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Autore: Dalhia_Gwen    27/02/2014    7 recensioni
La vita è così complicata da capire: ci mette di fronte a tanti ostacoli, impegnandoci a superarli tutti e per il meglio. Ma cosa accade se si perde ogni speranza? Cosa succede se la vita, che ti ha regalato una cattiva stella, continua ad ostacolare la tua felicità? Sembra che ti stia facendo sprofondare nel buio più totale. E se ti facesse ritornare a sognare, magari proprio quando sembra che non ci siano vie d'uscita?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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You're my dream come true

Chapter 4


 
I ricordi percorrevano imperterriti e prepotenti nella mente della gotica, sconvolta da ciò che poche ore prima accadde, coinvolgendola in prima persona. Tremava come una foglia all’interno di quell’auto bordeaux dell’amica, che altrettanto agitata la conduceva a casa, così come le fu chiesto.
Il trucco colato, gli occhi arrossati, il respiro strozzato: tra le sue braccia Gwen stringeva Duncan, ancora privo di sensi, accarezzandogli delicatamente il capo poggiato sulle sue candide gambe, non smettendo mai di guardarlo. Sì, si sentiva in colpa, se non si sarebbe rifiutata a quell’uomo, probabilmente a quest’ora  il ragazzo sarebbe stato in salvo, magari a sorseggiare una birra mentre fumava una sigaretta. Strinse istintivamente gli occhi mandando via le lacrime, avvertendo l’ennesima fitta al cuore, mentre si chinava verso il viso oramai sfigurato del ragazzo.
-Resisti ti prego..resisti..- si ritrovò a sussurrare la gotica, poggiando poi la propria fronte su quella del punk, esausta anche di parlare.
 
Arrivarono rapidissime nell’appartamento di Gwen, e dopo aver aiutato l’amica a portare dentro casa l’ospite, Bridgette varcò la soglia della porta, in procinto di andarsene.
-Gwen, è una grande responsabilità quella che ti stai prendendo..sei sicura che..?- provò a domandare perplessa la bionda, fermandosi proprio davanti l’uscio.
-Bridg è l’unica cosa che posso fare per lui. Non posso abbandonarlo, non dopo quello che ha fatto per me.  So quello che faccio,  e confido nel silenzio di una mia amica..- disse la gotica decisa, con gli occhi che le splendevano di speranza. D’altra parte Bridgette, nell’udire quelle parole, sorrise, tornando qualche passo più vicino alla gotica.
-Di me puoi fidarti Gwen, sempre. Lo sai.- le fece l’occhiolino, per poi abbandonare il pianerottolo, lasciando così l’amica più sollevata.
Dopo essersi chiusa la porta d’ingresso dietro le spalle, Gwen raggiunse veloce la propria camera da letto, là dove appoggiò il ragazzo, gli si avvicinò lentamente, e con cautela iniziò a scoprirgli i pettorali, trovando una scena straziante: il busto era pieno di lividi soprattutto all’altezza dello stomaco, quello che più di tutti subì le violenze. Notò degli aloni anche lateralmente, e immediatamente la paura che il punk possa ritrovarsi le costole rotte l’avvolse, facendola cadere nuovamente nel panico.
-No Gwen, calmati..non è il momento di agitarsi..- si ripeteva ansimando. Raggiunse velocemente il piccolo bagno adiacente alla stanza, e da lì cominciò ad estrarre garze, disinfettante e tutto l’occorrente necessario per praticare finalmente ciò che imparò nei vari tirocini che volontariamente seguiva quando poteva.
Ebbene sì, Gwen amava frequentare corsi di pronto soccorso da quando ne conobbe l’esistenza, spinta più che mai dalla necessità di poter fare qualcosa per una persona che necessitasse di aiuto. Non se lo spiegava neanche lei, ma non riusciva proprio ad accettarsi di essere impotente di fronte ad una persona ferita, più o meno grave. Certo, non pensava mai di potersi sostituire ad un medico, altro suo più grande sogno nel cassetto, ma certamente aiutare una persona ad attendere l’ambulanza in condizioni migliori la faceva sentire più utile e soprattutto appagata. Tra l’altro, la medicina era una facoltà che l’affascinava sin da piccola, ma rendendosi conto di non essere forte abbastanza da poter prendersi le responsabilità di un medico, decise si seguire l’altra sua passione, probabilmente la più grande, il disegno. Nulla però le impediva di recare anche un minimo aiuto, in quanto reputava utile, se non vitale, anche un banalissimo massaggio cardiaco.
Dunque, Gwen pensò di curare, nei limiti in cui rientrava, il punk di fronte a lei, sentendosi in dovere di farlo. Si adoperò di disinfettante e cotone, e facendo molta cautela cominciò a tamponare sulle varie ferite, presenti in quasi tutto il corpo. Partì dal viso, pieno di graffi, e passò il pezzo di cotone delicatamente, sperando che il dolore delle ferite potesse in qualche modo far rinvenire il ragazzo. Ciò non avvenne, ma la gotica non si perse d’animo, e continuò piano a disinfettare. Dovette percorrere tutto il viso, per poi premere con più forza sul labbro spaccato, che continuava ancora a sanguinare. Fece leva su esso, mentre la mano le tremava, avvertendo di nuovo i sensi di colpa. Lo guardò: era ridotto malissimo, graffi e lividi dappertutto, e non se li meritava.
Dopo aver accuratamente curato le ferite del viso, passò poi al busto, prestando ancora più attenzione. Poteva occuparsi dei graffi e dei lividi, ma di certo non avrebbe mai saputo le sue condizioni interne.
 
