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Autore: lemoncandy    27/02/2014    2 recensioni
Sungjong, infastidito dal continuo fanservice con Myungsoo, chiede al suo hyung di porre fine a quell'inutile finzione, e Myungsoo, dal canto suo, dichiara che la sua vicinanza con il maknae non è affatto un voler compiacere le fans...
Pairing: Myungjong/Ljong, Myungsoo e Sungjong
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 116 Myungsoo POV

Mi osservava, pensieroso. I suoi grandi occhi fissavano il mio viso, con espressione accigliata, come se fosse in corso un lungo e complesso monologo interiore, il corpo ancora inerme sotto di me. "Dimmi cosa stai pensando." Mormorai, le mie braccia ancora piegate ai lati della sua testa, il peso del mio corpo su di esse e i miei occhi sui suoi, in attesa di una risposta. "Vuoi davvero saperlo?" Annuii con un cenno del capo, ansioso, inspirando profondamente e allontanando lo sguardo da lui per qualche istante, per riprendere pieno possesso delle mie capacità. Ero spaventato. Il timore che potesse rifiutarmi ancora una volta - una possibilità per nulla remota - riempiva la mia mente, stringeva il mio stomaco.

"Ti amo."

La sua risposta, repentina, inaspettata, mi spise a voltarmi di scatto verso di lui, sorpreso, incredulo. "Puoi ripeterlo?" Domandai, balbettando, allontanando il mio corpo dal suo e sedendomi sul materasso, lo sguardo confuso su di lui, il cuore che cominciò a battere forte, le labbra che, contrariamente all'agitazione, sembravano sul punto di sollevarsi in un sorriso felice, senza il mio controllo, senza che potessi prima appurare il significato delle sue parole, la valenza che Sungjong aveva intenzione di dare loro.

Sollevandosi facendo forza sulle braccia e sedendosi accanto a me, si ricompose, richiudendo, irritato, l'accappatoio che a contatto con il mio corpo aveva lasciato ben poco all'immaginazione, e si voltò nuovamente verso di me, serio: "Sai perfettamente che i miei sentimenti per te non sono mai cambiati." Non c'era altro che avessi bisogno di sentire. Non avrei accettato un ma come continuazione alle sue parole. Lo abbracciai, portando le braccia intorno alle sue spalle, le labbra che sfioravano il suo orecchio, sussurrando, entusiasta: "Ti amo, ti amo anche io, ti ho sempre amato." Rimase immobile, senza ricambiare il mio abbraccio, e domandò, allontanandomi da lui quanto bastava per guardarmi negli occhi: "Dovrei mettere da parte il mio orgoglio, dimenticare cos'è successo, e tornare da te solo in nome dei nostri sentimenti?" Era evidente che cercasse di resistermi, ancora. Eppure, solo pochi minuti prima aveva pronunciato le fatidiche parole.

Ignorando la sua domanda, rimasi a fissare il suo viso, estasiato. Accarezzavo i suoi capelli, e l'osservavo, questa volta ero io perso nei miei pensieri. Il nodo allo stomaco che mi aveva accompagnato fino a quel momento, che aveva caratterizzato le mie vuote giornate senza di lui, era di colpo scomparso. Sungjong mi osservava, a sua volta, intensamente. Ed avvicinò improvvisamente le labbra alle mie. Tirandosi indietro con il capo, rimase sporto verso di me, sollevando lo sguardo ed incrociandolo con il mio, indeciso sul da farsi, imbarazzato, visibilmente emozionato. Le nostre labbra ancora una volta fin troppo vicine, il suo corpo proteso verso il mio, seduti com'eravamo l'uno davanti all'altro sul materasso, ginocchia contro ginocchia, la mia mano che in un movimento lento e circolare accarezzava la sua guancia. E le sue labbra nuovamente sulle mie. Delicatamente.

La pace di quel momento fu spezzata da un rumore proveniente dall'esterno della stanza. Qualcuno stava bussando alla porta. Sungjong scese di corsa dal letto, ed io con lui. Con la mano sulla maniglia, Sungjong aprì la porta, ritrovandosi Woohyun davanti: "Oh." Il nostro amico sorrise, rivolgendomi uno sguardo di intesa: "Cercavo Hoya hyung ma credo di aver sbagliato stanza." Dandomi una forte pacca sulla spalla, si allontanò, divertito.
  
Nuovamente soli, Sungjong si incamminò in silenzio quando, improvvisamente, a pochi passi dal letto, ancora in piedi e alle sue spalle, lo abbracciai. Ancora una volta, quella sera, potevo ritenermi fortunato. Non mi rifiutò, non provò ad allontanarmi quando avvicinai le labbra al suo collo e scoprendo sempre più pelle sulle spalle da baciare, non fermò la mia mano quando raggiunsi la cintura dell'accappatoio, aprendolo prima e poi facendolo lentamente scivolare a terra. I piedi nudi ben piantati sul pavimento, i boxer scuri come unico ed ultimo indumento sulla sua pelle, il resto del corpo esposto alla mia vista.

