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Autore: thegirlwiththebook    28/02/2014    2 recensioni
Tre cappuccini.- ordinò Zayn, osservando attentamente il ragazzo.
-Tre cappuccini al tavolo delle signore, Mark.- urlò Harry, tornando al banco e ignorando le bestemmie del suo datore di lavoro che, non proprio educatamente, gli ordinava di fare poco lo stupido e mettersi al lavoro.
Louis rimase in silenzio, prima che Liam Payne cacciasse un piccolo urlo, attirando l'attenzione di tutti, compre-sa quella di Harry che, velocemente, stava preparando il loro ordine. -Che cosa è appena successo? Esigo sa-perlo, Louis Tomlinson. Adesso.- ordinò, senza vergogna, mentre Zayn ridacchiava e Louis arrossiva.
-Quello è Harry … - bisbigliò il maggiore, mentre Zayn si girava ad osservare il riccio in questione.
-Bella scelta, amico.- lo prese in giro il moro, facendolo arrossire.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis si lasciò cadere mollemente sulla panchina di quel desolato parco. 'Ci dispiace, signori...’ l'immagine dei medici ancora impressa nella mente.

Il cancro, aveva il cancro.

Aveva ventidue anni, Louis, e sarebbe morto nel giro di un anno. Certo, c'erano le chemio, ma quante volte funziona­vano? Louis sorrise, malinconico, pensando a tutto quello che avrebbe voluto fare, tutti i luoghi che avrebbe voluto visitare, a quel diploma in medicina che non sarebbe riuscito a prendere, alla laurea delle sorel­line a cui non avrebbe potuto assistere. Perchè, perchè proprio lui? Doncaster era una cittadina sconosciuta, persa nella grandezza della Gran Bretagna, nascosta. E come aveva fatto Dio a beccarlo proprio li?

-Posso sedermi?- chiese una voce, riscuotendolo dai suoi pensieri.

Louis alzò appena la testa, notando la figura di un ragazzo, diciotto anni appena, illuminata dal pallido sole della cittadina.

-Stai sanguinando?- rispose, con tono preoccupato, mentre l'altro sorrise, sfilando dalla tasca un pacchetto  bianco, forse sigarette straniere.

-Può darsi.-fece spallucce il ragazzo, sedendosi.

E Louis si accigliò. -Non ti ho mica detto che potevi sederti. - fece notare, con una sicurezza che non gli apparteneva.

-Mi hai chiesto se stavo sanguinando, credevo non t’interessasse. -

-Stavo cercando di capire se avevi ucciso qualcuno!- si scusò il maggiore, alzando le mani, sentendo la risata del riccio.

-Sono già morto, amico. Come posso uccidere qualcuno?-

Louis alzò gli occhi al cielo. -Devi farti controllare, ragazzo, potrebbe prendere infezione. Per il sangue che perdi, deve essere un grosso taglio.- azzardò.

-Ti disturba mica se fumo?- ridacchiò l’altro, alitandogli in faccia, costringendo Louis a girarsi.

-Non cambiare discorso e lasciami controllare. Sto cercando di laurearmi in medicina.-

-E vuoi usarmi come cavia?-

E Louis sbuffò, cercando di trattenere un sorriso. -Lasciami controllare, intesi? Poi puoi andare via. Non voglio averti sulla coscienza, se prende infezione potrebbero troncarti un braccio!-

-Cosa ti fa pensare che ti farò controllare?-

-Avresti già detto di no. -

E questa volta, fu il ragazzo a sorridere, prima di alzarsi la manica e mostrare il braccio destro a Louis. -Sono Harry, comunque.-

-Che diavolo ti hanno fatto?!- per poco non gridò, saltando e ordinando al ragazzo, ad Harry, di non muoversi, prima di correre verso l'uscita del parco.

-Ah, allora sei tornato davvero.- constatò il riccio, pochi minuti dopo, sorridendo falsamente.

-Chi te lo ha fatto?- chiese Louis, ignorando l'ironia nella voce del ragazzo, cominciando a trafficare con l'acqua ossigenata che aveva appena comprato.

Harry sorrise. -Tua madre non ti ha detto che non si parla con gli sconosciuti?- chiese, indifferente, come se l'acqua ossigenata non bruciasse.

