Anime & Manga > Ranma
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Autore: Aron_oele    26/02/2014    11 recensioni
E, a grande richiesta, (ehhh! Sì, come no!) ecco a voi il ritorno di questa ff!! Se Ryoga è chiamato "l'eterno disperso", io sono "l'eterna indecisa"! Ff scritta, pubblicata, cancellata, riscritta e ripubblicata! A parte qualche cambiamento, il tema principale di fondo è sempre lo stesso: è il compleanno di Ranma ed Akane decide di fargli un regalo un po'... diverso! Solo che non è "spassosissima commedia romantica americana", come l'avevo immaginata all'inizio! Io ho cercato di essere il più comica possibile, ma credo di essere rimasta ridondante e introspettiva come sempre! Grazie in anticipo a chi leggerà e soprattutto grazie a chi troverà il tempo di lasciarmi scritti i suoi pensieri in proposito...
Le incantevoli Fan art che vedete sono fatte dalla bravissima Spirit99
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Primo Capitolo: Tutto quello che non ci si aspetterebbe mai da lei


Akane si guardava allo specchio mentre si spazzolava i capelli. Possibile che l'avesse fatto davvero? Le sembrava una cosa talmente assurda.
Si era catapultata sulla scrivania, così in fretta da far cadere la cornice con la foto che le aveva regalato Ranma per Natale, aveva preso un foglio da lettere rosa chiaro e ci aveva buttato sopra l'idea che le era parsa geniale.
Geniale fino a che non l'aveva lasciata sul futon di Ranma.
Chi era la ragazza che la guardava dallo specchio?
Quello non poteva di certo essere il suo riflesso.
Lei era la ragazza timida e testarda, quella con un orgoglio grande più del mondo, quella che non avrebbe mai fatto quello che in realtà aveva appena fatto.
La persona che la guardava dall'altra parte del vetro aveva i suoi stessi capelli a caschetto neri, i suoi stessi occhi color bronzo, ma uno sguardo diverso. Lei era decisa, non timida. Lei sapeva ciò che voleva e sapeva come ottenerlo, lei non era Akane.
Lei stava per fare tutto quello che non ci aspetterebbe mai da lei.

***

Scrisse il biglietto in fretta e furia, cercando di dosare al meglio i termini, doveva farlo prima di cambiare idea, prima di regalargli quella bella felpa rossa che aveva comprato solo poche ore prima.
Lo ripiegò con cura e scese in silenzio le scale. Per fortuna, per l'unica volta in tutta la sua vita, non si vedeva nessuno per casa.
Suo padre e Genma erano usciti a cercare il maestro Happosai, il quale, tanto per cambiare, aveva fatto infuriare mezzo quartiere con la “pesca grossa” della sera prima.
Kasumi stava sicuramente finendo di pulire qualche cosa, Nabiki era chiusa in camera sua e Ranma era nel dojo a continuare i suoi allenamenti speciali.
Akane si guardò intorno almeno venti volte, destra, sinistra, destra e, solo dopo essersi accuratamente premurata che davvero non ci fosse nessuno, sgattaiolò come una gazzella in camera del fidanzato, lasciò il bigliettino rosa profumato sul suo giaciglio notturno e corse via più veloce della luce.
Il cuore le batteva come se avesse corso per mille miglia e sentiva che il viso le si era tinto di rosso, anche se non poteva vedersi.
Ma la sua “missione” non era ancora finita.
Andò in cucina a bere un po' d'acqua, per tentare di placare l' animo sconvolto dai suoi stessi intraprendenti pensieri e prese in mano il telefono.
Rimase per quelle che le parvero ore a fissare i minuscoli tastini bianchi della cornetta e finalmente si decise a digitare il numero che giaceva stropicciato dentro la tasca della sua gonna.
<< Buona sera, qui Hotel “Dreams on seaside”, desidera? >>
<< Io.... io....>>
Ma riagganciò.
No, non poteva farcela.
“Su coraggio Akane, fa l'uomo!!” D'altronde Ranma le diceva sempre che è un maschiaccio, e per una volta in cui davvero si sarebbe dovuta comportare come tale, faceva la femminuccia.
Con un intenso sospiro prese di nuovo il telefono.
<< Buona sera, qui Hotel “Dreams on seaside”, desidera? >>
<< Buona sera io.... (“respira coraggio Akane, respira”) ..Io vorrei prenotare una stanza >>
<< Certo, la data? >>
<< Sabato e... domenica >>
<< Questi sabato e domenica? >>
<< Sì, se possibile >>
<< Certo, vuole una singola o una matrimoniale? >>
<< (“Oh Kami”)... Una.. una matrimoniale, per favore >>
<< Va bene, mi dica il nome >>
<< Saotome >>
<< Bene signora Saotome, allora la aspettiamo per domani, buona serata >>
Tu-tu-tu-tu-tu.....

