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Autore: Ambros    27/02/2014    10 recensioni
[AU!Klaine]
Quando Kurt torna dalla NYADA a Lima per fare una sorpresa al proprio fidanzato, l'ultima cosa che si aspetta è che David l'abbia tradito. Sconvolto, decide di allontanarsi da tutto e da tutti; parte per Firenze, ma l'ultima cosa che si aspetta è di incontrare lì qualcuno che lo farà sentire di nuovo bene: Blaine.
Dal testo:
-Poi il treno si ferma, lui si allunga per prendere la valigia – miracolosamente non la tira in testa a nessuno - scende quei pochi gradini sorridendo educatamente alla ragazza che è stata seduta accanto a lui, ed è lì.
Sul marciapiede grigio scuro attraversato da una linea gialla, il marmo rosso e bianco a qualche passo da lui che risplende per la luce che entra prepotentemente dalle vetrate sul soffitto.
C’è.
Firenze.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Love doesn't care about odds.


 

Blaine lo porta a vedere anche Ponte Vecchio, nel momento in cui il sole è sorto completamente e sta illuminando tutti gli edifici che si affacciano sull’Arno, stranamente brillante.
E parlano.
Kurt non crede di aver mai parlato così tanto, senza parlare veramente di niente di serio.
Ma soprattutto, non credeva possibile che qualcuno potesse parlare tanto quanto Blaine. Eppure ora si deve ricredere, perché Blaine non smette un attimo di parlare, di ridere, di farlo ridere, di gesticolare, di passarsi una mano tra i ricci disordinati quando si sente vagamente in imbarazzo.
Non si ferma nemmeno un secondo, e Kurt, mentre è impegnato ad asciugarsi gli occhi che stanno leggermente lacrimando per l’ennesima risata che gli sta lasciando le labbra, si rende conto che, probabilmente, Blaine lo sta facendo per lui. Sta solo cercando di distrarlo.
E Kurt non può fare a meno di sentirsi il petto colmo di gratitudine mentre osserva quel ragazzo forse non più così sconosciuto che si esibisce nell’ennesima smorfia esilarante e priva di senso.


*


 
Kurt ha spento il telefono la sera prima; ha inviato un messaggio a Rachel e a suo padre – a Rachel per raccontarle di Blaine, a suo padre per fargli sapere che è ancora vivo – e adesso si sente infinitamente più tranquillo.
David non lo può più raggiungere, lui ha appena finito di fare una colazione quasi faraonica e sta aspettando Blaine col naso affondato nella sciarpa fuori dall’hotel.
“Sei pronto, straniero?”
Si volta con un sorriso al suono di quella voce, e non può fare a meno di sentirsi sinceramente felice.
“Prontissimo.”
 

*


“Blaine?”
“Mh?”
“Ma stiamo andando alla Stazione perché vuoi implicitamente suggerirmi di tornare a casa?”
Blaine sbuffa, lanciandogli un’occhiataccia “No, simpaticone.”
“Va bene” Kurt riflette un attimo, ma non riesce a venirne a capo “Allora perché stiamo andando alla Stazione?”
“È una sorpresa” risponde lui, alzando orgogliosamente il mento.
Kurt inarca un sopracciglio con aria scettica, ma non insiste.
Si limita a seguire l’altro ragazzo all’interno dell’edificio squadrato, avvicinandoglisi un po’ di più in maniera istintiva per evitare di essere trascinato via dalla folla.
Solleva lo sguardo quando Blaine si ferma, e gli rivolge un’occhiata interrogativa; Blaine si limita ad indicargli con fierezza l’enorme albero di Natale che Kurt ha già notato quando è arrivato.
Quello che non aveva notato, sono i fogli poggiati sull’albero e che coprono poco meno di due metri sulla parte inferiore.
Si avvicina lentamente, tendendo la mano per sfiorare la carta, e si accorge che non sono solo fogli; tovaglioli, fazzoletti, di tutto. E su ogni foglio, tovagliolo, fazzoletto, biglietto del treno, ci sono frasi, parole; alcune non le capisce, perché sono scritte in italiano, in giapponese, in spagnolo, in francese, in arabo. Legge invece con un sorriso meravigliato quelle scritte in inglese, mentre Blaine lo osserva, quasi in attesa.
C’è scritto di tutto; dai banali “Speriamo di tornare presto!”, “Firenze è una città bellissima!” ai più sdolcinati “Ti amo”, “Spero che rimarremo insieme per sempre” fino ai più rassegnati “Spero che torneremo insieme”, “Vorrei che tu tornassi”.
Legge quello che può, girando attorno all’albero illuminato dalle luci dorate, e quando ha finito di leggere quelle in inglese si volta verso Blaine con un’espressione inconfondibile; e infatti, il ragazzo sbuffa alzando gli occhi al cielo, ma sta sorridendo “Sì, sì, te le traduco” gli dice con tono accondiscendente, rivolgendogli una linguaccia.
Kurt si limita ad affiancarlo con un’espressione entusiasta, e Blaine gli rivolge una finta occhiata esasperata prima di concentrarsi sulle scritte in italiano “Uhm … Allora, questa dice ‘Babbo Natale, farci passare l’esame di chimica no?’” ridacchia, e Kurt con lui, prima di passare a tradurre le successive “‘Fate tornare insieme Sherlock e Jhon’, ‘Buon Natale a tutti, belli!’, ‘Caro Babbo Natale, pretendiamo Harry Potter sotto l’albero’, ‘Caro Trenitalia, vorrei un treno in orario!’, ‘Vorrei un aumento, grazie’, ‘Caro Babbo Natale, ho fatto il bravo: mi porti il pupazzo che ti ho chiesto nella lettera?’, ‘Vorrei che si accorgesse di me’.” Blaine si interrompe e gli lancia un’occhiata strana che Kurt non riesce a decifrare “Cosa?” chiede, confuso.
Blaine scuote leggermente il capo, con un sorriso vago “Niente.” Si gira di nuovo verso l’albero, allungandosi per raggiungere i biglietti più in alto, e Kurt non può trattenere una breve risata “Non starai ridendo di me!” lo rimbecca Blaine, voltandosi verso di lui con espressione offesa.
“No no” risponde Kurt, riassumendo un’aria vagamente seria che non riesce a convincere Blaine nemmeno un po’.
Il ragazzo emette uno sbuffo indignato, rivolgendo lo sguardo orgogliosamente offeso all’albero di fronte a loro.
Kurt sente che il cuore gli manca un battito – o anche più di uno – mentre osserva gli occhi caramellati di Blaine che riflettono le luci dorate dell’albero, e non può fare a meno di pensare che non sono molte le volte in cui si è sentito così in pace. Felice. 


