Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: Sognatrice_2000    26/02/2014    4 recensioni
Cosa è accaduto veramente tra Shiho e Gin,prima che la scienziata abbandonasse l'organizzazione?
Un giorno,dopo un inaspettato incontro per le vie del centro,entrambi rievocheranno i loro ricordi,accorgendosi che dentro di loro continuano a palpitare leforti emozioni del passato.
Ai dovrà affrontare una scelta difficile,che metterà in discussione il suo futuro,ma che sarà resa più piacevole dall'amore di una persona speciale.
(GinxSherry)
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
                                                            UN’ORA PRIMA 
 
Conan scostò la frangia mora che copriva i suoi occhi color del mare,sospirando. Stava percorrendo la strada che come al solito portava a scuola,non molto entusiasta. Fece un grosso sbadiglio,stringendosi al suo giubbotto azzurro. Faceva decisamente molto freddo,la neve continuava a cadere a grandi fiocchi senza sosta.
Quando arrivò davanti al cancello,si stupì di non aver visto Ai. Strano,di solito ogni mattina lo aspettava lì per entrare insieme …
E se le fosse successo qualcosa?
L’istinto del detective era sempre dentro di lui,lo portava a sospettare di ogni minimo particolare.
Decise che era meglio accertarsi immediatamente delle sue condizioni. Senza esitare un attimo,si appartò dietro ad un muretto,estraendo il cellulare dalla tasca e componendo il numero del dottor Agasa.
Dopo pochi squilli,qualcuno alzò la cornetta.
”Dottore!”esclamò,senza dargli il tempo di articolare alcuna parola.
”Shinichi! Hai bisogno di qualcosa?”chiese egli stupito.
”Stamani Ai non è davanti a scuola come sempre. Ha forse preso il raffreddore?”
“Cosa!? Non è possibile! È uscita di casa alla solita ora,come ogni le mattine … “farfugliò confuso Agasa.
“Non può essere! Devo corre subito a cercarla … ”fu la risposta agitata e concitata del giovane detective. Che c’entrassero in qualche modo gli uomini in nero?
“Arrivederci,dottore,la richiamo appena so qualcosa” mise giù in un batter d’occhio,correndo via.
Passò una buona mezz’ora ad esplorare ogni singola strada nei paraggi,ogni vicolo più nascosto,ma di Ai non c’era traccia.
Sconsolato e con il fiatone,stava ormai perdendo le speranze,quando all’improvviso si battè la fronte con il palmo della mano. Che sciocco che era,aveva dovuto pensarci subito. Dalla casa del dottore c’era una scorciatoia che portava direttamente alla scuola. Valeva la pena di tentare.
Si ricordava bene di quella strada. Era un vicolo buio ed isolato,dove non passava mai anima viva.
Lo percorse aguzzando occhi e orecchie,e quando svoltò l’angolo la vide.
Era distesa sulla strada innevata,immobile  in una pozza di sangue ormai secco. Le lacrime ancora ferme sul volto,i vestiti dipinti di rosso vivo,un forte odore di polvere da sparo nell’aria.
Non vi era nessun’altro oltre a loro due,si sentiva solo il sibilo del vento.
”Ai!”gridò sconvolto,avvicinandosi a lei.
La scosse più volte,ma non ottenne risposta.
“Ai,cosa ti è successo?! Rispondimi!”urlò ancora. Sul corpo presentava diverse ferite di arma da fuoco,e pareva anche che qualcuno l’avesse picchiata.
Le afferrò il polso,e solo allora sospirò di sollievo.
Il cuore batteva,lo sentiva,ma molto lentamente. Chiamò immediatamente l’ambulanza,che arrivò pochi minuti dopo,e la trasportò all’ospedale di beika,il più vicino.
 
----    ----    ----
 
 
Si recò lì con il dottor Agasa. Per il momento aveva avvertito solo lui.
I medici e le infermiere fecero al piccolo qualche domanda,ma non ottennero molte risposte convincenti.
Conan fu bravissimo a recitare la parte del bambino innocente,che aveva trovato la sua amica in quello stato sulla strada per la scuola.