-Certo, ma mi ha detto anche di aiutare chi è in pericolo.-

-Davvero? Anche se questa persona è un mostro?-

E Louis smise di avvolgere la garza intorno al braccio di Harry, capendo finalmente l'origine di quei tagli. -Harry, una persona diventa un mostro solo se i mostri gli catturano l'anima ma, sai, i mostri sono pur sempre ospiti, decidiamo noi quando mandarli via.- parlò piano, con la testa china, con le dita che avvolgevano con cura la garza.

-E se una persona non volesse mandarli via?-

-Saranno loro a lasciare quella persona per appropriarsi di un'altra anima.-

-E se muori prima che vadano via?-

E Louis restò in silenzio, osservando Harry alzarsi velocemente, accendersi l'ennesima sigaretta e sparire verso l'entrata del parco. Afferrò il cellulare, digitando velocemente e cercando di schiarirsi le idee. Sobbalzò, sentendo la suoneria del suo cellulare, maledicendo mentalmente Zayn.

-Un cappuccino, amico, davvero?- chiese il moro, retorico, non appena Louis rispose. -Mi hai preso per un finocchio?-

Louis rise. -Tu sei un finocchio, Zaynie.- e sentì il moro sbuffare, nascondendo sicuramente un sorriso.

-Dopo ci faremo le unghie, Lou Lou?- e Louis rise, scuotendo la testa.

-Si, facciamo un pigiama party stasera, va bene? Chiederò a mia sorella i trucchi e inviteremo anche Liam, okay?-

E Zayn rise. -Ci vediamo al bar sotto casa mia fra 10 minuti, corri Tomlinson, Liam ha bisogno di news sulla tua vita sentimentale, sai quanto è pettegola la mia ragazza.-

E Louis rise, immaginandosi Liam che schiaffeggiava il moro.

Un anno e tutto quello sarebbe finito.

 

 

***

 -Quindi hai curato questo tipo?- chiese Liam, per l'ennesima volta.

-Esatto.- confermò Louis.

-E cosa ti è saltato in mente, Louis! Poteva essere un assassino.- lo rimproverò Zayn, toccandosi poi il punto in cui Liam lo aveva appena colpito.

-Non essere stupido, Zaynie. Come poteva essere un assassino? Ti sembra che gli assassini vaghino per il parco?- gli fece notare, con una sicurezza che fece scoppiare Louis in una meravigliosa risata.

-Sei un idiota, Liam Payne.- scosse la testa, giocando con il porta fazzoletti che c'era sul tavolo.

-Il gioco è di suo gradimento, dottore?- e Louis saltò, il sangue gli si gelò nelle vene non appena Harry, nei suoi due metri d'altezza e il suo grembiule da cameriere spuntarono alle spalle di Zayn.

-Ehi … - sussurrò il maggiore, timido.

-Cosa vi porto, signori?- si affrettò a domandare il riccio, afferrando il taccuino e tenendo gli occhi incollati sul volto di Louis.

-Tre cappuccini.- ordinò Zayn, osservando attentamente il ragazzo.

-Tre cappuccini al tavolo delle signore, Mark.- urlò Harry, tornando al banco e ignorando le bestemmie del suo datore di lavoro che, non proprio educatamente, gli ordinava di fare poco lo stupido e mettersi al lavoro.

Louis rimase in silenzio, prima che Liam Payne cacciasse un piccolo urlo, attirando l'attenzione di tutti, compresa quella di Harry che, velocemente, stava preparando il loro ordine. -Che cosa è appena successo? Esigo saperlo, Louis Tomlinson. Adesso.- ordinò, senza vergogna, mentre Zayn ridacchiava e Louis arrossiva.

-Quello è Harry … - bisbigliò il maggiore, mentre Zayn si girava ad osservare il riccio in questione.

-Bella scelta, amico.- lo prese in giro il moro, facendolo arrossire.

Louis avrebbe voluto rimproverare Zayn, dirgli di non essere stupido, dirgli di non farsi film, ma dovette star zitto e reprimere la delusione quando, a consegnare i loro ordini, non fu Harry ma una donna.

-Andiamo a pagare, amichette, devo andare a ripassare diritto, domani ho un esame.- annunciò Zayn, trenta minuti più tardi.

