni di stupidi tornei di trottole.

Prima di tutto…

…dovevano pagare.

Si voltò rabbioso pronto ad assalire e colpire i due.

Colpi lanciati a vuoto.

La consapevolezza di essere i soli presenti in quella triste stradina senza luce.

La consapevolezza di esserseli fatti scappare.

Due allegre risate cristalline che si sperdevano in quell’aria fredda della notte.

Un urlo pieno di collera e disprezzo.

 

...

 

 

Ciaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!! Scusatemi!!! Sono scomparsa dalla scena per troppo tempo! Non volevo farvi aspettare così tanto per questo capitolo!! Chiedo scusa, ma sono terribilmente impegnata!! Infatti, temo che non sia venuto troppo bene questo capitolo... ç.ç Ed è venuto anche corto... ç.ç

Spero di riuscire a finire il prossimo in meno tempo così da impostarlo prima!! +.+

Ok! Vi saluto e vi ringrazio per aver continuato a seguirmi nonostante io vi faccia aspettare tanto! GRAZIE anche a tutti coloro che mi commentano nei vari siti!! CIAUX!!!!! ^.^

  
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