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Autore: Fiamma Erin Gaunt    28/02/2014    3 recensioni
Cosa si prova quando l’unica persona che senti che potresti davvero amare è tua sorella? Cosa si prova quando scopri che tutto quello in cui hai sempre creduto non è altro che una menzogna? Questa è la storia di due giovani, eredi di due troni in perenne lotta, cresciuti a latte e bugie. Precedente al primo film di Thor.
***
Dal testo:
- Non puoi amarla, è tua sorella! – esclamò scandalizzata.
- Sorellastra. – puntualizzò.
- Non cambia nulla, è… –
Si fermò come se non trovasse le parole giuste.
- Strano? – le venne in aiuto Loki.
- No, stavo per dire disgustoso. –
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Sif, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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Nda: Questa volta le metto all’inizio perché voglio essere sicura che tutti voi leggiate. Siamo giunti all’epilogo di questa long che avevo cominciato così per gioco, nient’affatto sicura che avrebbe riscosso un successo come questo, e voglio ringraziare tutti voi. Lo dico veramente dal profondo del cuore: Siete assolutamente fantastiche/fantastici! Giuro, il sostegno che avete dato alla long di capitolo in capitolo, il tempo che avete dedicato a leggere i miei sproloqui e i complimenti ricevuti mi hanno fatto un piacere immenso. Scrivo da alcuni anni e ogni volta è un’emozione completare una storia e sapere che ciò che ho scritto è piaciuto e ha appassionato così tante persone. Come promesso, il primo capitolo delle vicende di Loki e Tyra si chiude così, ma già qui: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2482752 (“Sinner like me”) troverete il seguito. Spero di ritrovarvi tutti lì. Non mi resta che mandarvi un abbraccio forte e augurarvi una buona lettura nella speranza che questo epilogo sia degno del suo nome.

 

 

 

 

Epilogo

 

 

 

 

 

- E così sei venuto. –

Laufey osservava con appena una punta di curiosità e stupore quell’essere gracilino che era il suo unico figlio. Avevano fatto un accordo, certo, ma non immaginava che l’avrebbe rispettato. Loki era un Gigante di Ghiaccio cresciuto ad Asgard, il figlioccio di Odino, eppure malgrado questo sembrava non aver preso nulla dal Padre degli Dei.

- Ne dubitavi? –

Ignorò la sua domanda.

- E sei da solo. –

Aveva sentito circolare alcune voci sul sentimento che suo figlio sembrava nutrire nei confronti di quell’asgardiana. La figlia di Lyra.

Si ricordava bene la madre della ragazza e, se quest’ultima le assomigliava anche solo un po’, allora l’attrazione che Loki provava per lei era ampiamente giustificata. Lui stesso era rimasto vittima del fascino di quella donna, anni prima, ma tutti sapevano come era andata a finire. Lyra aveva scelto Odino, non lui, e quella non era stata che la goccia che aveva fatto traboccare il vaso di risentimento e odio che provava nei confronti del Padre degli Dei.

- Sì, sono solo. – replicò, sforzandosi di celare quella lieve punta di malinconia che era trapelata dalla sua voce. Non poteva mostrarsi debole, non ora che era a un passo dal prendersi la sua rivincita.

Laufey sembrava sul punto di fare qualche altra domanda, ma Loki lo precedette.

- Non dobbiamo dare inizio a una guerra? Sarà il caso di muoverci. –

 

 

 

 

 

 

********

 

 

 

- Giganti! Padre degli Dei, i Giganti di Ghiaccio sono qui. –

Fandral, a corto di fiato, era appena entrato nella sala del trono e fissava Odino con sguardo apprensivo.

- Come hanno fatto a passare il ponte? – domandò Thor, accigliandosi.

- Laufey ha detto che ad Asgard c’erano dei traditori. Un maestro di magia potrebbe portare dei Giganti ad Asgard senza farsi notare da Heimdall. – considerò Hogun, venendo prontamente zittito da un’occhiataccia del biondo.

- È di mio fratello che stai parlando, Hogun. Non lo farebbe mai. –

Tyra, seduta sullo scranno accanto a quello di Frigga, abbassò lo sguardo con aria colpevole. Ormai aveva fatto la sua scelta e restare in silenzio in attesa che Asgard venisse conquistata non l’avrebbe certo portata da nessuna parte.

- Hogun ha ragione. Loki è con loro. – decretò asciutta, ignorando le occhiate incredule dei suoi amici e rivolgendosi al padre, - Ma questo tu lo sapevi già, non è vero? –

Odino annuì.

- Sì, figlia mia, lo sospettavo. –

- E ora che facciamo? – volle sapere Thor, spostando lo sguardo dal padre alla sorella. C’era incredulità nei suoi occhi azzurri, ma anche desiderio di scendere in battaglia e proteggere la sua terra.

Fu Tyra a rispondere.

- Ora combattiamo; non hai sempre voluto uno scontro con i Giganti dei Ghiacci? Bene, ora ce l’hai. –

Thor osservò lo sguardo della sorella, assottigliato e gelido come mai lo aveva visto prima. Se il suo cuore era in tormento, la sua lealtà era incrollabile. L’ammirò per questo, ben sapendo quanto doveva esserle costato.

- Allora andiamo, Asgard non si salverà certo da sola. – esclamò, rivolgendosi ai suoi compagni d’armi.

