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Autore: IMmatura    27/02/2014    5 recensioni
Ormai il mondo sembra sempre più ruotare intorno al denaro, e il potere delle Nazioni dipendere dalla loro economia...ma un giorno tutte le più potenti Nazioni vengono private della loro ricchezza, e il denaro stesso viene svuotato del suo valore. Inizia così un sadico gioco in cui ogniuno dovrà lottare per vincere tutto o per non perdere la ricchezza, il potere...e forse la vita stessa. Chi c'è dietro tutto questo? Come uscirne vincitori e soprattutto...a che prezzo?
Ognuno sarà costretto a fare i conti con se stesso, e con la parte peggiore di se, in un gioco di egoismi e interessi dove l'inganno sembra essere l'unica risposta...
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

 

Gioco d'inganni

 

 

Nulla è cambiato attraverso i secoli. Chi detiene l'oro detiene il potere. (Alessandro Morandotti)

 

 

II


I passi cadenzati di Germania risuonavano tra le mura cadenti di quel vecchio aeroporto. Era arrivato col consueto anticipo. Del resto difficilmente sarebbe riuscito ad attendere oltre, considerando che non aveva neppure dormito molto. Marciare avanti e indietro su quel pavimento polveroso era l'unico espediente che aveva trovato per dominare la tensione e mantenere il controllo di se.
All'orario stabilito dalla lettera mancava ancora mezz'ora...da almeno tre sbirciate all'orologio da polso. Decisamente la situazione era snervante, oltre che critica. In qualsiasi senso rianalizzasse mentalmente il contenuto di quella missiva, essa sembrava senza senso.
Innanzi tutto non tutti i rappresentanti delle nazioni derubate erano stati convocati. Anzi, il numero si riduceva, per il momento, ad una ventina. Tutti gli altri erano stati persino diffidati (con velate minacce) dal seguirli o indagare.
Ordini assurdi a cui il mondo, tenuto sotto ricatto, si stava piegando.
Se chi era a capo di questa follia aveva come obiettivo solo alcuni, perchè defraudare tutti? Solo per tenerli lontani?
Era evidente che quel piano di cui erano vittime mirava a destabilizzare il mondo intero...quindi perchè attirarli li pochi alla volta. Già, attirarli. Germania non aveva dubbi, infatti, sul fatto che si trattasse di una trappola.
La lettera invitava anche a portare con se un bagaglio, per un paio di pernottamenti. Era dunque evidente che volevano trattenerli. Magari in qualche luogo isolato.
Erano pur sempre in un aeroporto, avrebbero potuto costringerli a salire su un veicolo e portarli ovunque. Tanto più che, finchè avevano in mano le loro riserve auree, erano già come sequestrati. Sequestrati che si consegnano spontaneamente nelle mani del sequestratore, e raggiungono il nascondiglio con le proprie gambe. Davvero un'operazione "pulita", per dei pazzi criminali (più ci pensava, più Ludwig escludeva che potesse trattarsi di un singolo) che, di fatto, avevano inziato con la più grande rapina della storia.
Strinse i pugni con rabbia, contraendosi sul posto. Le gambe si erano come bloccate. Ogni muscolo del tedesco sembrava teso fino allo spasmo. Si chiese, all'improvviso, se non fosse anche quella una menzogna. Magari la storia del bagaglio era solo un depistaggio, e si trattava davvero di terroristi che speravano di poterli uccidere attirandoli pochi alla volta in luoghi isolati.
Eppure sembravano essere parecchio ben informati...potevano non sapere che era impossibile uccidere una Nazione con metodi "tradizionali"?
Però, anche la loro resistenza sovrumana aveva dei limiti. Se quel posto fosse esploso, per esempio, sarebbero sopravvissuti?
Scosse la testa, cercando di non pensare a questo. Si disse che, alla prima avvisaglia di pericolo, avrebbe reagito. Doveva solo rimanere sempre all'erta, e coi riflessi pronti...anche disarmato era in grado di fare molto di più di un branco di guerriglieri.
Un'aspra risata intervenne a distrarlo dalle sue paranoie.
-Vuoi spiegarmi il perchè della mia magnifica presenza in questa topaia, considerando che il problema in corso riguarda la mia magnifica persona solo di straforo?-
-Credimi, avrei preferito mille volte lasciarti a casa a controllare la situazione. Le istruzioni erano chiare, però: dovevamo presentarci entrambi.-
Gilbert, steso su una panca mezza rotta, si stiracchiò.
-Almeno potevamo evitare di arrivare così in anticipo...mi stò annoiando.-
-Willst du mich verarschen?*- prese a sbraitare -Forse non ti è chiara la gravità della situazione...come Nazioni, in questo momento, stiamo letteralmente fluttuando nel nulla. Quell'oro rappresenta la base stessa dell'economia di una nazione, del suo potere. Non recuperarlo significa condannare lo Stato al collasso, diventare gusci vuoti...-
Si interruppe bruscamente, rendendosi conto di quanto quel discorso potesse risultare inopportuno alle orecchie di suo fratello. Prussia. Chi meglio di lui poteva sapere cosa volesse dire diventare una non-nazione, un nome vuoto. Germania avrebbe voluto prendersi a sberle, inoltre, al pensiero delle sue colpe a riguardo. Per un attimo il sogghigno di Gilbert sembrò vacillare.
Poi, con uno scatto deciso ed una nuova, tronfia risata, il prussiano si alzò e si avviò ciondolando verso la vetrata, per guardare con fin troppo interesse, i vecchi aerei abbandonati li ad arrugginire. Sembrava altero e sicuro di se, a schiena dritta, in chiaroscuro contro il cielo. Però ne le voci, ne gli sguardi dei due fratelli si incrociarono più, fino all'arrivo delle altre Nazioni.