E se si fosse rotta qualche costola? E se qualche organo avesse subito danni?
 
Di fronte a queste domande la ragazza cominciò ad agitarsi, ed una grande paura la investì in pieno.
Non era in grado di poterlo sapere.
Forse aveva sbagliato, forse avrebbe davvero dovuto accompagnarlo in ospedale.
Sfiorò delicatamente le zone con i lividi, coprendosi poi il viso con le mani, non sapendo cosa fare.
Ad un tratto avvertì il rumore della porta dell’ascensore aprirsi sul pianerottolo dove era presente il suo appartamento, udendo successivamente dei tacchi che percorrevano il corridoio,facendosi sempre più insistenti.
Si bloccò immediatamente, sgranando gli occhi: solo una persona sarebbe potuta ritirarsi a casa a quell’orario inoltrato, solo una donna che abitava di fronte al suo appartamento.

E quella signora era la dottoressa Cooper*.

Senza pensarci due volte si catapultò fuori, incurante dei vestiti sporchi di sangue che ancora indossava, arrivandole proprio dietro le spalle.
 
-D-Dottoressa! Dottoressa Cooper!- la chiamò con la voce spezzata dal pianto. La donna, che stava infilando la chiave nella serratura del proprio appartamento, sobbalzò udendo il suo nome, girandosi poi verso la sua interlocutrice.
-Gwen! M-Ma cos..- la dottoressa guardò bene la fanciulla, spaventandosi non poco delle condizioni con cui si presentava dinnanzi a lei, ma d’altro canto la ragazza prese le mani della donna e, senza neanche farle finire di parlare, accavallò la sua voce, probabilmente per via della presa di potere della paura sul suo subconscio.
-La prego dottoressa, mi deve aiutare! S-Solo le può … la supplico..- disse Gwen perdendo il controllo del pianto, mentre le sue guance venivano bagnate di nuovo. A quel punto la Cooper, capendo la gravità della situazione, non proferì parola, facendosi quindi condurre dalla ragazza che tremava come una foglia.
 
Arrivarono in camera da letto, e Gwen mostrò alla donna il ragazzo giacente sul materasso, inerme.
Vedendo lo stupore sul volto della dottoressa, la gotica preferì parlare chiaramente dall’inizio.
-Lui mi ha salvato la vita al lavoro..le ha prese per colpa mia ed io..io ho paura che possa aver subito qualcosa di grave..l’ho portato qui medicandolo ma..ma i lividi..dottoressa io non so cos..- Gwen pronunciò una serie di frasi a cascata, gesticolando in maniera confusionaria e spaesata.
Nel frattempo la Cooper ascoltò attentamente la ragazza, alternando lo sguardo posizionandolo prima su di lei e poi sul ragazzo, alquanto confusa.
Malgrado tutto, la donna capì, le si avvicinò e con dolcezza le prese le mani, sorridendole come una madre, con l’intento di rassicurarla.
-Mia cara, adesso calmati. Ho capito tutto, ma purché tu possa aiutare il tuo amico devi tranquillizzarti. Lo controllo immediatamente.- disse calma, per poi invitare la ragazza a sedersi.
La dottoressa Cooper, ginecologa e medico generico presso l’ospedale della città, era una donna con un grande cuore e che svolgeva il suo lavoro con tanta devozione. All’epoca fu il medico che aiutò la madre di Gwen a portarla alla luce, nonché sua grande amica. Dopo il parto si persero di vista, ma il caso volle che la fanciulla acquistasse un monolocale proprio nell’edificio dove la Cooper abitava,  facendole incontrare nuovamente. Tra la donna e la ragazza nacque subito una buona sintonia, probabilmente l’unica in tutto il condominio, ed immediatamente si affezionarono l’una all’altra. Tra l’altro la Cooper sapeva di quel che Gwen chiamava “lavoro”, ma non approfondì mai la questione più di tanto, dato che la maggior parte della giornata la passava dentro l’ospedale, tra visite e parti.
 