Tyra si alzò dallo scranno, sistemandosi con maggiore cura il fodero della spada che portava dietro alla schiena.

- Hai intenzione di prendere parte al combattimento? – le chiese incredulo.

- Tu prova a impedirmelo, fratello. –

 

 

 ********

 

 

 

 

 

Lo scontro tra le due fazioni infuriava da più di un’ora, con ingenti perdite da entrambi i fronti. Tyra, i capelli appiccicati sulla fronte in un misto di polvere, sudore e sangue, menava fendenti combattendo spalla a spalla con Sif. Il braccio destro, quello che usava per impugnare la spada, cominciava a dolerle, ma sapeva che se avesse abbassato la guardia anche solo per un attimo le sarebbe di certo stato fatale. Si guardò attorno, cercando con lo sguardo Thor.

Lo trovò sul ponte e, con una stretta al cuore, si rese conto che il suo avversario era proprio Loki. Combattevano con foga, come se non avessero vissuto gli ultimi anni come fratelli ma non fossero altro che nemici giurati. O meglio, Thor sembrava cercare di farlo ragionare, ma il moro era completamente sordo ai suoi appelli accorati. Poi, Tyra non seppe dire come, il ponte su cui combattevano venne distrutto. Li vide cadere nel vuoto, sentì Sif che urlava qualcosa, ma non le importava. Corse verso di loro. Doveva salvarli, doveva riuscirci.

Odino arrivò prima di lei, afferrando entrambi.

Il cuore di Tyra si rasserenò per una frazione di secondo, poi Loki mollò la presa e cominciò a precipitare.

Un dolore lacerante la invase, dandole l’impressione di venire straziata dall’interno. Si lanciò verso il vuoto, pronta a seguirlo, ma un paio di braccia forti la tirarono indietro. Scalciò, si divincolò, usò tutta la sua forza, ma la presa ferrea non la lasciò.

- Lasciami, lasciami. Devo andare da lui! Lasciami, ti ho detto! –

- No che non ti lascio. Tyra, guardami. – replicò Thor, rinsaldando la presa e costringendola a voltarsi verso di lui, - Ti ho detto guardami. –

Controvoglia, lo accontentò. Tra le lacrime, vide il volto del fratello e lesse il dolore che stava condividendo con lei.

- Non puoi più fare nulla per lui. È andato, ormai. Loki è … –

Lo interruppe, puntandogli minacciosamente un dito contro, - No, non è vero. Non osare dirlo, lui non è morto! Mi hai sentito? Lui non è morto! –

Tempestò di pugni il petto del fratello, singhiozzando senza ritegno.

- Non è morto. Non è morto. Non è morto. – mormorò tra le lacrime, mentre una mano callosa le accarezzava delicatamente una guancia.

- Non sai quanto vorrei che tu avessi ragione. Sul serio. – le sussurrò.

Tyra stava per replicare, ma improvvisamente un senso di torpore la invase. Era incredibilmente stupido mettersi a dormire in una situazione come quella, ma non riusciva a farne a meno. Gli occhi le si chiusero contro la propria volontà.

- Dormirà per parecchio, è un incanto potente. – li informò Frigga, accarezzando delicatamente la chioma corvina della ragazza.

- La porto nella sua stanza. –

 

 

 

 

 

 

********

 

 

 

 

Tyra aprì gli occhi di scatto, mettendosi a sedere sul bordo del letto. Non ricordava neanche come ci era finita lì sopra; anzi, a dire la verità non ricordava nulla dopo il crollo del ponte. L’unica cosa che al momento affollava la sua mente era l’immagine del suo sogno. Era stato così nitido, così reale. Avrebbe tanto voluto che lo fosse.

Loki avanzava alla testa di un grande esercito. Sorrideva, trionfante, e sembrava essere sicuro di avere ormai la vittoria in pugno. Quella su cui stava marciando però non era Asgard, ma Midgard. Tyra l’aveva riconosciuta per via di alcuni ricordi che aveva di quando da piccola aveva chiesto a Heimdall di farle dare un’occhiata agli altri mondi. Nel sogno Loki aveva guardato dalla sua parte, come se la vedesse, e aveva sussurrato una sola parola: “Tornerò”.

Si alzò dal letto, dirigendosi verso il suo bagno personale. Aveva bisogno di una doccia, qualcosa che l’aiutasse a rilassarsi e a riacquistare la lucidità. Non riusciva più a cogliere la differenza tra un sogno e la realtà, stava forse impazzendo del tutto?

Guardandosi allo specchio ebbe un sussulto. Ci mise un paio di secondi a realizzare che quei bulbi gonfi e insanguinati erano i suoi occhi. Aveva visto Frigga in quello stato molte volte, e dopo un po’ si era abituata a quella reazione fisica causata dalle visioni della donna, ma vederle sul suo volto era inquietante. Gli occhi sarebbero tornati a posto nel giro di un paio d’ore, ma questo non la preoccupava. L’unica cosa importante era che quello non era stato solo un sogno.

Loki era vivo. Era da qualche parte, a progettare chissà quale piano di conquista, ma stava bene. Un sorriso raggiante si dipinse sul suo volto. Sarebbe tornato, ma forse poteva essere lei ad andargli incontro.

 

  
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