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Autore: metaldolphin    26/02/2014    7 recensioni
"Arrampicata sulla scaletta per raccogliere i mandarini maturi, faticavo già abbastanza a mantenere il mio già precario equilibrio, messo a dura prova dal moto ondoso seguito dalla nave, ed ero abbastanza nervosa anche senza le domande idiote di Zoro."
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Comunque insieme'
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-Nami, se io morissi staresti a lutto?

Arrampicata sulla scaletta per raccogliere i mandarini maturi, faticavo già abbastanza a mantenere il mio già precario equilibrio, messo a dura prova dal moto ondoso seguito dalla nave, ed ero abbastanza nervosa anche senza le domande idiote di Zoro.

Serrai le mascelle e risposi, velenosa come poche volte nella mia breve vita: -Certo, come no! Anzi, guarda, per entrare ancora meglio nel ruolo della disperata, non toglierò nemmeno i punti neri dal naso, così avrò più roba scura addosso!

Mi guardò perplesso, senza riuscire a capire se il mio fosse o meno uno scherzo, così ne approfittai per continuare a sbraitare: -Ma sei davvero idiota o cosa? Perché dovresti morire? Perché ti saltano in mente certe idee?

Fortunatamente, tutti gli altri erano scesi dalla nave per gli ultimi approvvigionamenti: si erano risparmiati l’ultima alzata d’ingegno dello Spadaccino.

Scrollò le spalle.
-È una possibilità, nemmeno tanto remota a dirla tutta. E se dovesse accadere, non vorrei mai che tu ne portassi il minimo segno. Promettimelo.

Ancora più furiosa, senza accorgermene stritolai il frutto maturo che avevo tra le dita e rimasi a guardare, inebetita, il succo che gocciolava, perdendosi tra l’erba; scagliai lontano ciò che ne restava, quindi mi precipitai verso lui, furiosa come mai.

Era sdraiato sul ponte, nella sua consueta posizione con le mani dietro la nuca a sostenere la testa e gli occhi chiusi. Gli piombai addosso, troncandogli il respiro e lo fissai nell’occhio, sgranato per la sorpresa.
-Io non ti prometto niente di niente, capito stupido idiota?- gli urlai in faccia: -Prova a morire e ti verrò a cercare fino all’inferno! E la mia ira sarà così grande che anche quel posto, al confronto, lo troveresti piacevole!

Alzai entrambi i pugni per abbatterli su quella zucca vuota che aveva al posto della testa, ma li intercettò a mezz’aria, afferrando prontamente i polsi con le sue grandi mani, facendomi rimanere allibita, in silenzio, mentre un ghigno prendeva forma sul suo viso.
-Ne saresti capace- affermò, pacato -Non ne ho il minimo dubbio, ragazzina.

Quel riferimento  mi alterò ancora di più… a distanza di mesi, ricordavo ancora quell’episodio con un brivido: era praticamente morto davanti ai miei occhi, in quella maledetta arena ormai ridotta ad un cumulo di macerie.

Zoro interruppe i miei pensieri capovolgendo la nostra posizione, senza lasciarmi andare, e mi pesava addosso, sull’erba umida del ponte, costringendomi le braccia distese sulla testa e non riuscii più a muovermi.
Mentre inchiodava il suo sguardo al mio si fece serio.
-Tornerò sempre da te, Nami, mormorò convinto, prima di abbassarsi a baciarmi quasi ferocemente, con una disperazione che mai avevo avvertito.

Mugolai per il dolore e sentii il sapore del sangue in bocca, quando mi morse il labbro inferiore; ma non si fermò, anche se di certo si era accorto di quella sensazione metallica in bocca. Perché lui conosceva bene il sapore del sangue, specialmente del suo, che assaggiava in quasi tutti gli scontri cui prendeva parte… ed in quella battaglia, anche se così diversa da quelle in cui era solito misurarsi, non si stava comportando in maniera diversa.

Non sapevo se essere arrabbiata o eccitata da quel comportamento inconsueto, comunque non  potevo fare nulla contro la sua forza smisurata e, quando si staccò da me, ero pronta a vomitargli tutta una serie di insulti.

Guardai il suo occhio lucido, quasi febbricitante, e mi fermai.
   
 
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