Con grande agilità estrasse uno fonendoscopio dalla sua borsa, per poi indossarlo e con fare esperto fece scorrere lentamente e in maniera scandita il cilindro acustico sul torace di Duncan, cercando di capire se ci fosse qualche malfunzionamento grave. Dopo vari minuti, cominciò a toccare le parti del corpo macchiate di lividi, pressando su esse, analizzando per bene.
Ripose l’attrezzo nella borsa, per poi guardare la gotica, che osservava affascinata i movimenti sicuri e precisi di chi sa svolgere il suo lavoro.
-Il respiro è regolare, il cuore altrettanto e non ci sono mal funzionamenti, mi sembra quindi abbastanza tranquillo. Ho visionato anche quei lividi, ma per quanto io mi sia sforzata ad andare a fondo, non posso darti la certezza che non si sia rotto nulla visitandolo senza lo strumento adatto. Per quanto mi possa sembrare che questo ragazzo non abbia subìto fratture, non ho l’esperienza di un medico specializzato in tale campo. Perché non l’hai portato in ospedale?- chiese premurosa la donna, guardandola con tenerezza. Di fronte a quella domanda la gotica deglutì a vuoto, prendendosi qualche istante prima di rispondere.
-N-Non credevo che avesse quei lividi..pensavo che..che non fosse così messo male..- provò a inventare una scusa il più possibile comprensibile, ma subito constatò di aver dato una risposta alquanto infantile, mostrandosi così agli occhi della donna precipitosa e superficiale. Strinse le mani sulle gambe, abbassando il capo vergognandosi come non mai, ma una mano calda avvolse i due pugni contratti, e immediatamente la ragazza alzò lo sguardo, incontrando quello verde smeraldo della dottoressa.
-Ma non è grave, affatto. Sta bene, e fasciandolo in quel modo gli hai impedito la perdita di molto sangue. Hai fatto un ottimo lavoro Gwen.- la confortò la donna, sorridendole.
Sentendo quelle parole Gwen sorrise di rimando, per poi asciugarsi con un palmo quelle che sarebbero state le ultime lacrime, almeno di quella sera.
-Tuttavia, per poter essere certa che le sue costole siano sane, dovrei visitarlo internamente, dovrei fargli almeno una radiografia. Non appena si sveglia potresti accompagnarlo da me, o preferiresti che venga io per una radiografia?- domandò nuovamente la Cooper, avvertendo la tensione che avvolse in quel momento la gotica.
-Sìsì..meglio se venga lei..grazie..- disse frettolosamente Gwen, per poi dare un ultimo sguardo al punk.
 
