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Autore: JeJe__    27/02/2014    1 recensioni
Il sogno di tutte le ragazze non sarebbe di certo atterrare a Seoul.
No.
Loro aspirano a Londra, Las Vegas, la California... Io invece, mi accontento di stare lì.
Di incontrare il mio amico Senshine , di stare da lui per un po'...
I miei genitori non lo sanno, ma incomincerò a lavorare in quella città.
Anche se, non so che lavoro fare.
~❀~❀~❀~❀
Special guest (?): non lo dico.
Huhuhuhu~❀
Genere: Avventura, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Sorpresa, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Chi c'è quiii? L'idiota di turno, sono ioo!
Nuova storiella, ovviamente con Taemin protagonista huhuhu ~(˘▾˘)~.
Peròòò, c'è un personaggio fuori dagli SHINee...un indizio? Lo scoprirete solo leggendo~
Questa ff, la dedico a mia figlia Hunhan_4eve, che ha compiuto il 22 gli anni. Augurii ~~




 
~Benvenuti al Seoul Maid Cafè~✿«



Valigia pronta.
Cappelli, sciarpe, guanti, magliette di lana, tutte dentro.
« Non ci manca proprio niente!
»
« Io, dai cinesi non ti mando! »
Ah, giusto. Ci mancava mia madre.
« Prima di tutto non sono cinesi ma coreani. E poi sono grande abbastanza da andare dove voglio!
»
Presi la valigia, e in un attimo la sorpassai, arrivando al solito soggiorno.
Erano da 7 mesi che programmavo di andarmene per un po’ a Seoul, ma il problema sta che mia madre, ottusa e fedele ai tempi primitivi, non gli va l’idea che parta da sola, con tutti CINESI, e in un posto sconosciuto.
'« Ci sono tanta gente cattiva in giro!
»' diceva inutilmente.
« Diciannove anni per te sono grandi?!
»
« Babbo, pigliatela per piacere! »
Con la sua risata contagiosa, le andò vicino, cercando di calmarla e farla ragionare (cosa del tutto impossibile), mentre io presi le ultime cose: passaporto e biglietto.
« Le passerà...
» sussurrò l’uomo di casa, lanciandomi uno sguardo affettuoso. Spero in fretta...
Per fortuna che finì di blaterare, nel momento del bip del computer. Mi avvicinai, capendo da subito di quale notifica si trattasse, e aprii Skype.
Videochiamata da: Senshine.
La accettai immediatamente, e in un istante comparì la sua immagine in quel piccolo quadratino.
« Oppa!
»
Mi sorrise, cosa molto difficile (poiché è uno di quei ragazzi apatici e privi di qualsiasi emozione) e agitando la mano, mi salutò.
Altro che cinesi. Se solo mia madre sapesse che andrei a vivere con uno sconosciuto, nella sua casa, cambierebbe idea.
Mi chiuderebbe direttamente in camera.
« Quando parti?
»
« Mhh... Tra poco! »
Mi girai, osservando i miei genitori spiarci con occhi spalancati e bocca aperta, e subito ritornai da lui.
« Adesso vado...
» dissi, incominciando a parlare coreano, « Preparami la camera, che arrivo Sehun! »
***
« Sei arrivata a mamma? »
« Si... »
Dopo la videochiamata, chiamai un taxi, poiché se mi avessero accompagnato loro, ero sicura che mia madre avrebbe preso la valigia e sarebbe scappata via con essa.
« Adesso vado, a dopo mamma!
»
« Stai attenta, non dare confidenza a nessuno! »
« Si, si, ciao. » e staccai. Sarebbe stato meglio, se non si fosse comprata quella scheda per le chiamate internazionali.
Trascinando la mia valigia, incominciai così a vagare in quell’aeroporto, cercando di riconoscerlo in ogni passante che vedevo, ma delusa uscii da lì, e poi...
« Oh Sehun!
» gridai.
Si girò verso di me, e come immaginavo, era ancora più bello di come appariva nella videochiamata.
