Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Calmoniglio    27/02/2014    2 recensioni
Lily si appena trasferita nella caotica Londra. Ormai in ritardo per andare a lezione si siede su una panchina a piangere per il disastro combinato. Ed è lì che incontrerà il gruppo più strano del mondo: Peter, Susan, Edmund e la piccola Lucy.
Un nuovo incontro che la porta in un magico mondo chiamato Narnia dove i ragazzi e le ragazze sono rispettivi re e regine. Qualcosa non va però, gli alberi sono malati e Aslan non si trova.
Nuove amicizie e nuovi amori. Vecchie rivalità e segreti. Antiche profezie da tempo dimenticate.
// Una ragazza insicura di sé con un gran dono riuscirà a salvare Narnia?”
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprì gli occhi e sbattei più volte le ciglia. Con le poche forze che avevo, cercai di tirarmi su, a sedere. Ero in una stanza fatta completamente di marmo. C’erano molte decorazioni : alcune rappresentavano scene, altre erano semplicemente figure geometriche o ornamentali. La poca luce che c’era entrava dalle grandi finestre, l’una accanto all’altra. C’erano vari mobili come grossi armadi e scrivanie. Io ero comodamente sdraiata  in un letto non molto grande, da un lato della stanza. In fondo al letto, seduta su una sedia, c’era una piccola bambina che teneva la testa sul letto. Dormiva emettendo buffi suoni con la bocca. Ad un tratto ricordai tutto. La metropolitana, gli animali, Krun e la foresta. Com’era possibile sentire gli alberi cantare o parlare? Poi quelle voci, erano tutte insieme. Non riuscivo a capire tutto, mi arrivavano solo qualche parole come “è qui”, “è lei” oppure “Siamo sicuri?”. Quelle parole non avevano senso. Io ero solo arrivata lì per caso, non c’era un vero e proprio motivo. Non come … loro. Re e regine avevano esclamato tutti. Ma chi erano davvero?
Decisi di alzarmi. Dovevo aver dormito parecchio tempo dato che il mio stomaco brontolava. Fortunatamente, alla destra del letto, c’era un comodino con sopra un vassoio pieno di prelibatezze: frutta, dolci e quant’altro. Iniziai a divorare velocemente il pasto, ignorando le buone maniere. Non avevo ancora finito di mangiare quando la bambina si svegliò. Riconobbi subito quel volto tenero. Lucy. Rimase un po’ turbata vedendo il letto vuoto e si alzò subito di scattò, come se fosse successo il peggio,  poi mi vide. Vide una ragazzina in camicia da notte con la bocca piena di frutta che teneva il vassoio come un suo piccolo e personale tesoro. Rimase lì a guardarmi, poi iniziò a ridere. Finii il boccone e iniziai a ridere anch’io. Era una scena così buffa. Ridemmo per un po’, poi Lucy mi corse incontro e mi abbracciò forte. Sobbalzai, non mi aspettavo un gesto simile, e la strinsi ancora più forte.
Quando ci sciogliemmo dall’abbraccio iniziò subito a parlare – Dio quanto ci hai fatto preoccupare!Insomma hai iniziato a urlare dicendo di smetterla perché non ce la facevi più. Non so cosa sia successo, davvero! Io ho avuto tanta paura. E poi Susan e Edmund e … Peter erano così preoccupati! Hai dormito per circa … due giorni. Facevamo a turno per non lasciarti mai sola. ” quando finì la frase, riprese fiato. Ero spaesata, non sapevo cosa dire – Ecco, insomma … mi dispiace. Non volevo … spaventarvi.- non riuscivo a dire altro. Lucy continuò – Adesso gli altri sono a una specie di riunione, ma fidati, torneranno prestissimo.-
Erano passati solo pochi minuti quando la porta si aprì e entrarono Edmund, Susan e Peter. Erano vestiti con una specie di uniforme. Susan portava un arco, mentre Edmund e Peter una spada. Peter  fu il primo ad accorgersi di me – Lily – gridò, venendomi in contro. Ero contenta di vederlo, lo devo ammettere. Mi alzai in piedi, ma le mie gambe non ressero il peso. Feci per appoggiarmi al comodino ma Peter mi afferrò prima. Mi prese per fianchi e mi appoggiò delicatamente sul letto.
- Grazie- riuscì a dire. Bene, ero svenuta nei miei primi minuti a Narnia e adesso questo!
- Oh, di niente- disse Peter sorridendo. Era un ragazzo solare, sorrideva sempre. Volevo aggiungere qualcosa ma Lucy chiese subito della riunione. Evidentemente era troppo piccola per prenderne parte.
- Glielo dici te?-  disse Peter a Susan. Susan annuì e iniziò – Okay Lucy, non ti allarmare troppo, andrò dritto al sodo. Aslan non si trova. L’hanno cercato dappertutto. – Lucy stava per dire qualcosa ma Susan la fermò – Aspetta. A quanto pare dopo la scomparsa di Aslan gli alberi hanno cominciato ad ammalarsi. Cioè, esteriormente stanno bene. Ma nel profondo c’è qualcosa che non va. Gli animali lo possono sentire. Il consiglio non ci ha detto altro, dobbiamo aspettare una decina di giorni per saperne di più. Poi decideremo sul dar farsi. -  concluse Susan. Gli alberi malati interiormente? Normalmente gli alberi si ammalano sia esteriormente che interiormente, anche se con tempi diversi. Ma, d’altronde, lì niente era normale.
Passammo qualche minuto in silenzio, poi Edmund disse – Perché non andiamo a fare un giro fuori? Andiamo! È una bella giornata!- indicando la finestra. Aveva ragione, il sole splendeva in un cielo limpido. Ho sempre odiato stare in casa quando fuori era una bella giornata. Non so perché ma quel pensiero mi portò nuove forze – Edmund ha ragione. Potremmo andare … non so, in città.- proposi, meglio stare lontana dalla foresta per ora. Sì, mi sentivo piena di vitalità. Forse era la dormita che mi aveva rigenerato, oppure solo l’idea di stare all’aperto.
- A proposito- aggiunsi sorridendo -  è un onore avere degli amici di così alto rango come voi-  dissi con un tono altezzoso mentre cercavo di inchinarmi. Edmund fu il primo a ridere e presto contagiò tutti.  
Chiesi subito dove potevo cambiarmi e Lucy mi accompagnò in una specie di bagno, nella stanza accanto alla mia. I vestiti erano appoggiati su un piccolo mobile, così mi cambiai velocemente. Mi soffermai guardandomi allo specchio. I capelli marrone chiaro erano raccolti in una treccia un po’ disordinata. Indossavo dei pantaloni marrone scuro, una maglietta nera e un paio di stivaletti dello stesso colore. Ero piuttosto soddisfatta del mio fisico. Ero alta e robusta, grazie al lavoro nei campi del nonno, perciò ero più muscolosa di alcuni miei compagni. Non avevo nemmeno un portamento da donna, ero goffa ma quando volevo ero agile e veloce.                                                                                
Uscì dal bagno e trovai Lucy, Edmund e Susan poco lontano che chiacchieravano mentre Peter mi aspettava fuori dalla porta. – Pronta, bella addormentata?- mi chiese scherzosamente.
- Prontissima- risposi sorridendo.
 
  
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