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Autore: Chordi    27/02/2014    1 recensioni
Dopo la rottura con Kurt, Blaine è disperato. Ha perso la sua presunta anima gemella e non sa che fare. Abita a New York con Sam e Tina e frequenta la NYADA. Il rapporto tra Sam e Blaine si evolverà portandoli oltre l'amicizia, Blaine riuscirà a ricucire la ferita del suo cuore e Sam a capire chi è e a trovare la sua anima gemella. Tina si riavvicinerà ad una persona che pensava di aver dimenticato mentre Finn e Rachel stanno insieme ormai da cinque anni e una notizia scombussolerà la loro tranquilla vita. La storia l'ho ideata e scritta con una mia amica e sarà principalmente incentrata sulla Blam, la nostra OTP. Buona lettura a tutti e spero vi piaccia!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Rachel Berry, Sam Evans, Tina Cohen-Chang, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Finn/Rachel
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“ Spiegami per quale cazzo di motivo devi mentirmi.”
“Ma cos-”
Dani porse il telefono a Santana aperto sulla chat di Brittany.
“E quindi?” chiese la latina accigliata.
“E quindi? E quindi?! San mi stai prendendo in giro spero!” esclamò Dani con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata “ Cazzo, ti ha scritto un pezzo della vostra canzone preferita e altri diecimila messaggi!”
“Esatto. Lei me li ha scritti, io non le ho nemmeno risposto!”
“Hai ancora una foto con lei come sfondo del telefono!”
“È la mia migliore amica e continuerà ad esserlo.”
“E tu non le hai risposto perché non hai voluto, visto che alludevano a qualcosa che va oltre l'amicizia, o perché non hai potuto dato che stai con me?” Santana abbassò improvvisamente lo sguardo. La sua compagna ormai da quattro mesi, aveva toccato un tasto dolente. Molto dolente.
“M-ma che domande fai? È ovvio che...”
“San, guardami negli occhi e dimmi che non hai voluto.”
“Perché devi mettermi in questa situazione?”
“Perché ti amo.” rispose Dani con un sorriso amaro stampato in volto, raccogliendosi i capelli rosa in uno chignon perfetto. “Credo che andrò a fare la spesa.”
“D-dani, tesoro, aspetta...” Ma la ragazza era già uscita dal loro appartamento, con le lacrime che le rigavano il viso.

“Rachel, ti prego, puoi venire un attimo da me?”
“Certo Blainey, sto arrivando”
“Grazie, non so cosa farei senza di te” Rachel sorrise nel chiudere quella chiamata. Cinque minuti più tardi si trovava fuori dall'appartamento dei suoi amici più cari.
“B. da quando fumi?”
“Da quando sono innamorato di un cretino.” disse aspirando dolcemente dalla sigaretta.
“Sei innamorato di Sam, che cosa dolce!”
“Si, ma non mi sembra di essere ricambiato.”
“Perché? Cos'è successo?” chiese allarmata la Berry.
“Si vergogna di me, ecco cos'è successo.”
“Spiegati meglio”
“Stamattina stavamo parlando e gli ho chiesto se avesse voluto dire agli altri della nostra pseudo-relazione, pensando avesse dato una risposta positiva, invece ha detto che la sua vita cambierebbe troppo. Ha persino detto alla sua agenzia che vive solo con Tina.” disse Blaine sconsolato.
“Ti ha detto solo questo?”
“Ha detto anche che se fosse per lui lo urlerebbe ai quattro venti, ma ha paura delle occhiate della gente...”
“Beh, non ha torto...”
“Ehi, ma tu da che parte stai?”
“ Domanda di riserva?” rise sonoramente Rachel.
“No, okay, sono offeso.” rispose Blaine, cercando di trattenere una risata.
“Ma il tuo super bellissimo e biondissimo fidanzato dov'è ora?”
“È dovuto partire per andare dai suoi...” cercò di rimanere sul vago, ma era visibilmente scosso, e si accese un'altra sigaretta.
“Sei nervoso B... sputa il rospo!”
“Eravamo appena tornati in casa dopo la sfuriata con Kurt, quella che ti ho scritto prima per messaggio, e mi ha preso le mani dicendomi quanto fossi importante per lui e ci siamo baciati per fare pace. Poi Sam mi ha chiesto se volessi fare la doccia insieme a lui, ma ovviamente ho rifiutato, ho bisogno di rimettermi in forma, anche se non potrò mai competere col suo fisico da dio greco; quindi sono rimasto in cucina a leggere, quando è suonato il suo cellulare. Non sapevo cosa fare, poi ho sentito che dal bagno mi diceva di cominciare a rispondere e che sarebbe arrivato subito dopo. Ho fatto come mi aveva detto e ho visto che era Judith.