- Vengo domani allora,  sono sicura che rinverrà nelle prossime 24 ore. - l’informò la dottoressa, ma prima che Gwen potesse salutarla, la donna si accorse del rossore che contornava i polsi della ragazza, per poi afferrarli con una certa preoccupazione.
-E questi chi te li ha fatti?- chiese duramente, guardandola negli occhi. D’altro canto Gwen cercò di sfuggire da quella presa, ma non ci riuscì, facendo innervosire ancor di più la dottoressa.
- Gwen, dovresti cambiare lavoro. Questo non mi piace … - confessò lei mantenendo lo sguardo sulla ragazza, che ne frattempo assunse un’espressione contrariata.
-Si sbaglia signora Cooper, ho solamente acchiappato il cliente sbagliato. Può capitare quando si ha a che fare con tanta gente, così come può scappare il morto in sala operatoria. Sono cose che succedono. – si difese immediatamente la gotica. Il suo tono non era arrabbiato o quantomeno maleducato,  ogni tanto avvertiva la signora troppo invadente, e questo le dava fastidio, non sapendo che probabilmente la donna avrebbe voluto solo il suo bene.
D’altra parte la dottoressa la guardò in quegli occhi neri così stanchi di piangere, e capì che la discussione non sarebbe potuta durare a lungo, dopo quella riposta.
-E’ vero, ma non sarebbe tanto giusto coinvolgere degli innocenti, ti pare? Comunque, ci vediamo domani, buonanotte.- disse infine la donna, per poi uscire da quella casa e tornare nella propria, mentre la gotica rimase senza parole.
Dopo aver chiuso la porta, tirò un lungo sospiro, portandosi le mani sul viso oramai stremato. Nel frattempo arrivò in cucina per prendere un bicchiere d’acqua, quando il suo sguardo si posò sul ticchettio dell’orologio, che segnavano le cinque del mattino. Era l’alba e l’indomani sarebbe dovuta passare a scuola per concordare con i professori delle prossime interrogazioni, ma in quel momento l’unica cosa che avrebbe voluto era quella di chiudere anche per una sola ora gli occhi, esausta da quella giornata che l’ha completamente messa al tappeto. Per cui si diresse in camera da letto, e dopo essersi cambiata, indossando un abitino da notte blu scuro, si adagiò sull’altra parte del letto, non prima di avere qualche esitazione pensando di dover dormire con un perfetto sconosciuto. Ma quel ragazzo, poveretto, non aveva colpe, così decise di sdraiarsi accanto a lui, anche per essere sicura che avrebbe trovato qualcuno che l’ascoltasse se avrebbe avuto bisogno d’aiuto.
In un primo momento gli diede le spalle, abbastanza imbarazzata, ma poi si rese conto di non aver spento la luce del comodino che trovava dall’altra parte del letto, così alzò il busto allungandosi verso di lui. Arrivò alla lampada, e stava per spegnerla, quando scasualmente i suoi occhi caddero di nuovo sul ragazzo: aveva il volto girato verso la luce, ma la sua espressione non era più contratta come prima, era decisamente più serena, e la gotica non potè fare a meno di contemplarla, incantata. Istintivamente passò una mano su una  guancia del ragazzo, accarezzandolo dolcemente, e fu lì che avvertì un strano calore invaderla. Nonostante le torture subite, aveva un viso bellissimo, per non parlare del corpo fine e ben scolpito, che lasciava pensare ad anni di allenamento. Solo in quel momento si accorse di avere davanti un gran bel ragazzo, che fino a qualche ora fa si era sacrificato per lei, rischiando anche la vita.
 
Sembrava un angelo…
 
No, lui era proprio un angelo, il suo, perché l’aveva salvata.
Sorrise dolcemente, e d’impulso avvicinò le labbra ad una sua guancia, per poi lasciarvi un leggero e morbido bacio, come segno di ringraziamento. Finalmente spense la luce, e si accoccolò sotto le lenzuola, addormentandosi.
* Nome puramente inventato dall'autrice





Angolino dell'autrice:

Salve a tutti miei carissimi lettori! :D

Come va?
Sì, sono sempre io, Dalhia, in carne ed ossa! ^-^"
Come promesso nella mia Song - Fic, eccomi qui col nuovo capitolo di "You're my dream come true"!

Bene bene, a quanto pare Duncan si ritrova, inconsapevolmente, nel letto di Gwen....peccato che sia ancora privo di sensi (?)!!! x'D

Cosa succederà adesso? Duncan si sveglierà?
Ma soprattutto...siete curiosi?
Allora non vi resta altro che attendere il prossimo capitolo!

Lasciate una recensione, anche piccina, sapete quanto io sia curiosa di sapere le vostre opinioni! *-*
Allora vi aspetto!

Ho una pagina Facebook dove faccio anche disegni, se siete curiosi diventate fans!

Storia in collaborazione con Clif:
A TUTTO REALITY: EFP

Siete pronti per un nuovo reality? Ancora di più se questa volta si svolgerà su una nave? Alcuni dei nostri concorrenti + altri 4 nuovi concorrenti si affronteranno in un reality mai visto prima d'ora! Da una nazione all'altra, pronti sempre a fare le peggiori sfide! Divisi in "Squali" e "Delfini" i nostri amici saranno pronti a passare sconvolgenti settimane nell'Oceano, costretti a stare con i loro peggior nemici! Poi, per chi si è perso qualcosa, non preoccupatevi: Ci sarà il dopo show di Dalhia_Gwen, condotto da Bleinley e Josh a tenervi informati su tutto e sempre pronti alla risata!
In questo fantastico reality voi e ripeto voi potrete scegliere infine il vincitore! "
Cosa manca per renderlo perfetto? Ah, è vero! Mancate voi! Cosa aspettate?
"Clif's story" vi augura: Buona lettura



Un abbraccione dalla vostra

Dalhia_Gwen
  
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