-Il suo sul mio conto, Mark.- si affrettò a dire Harry, indicando Louis con un cenno della testa, continuando ad asciugare i bicchieri.

-No, ma io..- tentò di parlare il maggiore, restando pietrificato quando gli occhi del riccio si incatenarono con i suoi.

-Ti devo un favore, dottore.- disse solo, prima di sparire in cucina.

E Zayn, ridacchiando, dovette afferrare il maggiore per un braccio, prima di trascinarlo fuori. -E bravo Louis.- lo prese in giro, mentre Liam sorrideva eccitato e le guance di Louis si coloravano di rosso.

Ti devo un favore, dottore.

 

***

-Daisy, Phoebe, muovetevi!- sbuffò Louis, strattonando le gemelle che, nei loro tutù rosa scintillanti, non avevano proprio voglia di muoversi.

-Boo, devo andare in bagno.- si lamentò Daisy, fermandosi di colpo.

-Anche io. - aggiunse Phoebe, imitando la sorella.

-Un altro tratto di strada, piccine, poi siamo a casa, trattenetela.- sbuffò ancora, cercando di non farsi convincere dai faccini dolci delle sorelle.

-Ma io devo andarci adesso, Boo. Ti prego.- lo implorò Daisy, strattonandolo.

E Louis scosse la testa, combattuto, anche perchè l'unico bar più vicino era proprio quello dove lavorava Harry e lui, agli occhi verdi del riccio, non aveva tanta voglia d'esporsi. Ma era il fratello maggiore, no? E le piccole avevano appena trascorso tre ore a ballare canzoncine noiose, un premio lo meritavano.

-Buonasera. - salutarono a gran voce le gemelle, attirando l'attenzione dei pochi presenti nel bar. Dopo tutto, erano appena le 5 del pomeriggio, chi poteva esserci in giro a quell'ora?

Le piccole corsero al banco, sotto lo sguardo curioso di Harry e quello vigile di Louis. -Possono usare il bagno?- chiese il maggiore, cercando di controllare la voce.

-Certo, dottore.- ridacchiò Harry, indicando il bagno con un cenno della testa.

-Andiamo, forza.- afferrò le mani delle gemelle, fermandosi non appena queste si opposero. -Che c'è ora?!- chiese, stufo.

-Non puoi accompagnarci in bagno, sei un maschio, bleah.- affermò Phoebe, con fare ovvio, piegando le braccia e facendo ridere Louis.

-Sono vostro fratello.- alzò le spalle Louis, ovvio.

-Ma sei un maschio.- insistette Daisy, calcando sulla parola finale.

-E allora andrete in bagno a casa, perchè da sole non vi lascio.-

-Ma noi dobbiamo andare ora!- sbuffò Daisy, facendo ridere Harry.

-Sentite, principesse, ora chiamo mia sorella e vi faccio accompagnare da lei, va bene?- intervenne il riccio, fissando più Louis che le sorelle.

E il Maggiore annuì, passandosi una mano tra i capelli e lasciandosi cadere su una delle sedie posizionate li vicino. -Ringraziate Harry, forza.- mormorò, mentre le gemelle correvano ad abbracciare Harry. Un minuto dopo, stavano correndo in bagno stringendo le mani di Gemma, la sorella di Harry.

-Dura fare il fratello maggiore?- chiese il riccio, dopo qualche secondo di silenzio.

-Se hai cinque sorelle e un fratello, allora si. - sbuffò Louis, pensando a quanto sarebbe stata dura in casa con l'arrivo dei due gemelli. -Mia madre non sa che significa 'stare attenti'.- sbuffò poi, facendo ridere Harry.

-Tua madre non ha detto neanche a loro che non si parla con gli sconosciuti?-

-Non sei uno sconosciuto, sei Harry.-

-Potrei essere anche un assassino. Chi può dirlo?-

-Nah, mi avresti già ucciso.-

- E chi ti dice che non lo farò?-

-Hai mandato le mie sorelline in bagno con tua sorella, sarebbe sleale!- e, teatralmente, si poggiò una mano sul cuore, facendo ridere il riccio.

-Possiamo farci i capelli come Gemma, Lou?- urlò Daisy, sbucando dal corridoio, saltellando appena.