“Judith?”
“Sua madre, Rach. Rispondo, ci scambiamo due parole anche se lei sembrava alquanto strana e come da copione le passo Sam ed improvvisamente vedo il suo sorriso sciogliersi dalla faccia e gli occhi riempirsi di lacrime. Riattacca la chiamata e si getta tra le mie braccia dicendomi che suo padre è stato ricoverato d'urgenza all'ospedale e che sarebbe dovuto partire subito. Gli ho proposto di accompagnarlo, ma si è rifiutato categoricamente, abbiamo litigato di nuovo ed è uscito di casa urlando e incazzato nero. E ora sono qua, a sentirmi in colpa e a finire il pacchetto di sigarette fregato a casa di Santana.”
“Non è colpa tua Blaine...”
“Si Rach. Era preoccupato per suo papà ed io l'ho fatto innervosire ancora di più. Sono un deficiente di prima categoria.” disse, gettando a terra la sigaretta; Rachel la spense con il piede e prese le mani di Blaine.
“Allora, adesso ti alzi e andiamo a fare un giro a Central Park, giusto per tranquillizzarti un po'...”
“Sei la mia salvezza, Rach!” la ragazza lo prese sottobraccio e s'incamminarono verso il parco. Si fermarono su un ponticello a guardare le coppiette che passavano sotto di loro con la gondola, felici. Blaine pensò che se un giorno lui e Sam fossero riusciti a dichiararsi agli altri, l'avrebbe sicuramente portato su una di quelle gondole; Sam si sarebbe alzato in piedi, stando in equilibrio e facendo ondeggiare la barca, che probabilmente si sarebbe capovolta e sarebbero finiti tutti e due in acqua, ma a Blaine non sarebbe importato perché almeno sarebbe stato con la persona più importante per lui. Sarebbe stato bagnato e felice. Ora era asciutto e triste.
“A cosa pensi?” disse Rachel, interrompendo il suo monologo interiore.
“A...” Blaine ad un tratto lo vide. “ Sebastian!”
“Sebastian? Sei serio?” Rachel era sconcertata.
“No no, guarda là, eccolo!”
“Ah si, mi ero preoccupata quando...” la ragazza s'interruppe, vedendo lo sguardo pieno d'odio di Baine. “Ehi, ma che hai? Qualunque cosa sia, lascia perdere oer favore...”
“Niente, voglio solo andare a salutarlo.” Blaine si diresse verso il suo ex quasi correndo. Rachel rimase lì impalata, a fissarlo mentre se ne andava.
“Sebastian!” disse il ragazzo, toccandogli la spalla.
“Blaine! Sai, stavo proprio pensando a te, tutta questa neve mi ha fatto venire in mente quella volta che siamo andati un weekend a Vancouver da soli... faceva freddissimo, ma le notti erano molto calde, se capisci quello che intendo.” Sebastian scoppiò a ridere, ma la sua risata e  il tono di voce dolce non si addicevano per niente al suo viso spigoloso e allo sguardo glaciale. “ Comunque, ti stavo per chiamare, volevo chiederti cosa fai domani al Ringrazia...”
“So cos'hai fatto a Sam, Sebastian...” sbottò Blaine.
“ Mmh, vorrai dire, CON Sam!” rise di nuovo. “ Sei arrabbiato? Volevi aggiungerti per caso?”
“Smettila! E stai lontano da lui!”
“Gli ho solo chiarito le idee, mi dovrebbe un favore anzi.”
“Scherzi vero?”
“Certo che no. Magari gli propongo di venire a lavorare con me, so che ha problemi di soldi, accetterebbe di sicuro.”
“No invece, lui non è con te!” disse Blaine, avvicinandosi ancora di più. Ormai c'era pochissima distanza tra di loro.
“Ah si, io sono meglio, non sono un sempliciotto di campagna, diplomato per sbaglio e con un taglio di capelli improponibile! Io sono meglio.” Blaine strinse i pugni.
“Sam è buono, e geniale! Cose che tu nemmeno puoi immaginare di essere, accecato come sei da te stesso.
“Io almeno vado all'università, Sam invece la può vedere solo con il binocolo, scemo com'è.”
