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Autore: Class Of 13    26/02/2014    11 recensioni
«Tu non te ne rendi neanche conto, vero?Per Lilith, non credevo che un cuore da mortale potesse battere così veloce».
Alec lo guardò sinceramente spaesato. «Mortale?».
Magnus chiuse gli occhi, un’espressione serena dipinta sul volto. «Eppure ricordavo di averti detto che avevo pensato di rinunciare all’immortalità, per te».

[Step 10: Vows| Malec + Clace Wedding]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Malec: Ten Steps To Fall In Love With A Warlock.Image and video hosting by TinyPic
 
Step One ~ First Meeting.
«There’s someone in my head, but it’s not me».
[Brain Damage - Pink Floyd, 1973].

 
Ultimamente nella sua vita le cose avevano cominciato ad andare nel verso sbagliato più del solito, e la colpa di ciò era attribuibile ad un unico nome: Clarissa Fray. La suddetta persona, oltre ad essere una semplice mondana – non riusciva davvero a spiegarsi come del sangue di Shadowhunter potesse mai scorrere nelle vene di un essere così inutile - aveva rischiato di far perdere prematuramente la vita al suo parabatai, pretendendo anche che si infiltrassero alla festa di uno stregone dalla dubbia fama solo per recuperare i suoi insulsi ricordi.
In realtà la cosa che maggiormente lo angustiava era che Jace, il suo Jace, desse corda a quella ragazzina senza alcuna remora, obbedendo ad ogni sua insensata richiesta senza battere ciglio, cosa che, a suo parere, era davvero grave. Infatti, se in tutti gli anni trascorsi insieme aveva appreso qualcosa su Jace Wayland, questo era che suo fratello non amava farsi dare ordini da nessuno, in special modo da una ragazza: la cosa era sempre stata una grande consolazione per lui, soprattutto se teneva in conto che l’interesse del ragazzo per un determinato soggetto femminile non durava più di una settimana.
Eppure qualcosa nel suo sguardo nel momento stesso in cui aveva incrociato la figura della mondana - agghindata con abiti più adatti a uno strip club che ad altro - gli aveva lasciato un senso di profondo sgomento in fondo al petto. Jace poteva non essere suo fratello di sangue, ma era pur sempre il suo parabatai, il suo compagno più fidato, ragion per cui il legame che li teneva uniti li rendeva più vicini di due veri fratelli. Alec avrebbe messo la propria vita nelle sue mani senza un attimo di esitazione se questi gliel’avesse chiesto, avrebbe fatto qualunque cosa per amor suo e di sua sorella. Eppure mai gli aveva visto rivolgere uno sguardo simile a qualcuno, nemmeno a lui, e la cosa, per quanto odiasse ammetterlo, lo aveva tormentato fino a quel momento della serata. Perché Jace non lo aveva mai guardato con quella intensità? Perché non gli era mai capitato di scorgere quella scintilla di desiderio nel suo sguardo dorato quando i suoi occhi si posavano su di lui? L’affetto che il Cacciatore provava per lui era innegabile ed era rimasto intaccato sin da quando erano bambini, ma allora come era stata capace quella ragazzina piombata improvvisamente nelle loro vite  a scatenare nel suo parabatai sentimenti paragonabili soltanto ai suoi per lui? Perché lui lo vedeva, lo conosceva troppo a fondo per non capire che si stava innamorando di lei come non gli era mai successo, ma era una verità troppo dolorosa da accettare senza una motivazione logica che spiegasse tutto quello.
La musica drum & bass era trasmessa a un volume tale da far tremare il pavimento sotto i suoi piedi, ma, paradossalmente, più che infastidirlo lo aiutava ad evitare pensieri scomodi. Il loft era gremito di Nascosti vestiti dei colori più improbabili che ballavano seguendo il ritmo della musica e sorseggiando di tanto in tanto liquidi dall’aspetto poco rassicurante. Un sospiro sfuggì spontaneo dalle sue labbra nel momento in cui scorse Isabelle ballare avvinghiata all’amico della mondana, che cercava di imitare goffamente i suoi movimenti, ma la sua attenzione fu calamitata dallo sguardo lanciatogli da Jace, che fino ad allora era stato impegnato a discutere assieme alla ragazza con la singolare figura di quello che avevano scoperto essere Magnus Bane, l’autore del blocco nella mente di Clarissa nonché Sommo Stregone di Brooklyn.