Louis scosse la testa, distrutto. -Chiedete alla mamma, io non ne voglio sapere niente.-

-Posso toccarti i capelli, Harry? Sembrano morbidi.- ridacchiò Phoebe, dondolandosi avanti e indietro.

-Phoebe!- la rimproverò Louis, sentendo le guance tingersi di rosso. -Che cosa ti ho insegnato, eh?-

-Posso toccarti i capelli, Harry? Sembrano morbidi, per favore.- riprovò la bambina, sorridendo timida e facendo ridere il fratello.

 

 

***

-Quando torniamo da Harry, Boo?-

Louis alzò gli occhi al cielo, aprendo finalmente la porta di casa e facendo passare le sorelline. –Non lo so, Daisy.- sbuffò, lanciandosi sul divano e affondando la testa tra i cuscini?-

-Possiamo andarci ogni volta che abbiamo lezione, Boo?- chiese Daisy, lanciandosi sul maggiore e facendolo grugnire.

-No, Daisy.- rispose, cercando di mantenere la calma, nonostante i continui ‘perché’ ripetuti dalla sorella. –Perché non si può.- sbottò alla fine, stanco dei lamenti delle sorelle.

-Ma Gemma ha detto che possiamo tornare quando vogliamo!- protestò Phoebe, armeggiando con una bambola. –E poi, il padre di Harry abita qui vicino, lo sapevi questo?- chiese poi, curiosa.

-Davvero?- chiese Louis, senza prestare davvero attenzione.

-Guardami quando ti parlo, Boo!- sbuffò la piccola, facendolo sorridere. –E si, abita qui vicino. La pendenza che c’è sotto la finestra della tua camera coincide con la sua.-

Louis aggrottò le sopracciglia, osservando la sorellina con sospetto. –Dove hai imparato ‘pendenza’?- chiese, come se di tutto il discorso, ad attirare la sua attenzione fosse stata solo quella parola.

Phoebe arrossì, mentre Daisy prese a ridacchiare. –Phoebe ha il fidanzato.- canticchiò la seconda, facendo arros­sire ancora di più la sorella.

-Come?- chiese il maggiore, tossendo e colpendosi il petto. –Chi ha cosa?!- chiese allarmato, alzandosi frettolosamente dal divano.

-Si chiama Mark.- sorrise Daisy, guardando la sorellina e ridacchiando non appena questa cominciò a grugnire.

-Comunque, dobbiamo tornarci per forza, da Harry.- aggiunse poi, sorridendo al fratello.

Louis aggrottò le sopracciglia. –Perché?- chiese, curioso.

-Perché ho dimenticato lì il mio elastico rosa.-

-Stai scherzando.-

-No, Boo.-

E Louis si lasciò cadere di nuovo sul divano, distrutto. Sapeva che Daisy stava mentendo, l’idea di rivedere Harry lo spaventava ma, allo stesso tempo, lo rendeva felice. Sbuffò, scuotendo la testa. Zayn aveva ragione: stava diventando una ragazzina.

Ma ragazzina o meno, Harry era da scoprire e Louis aveva questo tetro desiderio di farlo.

In che guaio ti sei cacciato, Louis?

 

 

 

***

-Buonasera. - annunciò Daisy, spingendo la porta della caffetteria.

-Gemma!- gridò Phoebe, notando la donna e correndole incontro, seguita a ruota dalla sorella.

Louis sorrise, accennando un segno di saluto alla ragazza e osservando da lontano le sorelline, beandosi delle loro risate acute.

-Dov’ è Harry?- domandò Daisy, guardandosi intorno alla ricerca del riccio.

-Non c’è piccola, mi dispiace.- sussurrò Gemma e Louis giurò di aver visto gli occhi verdi della ragazza spegnersi di colpo.

Stava mentendo.

Dov’era, Harry?

Voleva tornare al parco, voleva tornare a quella famosa panchina, voleva rivederlo. Mille domande si fecero spazio nella testa di Harry. Dove sei? Con chi sei? Ti hanno fatto di nuovo male? E quello che più lo preoccupava era quella sensazione allo stomaco. Che pessimo medico era? Come faceva a non sapere neanche da cosa dipendesse?

