Ero qui.
Lui era lì.
Non ci conoscevamo ma sapevamo entrambi dei nostri ardori giovanili provenienti dalle parti basse.
Il suo membro eretto.
Il mio membro eretto.
I nostri membri eretti emanavano forti pulsazioni diventando sempre più grossi e venosi.
Le mie caviglie erano impregnate di schizzi di urina e lui apprezzava e sospirava "Ahimè".
Stavo per avere un infarto quando vidi la carta di caramelle di mia nonna sul banco e non pensavo potessero ancora esistere le caramelle. Ma invece era così. Allora tolsi la maglietta al mio pupazzo a forma di rana e piansi. Piansi delle lacrime gelide che sapevano di asciugamano.
LO PENETRAI CON FORZA.
Il mio membro nero sapeva dove spingere e si sollevò dentro il suo sfintere come Schwarzenegger sollevava un bilanciere da 5000 kg.
I nostri denti scintillavano sotto le lampade al neon e i suoi piedi vacillavano sospirando al suono delle campane della chiesa di M. Costanzo (show).
"Non piangere" disse.
"NO. TU." dissi io.
-Il tempo fugge-
IPur saapendo che non ci saremmo più rivisti, mantenevo nel cuore la sensazione di ebbrezza primaverile dettata dal suo sorriso color pastello.
I suoi fianchi sapranno sempre di burro.
Era mio fratello. Avevo 45 anni e non sapevo che in realtà ero una tinozza d'acqua calda.
Mi piace schizzare sulle pareti nere.