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Autore: Amika_Chan    26/02/2014    1 recensioni
Tsunami e Kentin sono amici da sempre, lui timido e introverso e lei temeraria e pronta a difenderlo dai compagni di scuola.
Questo fino a quando per lavoro, i genitori di Tsunami si devono trasferire per lavoro e lei li deve seguire lasciando l'amico in quella scuola dove tutti gli sono contro.
Lei farà nuove conoscenze, nuove amicizie ma anche nuovi spiacevoli incontri.
Lui invece verrà obbligato dal padre ad andare in un accademia militare.
Nuove verità sconvolgeranno non solo la loro vita ma anche tutta quella del liceo Dolce Amoris.
Il loro passato tornerà e cercherà vendetta, nel modo più terribile.
Vecchie conoscenze, antichi rivali e segreti orribili si nascondono dietro il loro Io.
La maschera sta per cedere e nessuno potrà mentire a se stesso: la guerra contro la propria anima sta per iniziare, sarete pronti ad affrontarla rimanendo lucidi?
***
Salve salve.
eccomi qui, mi presento: sono Ami, la folle a cui vengono idee idiote .
questa storia sarà abbastanza intrecciata e difficile da seguire e quindi se non ci sarà almeno una recensione (di qualsiasi genere) per ogni capitolo, la storia non andrà avanti proprio perché sarebbe inutile pubblicare qualcosa che nessuno legge.
A presto, spero
Ami
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin, Castiel, Lysandro, Nathaniel, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOVITÀ
 Sono sempre stato un ragazzo timido ed impacciato, di quelli goffi e che hanno paura della propria ombra.
Solo Lei riusciva a tirarmi su di morale, solo Nami, la mia migliore amica aveva il coraggio di mettersi contro tutti per difendere il povero sfigato della situazione.
Eppure lei se ne era andata, mi aveva abbandonato.
Lo so, non per sua volontà, è stata costretta.
Ma già mi manca tutto di lei, dal suo sguardo rossastro alla pelle bianca, dai capelli blu a tutti i suoi piercing che si era fatta nel corso degli anni.
Eh,già. Credo che io sia una delle pochissime persone che possono dire di aver conosciuto davvero Tsunami Kamashi, ma non la ragazza strana e irascibile che gli altri credono.
Quella che conosco io è una ragazza dolce, insicura e terribilmente sola.
Nessuno conosceva quella parte di lei, tranne me.
L’avevo vista crescere e passare dall’essere una bambina con problemi di relazione con gli altri, fino a diventare una donna, non solo per l’aspetto.
Inutile dire che ero, anzi sono, innamorato pazzamente di lei da quando avevamo circa dodici anni.
Insomma, posso essere uno sfigato ma ho gli occhi, anche se nascosti da degli occhiali troppo spessi, e la vedo. E anche come la guardano gli altri.
Una volta, un ragazzo più grande mi aveva seguito per quasi tre giorni per sapere come convincerla ad uscire con lui, per poi guadagnarsi un pugno in faccia dalla suddetta quando aveva cercato di baciarla in corridoio a scuola.
Quella volta è stato davvero esilarante.
Ed ora mi trovo a vagare solo per i corridoi, sotto lo sguardo di beffa di tutti.
Poi arriva lui, Dake, il bello e figo della scuola.
Mi si avvicina, con un sorriso tirato sulle labbra.
<< Dov’è finita la tua amichetta Blu, sfigato? Ha capito di perdere tempo e ti ha piantato da solo? >> e ride, quella risata che mi fa tanto arrabbiare torna a intrufolarsi nella mia testa.
Non posso rimanere in silenzio, non più ora che Nami non c’è più.
<< Dakota, geloso perché almeno io sono stato oggetto di attenzioni che ha te ha negato? >>
Ora sono pronto per essere picchiato, me lo sento.
Infatti il pugno non tarda ad arrivarmi sul naso, talmente forte che mi fa cadere a terra.
La solita storia, Dakota e la sua banda di teppisti da quattro soldi mi conciano come uno straccio con l’unica differenza che non c’è più Nami a mettersi tra lui e me.
Forse è meglio così, in fondo una volta Dakota aveva tentato di baciarla, con fini poco leciti e lei dopo averlo respinto gli aveva sputato in un occhio, facendolo infuriare. La mattina dopo aveva i polsi neri, dal tanto che lui glieli aveva stretti.
Non volevo che si facesse male per colpa mia, non lo avevo mai voluto.
Eppure lei si era sempre fatta avanti, spesso prendendole per difendere me.
Ora che non c’è più devo imparare a difendermi.
Ma contro Dake e la sua banda non posso fare niente, mi prendo un pugno nello stomaco, calci dappertutto, insulti e chi più ne ha più ne metta.
Quando finalmente mi lasciano in pace mi alzo da terra, dolorante e pieno di lividi, come al solito.
È il primo giorno di scuola e già mi sono guadagnato un occhio nero. Almeno questa volta gli occhiali non sono stati distrutti da quegli energumeni.