*



“Seconda tappa: la Fontana del Porcellino!”
“Come, scusa?”
“La Fontana del Porcellino” ripete Blaine, impassibile.
“Del Porcellino?” fa eco Kurt, scettico.
“Sì. Hai qualcosa contro il Porcellino?”
“No no.” Assicura velocemente Kurt, seguendo Blaine tra la folla che circonda una statua.
“Sarà meglio” Blaine gli scocca una finta occhiataccia, prima di indicargli la statua in bronzo. “In realtà, è un cinghiale. Ma la chiamano del Porcellino.
“Okay” risponde Kurt lentamente, osservando con scetticismo un turista baffuto che sta strofinando energicamente il naso del cinghiale.
Blaine ridacchia nel cogliere la sua espressione “Si dice che porti fortuna” gli sussurra in un orecchio, facendolo rabbrividire leggermente “Dopo aver strofinato il naso devi inserire una moneta nella bocca; se la moneta, cadendo, oltrepassa la grata in cui si raccoglie l’acqua, ti porterà fortuna, altrimenti no.”
Kurt si gira verso di lui con un’espressione scettica pronta a disegnarsi sul suo viso, ma si ritrova le labbra piene di Blaine decisamente più vicine di quanto non si aspetti, e per un attimo si scorda di qualsiasi cosa che non sia il respiro dell’altro ragazzo che si infrange sulla sua pelle.
“M-Magari vale la pena provare” riesce a balbettare alla fine, abbastanza miseramente.
Blaine scuote la testa con un pizzico di confusione, e Kurt non può fare a meno di chiedersi se non ci abbia pensato anche lui ad annullare quella misera distanza tra loro; ma poi il ragazzo si riprende “Non funziona davvero.” Gli svela, ammiccando “L’inclinazione della testa del cinghiale fa in modo che solo le monete più pesanti cadano davvero oltre la grata.”
Sul volto di Kurt si disegna un’espressione a metà tra l’indignato e il deluso “Peccato. Mi avrebbe fatto comodo un po’ di fortuna.”
“Tentar non nuoce” sussurra Blaine, prima di afferrargli delicatamente la mano e, approfittando di un momentaneo vuoto di fronte alla statua, fargliela poggiare sul naso freddo del cinghiale.
Kurt non può fare a meno di sperare sinceramente che quella cosa porti fortuna, perché ne ha davvero bisogno, ora che il cuore gli sta battendo un po’ troppo velocemente e il respiro sembra volersi solo impigliare nei suoi polmoni.