***

Akane aveva rivissuto questa scena migliaia di volte nella sua testa.
Aveva prenotato una camera in un albergo, una camera matrimoniale, per lei e Ranma.
E la tipa della reception l'aveva addirittura chiamata signora Saotome.
I capelli le erano diventati lucidi, a furia di spazzolarli.
Chiuse la valigia.
Fece mentalmente il conto delle cose che ci aveva messo dentro la sera prima, tornata dalla sua “avventura”: un pigiamino corto, leggero ma coprente, tre costumi da bagno, due interi e un bikini nuovo di zecca, qualcosa per allenarsi perché non si poteva mai sapere, due gonne corte, un vestito elegante nel caso fossero usciti a cena, quattro completini intimi assolutamente anonimi e uno un po' più.... un po' più.... sexy.
Si imbarazzava solo a pensarlo.
Il beauty case con lo spazzolino, le creme, i trucchi e la sua acqua profumata alla frutta.
Poi ci aveva infilato dentro alla rinfusa qualche vestito rubato a Nabiki, senza nemmeno guardare, tanto ogni cosa posseduta dalla sua sorella mezzana era indiscutibilmente provocatorio e sofisticato.
L'ultima occhiata furtiva allo specchio.
Fuori era ancora buio, anche se le luci dell'alba facevano sentire la loro incombenza.
Akane si sentiva agitata come quando da bambina si svegliava presto per andare al mare con tutta la famiglia. Quel senso di trepidazione che precede un viaggio era lo stesso, con l'aggiunta dell'ansia e della paura che le procuravano la sua idea e la possibile reazione del fidanzato.
Ma ormai quel che era fatto, era fatto.
Scese le scale in religioso silenzio dirigendosi in sala da pranzo e posò sul tavolo il secondo biglietto che aveva preparato la sera prima:

“Cari papà, Kasumi e Nabiki,
sono andata alle terme con la famiglia della mia amica Sayuri come vi ho detto ieri sera.
Ci vediamo lunedì.
Buon week end,
vostra Akane”

Sentendosi una traditrice per quell'enorme bugia, anche se in fondo sapeva che tutti sarebbero stati fin troppo compiaciuti del suo operato, posò accanto al suo un terzo biglietto, scritto ricopiando l'orribile calligrafia di Ranma:

“Papà, anche se non dovrebbe interessarti te lo dico lo stesso, passerò il week end ad allenarmi con Ryoga, nei boschi qui vicino. Non combinare guai mentre non ci sono.
A lunedì, Ranma”

Akane si fermò un momento ad osservare il suo operato. Il biglietto che sarebbe dovuto essere stato scritto da lei era della stessa carta fine e rosa che aveva utilizzato per quello lasciato a Ranma, profumato e scritto in maniera gentile e accurata. Tipico di lei.
Mentre quello che sarebbe dovuto essere di Ranma era un pezzo di carta strappato da qualche parte, scritto in maniera grossolana e frettolosa. Tipico di Ranma.
Aveva fatto proprio un bel lavoro.
Quando voleva sapeva essere piuttosto furba.
Contando i respiri, si accostò alla camera degli ospiti, al cui interno dormiva un ignaro Ranma.
Si accostò leggermente al ragazzo e lo scosse con atipica dolcezza:
<< Ranma, Ranma svegliati per favore >>
<< Mmmmm....>>
<< Ranma! >> e lo strattonò leggermente più forte.
<< Akane! Che vuoi? Non vedi com'è presto! E poi oggi non dobbiamo andare a scuola! >> protestò il ragazzo con uno sbadiglio.
La piccola Tendo inspirò visibilmente innervosita:
<< Non fare domande, prepara una valigia per stare fuori due notti, lavati e vieni al parco. Io sarò lì ad aspettarti! E non fare rumore, non devi svegliare nessuno! >>
Detto questo scappò silenziosamente via, lasciando Ranma a guardarla ammutolito.

Il ragazzo si accorse di tenere in mano qualcosa, un foglietto di carta stropicciato. Lo spiegò e lo lesse di nuovo.
“Allora non era un sogno”.

  
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