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Autore: cattivasorte    26/02/2014    6 recensioni
-Volevo dirti che ora è il tuo momento- affermò guardandolo da sotto gli occhiali a mezza luna che portava sul naso all'insù -Di cosa parla?- chiese interessato -Mi riferisco ad Harry, tu sei il suo padrino. È il momento che sia tu a crescerlo-.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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1.1

La stradina secondaria era illuminata solamente da un piccolo lampione che emanava un leggera luce giallastra, il cassonetto verde del ristorante indiano era pieno di rifiuti di cibo ormai andato a male, il silenzio dava un senso di oppressione e d'inquietudine, un ragazzo dall'aria trasandata cercava tra i vari sacchetti qualcosa di commestibile da poter mettere sotto i denti, spostava i vari sacchetti, li apriva, ne controllava il contenuto per poi spostarlo malamente di lato e proseguire la ricerca -Non c'è più niente qui!- borbotta burbero abbandonandosi su uno scatolone inumidito per via del clima, è da settimane che la sua casa è diventata quel vicolo oscuro e per lui va bene così, si coricava tutte le notti li attorno lasciandosi cullare dal rumore delle poche auto che passavano da quelle parti, mangiava gli avanzi del ristorante che purtroppo accorgendosi dell'uomo avevano smesso di abbandonare i rifiuti e cercava di continuare a sopravvivere dal senso di impotenza e da quello più pensante, il senso di colpa. Il senso di colpa che lo perseguita da circa sei anni, sei anni che girava per la città come un parassita. Si era finto morto, aveva tradito i suoi amici consegnandoli al nemico ed aveva fatto cadere la colpa su di Sirius. Questo era quello che era riuscito a fare Peter ed ora come un assassino qual è si nasconde dalle sue responsabilità, si nasconde dai mangiamorte ancora in circolazione che lo vogliono morto e da chi potrebbe fare saltare la sua copertura.
Peter si strinse nel suo vecchio mantello nero e tornò nella sua forma da animale, sgattaiolò tranquillamente lungo al marciapiede alla ricerca di un nuovo posto, passò tra le gambe di uomini senza farsi notare, ormai conosce la Londra babbana come le sue tasche bucate e sporche, girò l'angolo fermandosi all'entrata di un piccolo parco anonimo ed ormai chiuso al pubblico per via dell'ora tarda ed entrò.
Camminò sperando di trovare un nascondiglio per passare almeno la notte, aveva paura come ogni secondo passato della sua vita, ormai da anni, sa di avere sbagliato ma è anche sicuro che se tornasse indietro quella sarebbe sempre la sua scelta. Perchè lui è debole.
Il sentiero sterrato era ricoperto dalle foglie ormai cadute, lui strascinò i piedi alzandole leggermente, si girò velocemente sentendo dei rumori poco lontano e rabbrividì sentendo una volata di vento passargli sotto al mantello tenuto chiuso da un laccetto ormai lacerato.
-Non cercherai più di sembrare morto, vero?- il proprietario della voce lo afferrò per un avambraccio strattonandolo malamente, Peter squittì proprio come un topo e l'uomo rise senza allegria, l'occhio sinistro continuava a girare senza controllo -Io..Io non ho fatto niente- balbettò mentendo e piegando le gambe cercando di rimpicciolirsi -Potrai dirlo durante l'interrogatorio al ministero.- commentò aspramente Alastor.

Il ministero della magia era in subbuglio, finalmente avevano trovato il vero colpevole, al secondo livello, in particolare modo nel quartiere generale degli Auror i piccoli areoplanini di carta svolazzavano velocemente schiantandosi qualche volta tra di loro, la notizia dell'arresto del finto morto Peter Minus aveva fatto il giro del mondo magico. Il ministro era stato sommerso da gufi dove affermavano il suo orribile errore dove un povero ragazzo di allora solamente vent'anni era stato rinchiuso ad Azkaban per ben sei anni da innocente.
Nell' aula una ventina di persone si erano accomodate sulle piccole poltroncine posizionate a semi cerchio, Peter al centro si guardava attorno terrorizzato sapendo bene cosa gli sarebbe accaduto da li a poco.
-Signor Minus, lei ammete di essersi finto morto?- chiese un'uomo riccioluto alzando gli occhi scuri dalla pergamena srotolata che teneva in mano, il nominato, si strinse nelle spalle sembrando ancora più curvo del normale ed annuì all'ovvietà della domanda posta, tutti attorno annuirono corrucciati ed intenti a non perdersi nemmeno una parola -Ammette di avere incolpato ingiustamente il signor Black?- continuò allora a domandare facendolo rabbrividire sentendo nominare uno dei suoi “migliori” amici -Io..lei non sa il potere che ha voi-sapete-chi- balbettò cercando di sviare quella domanda scomoda e comunque dolorosa, affermando l'ovvio avrebbe finalmente ammesso quello che aveva fatto e lui non era sicuro di volerlo fare -Non è questa la domanda! Risponda!- affermò alzando il tono di voce. Peter si guardò attorno intimorito e annuì tornando a puntare lo sguardo sulle mattonelle del pavimento opaco.
L'uomo con un colpo di bacchetta diede un colpetto alla sedia che avvolse le braccia e le caviglie del ragazzo con delle catenelle e parlò -Lei è condannato! Verrà portato ad Azkaban.- finì facendo entrare due uomini che alzarono di peso Minus e lo portarono fuori dall'aula.

