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Autore: Cate305invictus    25/02/2014    2 recensioni
Un breve racconto su un importante valore universale: l'onore ! La storia racconta spesso episodi incentrati su di esso. A me piace pensare ai cavalieri medievali, che combattono tutto il giorno per la vita ... E poi la sera? Beh, la sera dormono insieme, amici e nemici, senza approfittare delle tenebre per assassinare i propri avversari. Questi uomini credono nelle proprie capacità, credono di potersi salvare grazie alla loro forza in campo e non tramite delitti e stratagemmi... E subentra anche la fiducia verso i nemici, riuscire quindi a dormire sereni sapendo che la notte ad un certo punto terminerà e lascerà spazio a un nuovo giorno, e quindi a un nuovo combattimento leale. I cavalieri rischiano la vita perchè credono nell'onore personale e altrui. Vediamo se vi piace il mio scritto, magari riesco a far piacere a qualcuno il medioevo :)
Genere: Malinconico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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IL SANGUE E L'ONORE

Il sole calava lentamente all'orizzonte. Era tempo di sfide. "Ai posti ..." Il vento gelido che penetrava attraverso la maglia risvegliava i miei sensi, ero immobile e lo vedevo... Lui era come me, mi attendeva, e io lo stesso. La sua armatura era nera come la pece, il suo sguardo mi era proibito. I costumi hanno fatto la loro scelta, non è lecito vedere gli occhi di chi muore...o di chi uccide "alzate le lance !" Rivolsi lo sguardo verso la terrazza di sua maestà ed è lì, circondato da pochi araldi e poche dame, che osservava compiaciuto i suoi cavalieri soli in quella vasta landa inglese, terra di chi glorifica il proprio nome o lo disperde nelle polveri. L'urlo di un re assetato di sangue suona come il ruggito di una belva: congela e fa sentire vivi...ero pronto. E anche il mio avversario, ritto sul suo cavallo, immobile. "Partite !" 
Colpo di tacco e Honor partì al galoppo. Corri Honor ... Corri... Le distanze si accorciavano, sempre di più. vidi sfrecciare verso di me quel demone senza volto, veloce e possente, con la lancia in posizione. Era il momento... Attaccai, lui schivò... Colpo di lancia ! ...e poi più nulla... Ebbi a malapena il tempo di udire il rumore metallico della guardastanca che si staccava e un fitto dolore al fianco destro mi colse. Mi avvolsero le tenebre e caddi a terra. Ed ecco, solo per un istante, scorsi la figura di mio padre, splendente, e per un momento rimase con me. E in un momento i ricordi tornarono alla mente e le ferite bruciarono ancora... Sentii una voce che mi ridestò, perchè un ordine reale vale più di qualsiasi dolore. "Spade!" Gridò, e una luce mi illuminò il viso. Gli ultimi raggi del dì  penetrarono attraverso i miei occhi, riportandomi alla mia realtà. Il ricordo di Mio padre svanì.  Mi alzai a fatica, ma sfilai la spada con maestria. Il mio avversario scendeva da cavallo proprio in quell'istante e si parò in fronte a me. Il duello riprese. Le grida esultanti del pubblico in festa facevano pulsare il sangue nelle vene, ogni colpo schivato per sorte o grazia divina invece lo raggelava. Le fitte al fianco non fermarono la mia determinazione, ma accesero in me una spietatezza cruenta, un'insaziabile sete di sangue. Sferrai un colpo brutale al leone che si batteva con fierezza e capacità, dirimpetto a me. con gran gioia vidi sgorgare nero sangue dal suo braccio e la fiera cadde in ginocchio. Ed è quella la scelta più dura per un uomo, decidere della morte di un suo simile, che per mano nemica aveva visto sfumare la vittoria. Un cavaliere non può che vivere per se stesso o non vivere affatto, così fu scritto nel suo destino. Imbracciai la spada, pronto a donargli l'estremo saluto... Lui nemmeno alzò la testa, rimase chino ad attendere con coraggio la sua sorte. D'un tratto però il suono di una tromba fermò il mio ardore, lo stesso suono che si sente quando un duello termina ed un uomo muore.