Penultimi a presentarsi furono i Vargas. Feliciano di fatto sembrava ancora un po' assonnato. Il fratello invece, per evitare ciò, doveva aver bevuto parecchi caffè di troppo, dato che sprizzava scintille ancor più del solito. Persino Spagna, dopo un po', aveva rinunciato a ronzargli attorno, per rivolgersi ai vecchi amici Gilbert e Francis.
Il Bad Friends Trio era l'unico gruppetto che, in qualche modo, riuscisse a sdrammatizzare la situazione. Pur senza divenire sguaiati, si lasciavano liberamente andare a qualche risatina. Francia poi non lesinava occhiate eloquienti in direzione di Inghilterra...o meglio delle "spalle" di Arthur, che si era appartato al telefono. Silenzioso, Giappone si era portato accanto all'inglese, riuscendo così a sentire distintamente i vari isterismi di quest'ultimo.
-Bloody hell! Why this stupid yankee don't answer the phone?!-
Era evidente che l'oggetto della sua ira era il grande assente della situazione, ovvero America. Anche lui era tra i convocati, ma stranamente la sua risata non aveva ancora trapanato i timpani dei presenti.
-S-sono sicuro che arriverà a momenti...- provò ad intromettersi Canada, ovviamente senza venire minimamente notato.
-Ighiru-san, sono sicuro che avrà le sue motivazioni per tardare.-
-Potrebbe averne se avesse un cervello in cui metterle, ma è evidente che non è così!-
Mentre Kiku cercava di placare l'amico, Yao commentava l'assenza di Alfred con Russia, circondato dai tremanti e silenziosi baltici, che sembrava molto contento della cosa.
Ungheria, lasciato temporaneamente il fianco di Austria, andò a scambiare due chiacchiere con Polonia. Cercava di tenersi impegnata mentalmente, per non farsi prendere dalla furia. Quella situazione risvegliava in lei un antico spirito battagliero. Se in quel momento Prussia l'avesse provocata, forse il tutto non si sarebbe risolto con innocue padellate.
Elizaveta non era neppure la sola disposta anche alla violenza gratuita pur di scaricare l'adrenalina e sgravare un po' il proprio cuore. Le occhiate che Vash Zwigli lanciava di tanto in tanto ad Austria, per esempio, sembravano di per se già colpi del suo fido fucile. Tuttavia erano molto rare.
Per la maggior parte del tempo Svizzera stringeva la presa sulle spalle della sua protetta Liechtenstein. Non con possessività, ma con ansia. La sua paura piùsegreta stava prendendo corpo. La sosteneva con ostinazione, perchè sapeva più per quanto ancora gli sarebbe stato possibile. Il pensiero del loro primo incontro gli torturava la mente. In quel momento si pentì quasi di aver fatto tutto quell'affidamento sulle banche e sul denaro. Se qualcosa fosse andato storto, lui era quello che ci avrebbe rimesso più di tutti e (se ne accorgeva solo adesso) Lili con lui.
Guardava Roderich con odio, per impedirsi di pensare ad una follia: in fondo sapeva per sentito dire che, per quanto snob, Austria non era un dissennato...inoltre la "sorellina" adottiva aveva iniziato a stringere amicizia con Ungheria, negli ultimi tempi...
Preferiva negare l'evidenza, ma nel momento in cui fosse affondato, non voleva che Liechtenstein lo seguisse, e quei due, forse, potevano rappresentare una buona soluzione di ripego, in fondo.
Il rumore improvviso delle pale di un elicottero attirò l'attenzione di tutti i presenti.
I più diffidenti si erano già messi all'erta. Germania si era approssimato al corridoio di uscita, quando Veneziano gli afferrò il braccio. aveva l'aria confusa e spaventata. Ludwig di colpo si ritrovò spiazzata. L'idea che l'amico potesse farsi male per qualche sua imprudenza gli attraversò la mente, e non ebbe più nulla in contrario a lasciare che fosse qualcun altro ad uscire prima di lui.
-Ve, secondo te che sta succedendo?-
-Non lo so, adesso andiamo a vedere, ma controllati...- lo rimbrottò, senza troppa convinzione.
Feliciano si staccò immediatamente, ma rimase comunque prudentemente nascosto dietro le sue spalle. Tutt'altro era l'atteggiamento del fratello, che Spagna stava trattenendo in tutti i modi.
-Romano, espera, por favor.-
-Fatti i cazzi tuoi, voglio vederci chiaro in questa storia...- sbraitava l'altro, dimenandosi dalla presa dello spagnolo.
Antonio non era mai stato così in pena per lui. Di solito l'aggressività verbale di quest'ultimo non lo preoccupava, anzi, per qualche assurdo motivo lo inteneriva quel suo atteggiamento del tipo "se non ti faccio avvicinare, non puoi farmi del male." Invece, da quando era cominciato tutto quel delirio...
Il giorno prima, durante la riunione, non era riuscito, nè con le buone, nè con le cattive, a farsi dare una spiegazione riguardo i suoi lividi in faccia.
Le capacità di guarigione straordinarie che tutti loro avevano li aveva già fatti sparire, ma Spagna ce li aveva sempre davanti agli occhi. Aveva seriamente paura che la rabbia di Lovino, in una situazione così esasperante, lo mettesse nei guai.
-Suficiente, ya te dije que te calmara!**-
Si sorprese del suo stesso tono, autoritario come non lo era mai stato, neppure quando l'altro era sua colonia. Ma si sorprese soprattutto del fatto che Lovino non se ne preoccupò minimamante, mandandolo comunque ad un Paese che gli era ben noto.
Alla fine nessuno resistette oltre alla tentazione di affacciarsi e, a quel punto, un americano sghignazzare sovrastò il frastuono stesso del mezzo aereo.
-L'eroe è arrivato a salvare la situazione!- esclamò esaltato America, sporgendosi dal portellone del mezzo.
-Idiota, hai idea dello spavento che hai fatto prendere a tutti, you moron!-
Ignorando i rimproveri di Inghilterra, il ragazzone si fece allegramente calare con una scaletta.
-Spero tu abbia una spiegazione per questo stupido siparietto...-
-I had to make an hero entry!***-
-Dimmi che stai scherzando...- mormorò Matthew, vergognandosi come un ladro, per conto del fratello.