Mi vibra il cellulare, è Nami.
In bocca al lupo Ken, stai attento <3
Cerco di mantenere la calma, senza tremare ma senza riuscirci.
‘Crepi. Auguri per il primo giorno e vedi di non metterti nei guai Nami J
non voglio che stia male a causa mia, non le dirò nulla di Dake.
Nami è sempre stata una ragazza difficile da avvicinare , sia per il suo aspetto che per il suo carattere diffidente e poco socievole.
Vado in classe, le ore passano lente e terribilmente monotone, senza Nami e i suoi disegni magnifici che faceva sul banco, spesso occupandolo completamente.
Finalmente suona la campanella di fine lezioni.
Raccolgo la mia roba il più in fretta possibile, esco dalla scuola e inizio a camminare verso casa mia.
Cammino per circa dieci minuti, prima di arrivare al cancello.
Entro, appendo il giubbotto e cerco di salire il più silenziosamente possibile le scale, senza farmi sentire.
Un gradino, un altro ed un altro ancora.
<< Com’è andata la scuola Kentin? >>
Mi giro di scatto, verso mia madre,che aspetta una mia risposta.
Tengo la testa bassa, lo sguardo fisso sul pavimento.
<< Bene mamma, tutto bene. >>
Riesco a dire con voce tremolante per poi fuggire di corsa in camera mia e chiuder mici dentro.
Non ce la faccio più a trattenere le lacrime.
E piango, sfogo la tristezza di tutti quei giorni senza di lei, la rabbia del primo giorno di scuola più brutto di tutta la mia vita. 
Rimango in camera mia per tutto il pomeriggio a versare lacrime in silenzio, fino a quando mia madre mi chiama per la cena.
Faccio scattare la serratura, apro la porta e vado in sala da pranzo.
Sono già tutti lì: mia madre e mio padre parlottano animatamente.
<< Kentin, siediti. >>
Dice lui con la sua solita calma e freddezza.
<< Abbiamo preso una decisione molto importante. >> continua mia madre pallida in volto e torturandosi le mani.
Mi siedo, sapendo già cosa vogliono dirmi.
A loro non è mai piaciuta Nami, l’hanno sempre considerata una poco di buono violenta ed irascibile.
Hanno sempre cercato di separarci.
<< Vedi, dato che non sei capace di difenderti senza la tua amichetta …>> inizia a dire lui lasciandomi in sospeso.
<< abbiamo deciso che andrai all’accademia militare per tutto il semestre >>
Le posate mi cadono dalle mani, inizio a sudare freddo e tremare.
Come possono farmi questo? Togliermi da quel poco che mi sono costruito in questi sedici anni per buttarmi in un luogo che non sarei mai riuscito a chiamare casa?
Ancora una volta corro via, in fondo è quello che so fare meglio, scappare dai problemi.
L’ho sempre fatto .
Mi chiudo nuovamente in camera.
Ma non riesco a piangere davvero.
Penso.
Penso a quello che sono. Un ragazzino sfigato sedicenne che sembra un bambino di dieci anni, con un taglio di capelli improponibile e gli occhiali troppo grossi.
Un ragazzino che le prende ogni santo giorno da dei bulli perché amico di una ragazza stupenda che a causa della sua debolezza è costretta a difenderlo ogni volta e subire lei stessa trattamenti analoghi.
Sono un povero sfigato.
Mi addormento tra quei pensieri.
Forse è un bene andare all’accademia militare.
Forse così riuscirò a prendermi cura io di lei e non il contrario.
Magari un giorno potrei diventare abbastanza forte da stringerla tra le braccia e portarla in camera ogni volta che si addormenterà vedendo un film.
Perché quando ci trovavamo, fino a qualche settimana prima, ed io rimanevo a dormire da lei, vedevamo sempre film lunghissimi e lei raramente li aveva visti finire, dato che tutte le volte si addormentava accanto a me sul tappeto del salotto.
Ed io non ero abbastanza forte per spostarla anche solo sul divano.
Sì, ormai ho deciso.
Andrò all’accademia militare e metterò fine a questa vita d’inferno.



NOTE DI ME
salve salve, eccomi di nuovo qui per la gioia di tutti voi ....
*grilli che cantano*
peeeeeeerfetto, data questa accoglienza calorosa vi lascio andare in pace.... dopo che vi ho parlato un attimo del capitolo.
quindi per non trattenervi oltre.
1 il capitolo è scritto al presente poichè credo che rendano molto di più le emozioni di Ken.
2 il capitolo di Ken è questo e solo questo (al massimo ce ne saranno altri due o tre mooolto più avanti) perchè mi serviva per far capire cosa succede a sto poveretto d'ora in avanti.
3 chiedo scusa se la fic non rispetta il gioco ma mi serve per la trama lol
4 ringrazio tutti quelli che sono riusciti a leggere fino a qui, healy_clhoe che ha inserito la storia tra le seguite,esmer17 che mi ha lasciato una recensione al primo capitolo e in particolar modo Susuki_chan che mi sta dando un sacco di idee, davvero grazie mille :)
 Ami

 
  
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