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Autore: kike919    26/02/2014    1 recensioni
Vorrei solo sfiorare la tua anima ferita. Leggere quella vita strappata che ti porti dietro a fatica, e che parla anche di me.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara A.

Se tu fossi davvero la persona che la mia anima sta cercando, le mani mi tremerebbero di gioia e di dolore. Se tu davvero fossi lei, vorrei solo abbracciarti e dirti che in parte mi hai salvata; che se sono la persona che sono adesso, tu non lo sai, ma lo devo anche a te.
Ti avvicinerei e te lo chiederei, se solo non avessi paura di toccare il tuo già assordante dolore. Quel castello di carte fragile, che viene buttato a terra ogni volta che si entra nella vita di una persona squarciata dalla troppa sofferenza. Troppi tagli sulla pelle; se solo potessi avvicinarti senza infliggerne ancora, ti direi che quello che hai perso era così grande, che la sua mancanza ha danneggiato anche me. Che ho pianto con te, quel giorno. Anche se non lo sai. Che capisco perché non hai saputo fartene una ragione. Perché io, al tuo posto, sarei semplicemente affondata.
Avrei solo grondato sangue, fino a scomparire con la pelle vuota.
È stato uno tsunami che tutto travolge e tutto distrugge, le cui onde smontano tutto e niente torna in piedi. Onde che arrivano troppo lontano per scappare, per arrampicarsi più in alto.
Falce improvvisa, repentina, crudele, sbagliata. Schifosa che prende e non spiega mai. Che prende i migliori e non li porta indietro.
E quelle parole con cui hai lacerato la carta fino a farla pulsare e lacrimare, quelle frasi che pensi che non prenda sul serio nessuno, mi hanno scoperchiato le viscere.
Non hai mai urlato nel vuoto. O perlomeno, non mi sentivi urlare dall'altra parte.
Non sentivi quando mi lasciavano sola, quando mi emarginavano. Quando mi evitavano perché non ero loro e lo facevano notare in modo sottile. Tramite i silenzi; con le non risposte e i sotterfugi all'ultimo momento. Mi scavavano trincee attorno. Mi muravano viva. Sola.
Ero nella tua pelle anni prima: quando i bambini a giro mi schernivano.
Tu non sentivi le mie ferite, ma ce le leccavamo insieme.
Se tu fossi davvero quella che sto cercando, esploderei, ma non lo darei a vedere. Dirti che sono fiera di te, anche se non sai chi sono e io so poco o niente di te, ti caccerebbe fuori troppo veleno.
Vorrei salvarti come tu hai salvato me. Ma non so nemmeno salvare me stessa dai continui morsi della vita.
L'ipersensibilità non è una malattia, e se lo è ha consumato anche me.
Forse un giorno troverò quel coraggio di chiudere il cerchio, di quel passato che ritorna per travolgerci di nuovo.
Tu, sorella di dolore. Strada parallela. Farfalla rara impalpabile, intoccabile.
Fammi ascoltare la voce che ami, spiegami come sputa sangue la tua angoscia.
Vorrei solo stringerti e ammalarci insieme di questa esistenza al veleno.

   
 
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