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Autore: xCyanide    26/02/2014    4 recensioni
La prima volta che l’avevo visto, però, la ricordavo.
Ve l’ho detto, era semplicemente apparso, non lo conoscevo. Non lo avevo mai visto prima di allora.
E quindi come ha fatto uno sconosciuto a sembrarmi così familiare, proprio come se fosse casa mia? [dal primo capitolo]
-Ti stai innamorando di me, Frank? – chiese, con così tanta tranquillità e naturalezza che mi sembrò quasi strano sentir uscire quelle parole dalla sua bocca. [dal sesto capitolo]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 15 - Di risvegli e autodistruzione.

-Pensi sia sveglio adesso? – domandò una voce che conoscevo bene, molto preoccupata e molto vicina al mio viso. Sentivo, ma non riuscivo ancora a rispondere.
-Non… non lo so – sussurrò in risposta una voce tremante e debole, dall’accento francese. –Il dottore ha detto… ha d-detto che gli hanno degli antidolorifici e che dormirà per un po’ ma…
-Devi stare calmo perché quando si sveglierà cercherà te e non puoi permetterti di farti vedere conciato in questo modo – tipico di Brian, che si divertiva spesso a ricordare che gli altri erano troppo empatici verso qualsiasi cosa o persona. –Credo che già moralmente sarà distrutto.
-Dove sono i suoi genitori? – dopo essersi schiarito la voce, Geràrd aveva porto questa domanda con delicatezza, come se avesse paura. –Fortunatamente non ci siamo incontrati, non vorrei creare più problemi di quelli che già ci sono.
-So che hanno detto ai dottori che sono stati i soliti bulletti della scuola. Sono andati via appena Linda ha avuto la certezza che fosse in buone mani. Credo comunque che il padre non tornerà volentieri, quella povera donna ha trovato il figlio in un lago di sangue quando è tornata a casa. Avranno altre cose di cui discutere probabilmente – avvertii le dita calde di Bri tra i capelli che lentamente me li scostavano probabilmente per farmi prendere fresco e subito il peso di qualcuno, probabilmente Geràrd, che affondava completamente il materasso ai lati dei miei piedi.
 -Mi chiedo come si faccia a fare male ad una persona del genere – mormorò Geezie, sospirando appena. –E’ così… così debole e dolce, chissà cosa è successo.
-Lo ami davvero tanto eh? – sentivo la voce di Brian che sorrideva. Sorrideva nel dirlo, nel chiedere quella cosa a Geràrd che probabilmente era arrossito fino al midollo.
-Lo amo davvero tanto, si. E mi dispiace… mi sento colpevole, perché tutto questo è colpa mia. Se solo non mi avesse conosciuto, se solo avessi continuato a guardarlo da lontano come avevo sempre fatto… avrei solo evitato tutto questo dolore, capisci? - mi prese dolcemente la mano e con estrema attenzione intrecciò le dita con le mie inermi. Probabilmente ancora avevo tutta quella schifezza chimica in corpo.
-Non si può tornare indietro e non devi assolutamente azzardarti a sparire solo alla vista di queste difficoltà. Se tu andassi via, lui morirebbe. Non l’ho mai visto così felice, Geràrd, e comunque se ti venisse anche solo in mente di ferirlo ti spaccherei questo faccino androgino con due minuti – lo disse ridendo ma sapevo che, se mosso da rabbia cieca, il mio migliore amico lo avrebbe fatto davvero. Avvertii anche la risatina dolce del mio ragazzo che continuava lentamente a carezzarmi il dorso della mano.
Poi, in crescendo, un dolore lancinante prese possesso del mio petto facendomi vedere le stelle, e mi fece lamentare pianissimo con la voce completamente consumata.
Il silenzio calò nella stanza, ma sentii subito dopo i passi pesanti di Brian che si dirigevano fuori per chiamare una dottoressa, probabilmente.
 
