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Autore: Danda93    23/06/2008    1 recensioni
STORIA FERMA PER REVISIONE (probabilmente verrà cambiata in toto)
°°°Cosa succederebbe se Sesshomaru riuscisse per qualche scherzo del destino ad arrivare nell'epoca moderna? Tra automobili e marchingegni "strani", anche lui, il glaciale principe dei demoni, troverà una persona che riuscirà a scaldargli il cuore più di quanto non abbia fatto Rin...°°°
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi voltai, ero in cucina e stavo preparando dei pancakes per me e Akira, la mamma e la zia erano fuori, avevano detto che sarebbero andate a far compere per me, Akira e Sesshomaru, rimasi sbalordita da quell’ultimo nome che pronunciò mia madre.

Di lì a poco avrei svegliato la bimba, ma non appena mi girai, lui era lì, appoggiato al muro, con il pigiama addosso, si era cambiato la sera prima pensai, mi sorrideva, mentre teneva le braccia incrociate sul petto, sorrisi a mia volta.

Non mi mossi, non ce ne fu bisogno, si avvicinò e mi fece voltare del tutto. Lo guardai e mi abbracciò, ricambiai l’abbraccio sorridendo e chiudendo gli occhi, poi provai a staccarmi da lui, maledetto ripiano dei fornelli, mi bloccava la strada, ero incastrata, il che, da una parte mi piaceva visto che ero tra il mobile e il demone, ma dall’altra mi imbarazzava. Cercai di spostarmi, ma lui mi trattenne cingendomi la vita con le braccia, mi sollevò da terra e mi fece sedere sul ripiano, rimasi sbalordita da quel gesto.

Tenevo le gambe ‘allacciate’ dietro la sua schiena e le braccia attorno al suo collo, gli accarezzavo i capelli, quando lui si avvicinò e mi posò un bacio sulla punta del naso, sorrise malizioso, io rabbrividii e, forse per questo, mi lasciò soddisfatto, tornando in cantina.

Rimasi imbambolata per non so quanto tempo, seduta sul ripiano della cucina, a bocca aperta, poi, quando mi svegliai corsi subito a chiamare Akira che stava ancora dormendo, la dovevo portare da una sua amichetta e la strada era lunga per arrivarci.

Sbuffai, mentre lei si preparava, ed io finivo di vestirmi, visto e considerato che, in cucina, ero vestita solo con i jeans e il reggiseno, il che mi rese ancora più paonazza.

Mi infilai uno dei miei maglioni, grande, morbido, di lana, bianco, mi piaceva perché potevo entrarci dentro tre volte, prima di riempirlo del tutto, mi arrivava quasi alle ginocchia e le maniche me le ero fatte accorciare da una sarta, oltretutto aveva un collo ampio che lasciava scoperte le spalle.

Quando Akira fu pronta la spedii in cucina a fare colazione e mi diressi verso la cantina, sentii delle imprecazioni e aprii la porta precipitandomi giù per le scale, preoccupata, la scena che mi si presentò fu a dir poco comica.

Sesshomaru, che era riuscito a togliere i pantaloni del pigiama, e ad infilarsi quelli che gli avevo dato, stava cercando di slacciare la maglia, ma senza successo, quando mi vide si voltò a testa bassa e io mi misi davanti a lui, sorrisi,

“Ancora non hai imparato?”

scherzai, ma lo vidi rabbuiarsi,

“guarda che scherzavo...”

mormorai, mentre lo aiutavo a mettere un maglioncino nero a collo alto, avevo messo a lavare gli altri vestiti, così gliene avevo procurati dei nuovi. Mi sorrise,

“Lo so...”

fu l’unica cosa che mi disse, mentre lo prendevo per mano e lo trascinavo, come mio solito, su per le scale, fino alla cucina.

Non appena la bimba lo vide, scese dalla sedia e gli corse incontro abbracciandolo alle ginocchia, lui si abbassò e le accarezzò il capo, poi le diede un bacio sulla fronte, sembrava più...delicato, sensibile dopo il nostro bacio.

Quando Akira finì di mangiare uscimmo e la accompagnammo da Sagumi, la sua compagna di classe, per poi tornarcene a casa insieme.

Durante il tragitto di ritorno, mi tenne la mano, io mi accostai a lui e rimanemmo in quel modo fino alla destinazione, poi ci staccammo per entrare.