Aveva intuito che ci poteva essere lo zampino dell’organizzazione,ma di certo non poteva raccontare quello che sapeva.
“E Ai? Come sta la mia amica? Dove l’avete portata?”chiese di rimando ad un’infermiera molto giovane con i capelli mori e l’espressione dolce.
Lei lo fissò intenerita,per poi dire : ”Mi dispiace,piccolo,ma la tua amica ha perso molto sangue,e ha anche battuto la testa molto violentemente. È in coma.”
Conan sbiancò totalmente,atterrito.
“Non ti preoccupare,non è molto grave. Ci sono ancora delle speranze che si risvegli … “ disse la donna con un sorriso,per tentare di rassicurarlo.
Anche il dottor Agasa era impallidito,ma si scosse rapidamente per evitare di preoccupare Conan ancora di più.
Aveva notato che il bambino si torceva convulsamente le mani,in preda all’ansia.
“E’ tutta colpa mia … avrei dovuto stare attento,avrei dovuto proteggerla … ” ripeteva come una litania.
“Non è vero,Shinichi,non potevi prevederlo. Non devi sentirti in colpa,non hai sentito cos’ha detto la dottoressa? Non è grave … “l’anziano cercò di sorridere,ma gli risultò molto difficile. Voleva bene come  un padre a quella bambina,e anche lui soffriva molto al pensiero di perderla.
Quelle parole però non rincuorarono Conan,che continuò a sentirsi in colpa.
Entrambi rimasero per almeno un paio d’ore seduti su una panca di legno bianco,in attesa che i medici dessero loro il permesso di far visita ad Ai.
Agasa cercava di trattenere le lacrime,mentre il piccolo teneva lo sguardo fisso sempre davanti a sé,fissando la parete candida. Tentava di non pensare in alcun modo che Ai avrebbe potuto non farcela,e preferì convincersi del fatto che si sarebbe svegliata sicuramente. Il cuore gli martellava nel petto,avvertiva un sapore amaro in bocca.
Si sentiva un po’ strano a pensare così tanto a lei  e a preoccuparsi in quel modo,ma per lui era una cara amica con cui aveva condiviso molte esperienze,e a cui teneva molto.
Le era sinceramente affezionato,nonostante lei lo prendesse spesso in giro o lo mettesse in imbarazzo con qualche battutina sarcastica.
Quelle due ore trascorsero in un silenzio innaturale,pieno di tensione. All’improvviso sbucò un dottore con i baffi e i capelli mori,che fece cenno ai due di entrare nella stanza della bambina.
Sollevati,si alzarono,per poi attraversare il lungo corridoio che portava alla camera 219.
Conan spinse delicatamente la porta,notando che le tapparella erano abbassate e la stanza era immersa nella penombra. Ciò che vide lo sconvolse.
Distesa su un lettino vi era Ai,con il corpo completamente coperto di bende e fasciature. L’espressione sul suo viso era serena,il busto si sollevava e abbassava dolcemente per respirare,i capelli  erano sparsi sul cuscino,al braccio destro aveva una flebo. I vestiti sporchi di sangue erano stati sostituiti da un pigiama immacolato,tipico degli ospedali.
Un respiratore collegato ad una macchina la aiutava a sopravvivere. La sua vita,pensò Conan, dipendeva da quel sottile filo elettrico.
Era veramente una visione agghiacciante,e lui ne aveva viste di cose,anche le più terribili. Ma quell’immagine lo sconvolse come non mai,restando impressa nella sua mente.
Si sforzò di non piangere,mentre il dottore non ci provò nemmeno.
Solo verso le sette,quando fu a casa,nella sua stanza,scoppiò in un pianto disperato.
Aveva giurato che l’avrebbe protetta,invece le aveva fatto rischiare la vita in quel modo.
Ma cosa era successo veramente?
Continuava a porsi quella domanda,senza trovare pace. Avrebbe dovuto aspettare il risveglio dell’amica per saperlo.
Forse,però,nel suo cuore sapeva già la risposta. Voleva solo una conferma ai suoi orribili dubbi …
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La luna splendeva nel cielo nero,illuminando con il suo pallido chiarore la stanza d’ospedale di una bambina castana.
