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Autore: Aki_Saiko    28/02/2014    1 recensioni
Inverno:
-Dicembre: "Erano entrambi senza giacca, ma mentre il moro tremava dal freddo, il rosso era tranquillo, e anzi, sembrava quasi felice della bassa temperatura." (PreciousMetalShipping)
*
-Gennaio: "[...] in seguito aveva compreso quanto in realtà il giovane bramasse un riscatto per se stesso ed una rivincita contro il Team Plasma. E in quel momento si era sentita un po’ meno ingenua, meno sola." (SequelShipping)
*
-Febbraio: "Nonostante tutto, era fermamente convinta che ne valesse la pena." (Pokéshipping onesided + Gold) (Acceni PreciousMetalShipping)
[Parte della serie "A Story to pass Time"]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gold, Hue, Mei, Misty, Silver
Note: OOC, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Story to pass Time'
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Personaggi: Misty, Gold (citati: Red, Green, Oak)
Contesto: è una sorta di crossover tra manga e videogioco. Alcuni elementi -tipo il Pikachu di Gold o i personaggi stessi a parte Red- sono tipici del manga, altri come la trama post-lega o alcuni pezzi di frasi sono citazioni del videogioco.
Soundtrack: Coldplay- Fix You
Note: CANT' BELIEVE THIS, I DID IT AGAIN (semi cit.)
Sto scrivendo queste note veramente di corsa, è un periodo assurdo tra la scuola e tutto il resto, ma ci tenevo a non saltare un mese e non mandare a monte l'intero progetto... e ci sono riuscita (yeeeey), ma DAMN IT febbraio, perchè devi avere 28 giorni?? ç_ç
Comunque, il capitolo ce l'avevo in mente da due settimane, ma non trovavo mai il tempo o la voglia di scriverlo, salvo poi ridurmi all'ultimo minuto (leggasi: 2.00 della notte con i #feelings per Kill la Kill ancora freschi freschi). Premetto che la Poké non è una coppia che shippo come ne shippo altre, però non mi dispiace ecco. Anche se per me la Poké è solo (?) onesided, non capisco per quale motivo LOL
E sì, il beota corvino non poteva non fare la sua apparizione, così come non poteva non farlo la mia ottìppì <3 <3 (<--- WAT)
Spero vi piaccia il capitolo, io ne sono abbastanza soddisfatta, e niente, Winter  si conclude qui. Spero vi abbia tenuto compagnia in questi freddi mesi, ci si vede a marzo con la prossima stagione!
(non si capisce che mi piacciono i Coldplay, nooo)


 
And I will try to fix you
 
 
Pioggia, pioggia, pioggia: da due settimane non si vedeva altro. Quando erano fortunati e l’acqua per qualche ora cessava di cadere dal cielo, una densa coltre di nebbia avvolgeva opprimente l’intera area settentrionale della regione di Kanto.
Misty iniziava ad averne abbastanza: il tempaccio scoraggiava ogni tipo di peregrinazione, ultimamente veramente pochi allenatori si erano presentati all’entrata della sua palestra, le giornate si susseguivano una uguale alla precedente, o più noiosa.
Normalmente non disdegnava la pioggia, perché dopo il suo passaggio il panorama dal promontorio si faceva ancora più bello del solito, ma così era davvero troppo.
  Si sfilò le ciabatte e si sedette a bordo vasca, immergendo le gambe nell’acqua calda della piscina. Un piacevole torpore l’avvolse, lasciò vagare la mente libera.
Da un po’ di tempo stava meditando di prendersi una pausa: quella palestra, un tempo così familiare e accogliente, ora le sembrava quasi una gabbia, un ostacolo alla sua libertà. Voleva andarsene da lì, andarsene da Celestopoli, magari anche da Kanto. Sentiva il desiderio di esplorare posti nuovi e affrontare nuove sfide, dal momento che nessun allenatore, dopo Red, si era dimostrato all’altezza della sue aspettative.
Red.