Per qualche motivo che non riusciva ancora a spiegarsi, la sua figura lo aveva colpito in maniera particolare: una massa di capelli tenuti in disordinate guglie nere da quintali di gel sopra un fisico longilineo dalla pelle ambrata e dalle mani inanellate. Quasi non lo sorprese il ritrovarsi ad osservarlo mentre discuteva con la mondana e con Jace, dopotutto una figura del genere non avrebbe potuto passare inosservata neanche con un grande sforzo di volontà – in quel caso del tutto assente - da parte della stessa. Ne osservò di soppiatto il profilo aquilino, i denti appuntiti e bianchi come l’avorio in un delizioso contrasto con la pelle scura, gli occhi dal taglio orientale di un oro screziato di giada che scintillavano nella penombra della camera e decretò, quasi a malincuore, quasi stesse facendo un torto al ragazzo dal viso d’angelo che amava ormai da una vita, che lo stregone fosse particolarmente bello. E le sue considerazioni si sarebbero fermate lì, se la ragazzina non avesse parlato ancora una volta a sproposito.                              
«Per tutta la vita ho sentito che c'era qualcosa che non andava in me. Qualcosa che mancava, qualcosa di danneggiato».
Aveva sbottato furente, come se fosse stata l’unica persona ad avere dei problemi con se stessa in quella stanza. Non lo sapeva neanche lui quale forza lo avesse trattenuto dall’urlarle contro e rivelare a tutti la sua palese ignoranza in fatto di diversità, perché lei non poteva capire cosa significasse non sentirsi accettati nemmeno da se stessi. Eppure, quasi come se un misterioso karma avesse deciso di venire in suo soccorso, Magnus esplose in un ringhio soffocato, carico di un rancore rivolto più a sé che alla ragazza.
«Quando scoprii cos'ero in realtà, un essere solo per metà umano, mi odiai. E qualsiasi cosa è meglio di questo».
Fu quello il momento in cui la vide per la prima volta negli occhi dello stregone, quella malinconia, quel dolore sordo ma continuo di chi aveva dovuto convivere per secoli con la straziante consapevolezza di non poter mai essere considerato normale, uguale agli altri. Alec non era mai riuscito ad accettarsi del tutto, nemmeno quando aveva confessato a sua sorella di essere innamorato del proprio migliore amico anziché di una qualsiasi ragazza della sua età, nemmeno quando questa l’aveva abbracciato dicendogli che per lei non cambiava nulla e che sarebbe rimasto sempre il fratello che amava. Non poteva farci nulla se si sentiva profondamente sbagliato, perché l’unica persona che poteva consolarlo non avrebbe mai potuto essere sua e nessuno tra coloro che gli erano vicini poteva capire cosa si provasse a non potersi mai dare pace. Magnus aveva ragione, non c’era nulla di peggio dell’odiare se stessi e forse era proprio perché sapeva cosa si provava che gli venne spontaneo ripetergli le stesse parole che Isabelle aveva usato con lui.
«Non è stata colpa tua. Non si può decidere come nascere».
Quando le iridi calde e dorate come fiammelle nel buio dello stregone si soffermarono sulle sue, azzurre e limpide come il cielo in una fredda mattinata d’inverno, con un’intensità con cui non ricordava di essere mai stato guardato, non poté evitare che il sangue affluisse con irruenza alle sue guance, facendolo avvampare. Quella notte evitò con tutte le sue forze di incrociare nuovamente lo sguardo del figlio di Lilith, ma non riuscì ad evitare di pensarci ancora e ancora, fino a quando i suoi occhi febbricitanti per il dolore non rividero quelle torbide iridi dorate rischiarate dalle prime luci dell’alba guardarlo con una ben celata apprensione, mentre nella sua mente si susseguivano, veloci come i fotogrammi di un film, visi d’angelo e occhi felini.

 
Welcome To The Jungle ~
Pensavate di esservi liberati di me, ammettetelo. E invece no. c: Era un bel po' che mi bazzicava in testa l'idea di scrivere una raccolta sulla Malec e alla fine, dopo un pomeriggio passato a deliziarmi con la musica dei Pink Floyd, è nato il primo di questi dieci passi. Un ringraziamento speciale va a Nekochan, che ogni volta si prende la briga di ascoltare le mie idee malate al telefono e mi aiuta a trasformarle in fanfiction. <3 Purtroppo i dialoghi di questa One-Shot non mi appartengono, ma sono presi da Shadowhunters - Città Di Ossa di Cassandra Clare.
   
 
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