*


“Blaine, è l’otto Gennaio. Non puoi seriamente pensare di prendere un gelato.”
“Lo penso eccome.”
“Finirai per sentirti male!”
Finiremo per sentirci male. Non credere di poterla scampare.”
“Oh, no, scordatelo. Non c’è alcuna possibilità che io mangi un gelato.”
“Certo, certo.” Blaine non sembra prenderlo particolarmente sul serio, perché un secondo dopo  stanno mettendo piede in una gelateria non troppo grande ma decisamente ben fornita.
“Blaine, sul serio, non –” Ma Blaine lo ignora e fa lo scontrino per due gelati, prima di voltarsi verso di lui con un sorriso che sembra più un ghigno estremamente soddisfatto.
Kurt sbuffa, esasperato, ma si arrende e comincia a scrutare con malcelata curiosità le montagne di gelato che ha di fronte.
Cosa vuole?
Kurt solleva lo sguardo sul commesso di fronte a sé, vagamente confuso; in realtà, ha capito quello che gli ha chiesto – ormai ha sentito quella frase abbastanza spesso –, ma non è sicuro di saper pronunciare correttamente i nomi dei gusti.
Si volta verso Blaine in cerca di aiuto, ma il ragazzo gli rivolge un ghigno beffardo, quasi di sfida; e Kurt non ha mai desistito di fronte ad una sfida.
Si gira verso il commesso con un’espressione più sicura “Voglio” dice, incerto “Mela verde” legge sull’apposito cartellino, aiutandosi con le immagini – e sentendosi un po’ stupido per questo – pregando di non star dicendo niente di offensivo “Pesca e menta.” Conclude, con un sospiro soddisfatto e sollevato.
Il commesso annuisce senza fare una piega, e dopo poco gli tende un cono con sopra una cupola di gelato. Non può fare a meno di osservarlo con uno sguardo a dir poco famelico, nonostante sia Gennaio e faccia piuttosto freddo; si volta verso Blaine con un sorriso soddisfatto, ma il ragazzo lo sta già osservando, divertito e … meravigliato.
“Guarda il maestro e impara” gli sussurra, riscuotendosi con aria fiera.
Kurt non è esattamente sorpreso dell’enorme cono pieno di tutti i gusti contenenti cioccolato che si trova meno di un minuto dopo tra le mani di Blaine.


*



“Okay, adesso dove mi stai portando?”
“Vedrai, è una sorpresa!”
“Blaine, se ti sei perso me lo puoi dire, davvero; non ti prenderò in giro.”
“Non mi sono affatto perso, Hummel.” Lo rimbrotta lui, continuando a camminare con aria spensierata “So perfettamente dove stiamo andando.”
“E sarebbe …?”
“Niente da fare. Non te lo dico.”
Kurt sbuffa alzando gli occhi al cielo, ma decide di desistere. Non che abbia molta scelta, comunque.
“Io …”
Solleva immediatamente lo sguardo nel sentire il tono incerto di Blaine.
“Ti stai divertendo, vero?”
Sul volto di Kurt si disegna un sorriso intenerito, perché Blaine non può umanamente essere così.
“Certo che sì” gli risponde con delicatezza, immediatamente ripagato dal sorriso sollevato che si apre sul volto di Blaine “Insomma, per poco non hai spiaccicato il tuo gelato sulla faccia di quella povera ed innocente vecchietta e ci siamo dovuti fermare per venti minuti perché tu dovevi chiederle scusa ma balbettavi troppo dall’imbarazzo. Come potrei non divertirmi?” Aggiunge subito dopo con naturalezza, stringendosi innocentemente nelle spalle.
Blaine inchioda nel bel mezzo della strada, arrossendo con aria oltraggiata “Tu – Tu – Tu!”
“Sì. Esatto.” Kurt gli rivolge un ampio sorriso “Balbettavi proprio così.”


*


“Okay, mi hai portato in un negozio di … saponi?”
“Non è un negozio di saponi qualunque.” Risponde Blaine con aria pomposa, tenendo aperta la porta del suddetto negozio; Kurt entra con un pizzico di esitazione, e viene immediatamente stordito dalla quantità e dall’intensità dei profumi che lo colpiscono.
Guarda piuttosto meravigliato le montagne di sapone solido dai colori sgargianti che lo circondano, e comincia a distinguere il profumo della menta, del miele, di agrumi.
Blaine lo trascina immediatamente con aria entusiasta verso alcuni contenitori di legno che contengono delle strane palle di sapone grandi quanto un suo pugno; senza dire una parola, Blaine afferra uno di quegli strani saponi e lo lascia cadere in una bacinella d’acqua, sorridendo come un bambino mentre osserva la palla scomparire in un mare di schiuma con uno sfrigolio.
“Sembri un bambino” ridacchia infatti Kurt, mentre Blaine lo trascina instancabilmente verso della strana gelatina viola che ondeggia in maniera piuttosto buffa sotto il suo tocco.
“Può darsi” Blaine gli rivolge una linguaccia che non può che confermare la tesi.