Lo vidi dirigersi verso la mia camera, ma non lo seguii subito, prima dovevo chiudere la porta e togliermi la giacca, quando lo raggiunsi era disteso sul mio letto, guardava il soffitto e teneva un ginocchio piegato verso l’alto, mentre l’altra gamba era distesa, mi avvicinai e vidi che stava ‘disegnando’ dei cerchi in aria, con le dita delle mani, lo guardai e aprii la bocca per chiedergli cosa stava facendo, ma lui non mi fece parlare, mi afferrò per un braccio e mi tirò a sé costringendomi a salirgli sopra, ora ero vicina, troppo vicina, anche se non mi dispiaceva affatto, arrossii diventando di un qualche rosso acceso immagino.

Sorrise e si avvicinò al mio viso, le nostre labbra erano vicinissime, io mi avvicinai ancora un po’ e ci baciammo; un bacio lungo, intenso, dolce, avevamo entrambi gli occhi chiusi, forse pregando che quel momento non finisse mai, ma purtroppo, dopo un po’ lui voltò il viso verso destra, ansimava e mi sembrava fosse arrossito un po’.

Gli sorrisi e lui mi guardò di nuovo.

Rimanemmo in quella posizione imbarazzante, immobili, in silenzio, per non so quanto tempo, ascoltavo il suo respiro e lui ascoltava il mio.

Fu lui ad interrompere quel silenzio.

“Mi hai cambiato,”

sussurrò abbracciandomi forte,

“non so come hai fatto, ma l’hai fatto, mi hai cambiato, hai cambiato il mio modo di essere. La mia indole demoniaca si sta indebolendo, e questo, se deciderò di rimanere qui, sarà un bene, ma se deciderò di tornare nel Sengoku, beh, potrebbe essere fastidioso...”

concluse.

Restai di sasso.

‘Vuole tornare nella sua epoca, vuole tornare nella sua epoca, vuole tornare nella sua epoca...’

solo quelle parole mi risuonavano nella mente, mi alzai a sedere sul letto, di scatto, ansimavo, lo sguardo era fisso nel vuoto, non pensavo a niente.

Lui si sedette tenendomi tra le gambe, mi abbracciò e mi baciò il collo, non rabbrividii stavolta, non ne ero in grado, cercai di alzarmi,

“vuoi... vuoi andartene... no, non ci credo...”

mormoravo divincolandomi dalla sua presa, non mi lasciava,

“lasciami subito!”

esclamai chiudendo gli occhi, lui mi obbedì, anche se non ne so il motivo.

Mi alzai e andai a sedermi sulla sedia davanti a lui, mi coprii il volto con le mani, ero in lacrime, singhiozzavo... lui era seduto davanti a me, immobile, aveva le mani protese verso di me, con i palmi verso il basso, come se volesse rimediare ad una qualche ferita, era sofferente in volto, io tra le dita delle mie mani potevo vedere chiaramente la tristezza nei suoi occhi.

“No, non... non ho ancora deciso, non lo so, mi sono affezionato a questo posto. Alla piccola Akira, a tua madre, a tua zia, ma soprattutto...”

sospirò e si prese il volto tra le mani,

“mi sono innamorato di te.”

Alzai lo sguardo verso il demone, lo guardi e mi inginocchiai davanti a lui prendendogli le mani tra le mie.

Il mio sguardo era vuoto, smarrito, ma sorridevo.

Riuscivo a sorridergli, come sempre.

Gli circondai la vita con le braccia e strinsi forte, soffocavo il viso e le lacrime sul suo maglione.

Piangevo.

Lo sentivo, mentre mi stringeva a sé

“Non ti preoccupare, non piangere, per favore...”

sussurrarmi di continuo quelle parole, e io piangevo ancora di più.

Ci interruppe solo il rumore della porta d’ingresso che si aprì e si chiuse subito dopo, erano rientrate la mamma e la zia, mi alzai e asciugai il volto, poi mi voltai verso Sesshomaru e gli sorrisi, dolce, più che potevo, mi prese la mano e me la baciò.

Quando mi lasciò andai incontro alle due donne, sorridente come sempre.

Non sospettarono nulla.

Quello rimase il nostro segreto,

per sempre.

°°°lo so, non piacchiatemi, la fine di questo capitolo è triste, ma suvvia!! siate fiduciosi!!non so darvi alcuna anticipazione perchè non so nemmeno io come mandare avanti questa storia, uhm..... che dilemma... kiss kiss...^^ °°°
  
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