Nella piccola cella i muri odoravano di marcio, dal soffitto colavano gocce d'acqua che formavano una pozza nell'angolo vicino a della paglia buttata a caso. Sirius Black era seduto appoggiando la schiena al muro bagnato, continuava a lanciare un sassolino contro la parete opposto per poi riprenderlo e continuare all'infinito, i capelli ricci gli ricadevano sul viso scavato per via del tempo passato li dentro, la barba un po' troppo lunga gli dava un'aria trasandata e i suoi occhi sembravano persi nel nulla.
-Sirius Black!- sentiva una voce chiamarlo ma non ci fece caso, non era la prima volta che la sua mente gli giocava un brutto scherzo, sapeva perfettamente che qualsiasi detenuto di quella prigione prima o poi perdeva il senno e sentire voci era solo uno dei tanti sintomi.
-Sirius Black!- la voce continuava a insistere e Sirius scosse la testa cercando di riprendere la ragione, si alzò in piedi e si avvicinò alle sbarre di ferro, vide dei dissennatori volare poco lontano e il freddo lo attraversò, indietreggio senza però smettere di guardare fuori, vedeva del movimento ma non capiva, ormai non capiva più nulla, aveva perso la cognizione del tempo e la vista probabilmente li si era abbassata, c'erano due voci e sembravano voci conosciute -Sirius Black!- la voce più profonda lo richiamò e decise di rispondere -Sono qui!- rispose infatti sentendo i lenti passi avvicinarsi -Professor Silente! Professoressa Mcgranitt!- esclamò vedendoli fermarsi davanti alla sua cella -Oh finalmente ti stiamo cercando da circa venti minuti!- esclamò Silente con il suo solito sorriso nascosto fra la barba, Sirius lo fissò stordito senza sapere cosa dire, continuò a guardarlo sperando di sentirlo ancora parlare e non scomparire come in un sogno -Sai il ministro Millicent Bagnold si è dimenticato di dirci qual era la tua cella- ammise ridacchiando, Sirius annuì -Perchè siete qui?- chiese finalmente -Non l'abbiamo detto?- chiese ingenuamente toccandosi la barba lunga e Sirius pensò di non averla mia vista diversamente -No- rispose velocemente -Sei scagionato- lo informò aprendo finalmente quella porta che lo rinchiudeva ormai da troppi anni -Grazie- urlò appena uscito abbracciando sia il suo vecchio preside che la Mcgranitt che ricambiò con le lacrime agli occhi.

Camminavano da un po' e Black si guardava attorno come un bambino piccolo con le sue prime scoperte, non si sarebbe mai aspettato di sentire la mancanza degli alberi, dei prati e persino dell'aria pura in se, Silente gli aveva spiegato in grandi linee cosa era successo a Minus ma non aveva parlato sul suo di futuro. Sarebbe stato per sempre libero? Avrebbe ripreso la sua vita? Minerva parlottava fitto con Albus che di tanto in tanto annuiva poco interessato, Sirius gli stava dietro senza fare domande, continuava ad esplorare quel mondo che da sei anni non vedeva e credeva di non potere vedere più. -Sirius- la voce della Mcgranitt lo richiamo facendolo mugugnare qualcosa che stava a dire che la stava ad ascoltare -Silente ti dovrebbe chiede qualcosa di importante- ammise spostando lo sguardo sull'anziano uomo che annuì -Volevo dirti che ora è il tuo momento- affermò guardandolo da sopra gli occhiali a mezza luna che portava sul naso all'insù -Di cosa parla?- chiese interessato -Mi riferisco ad Harry, tu sei il suo padrino. È il momento che sia tu a crescerlo.-.



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Eccomi con un'altra storia!
Ho deciso di pubblicarla anche se è pronto solamente il primo capitolo, però vi assicuro che la trama della storia è già pronta nella mia testa e non dovrei avere grossi problemi a scriverla (almeno spero).
Allora in questa storia Peter Minus non ha vissuto i suoi anni trasformato da topo domestico della famiglia Weasley ma come un barbone nella Londra babbana!
Alastor riesce a scovarlo e più in là si capirà come mai sapeva o almeno cerca di scoprire chi era realmente il colpevole...
Sirius viene scagionato è dovrà prendersi la responsabilità del suo figlioccio che cosa accadrà?
Spero che come primo capitolo vi piaccia!
Aggiornerò appena riceverò qualche recensione! :D
  
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