Lo ricordava ancora quel ragazzo silenzioso, era entrato nella sua palestra con un piccolo Pikachu al fianco senza proferire parola, e così era stato anche durante e dopo la loro sfida, dalla quale il giovane corvino era uscito vincitore.
“Hai intenzione di viaggiare ancora molto?” gli aveva chiesto.
Lui aveva annuito.
“Fino alla Lega? E anche dopo la Lega?”
Aveva annuito di nuovo.
“Sei fortunato, anche a me piacerebbe molto. Buon viaggio, Red”
Aveva debolmente sorriso, si era chinato il cappellino sul viso, aveva preso la sua medaglia e se n’era andato, silenzioso così come era arrivato.
Quando, mesi dopo, Misty l’aveva rivisto alla cerimonia per la sua vittoria alla Lega Pokémon, l’aveva trovato cambiato, più cresciuto, eppure sempre uguale a quando l’aveva incontrato la prima volta.
Si erano guardati negli occhi per qualche lungo istante, senza accennare un saluto o una parola, poi Red si era allontanato in direzione del Prof. Oak, che l’aveva chiamato.
E così, senza saperlo, si erano salutati per l’ultima volta prima della partenza del giovane per il Monte Argento, dove ancora si trovava ad allenarsi.
  Un brusio eccitato la distolse dai suoi pensieri: tutti gli allenatori erano in fermento.
Non ci fu bisogno di chiedere cosa stesse succedendo, poiché la risposta giunse immediata sottoforma di un potente e caparbio: “Io ti sfido!”
Misty si alzò in piedi, e dall’altro capo della vasca vide un ragazzo dai ribelli capelli neri, un cappello indossato al contrario e una felpa rossa più grande di lui, sul viso un sorriso beffardo e sicuro di sé.
A guardarlo, si sarebbe detto il solito allenatore spaccone, tutto fumo e niente arrosto, ma sapeva per esperienza che spesso bastava la prima lotta a smentire la prima impressione (e ora che ci pensava, con Green era stato proprio così). Difatti, il corvino si dimostrò da subito molto più esperto di quanto la sua giovane età ed i suoi modi di fare non dessero ad intendere.
E mano a mano che procedeva verso il fondo della vasca, a Misty pareva quasi di avere a che fare con un piccolo Red un po’ più scalmanato.
  Arrivato dunque di fronte alla ragazza, il ragazzo esordì: «Sono Gold e provengo da Borgo Foglianova nella regione di Johto. Dopo aver sconfitto il campione Lance, ho deciso di viaggiare anche nella regione di Kanto, così da poter sfidare tutti i Capipalestra e ottenere il permesso del Prof. Oak di salire sul Monte Argento! »
“Ambizioso” pensò Misty. Dubitava che sarebbe riuscito a perseguire il proprio obbiettivo, erano due anni che nessuno a parte Red saliva su quel monte, e in ogni caso le palestre di Kanto erano notoriamente più toste di quelle di Johto. Ma comunque era parecchio incuriosita da quel Gold, che con i suoi capelli neri e la sua determinazione le sembrava sempre più la versione decisamente più allegra e solare di Red.
«Potrai avere tutte le Medaglie di Johto, ma faresti bene a non sottovalutarmi. Sono Misty, Capopalestra di Celestopoli. I miei Pokémon d’acqua ti daranno del filo da torcere! »
Gold sorrise divertito e visibilmente ansioso di combattere: lanciò la sua prima Sfera che, con gran sorpresa da parte dell’Allenatrice, rivelò contenere un Pikachu.
“Questa si che è bella. Un Pikachu!”
Spostò la mano dalla Sfera di Lapras, che aveva pensato di usare inizialmente, e mandò in campo il suo Quagsire. Preferì andarci piano con una Pioggiadanza, per vedere cosa era in grado di fare il suo avversario.
I turni si susseguirono fra cambi e precauzioni da entrambe le parti, finché Gold, approfittando della fine dell’effetto di Pioggiadanza, mandò in campo Sunflora e gli fece usare Giornodisole. Con un Gigassorbimento mise ko il Quagsire di Misty, la quale a sua volta ne approfittò per mandare in campo Lapras e usare Geloraggio.