“Sei un bastardo Sebastian! Tu l'hai rovinato e non ti voglio più vedere vicino a lui.” si voltò per andarsene.
“Sai, l'ho capito. Ho capito che ti piace e non posso darti torto, è un gran bel ragazzo, l'unico suo pregio. Ah, ma aspetta. Forse, ti ha da fastidio che sia venuto da me e non da te?” disse Sebastian, con un tono di scherno. Blaine non ci vide più, si girò di scatto e gli sferrò un pugno dritto in faccia, con tutta la forza che aveva, solo che la sua forza in quel momento era praticamente nulla, così si accontentò dell'urlo sorpreso di Sebastian.
“Che cazzo fai?”
“Quello che avrei dovuto fare quel pomeriggio, ma non davanti a Sam, come ti ho già detto, lui è troppo per te!” detto questo, si allontanò da Sebastian per raggiungere Rachel, che guardava a bocca aperta la scena.
“Andiamo, Rach!” disse superandola.
“E dove?” la ragazza era scombussolata da ciò che aveva appena visto.
“A fare un tatuaggio” rispose Blaine sorridendo tra sé.

Sam strinse le mani al volante e trattenne le lacrime. Per tutto il viaggio di ritorno era stato come in trance, troppo stanco persino per chiudere gli occhi e lasciarsi andare. Non credeva di aver mai passato un giorno così brutto in tutta la sua vita. Suo padre era stato male e l'avevano ricoverato d'urgenza. Infarto, avevano detto i medici e nonostante fosse debolissimo e a malapena si reggeva in piedi, l'avevano mandato a casa, perché non aveva l'assicurazione. La cosa peggiore però, era stata sua madre, con delle occhiaie profonde e le mani che tremavano, che l'aveva obbligato a tornare a New York, dicendo che se la sarebbe cavata da sola, ma Sam non capiva come avrebbe potuto farcela con in più due bambini da curare, oltre che il marito; il ragazzo aveva passato tutto il pomeriggio ad abbracciare Stacey, che aveva visto il padre cadere davanti ai suoi occhi. Come poteva sua madre chiedergli di abbandonare la sua famiglia in un momento come questo? Prima di ripartire, andò nella piccola cappella della città a pregare, di solito era lì che gli venivano le idee migliori, e fu lì che decise che, una volta tornato a New York, avrebbe cercato un secondo lavoro e i soldi che avrebbe guadagnato li avrebbe spediti a casa, con o senza il consenso di sua madre. Si era già occupato di loro una volta, poteva farlo di nuovo. Decise di chiamare Blaine, per avvertirlo che stava tornando, sperando che non si fosse già addormentato, visto che era molto tardi. Squillò tre volte e poi partì la segreteria telefonica.
“Mmh Blaine, guarda che sto tornando, tra 10 minuti sono a casa. A dopo.” fece una pausa e poi aggiunse: “ Ti amo.” chiuse la chiamata e sospirò. Blaine gli era mancato terribilmente in quella giornata, e se non fosse stato così scemo da rifiutare il suo aiuto, probabilmente a quell' ora sarebbero stati insieme. Sperò solo che non se la fosse presa troppo per come se n'era andato. Accese la radio per distrarsi. Stavano trasmettendo 'Born To Die' di Lana del Rey. Di solito, non ascoltava quel genere di canzoni perché lo deprimevano, ma per quella volta fece un'eccezione.
Don't make me sad, don't make me cry sometimes love's not enough when the road gets tough
I don't know why
” Sam si abbandonò alle note della canzone. Prese una scorciatoia, per arrivare prima da Blaine, illuminata solo da pochi lampioni che emanavano una luce sfuocata. La stanchezza iniziava a farsi sentire. Ma tra poco sarebbe stato di nuovo tra le braccia di Blaine. “Choose your last words this is the last time” strinse di nuovo le mani e le nocche gli diventarono bianche. “ 'Cause you and I” chiuse gli occhi per un attimo e immaginò le labbra di Blaine sulle sue. “We were born to die”.
Riaprì gli occhi lentamente e avvertì un dolore insopportabile, ma non capiva da dove provenisse. Respirava a fatica a causa della cintura che lo schiacciava addosso al sedile. Sentì il sangue che gli fluiva alla testa. No, era tutto troppo per quel giorno. Si lasciò andare e rimase lì, fermo e immobile ad ascoltare l'ultimo verso della canzone. Chiuse gli occhi. Di nuovo.

  
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