-Noto con piacere che finalmente siete tutti qui.-
Le Nazioni iniziarono a voltarsi freneticamente, alla ricerca della voce ignota. Si scoprì che veniva dai vecchi altoparlanti della pista di decollo.
-Esatto, quindi adesso fatti vedere.- gridò Alfred, sfidando l'interlocutore.
-Tempo al tempo, ragazzo. Non è qui che ci incontreremo. Come avrete notato tutti siamo su una pista per aerei, e ciascuno di voi ha dei bagagli.-
-Ti aspetti davvero che saliamo su un aereo per destinazione ignota?- chiese Inghilterra, un po' sarcastico, un po' sinceramente offeso dalla mancanza di rispetto di quell'uomo. Stava letteralmente insultando la loro intelligenza!
-Non esattamente. Mi aspetto che voi...-proseguì melliflua, la voce -...guardiate partire i tre aerei che vedete alla vostra sinistra e poi carichiate voi stessi e i bagagli su un piccolo pullman che vi aspetta dall'altra parte della pista.-
Parecchie esclamazioni di stupore accolsero quel comando.
-Perchè questa farsa del cavolo?- chiese Romano, con la voce ridotta ad un ringhio.
-Semplici precauzioni, nel caso qualcuno avesse deciso di farsi seguire dai propri servizi segreti.-
Di fronte a questa affermazione Inghilterra prese a fare il vago, Russia mostrò improvviso interesse per il cielo cupo e America iniziò a fischiettare con finta noncuranza.
-L'area in prossimità dell'edificio è strettamente sorvegliata, per cui, se qualcuno vi stà "coprendo le spalle" lo sta facendo da una distanza sufficientemente ampia, per aboccare a questa esca: tre aerei in tre direzioni diverse. Anche se riuscissero a pedinarli tutti quanti, però, voi non sareste su nessuno dei tre.-
Dopo una lunga pausa, proseguì -Non sono uno stupido. Spero che la cosa adesso vi sia chiara. Prima di salire sul mezzo, verrete perquisiti da del personale da me ingaggiato, che controllerà anche i vostri bagagli. In segno di amicizia vi incito a gettare adesso a terra cellulari, trasmittenti nascoste, armi e qualsiasi altro oggetto metallico. I miei uomini sono dotati di metal detector.Se cercherete di eludere la mia sorveglianza, o di ferire i miei uomini, potrete dire addio alla vostra riserva aurea per sempre.
Seppur restii, parecchi di loro si vuotarono le tasche. La situazione rischiò di degenerare, poichè Russia, più diffidente di tutti, non voleva separarsi dal suo tubo. Estonia, Lettonia e Lituania non avevano molta voglia di insistere. Alla fine, le nuove minacce della filodiffusione lo convinsero.
Ugualmente, seppur a malincuore, Ungheria si separò dalla sua padella e Romano, cercando di simulare indifferenza, di un piccolo coltellino che aveva in tasca.
Il suo gesto tuttavia non passò inosservato, e lasciò di stucco parecchi dei presenti.
-Spiegami perchè te ne andavi in giro armato...- lo mise alle strette Antonio, mentre gli altri si erano già avviati verso il pulmino.
-Cazzi miei-
-Romanito, so che la situazione è preoccupante, ma, por favor, non fare pazzie!-
L'italiano lanciò uno sguardo al fratello, che correva alle calcagna di Germania. Spagna era proprio un fesso. Romano era nervoso, irascibile, facile ai "colpi di testa", ma non avrebbe mai messo volutamente a rischio il fratello. Sapeva fin troppo bene che, essendo lui e Feliciano un'unica Nazione, tutte le conseguenze delle sue azioni ricadevano anche sul fratello minore. Si limitò dunque a sbuffare, per poi allontanarsi a grandi passi, col vago obiettivo di tenere lontano Feli da quell'altro bastardo di un tedesco.
Alla fine si sottomisero tutti senza troppe proteste alle perquisizioni e ai metal detector e salirono sul modesto e lercio veicolo, che si avviò singhiozzando. Alla guida, un uomo con indosso un passamontagna, si rifiutò di dare qalsiasi spegazione, dicendo di non essere autorizzato. Dai finestrini non si vedeva che la periferia, degradante nell'aperta campagna, per chilometri e chilometri...