Dopo quella breve serie di colpi, la sfida vide una nuova fase di stallo, poi un’altra ripresa durante la quale finirono ko il Golduck di Misty e l’Ambipom di Gold. A quel punto nessuno dei due avversari aveva più intenzione di andarci piano, e il botta e risposta iniziò a diventare mano a mano più serrato.
Alla fine si ritrovarono ad avere un Pokémon a testa, lo Starmie della Capopalestra contro il Typhlosion dello sfidante. Il primo era più veloce, ma aveva subito un ingente numero di danni: il corvino sfruttò questa situazione, facendo abilmente schivare l’Idropulsar al proprio Pokémon così da incassare meglio il colpo, e attaccare con un ultimo Lanciafiamme, che sebbene svantaggiato come tipo, pose fine alla sfida.
  Misty, ancora scossa per la battaglia appena conclusa, si appoggiò al muro ed emise un grosso sospiro. Un silenzio carico di aspettativa si diffuse per la palestra.
“È già finita?” si chiese la ragazza, sinceramente dispiaciuta. Era stato un bello scambio, era da molto tempo che non si sentiva così... incerta su quale sarebbe stato l’esito del combattimento.
E soprattutto, nonostante la delusione per la sconfitta, si sentiva grata a quel ragazzo esuberante per aver smosso le sue giornate piatte.
Lentamente gli si avvicinò: «Beh, sei proprio forte. Devo ammettere che hai talento, Gold. Complimenti per la sfida. In quanto Capopalestra di Celestopoli, ti conferisco la Medaglia Cascata.»
Gold l’accettò di buon grado, ringraziando a sua volta l’avversaria.
La giovane non voleva che se ne andasse. Le erano venute in mente almeno un centinaio di domande da fargli, ma non gliene pose nessuna.
Solo prima che il moro potesse allontanarsi dalla palestra, riuscì a chiedere: «Nella regione di Johto ci sono molti Allenatori forti?»
Sorpreso dall’improvvisa domanda, l’altro rispose: «Sì e no. Diciamo che devi sfidare le persone giuste, alcuni sono veramente bravi, altri parecchio interessanti. In particolare» aggiunse alla fine, non riuscendo a trattenere un sorriso che, Misty lo riconobbe, pareva parecchio nostalgico «ce n’è uno, che nel corso del mio viaggio a Johto mi ha dato parecchi problemi in ben più di un’occasione. Sembra –ed è- parecchio scorbutico, ma in fondo è un grande Allenatore.»
Continuando a scuotere la testa, perso nei suoi pensieri, il ragazzo salutò Misty, con la promessa di una rivincita, e accelerando il passo si incamminò sotto la pioggia verso il Centro Pokémon.
  La ragazza rientrò nella palestra di Celestopoli, un’idea assurda, folle che cominciava a farsi largo nella sua mente.
Aveva già dimostrato, essendo divenuta Capopalestra, di possedere le qualità per essere una dei migliori Allenatori di Kanto. Ma Johto rimaneva un territorio ancora inesplorato. Il pensiero la allettava parecchio, e più ci rimuginava, più si convinceva di star facendo la scelta giusta.
“Potrei anche verificarlo da me, se davvero le Palestre a Johto sono meno forti che qui a Kanto” pensò con una punta di malizia. Ogni tassello andava al suo posto ad ogni passo che faceva in direzione della propria camera. Probabilmente si sarebbe rivelata una sfida ardua, soprattutto per quel che riguardava il convincere il Professore a darle il permesso, ma in caso avrebbe sempre potuto chiedere l’aiuto di Green... o almeno, così sperava.
Nonostante tutto, era fermamente convinta che ne valesse la pena.
“In fondo, il Professor Oak ha già promesso a due persone l’accesso al Monte Argento, in cambio di una dimostrazione del proprio valore. Come si dice: non c’è due senza tre”.
  
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