Si voltò, ruotando su se stesso e ritrovandomelo di faccia, quasi del tutto svestito, e lo sguardo su di me. Era cosciente di quanto lo spettacolo che mi stava concedendo era difficile da sostenere. Sorrise, imbarazzato, mordendo il labbro inferiore, impacciato, quando notò i miei occhi vagare dai suoi al suo corpo, e poi nuovamente sulle sue labbra, e poi ancora sul suo petto, sulle sue gambe, su ogni centimetro di pelle che mi era stato concesso di vedere. E quando feci per allungare una mano e portarla sui suoi fianchi sottili ed avvicinarlo a me, Sungjong affermò, riportandomi in me: "Mi stai aiutando a mettere il pigiama? E' questo il motivo per cui mi hai tolto l'accappatoio?"

Interdetto, rimasi fermo nell'osservare Sungjong afferrare il pigiama e porgermelo, ridacchiando, tra sé e sé. Spaesato, riportato alla realtà ma ugualmente felice per i successi ottenuti quella sera, gli infilai prima la camicia, chiudendo ogni bottone ed approfittandone per scrutare per un'ultima volta tutto ciò che via via veniva inesorabilmente coperto dal tessuto, e poi i pantaloni, lasciando le dita intorno alla molla e spingendo le mani indietro, in basso, sul suo sedere, ed avvicinando così il suo corpo al mio, per un ultimo abbraccio. Finalmente, le sue braccia raggiunsero i miei fianchi, per la prima volta, quella sera.

Nonostante le mie più rosee aspettative per quella notte prevedevano di fare finalmente l'amore con lui, dopo un mese di lontananza, ero consapevole che non spettava a me prendere decisioni. Era sempre stato così. Sungjong era l'unico in grado di decidere le sorti del nostro rapporto, sempre. Il mio ruolo era quello di rincorrerlo, quando ce ne fosse bisogno, o semplicemente rimanere lì, accanto a lui, far sentire la mia presenza, i miei occhi sempre fissi su di lui, il mio respiro corto ad ogni suo anche minimo gesto nei miei confronti. Era così. Dipendevo completamente da lui, mentre Sungjong, seppure con qualche difficoltà, aveva dimostrato di riuscire a vivere anche senza di me, senza cercarmi o fare qualcosa che mi riportasse a lui. Per quanto fosse a volte spaventoso, ero rassegnato al fatto che mi avesse in pugno, del tutto nel palmo della sua mano. E in fondo, non mi dispiaceva.   

Era continuamente in grado di stupirmi, proprio come accadde quella sera. Scostando le coperte del suo letto, si sedette sul materasso e sollevò un braccio, facendomi segno con due dita di raggiungerlo. Una volta accanto a lui, rimase fermo ad osservarmi, per qualche istante, prima di portare le braccia intorno al mio collo e baciarmi, timidamente, poi con passione, immergendo le dita nei miei capelli. Non riuscii a trattenere un gemito quando finalmente il bacio si trasformò in più profondo, rapido, da togliere il fiato.

E si fermò.  

Preso dal momento dovevo essermi spinto forse fin troppo contro di lui perché Sungjong, tirandosi indietro, guardò in basso, confuso. La sua mano, inaspettatamente, si poggiò sul mio membro, per pochi attimi. Sollevando un sopracciglio e impossibilitato a trattenere un sorriso compiaciuto, domandò: "Sei già a questo punto? Per così poco?" Portando una mano dietro la testa, non ricambiai il suo sguardo, imbarazzato: "Anche se era solo un bacio...questo dovrebbe farti capire cosa sei in grado di provocare in me." Rimanemmo in silenzio, qualche secondo, fino a quando fu di nuovo Sungjong a prendere la parola: "Myungsoo...Ho deciso di mettere una pietra sul passato, e andare avanti, riprendere dal momento in cui ci siamo fermati, e questo perché...nonostante i tuoi difetti, nonostante il fatto che tu mi faccia davvero impazzire a volte...non c'è e non ci sarà mai nessun altro per me."

Lasciando finalmente tornare un grande sorriso sul mio volto, afferrai le sue mani, e le strinsi con le mie, portandole alle labbra e baciandole, per poi lasciarle andare e circondare le sue guance e guardarlo dritto negli occhi: "Per quanti difetti riscontri in me, io ti trovo ogni giorno più perfetto."

Fu a quel punto che si spinse verso di me.

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Sono finalmente tornata, come sempre per gli ultimi capitoli, mi dispiace per il ritardo T.T Per farmi perdonarmi però, ho scritto un capitolo piuttosto lungo stavolta, vero? :))) Ringrazio tutte voi che mi avete scritto, risponderò molto presto sia ai messaggi privati che alle ultime recensioni.
Un abbraccio fortissimo ❤
   
 
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