La paura di una minaccia esterna, massima garanzia di concordia, teneva uniti gli animi, anche se non mancavano reciproci sospetti e ostilità. (Tito Livio)



*"Stai scherzando?" o "Mi prendi in giro?"
**"Basta, già ti ho detto di calmarti!"
***"Dovevo fare un'entrata da eroe!"


 

 

 

 

 

Angolo di IMma
Yay! E come promesso ecco il nuovo capitolo. Tranquilli, non ho dimenticato questa storia, non potrei mai. So che certe cose per ora possono sembrare strane, ma in questo capitolo ho più che altro buttato giù degli spunti che diventeranno importanti nel corso della storia (non tutti, ci saranno anche dei colpi di scena, ovviamente ;D). Qualcuno può sembrare OOC, ma è un effetto voluto. svelerò meglio più avanti le cose...
Spagna invece mi è proprio uscito male, mea culpa, e prometto di rimediare nei capitoli successivi. Per chi se lo stesse chiedendo, personaggi che per ora non ho tirato in ballo (nordici, Belgio e Olanda, Ucraina e Bielorussia, ecc...) compariranno SICURAMENTE andando avanti nella storia, quindi non temete. Da questo punto di vista questa fic farà la gioia di tutti.
Intanto ringrazio coloro che già mi stanno mostrando tutto il loro apprezzamento...
Shir, Lady White Witch, Minori chan, Shenharzai e danonleggere.
Chiunque vuole può lasciare una recensione per dirmi cosa gli piace, cosa no, cosa lo stà sconvolgendo di più e, magari, fare anche qualche speculazione...mi farebbe piacere se, man mano che i nostri eroi affronteranno le varie difficoltà, cercaste anche voi di "calarvi" nella storia e, a modo vostro, provaste a risolvere i problemi. Insomma, spero di riuscire a coinvolgervi, ma credo sia naturale ^_^
Fatemi sapere se dovessi riuscirci
Saluti
IMma

PS Vi piacciono le citazioni di inizio e fine capitolo? Io le adoro e mi sa che diventeranno un tratto distintivo di questa storia *.*


  
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