Non era ancora cosciente,ma nella sua mente si accavallavano innumerevoli immagini del passato.
Vedeva una ragazza di sedici anni,gli occhi che esprimevano gioia e lo sguardo brillante di felicità,mentre abbracciava un uomo dai lunghi capelli biondi.
Sentiva le sue labbra,le sue carezze,i suoi abbracci. Quelle braccia le erano sempre piaciute,erano così rassicuranti e protettive,forti come quelle di un gigante buono.
Una luce si aprì nella sua mente,mostrando l’immagine di un Natale di due anni fa.
Gin era davanti a lei,che le porgeva un mazzo di rose rosse.
“Per te,Sherry,amore mio … questi fiori sono belli persino più di te,hanno il tuo stesso profumo … “
“Grazie … “riuscì a dire soltanto,al settimo cielo.
Lo abbracciò,per poi sentirlo mormorare al suo orecchio : “Ti amo,Sherry,sei la mia vita … ”
Sentì una voce simile alla sua,che pronunciò : “Bugiardo!”
No,quella era proprio la sua voce. Sembrava volesse metterla in guardia da un pericolo.
L’immagine sparì,per poi dare spazio ad un’altra.
Se lo ricordava bene. In quei giorni il capo aveva affidato a Gin una missione pericolosa,doveva andare all’estero per uccidere un politico americano accusato di corruzione,prima che lui rivelasse l’esistenza dell’organizzazione,visto che entro poco tempo sarebbe finito in prigione. Ma era un personaggio poco raccomandabile,un osso duro.
Shiho ne aveva paura,aveva paura che potesse fare del male a colui che amava.
In quel momento lo stava abbracciando teneramente,prima che lui partisse.
“Promettimi che tornerai”gli aveva detto,con la voce che quasi tremava.
“Non poteri mai abbandonarti,Sherry … “rispose lui,stringendola più forte.
Poco dopo,passò di lì una famiglia con due bambini : erano un maschio e una femmina,davvero molto carini.
” Anche noi saremo come loro?”aveva domandato ingenuamente.
“Noi saremo più felici”aveva risposto Gin,con tono dolce.
Un’altra immagine ancora comparve nella sua mente.
Lei che parlava con la sorella Akemi dei suoi sogni,voleva essere una moglie e una madre perfetta.
Desiderava avere dei figli,vivere in una bella casa,e,pensava arrossendo,tutto questo con Gin.
Akemi scuoteva la testa con un sorriso. Anche se non approvava la loro relazione,le piaceva vedere la sorellina così allegra.
D’un tratto nella sua mente tutto divenne buio,le immagini e i loro contorni persero consistenza.
Il suo respiro si era fatto più debole,come indicavano le linee dell’elettrocardiogramma collegato ad Ai.
Non appena notò questo,l’uomo che era in quella stanza si alzò dalla sedia su cui era seduto e mosse qualche passo verso il letto della bambina.
Già,perché Ai non era da sola in quella camera d’ospedale. Lei non poteva saperlo,e i medici e le infermiere neppure,ma in quella stanza vi era anche un’altra persona. Un uomo alto, dalla corporatura robusta,con lunghi capelli biondi,gli occhi verdi,e un impermeabile nero che si muoveva ad ogni passo.
Si era intrufolato di nascosto nella struttura,per una ragione molto semplice. Quando Ai era svenuta,Gin aveva sentito dei passi in quella strada, e temendo che qualcuno lo vedesse,era stato costretto a nascondersi. Con grande stupore,poi,aveva visto un bambino che si era avvicinato a lei,urlando e scuotendola. Aveva notato che la chiamava con un nome falso,che non era il suo,e questo probabilmente perché non era a conoscenza della sua vera identità,sapendo solo il nome con cui si era presentata per non destare sospetti. Sembrava essere davvero incredulo e fuori di sé alla vista di quella scena,perciò giunse alla conclusione che lui non sapeva chi fosse realmente quella bambina e quali oscuri segreti nascondesse.