"Per mia volontà" esordi il re " la sfida termina qui. La notte è calata e non è bene che si combatta al buio. Desidero che il duello sia ripreso domani all'alba, senza vincitori  nè vinti, sarà il nuovo giorno a determinare un campione" 
Con rammarico abbassai l'arma e la riposi nel fodero. Non mi scomposi e così il mio avversario, che non gioì nemmeno per una grazia tanto miracolosa. Ci avviammo verso il castello del re, nell'alloggio collettivo che il sovrano ci concesse per riposarci e riacquistare le forze. Fu quella la prima volta che ebbi la possibilità di scoprire il volto e il nome del nero cavaliere: Sir Lorenzo Berminghton, dagli occhi azzurri del colore dei più limpidi laghi di montagna e i capelli biondi e lunghi come il grano. Era così diverso dalla mia persona. Eppure scorsi in quel suo sguardo la stessa malinconica rassegnazione che mi caratterizzava, la triste consapevolezza che uno di noi avrebbe dovuto dire addio alla propria vita e crollare inerme ai piedi dell'altro. Ma il viso tirato gli conferiva una sicurezza inabissabile; non garantiva la sopravvivenza ma dava la consapevolezza  di donare se stessi in un campo di battaglia. Capii in quel momento che qualunque sospetto potesse nascere da quella convivenza notturna sarebbe stato del tutto infondato. È risaputo infatti che il mondo è pieno di uomini privi di valore, in grado di commettere gli atti più vili e codardi. Rappresenta una tentazione troppo grande un corpo nemico assopito al proprio fianco, sentire il suo respiro lieve e innocuo ed essere consapevoli che nessuno avrebbe osato rendere conto di un tremendo misfatto. Ma i cavalieri temono la luce del giorno più delle tenebre notturne. Bastò guardarsi negli occhi ed entrambi capimmo che non vi era pericolo. Avremmo dormito la nostra ultima notte in terra o forse una delle tante. Avremmo visto il sole sorgere assieme, ci saremmo stretti la mano in campo la mattina e avremmo imbracciato le armi. Avremmo sorriso a quell'ultimo saluto e ci saremmo massacrati per salvare il nostro nome . La paura di morire è la scusa di chi non ha saputo vivere. 
Ora  mi ritrovo qui, circondato dalla notte più profonda, e sento che non ho timore. Non rimango sveglio per diffidenza ma per ricordare, forse per l'ultima volta, ogni sfumatura di questo giorno. E se un dio lassù vorrà concedermi  la salvezza racconterò ai posteri l'importanza dell'onore. E verranno tramandati i valori dei cavalieri e come essi combattevano violentemente il giorno per poi dormire insieme la notte, al sicuro, e riprendere a duellare quando il cielo era azzurro e la vittoria gloriosa si festeggiava di fronte all'animo fragile di tutti i presenti, non nascosta da una mano armata nell'oscurità. Si narreranno le gesta di uomini veri, agguerriti e in competizione  per un diritto esclusivo, che non lascia spazio a tranelli e sotterfugi ma va conquistato.  L'odio nemico nasce e muore seguendo il percorso del sole nel cielo: Esso si libera quando il sole sorge e si quieta quando tramonta.  Mentre i pensieri miei viaggiano copiosi nella  mente e nel cuore, un primo raggio luminoso inizia a brillare all'orizzonte. La notte scompare, porta con sè incubi e desideri crudeli e spazza via i fantasmi che ci opprimono. Il calore mi riscalda dolcemente le gote. Sir Lorenzo si solleva dal suo giaciglio con l'aria tranquilla e riposata di chi non ha mai dubitato delle intenzioni altrui. Il gallo canta una volte, gli uccellini prendono a pigolare e pigolare, gli animali vengono liberati nei prati verdi, i servitori spalancano porte e finestre ! D'un tratto l'ostilità prepotente rinasce. Le armature lucenti ci attendono, l'aria profuma nuovamente di sangue. Il sole sorge dietro la collina e un sonoro squillo di tromba interrompe la pace... Alba. 
  
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