Due ore dopo riuscii finalmente ad aprire gli occhi e venni subito a sapere che no, non avevo niente di rotto, e si, avrei dovuto passare una serata all’ospedale per tornare a casa il giorno dopo.
L’unico problema? Non volevo tornare a casa per prendere di nuovo calci e pugni e non volevo vedere il viso di merda di mio padre, che sicuramente avrebbe continuato ad insultare gratuitamente.
Tuttavia non volevo assolutamente dire ai medici come realmente era andata dato che non volevo che la mia famiglia finisse in una situazione spiacevole. Preferivo tenermi tutto dentro e non dirlo a nessuno che non lo sapesse già. In fondo, le risse nelle scuole non erano niente di nuovo per i dottori e i loro aiutanti e nessuno si sarebbe traumatizzato.
Geràrd era accanto a me e stava togliendo con attenzione i capelli dalla fronte livida come il resto del mio corpo. Ero svenuto presto per il dolore ma Brian mi aveva spiegato che, a quanto dicevano i segni sul mio corpo, ero stato picchiato anche dopo aver perso i sensi.
Si era divertito, probabilmente.
Quando voltai lo sguardo verso il mio ragazzo, tentando invano di non lasciar trasparire il dolore che provavo, lui mi sorrise teneramente e con moltissima apprensione, come a dirmi che andava tutto benissimo in quel momento, che ero al sicuro con lui finalmente.
-Mi spieghi cosa è successo? – domandò con il tono di voce attento, come se avesse paura di quello che stavo per dirgli. Solo in quel momento mi resi conto che l’aggettivo che Brian aveva affibbiato a Geràrd, androgino, era fottutamente giusto. A tratti, sembrava una donna delicata nel viso e snella nel corpo. Non era mai stato tanto mascolino ma non mi ero mai soffermato tanto a pensarlo. Semplicemente non mi importava, lo amavo per quello che rappresentava per me, non per quello che era fisicamente.
-Quando sono rientrato a casa mi ha chiesto dove fossi stato dato che la copertura con Bri era saltata – sussurrai indicando il mio migliore amico che si era appoggiato al muro e stava ascoltando attentamente quello che stavo dicendo. –Io non so mentire quindi dopo un po’ di pressione gli ho detto dove veramente ero stato e… lui ha cominciato a insultarmi e mi ha preso per il collo. Io non volevo perdere… - lo guardai serio, con gli occhi appena lucidi e il lati che lentamente pizzicavano per le lacrime che stavano per scendere lungo le mie guance, di nuovo. –Gli ho detto che abbiamo fatto l’amore, prima che mi mettesse le mani addosso. Volevo che, se mi avesse fatto male, perlomeno l’avrebbe fatto con un motivo concreto in mente. Non solo perché sono frocio.
Geràrd scosse lentamente il viso e notai che le sue guance erano completamente bagnate per via delle lacrime che stava lasciando cadere così mi si strinse il cuore lentamente a quella vista. Il mio ragazzo era sempre solare ma in quel preciso momento sembrava anche troppo addolorato per essere realmente lì.
Tutta la vita stava scivolando lentamente via dalle nostre mani.
-Chiamo mia madre… non voglio che ti trattino di nuovo così, amore.
 
Quando mi ritrovai nella stanza da solo finalmente mi lasciai andare al pianto. Mi sentivo svuotato e completamente sbagliato.
Solo perché ero me stesso, solo perché amavo.
Sentii i polsi che mi prudevano come se bruciassero e con forza strattonai la manica del pigiama d’ospedale che mi avevano dato. I segni lunghi e profondi erano quasi completamente scomparsi ma in un attimo avvertii la lacerante voglia di rifarlo.
Mi guardai intorno: niente che potesse aiutarmi.
Lentamente passai le dita sulle cicatrici e quando ne trovai una che ancora stava guarendo ci piantai le unghie con forza sentendomi di nuovo sanguinare. Mi piaceva maledettamente quella sensazione, come se stessi purificando il mio sangue e la mia anima da tutto lo schifo che mi entrava dentro.
Quella situazione mi consumava.
Ma risi comunque, sadicamente, perché non c’era niente di meglio in quel momento che autodistruggermi.



xCyanide's Corner
Okay okay okay ora entriamo nella parte "tragica" della storia ma state tranquilli che finirà comunque bene per via di alcuni aiutanti speciali. Saranno alcuni capitoli tristi purtroppo, ma comunque ci avviamo verso la fine.
Sono felice di tutte queste recensioni positive, siete la mia gioia e continuate a farmi sapere! 
Vi voglio bene,
alla prossima,
xCyanide
  
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