In seguito,quando era arrivata l’ambulanza,non era stato difficile sentire in quale struttura l’avrebbero ricoverata.
E per chissà quale strano motivo volle andare lì,per procurarsi il numero della sua stanza.
Una volta che le infermiere ebbero fatto l’ultimo giro tra i corridoi,era ormai scesa la notte,e lui uscì dal suo nascondiglio.
Quando era entrato e aveva visto la sua Sherry distesa su un letto d’ospedale,circondata da macchinari di ogni tipo,e sulla bocca un enorme respiratore,un senso di angoscia pervase il suo animo,come non gli era mai successo prima.
Eppure era stato proprio lui a ridurla in quello stato,in un momento di pazzia. Ma adesso se n’era quasi pentito.
I piedi erano incollati al pavimento,e quando finalmente riuscì a muoversi non potè avvicinarsi al letto. Si sedette su una sedia lì vicino,osservandola tutto il tempo.
Dopo un po’ si rese conto che il segnale dell’elettrocardiogramma stava pian piano diminuendo.
Con sguardo quasi preoccupato,si alzò,e si avvicinò al letto. Posò in un gesto lento la mano sulla guancia di Ai,chinandosi su di lei.
“Sherry … “mormorò al suo orecchio ”non avrei mai dovuto spararti,non avrei  mai dovuto farti del male. Se tu non vivi più,non potrò vivere nemmeno io. Solo ora me ne sono reso conto. Ti prego,Sherry,apri gli occhi … “
Si sollevò,ma le palpebre di lei erano sempre chiuse,immobili. Il battito cardiaco stava rallentando ulteriormente.
Gin le prese la mano,stringendola forte.
”Non lasciarmi … “sussurrò. Lentamente,le tolse il respiratore,per poi sfiorarle il volto con la fluente chioma bionda,da tanto le era vicino. Posò le sue labbra su quelle di Ai,baciandola prima lentamente,poi con crescente passione.
Il buio che era affiorato nella mente di Ai scomparve,avvertì qualcosa di caldo sulla sua pelle,e le parve di udire una voce in lontananza : “Sherry,non lasciarmi … “
Tutto divenne più bello,sentì una nuova forza che si impadroniva di lei. I battiti del cuore presero ad aumentare sempre più velocemente.
D’un tratto Gin sentì la mano della bambina che si mosse nella sua. Si scostò con un sussulto,osservando il suo volto.
Ciò che vide gli rasserenò il cuore : Ai aveva aperto gli occhi, quei bellissimi occhi color del ghiaccio. Lo fissava,senza dire una sola parola.
Sulla camera era sceso un silenzio teso,si potevano sentire i loro respiri. Gin fissava quella piccola castana con lo sguardo serio,ma che tradiva una lieve gioia. Ai era tranquilla e imperturbabile come sempre,ma anche in lei si leggeva un certo stupore e incredulità.
Per qualche minuto nessuno parlò. Non riuscivano a fare altro che fissarsi a vicenda,troppo orgogliosi per esprimere le loro emozioni.
Alla fine fu Ai a far crollare quel silenzio imbarazzante.
“Gin … cosa ti è saltato in mente? Perché l’hai fatto?”bisbigliò,passandosi una mano sulle labbra.
“Io ti amo,Sherry … perdonami per quello che ti ho fatto. Promettimi che non mi lascerai mai più. Non voglio perderti di nuovo.”
Quando udì quelle parole,Ai sgranò gli occhi,basita.
“Cosa stai dicendo? Se sei stato proprio tu a farmi rischiare di morire per la seconda volta! Come potrei credere alle sue parole?” si mise seduta a fatica,incrociando il suo sguardo.
Gin avvertì una capriola nel suo stomaco.
“Hai ragione,ho sbagliato. L’ unica cosa che voglio da te è che tu non mi abbandoni. Sei la persona più importante al mondo per me.”
Stavolta anche Ai sentì i battiti del suo cuore che aumentavano forsennatamente.
“E’ vero,ho rischiato di morire a causa tua,ma tu … mi hai salvato la vita. Sei riuscito a svegliarmi, proprio quando stavo per morire. Grazie “gli sorrise,un sorriso vero e sincero.