*



“Come mai siamo in Piazza del Duomo?” chiede Kurt, aggrottando leggermente le sopracciglia.
“Ehm … Non lo so, ti era piaciuto così tanto il Duomo che ho pensato ti avrebbe fatto piacere un’altra visita.”
Kurt si volta verso Blaine con un’espressione sorpresa – Blaine non ha fatto altro che sorprenderlo per tutto il giorno, a dire la verità.
“Grazie” mormora semplicemente, prima di afferrarlo per il gomito e trascinarlo verso l’entrata.


*



“Ed ecco a lei la sua cena, signore.”
Un vassoio di carta gli compare davanti al naso, e non può fare a meno di inspirare a pieni polmoni il delizioso profumo che gli fa venire immediatamente l’acquolina in bocca.
“Mi stai coccolando troppo” ridacchia, sollevando una carta piuttosto unta per rivelare un invitante trancio di pizza.
“Sciocchezze” risponde Blaine con convinzione, sedendosi sulla panchina di pietra di fianco a lui “Le coccole non sono mai abbastanza.”
Kurt arrossisce, mordendosi la lingua: è ovvio che Blaine non stia parlando di quelle coccole. No?


*



“Quindi … Spero che sia stato divertente.”
Blaine si ferma prendendo un respiro profondo prima di voltarsi verso di lui.
Kurt si ferma a pochi passi da lui, e gli regala un sorriso rassicurante “È stato molto divertente” gli assicura “Grazie. Davvero.”
Blaine gli rivolge un sorriso dolce “Non c’è di che. È stato molto divertente anche per me, comunque.”
Kurt lo guarda negli occhi, e sente che qualcosa gli si sta agitando indistintamente nello stomaco; è un calore piacevole che lo fa quasi rabbrividire, e un sospiro spezzato gli sfugge dalle labbra, perché Blaine è così vicino, così reale, così solido, così perfetto.
“Allora” mormora, senza fiato “Ci vediamo domani?”
Non sa come sia possibile, ma adesso può praticamente contare le ciglia folte e nere che circondano quegli occhi incredibilmente dorati “Sì” sussurra Blaine, con la stessa voce flebile “Sì, c-ci dovremmo proprio vedere. Domani.” Deglutisce, e i suoi occhi scivolano sulle labbra dischiuse di Kurt.
Non saprebbero dire chi si sia mosso per primo, ma ad un certo punto Blaine si ritrova con le labbra premute contro quelle di Kurt, e dietro le sue palpebre sembra divampare un fuoco.
È un bacio breve, timido, confuso; solo dopo qualche secondo Kurt gli poggia delicatamente le mani sul collo, lasciandogli dei lievi baci a fior di labbra che lo fanno rabbrividire e inspirare profondamente per sentire tutto quello che può.
Si allontanano dopo qualche secondo, sbattendo le palpebre con aria confusa.
Rimangono ad osservarsi in silenzio, l’uno perso negli occhi dell’altro, e per qualche attimo nessuno dei due ha davvero idea di cosa dire.
“Allora io …” inizia Kurt.
“Sì, tu …”
“Io … Noi …”
“Sì, insomma …”
“Ci vediamo domani.”
“Domani. Sì. Certo. Domani.”
“Domani.”
“Okay.”
“Buonanotte, Blaine.”
“Buonanotte, Kurt.” Risponde Blaine un attimo dopo, con tono sognante.
Kurt si avvia a passo incerto verso l’entrata, poi si gira e vede che Blaine è ancora lì, e lo sta ancora osservando.
Per una volta, in vita sua, decide di non pensare; quasi corre di nuovo verso di lui e gli avvolge le spalle con le braccia in un attimo, prima di baciarlo di nuovo, con più foga.
Blaine ridacchia contro le sue labbra, stringendogli la vita con le mani; e Kurt si sente stranamente ma meravigliosamente a casa.




***



Note:
Bella sorpresa?
Si sono baciati! *w*
Vado a fangirlizzare.
No, non sono normale.
Ve l'ho già detto che vi adoro, tutti? Seriamente. Sono platonicamente innamorata di ognuno di voi. 
(Ho una fabbrica di caramelle per Locked, a proposito.)
L'albero alla stazione c'è (c'era) davvero, e anche quei bigliettini :D Io l'ho trovato molto carino ^^
Ah, quasi dimenticavo; ho creato una pagina Facebook (
https://www.facebook.com/AmbrosEFP), formalmente per tenervi aggiornati per le pubblicazioni, praticamente per sclerare con voi. Ora, è un esperimento; mi sa che la renderò effettivamente attiva da Sabato, tipo, quando avrò un po' di tempo per organizzarla: quind, se vi interessa fateci un salto e manifestate la vostra presenza, se no la chiudo e faccio finta che non sia mai esistita :D

Fatemi sapere, come sempre!

Abbracci e caramelle, risponderò alle vostre meravigliose recensioni appena posso *w*
 

  
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