Scosse la testa. –Andiamo?- chiese alle sorelline, sorridendo poi ai loro lamenti.

-Possono restare, magari mi danno una mano. - propose Gemma, scoppiando poi a ridere nello stesso istante in cui le gemelle urlarono.

E Louis, anche se insicuro, sorrise alla donna, uscendo dalla caffetteria, promettendo alle sorelle che sarebbe tornato presto, convincendo se stesso che no, non stava andando al parco per Harry, stava andando al parco perché era una bella giornata.

Anche se era ottobre.

Anche se del sole non c’era neanche l’ombra.

Anche se pioveva da tre giorni.

Anche se aveva l’immagine di Harry fissa in testa.

 

 

***

-Immaginavo fossi qui.- sorrise, notando la figura del riccio curva sulla stessa panchina di qualche giorno prima.

-Un po’ di pace no, vero? E’ la seconda volta che mi ruba la panchina, dottore.- bisbigliò l’altro, con un tono talmente cupo da far rabbrividire Louis.

-Non essere così formale, Harry, mi hai sentire vecchio.- ridacchiò il maggiore, sedendosi sulla panchina.

-Ventisette anni?- ipotizzò Harry, scoppiando poi a ridere per la faccia indignata di Louis.

-Ventidue.- lo corresse questo, sedendosi alla sua sinistra.

-Non ti ho mica detto che potevi sederti.- scherzò il riccio, ricordando il loro primo incontro.

-Eri troppo impegnato a darmi del vecchio.- sbuffò Louis, fingendosi offeso.

-Dove hai lasciato le gemelle?-

-Perché cambi continuamente discorso?-

-Dottore, la prego, non si risponde ad una domanda con un’altra domanda.-

Louis alzò gli occhi al cielo. –Sono con tua sorella.- sorrise, notando l’espressione stranita di Harry. –Volevano vederti, quindi sono rimaste in caffetteria. E non credo andranno via fino a quando non ti farai vivo.-

-Non ero proprio di buon umore, sai?-

-Non sembravi tanto triste mentre mi davi del vecchio.-

Harry sorrise, notando l’ironia nella voce del ragazzo. –E magari fingevo. O, semplicemente, sei tu che mi metti di buon umore, dottore.-

E Louis restò sulla panchina, immobile, mentre Harry si alzava e, con le mani ficcate nelle tasche del giaccone nero, si avviava verso l’uscita del parco.

-Ti hanno fatto ancora male, Harry?- riuscì a gridare, facendo girare il riccio.

-Sono solo loro, possono farmi quello che vogliono.- sorrise, tetro, mentre Louis desiderava con tutto se stesso che quel possesso passasse dalle mani dei demoni alle sue.

-Potrei salvarti.- bisbigliò, neanche sicuro che il riccio lo stesse ascoltando, prima di scattare in piedi e raggiungerlo.

-Quelli come me non si salvano.-

-E potrei provarci.-

-Perderesti tutto.-

-Perderei tutto comunque: ho il cancro.-

-E perché sprecare tempo?-

-E perché morire se hai la possibilità di salvarti?- e questa volta, fu Harry a restare senza parole.

-Sono Louis Tomlinson e voglio aiutarti.- aggiunse poi, sorridendo, rendendosi conto di non essersi mai presentato.

-Sono Harry Styles e sono matto, Louis Tomlinson.-

-Sei Harry Styles e hai gli occhi più belli che io abbia mai visto.- e il riccio sorrise, scuotendo la testa.

E Louis capì, da quel sorriso, che forse Harry lo avrebbe lasciato provare, Harry si sarebbe lasciato salvare.

E mentre il mondo girava e il cancro non lo spaventava, mentre sorrideva e scriveva a Zayn che dovevano vedersi il prima possibile, mentre scoppiava a ridere, rispondendo al cellulare e sentendo le urla del moro che lo malediceva per averlo svegliato, mentre viveva e il cuore gli batteva, Louis pensava a quanto sarebbe stato bello passare il resto della vita tra le braccia di Harry.

My space, ehi! 

Ehi cupcakes, I'm back, YAAAAAY. Si, so di avere ancora monster in sospeso ma la mia mente malata non ha resistito e ha partorito questo coso. E nulla, spero vi piaccia. 

Lots of love.

Iole xx

  
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