Quando vide quell’espressione dolce,Gin le prese il volto tra le mani,fissandola per qualche istante. La baciò impetuosamente,e lei non si mosse.
Forse era impazzita,ma non ci badò. Lasciò che la passione la travolgesse,e ricambiò il bacio,posando le mani dietro la sua nuca.
Quando le loro labbra si staccarono,posò la testa sul petto dell’uomo,che si irrigidì lievemente per la sorpresa.
Si strinse in quel caldo abbraccio,tra quelle braccia forti e potenti.
“Sai … per me sarebbe molto difficile tornare ad amarti,dopo tutto quello che mi hai fatto. È per questo che sono confusa : il mio cuore è pronto per riaverti,ma la mia mente forse no … “sussurrò Ai.
“Cosa intendi dire?”chiese Gin,avvolgendo le braccia intorno a quell’esile corpo.
“Una parte di me vorrebbe far tornare tutto come prima,perché sento che il mio amore per te non è scomparso,ma quella della ragione mi dice che niente potrà mai essere come prima”disse Ai,senza guardarlo negli occhi. Si sentiva in qualche modo imbarazzata a confessargli i suoi pensieri intimi.
“Shh,adesso non dire più nulla … restiamo così ancora per un po’ ”sussurrò Gin.
Lei non rispose,godendosi quel magico momento.
Dopo un po’,l’uomo la posò delicatamente sul letto,sotto le coperte. La baciò sulla fronte, accarezzandole i capelli dolcemente. Cullata da quel tocco,senza accorgersene Ai si addormentò.
 
Sollevò le palpebre con fare confuso. Era passata qualche ora,l’orologio segnava le sette e mezza del mattino. Raggi di sole penetravano tra le fessure delle tapparelle abbassate,rendendo la stanza più luminosa.
Ai si mise a sedere,cercando di raccogliere le idee sugli avvenimenti del giorno precedente. Quando si ricordò della visita di Gin,si alzò in piedi di scatto,perlustrando ogni angolo della camera. Niente,non era da nessuna parte. Che fosse stato tutto un sogno?
Sconsolata,Ai si prese la testa tra le mani. Solo in quel momento notò un biglietto di carta sul comodino bianco. Lo prese in mano,percorrendo velocemente le righe scritte in una grafia elegante e precisa.
 
Mia amata Sherry,scusami se sono andato via senza dirti niente,ma ho preferito lasciarti riposare.
Tornerò domani sera,per stare un po’ insieme a te. Sappi che non smetterò di pensarti un solo secondo;dovunque sia,qualunque cosa faccia,il posto dove ritornerò sarà sempre accanto a te.
Ti ho lasciato qualcosa per ricordati di me : una splendida rosa rossa,con il tuo stesso profumo inebriante. A stasera,mia adorata.
P.S. Sei bellissima quando dormi.
 
Leggendo l’ultima riga,Ai arrossì furiosamente. Era contenta che lui tornasse a trovarla,ma si sentiva anche a disagio. Le sembrava di dover fare qualcosa di proibito,all’insaputa di tutti. Il loro era sempre stato un amore impossibile.
Scosse la testa,come a voler scacciare ogni pensiero,e notò che sul comodino c’era la rosa di cui le aveva parlato di Gin. La prese tra le mani,annusando il suo magnifico profumo e accarezzandone con dolcezza i petali,sorridendo.
Rimase per lungo tempo a fissare imbambolata il biglietto,rileggendolo infinite volte,accarezzando la carta,e assaporandone il profumo. Era il profumo di Gin,che aveva sentito anche la sera precedente, quando l’aveva abbracciato.
Una voce squillante e colma di gioia la scosse.
“Ai! Ti sei svegliata!”
 
Shinichi? Cosa ci fa qui? fu il suo primo pensiero.
 
Volse lo sguardo,incrociando quello del bambino,fermo sulla soglia della porta,con un’espressione stupefatta.
”Shinichi! Che sorpresa!”si alzò,sebbene con un po’ di fatica.