C’eravamo conosciuti in uno di quei siti in cui eserciti la lingua che vuoi imparare, e subito ci trovammo d’accordo. Anche se tutto il merito, lo do a KakaoTalk, così potevamo scriverci in qualsiasi momento. Lui voleva imparare l’italiano, e io il coreano.
Gli saltai letteralmente addosso, mi abbracciò, e per la prima volta sentii la sua risata, musica per le mie orecchie.
« Non vedevo l’ora di incontrarti!
» esclamò, lasciandomi.
Oh si, coreano. A chi lo dici...
Prese la mia valigia, e facendomi segno di seguirlo, raggiungemmo una macchina parcheggiata vicino all’aeroporto.
« Adesso, andiamo a casa. Poi, ti porto a fare un giro.
»
Salimmo, e dopo una buona mezz’ora, mi portò a casa sua. Se i coreani fossero tutti come lui, me li sposerei ad uno alla volta.
« Non è grande, ma per due va bene...
»
« Non preoccuparti, va benissimo! »
Almeno poteva sembrare una stanza di un hotel nei dintorni di Seoul. Sì, perché mia madre vuole intasarmi di videochiamate, convinta che alloggio in un hotel. Poverina...
« Non potevi scegliere un periodo migliore per venirmi a trovare?
»
Lo guardai appoggiare, in quella che sarebbe stata la mia stanza (il salotto), la mia valigia, e poi incrociò i miei occhi.
« L’inverno è la mia stagione preferita.
»
« Andiamo adesso, che ti ho trovato un lavoro con i fiocchi! »
Rimasi scioccata dal sorriso che apparì nel suo volto, mai visto in vita mia, faceva quasi...
« Mi fai paura.
» confessai.
« Già? Abbiamo tanto tempo da passare insieme!
»
***
« Io, non ci lavoro qui. »
« Dai! Già ho parlato con la proprietaria, tra l’altro mamma di un mio amico. Ho fatto tanto per convincerla! »
« Con la paura che fai, non ti credo neanche un po’. »
Sicuramente l’avrà convinta con quel sorriso che mi ha lanciato prima.
Al solo pensare, mi vengono i brividi.
« E poi, chi è? Il tuo amico Bummie?
»
« No. » e si grattò la testa, facendo finta di osservare quel locale.
« Lulù, allora?
» e risi a quel soprannome strano. Se solo sapesse che quel nome, in Italia, è usato per una marca di scarpe per bambine...
« Finiscila! Entriamo.
»
Mi prese per il polso, e sbuffando, lo seguii entrando in quel…non so come definirlo, ecco.
Si fermò, mentre ci si avvicinò una ragazza vestita da cameriera e con un sorriso a 32 denti.
« Benvenuti al Seoul Maid Cafè! Volete accomodarvi?
»
« Vorrei parlare con la proprietaria. Sono Sehun. »
Era apatico anche nella realtà. Almeno un sorriso, di certo non te lo faceva pagare.
La ragazza si allontanò, e subito ci venne incontro una signora anziana, che poi tanto anziana non sembrava. Mentre ci sedemmo in uno di quei tavolini, restai incantata ad osservare quelle ragazze svolazzare di qua e di là, andando a servire i clienti. Non era di certo il lavoro adatto a me.
Troppo stressante. E se poi, mia madre lo sapesse...
« Allora, incominceremo domani?
» mi chiese la signora.
Oh no. Certo che no.
« Certo, inizierà domani!
» intervenne l’altro.
Una gomitata nello stomaco, nessuno poteva impedirmela.
« Okay... Adesso vado che le mie ragazze hanno bisogno del mio aiuto.
» e ci lasciò, seduti ancora al tavolino.
« Oh Sehun…
»
Tossì, girandosi dal lato opposto al mio, torturandosi le mani.
« C-Che c'è?
»
« Ti ammazzo. »
« Suvvia! E’ divertente! »
« Divertente un corno! Cosa dirò a mia madre?! »
« Ti inventi una scusa, come quella della casa! »
Coreano dei miei stivali. Te ne farò pentire, stanne certo.
Poi un rumore tonfo.
« Ahi!
»
E in un attimo vidi tutte le ragazze circondarlo, e per sua fortuna, lo aiutarono ad alzarsi.
Sono un genio del male.

 
  
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