Lui le venne incontro.
“Ero passato di qui perché ero preoccupato,volevo vedere come stavi. Sono così felice di vedere che ti sei ripresa! Sai,ero arrivato persino a pensare che tu … potessi non farcela. È davvero un miracolo!”disse gioioso.
Ai lo guardò intenerita. Che dolce era stato a preoccuparsi così per lei.
“Grazie,Shinichi. Scusami se ti ho fatto preoccupare “gli sorrise,abbracciandolo come una sorella con il suo fratellino più piccolo.
Conan arrossì leggermente.
Quando si staccò da lei,notò il foglio di carta che aveva in mano.
“Cos’è quello?”chiese curioso.
L’espressione di Ai mutò rapidamente,improvvisamente tesa.
“Niente”rispose prontamente,prendendolo e nascondendolo in un cassetto.
Conan non badò alla sua strana reazione,da tanto era felice per quella bella notizia.
“Le spiegazioni verranno rimandate a dopo. Ora c’è una sorpresa. Indovina … “sul suo volto comparve un grande sorriso.
Lei sgranò gli occhi. Sulla soglia comparvero prima il dottor Agasa,poi i detective boys al completo.
“Ragazzi … “mormorò con gli occhi lucidi.
“Ai! Che bello,ti sei ripresa!”i baffoni dell’anziano si allargarono in un sorriso paterno,sollevandola da terra,e abbracciandola commosso.
“Ai! Conan ci aveva detto che eri stata ferita. Siamo così contenti di vederti!”la voce stridula e ingenua di Ayumi proruppe in quella dolce atmosfera.
”Sì,eravamo molto preoccupati … “aggiunse Mitsuhiko arrossendo.
“Certo. Ma non hai fame,dopo che hai dormito per tutto quel tempo?”chiese scioccamente Genta,facendo ridere tutti di gusto.
Non cambierà mai,pensò con un sorriso la bambina.
Era strana quella sensazione di calore,si sentiva parte di una grande famiglia,affettuosa e sincera, quella che non aveva mai potuto avere,ma che aveva sempre desiderato.
“Hai ragione.”rispose al bambino cicciottello”anzi,sai che ti dico? Adesso chiedo all’infermiera di portare una bella colazione per tutti e quattro!”aveva parlato con tono insolitamente allegro,un sorriso luminoso era stampato sul suo volto.
Era la prima volta che la vedevano così.
“Evviva!”disse Genta entusiasta,suscitando altre risate.
La giornata trascorse in tranquillità per Ai,sempre in compagnia dei suoi amici. Dato che era domenica,nessuno di loro aveva impegni particolari.
Quando giunse il tramonto,e il dottor Agasa era uscito per accompagnare i bambini a casa, nonostante le loro accese proteste,Conan e Ai erano rimasti soli,sul balcone della stanza.
Lo sguardo di Ai si perdeva oltre l’orizzonte cremisi che si poteva ammirare dalla finestra,mentre Conan era accanto a lei,osservando il panorama. Il vento scompigliava i loro capelli,ma non dava fastidio ai due bambini.
Ad un tratto il silenzio fu rotto dalla voce incerta di Conan.
“Senti,Ai, è da parecchi giorni che mi pongo una domanda a cui non riesco di trovare una risposta.
Non voglio mancare di rispetto ai tuoi sentimenti,né costringerti a ricordare il passato,ma io ho bisogno di sapere. Dimmi la verità,Ai : cos’è successo veramente tra voi due?”
“C-che cosa? A chi ti riferisci?”balbettò Ai.
“Lo sai benissimo. Al rapporto tra te e Gin. È stato lui a ridurti in questo stato,non è vero?”
Al seguito di quelle parole,Ai sbiancò. Un silenzio opprimente calò tra di loro,rotto soltanto dal sibilo del vento.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nel prossimo capitolo :
 
“Che cosa,una relazione?!”
“Sherry … ti amo più di me stesso.”
“Devi decidere,Ai : cosa vuoi veramente?”
“Finalmente l’ho capito. Io ti amo,Gin! “
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Sognatrice_2000