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Autore: TinaTiva99    28/02/2014    3 recensioni
Vi siete mai chiesti che potere abbiano i sogni?
Possono ispirare? Possono far prendere grandi decisioni?
Da due sogni può nascere una nuova speranza?
Beh, sta a voi scoprirlo ... andate a leggere ;)
La mia prima long... rigorosamente TIVA!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Now I can begin to hope again


 

Erano solo le sei di mattina e lei, come al solito, era già sveglia da un pezzo; quest’abitudine non l’avrebbe mai cambiata. Vagava per quell’immenso uliveto che circondava la sua vecchia casa di famiglia; ogni passo che muoveva era un momento trascorso in quel posto da piccola, ogni volta che affondava gli stivali nel terreno umido e fangoso era come se stesse calpestando il suo passato, ogni volta un suo piccolo frammento, e ogni volta faceva più male, anche se non voleva farci caso, ma faceva male, perché, a distanza di anni, troppi, stava ripercorrendo quelle vie che percorreva quando era ancora bambina, quando era ancora ignara di tutto quello che le sarebbe accaduto dopo. Come se niente fosse, all’improvviso vide passare al suo fianco tre bambini: un ragazzo più grande, una bambina sui tre anni e una sugli otto; la piccola si era appena seduta per terra, si doveva esser fatta male. Immediatamente la sorella le si avvicinò e ascoltò le parole della piccola:


“Ahi, mi fa male …” disse Tali sull’orlo delle lacrime;
“Dai non fa niente, ora ti passa. Torniamo dentro.” Disse Ziva alla sorellina.
Mentre si rialzavano il ragazzo le chiamò: “Tali!Ziva! Venite!” disse Ari.
Le due bambine si alzarono, si presero per mano e, mentre ridevano, iniziarono a correre, fino a quando scomparsero dai suoi occhi, perdendosi nella vastità del campo.




Sul suo volto si dipinse un sorriso malinconico, non era la prima volta che le succedeva di rivedere nella sua immaginazione lei ed i suoi fratelli da piccoli.  Inizialmente pensava che ripercorrere il suo passato l’avrebbe aiutata a dimenticare, a legare tutti i pezzi della sua vita con un filo logico, quel filo che l’avrebbe aiutata ad andare avanti. Non riusciva a capire quale fosse, tra tutti quei frammenti, quello che l’avrebbe resa felice; dopo tutte quelle morti, per causa sua o degli altri, non riusciva più a sperare di trovarlo … o forse lo aveva già fatto? La felicità era davvero un’illusione? Tutte quelle cose che fino a pochi mesi prima erano certezze ora non lo erano più, almeno non completamente. Prima pensava che se avesse lasciato andare tutto sarebbe stata meglio, ma ora stava iniziando a capire davvero. Doveva lasciar andare tutto, fuorché quegli otto anni. Quelli erano la sua salvezza, durante i quali aveva trovato la sua famiglia, quella vera. Aveva ragione lui, ma era ancora orgogliosa per ammetterlo, anche a se stessa. Già, lui … quanti sacrifici che avevano fatto, quanti errori, quanti ostacoli. L’ultimo lo avevano superato all’aeroporto, quando si erano baciati, ma subito dopo sembrava che tutto fosse svanito, il vuoto. Già, la loro era una storia scritta col sangue, sangue di anni di sofferenze e di sacrifici, di pianti e di litigi, ma anche di pace e di scuse, di amore e di amicizia, di aiuto e di fiducia. Aveva un’idea che le brulicava in testa da un po’, da una parte voleva che fosse così, dall’altra non voleva sapere di aver sbagliato di nuovo.




 
Pian piano attraversava nuovamente l’uliveto, raggiungendo la veranda della casa, senza soffermarsi a fissare quel paesaggio mozzafiato che era stato il teatro di tutte le sue perdite e sconfitte. Entrata in casa si diresse in cucina, accese il computer che era sul tavolo e preparò il caffè. Dopodiché prese la bevanda ed iniziò a sorseggiare mentre era appoggiata con la schiena al piano della cucina. I suoi occhi vagavano senza una metà precisa fino a quando furono attirati dal suono del PC: perciò, si alzò tranquillamente e si diresse verso di esso. Un messaggio … aprì la casella e appena lesse chi era il mittente il suo cuore si fermò. Forse la vita le stava offrendo un’ultima opportunità: fissò a lungo quel piccolo e semplice messaggio, riflettette su una possibile risposta. Non era semplice, anzi. Dopo non essersi visti e sentiti per mesi cosa poteva dirgli? Beh, di cose da dire ne aveva molte, ma non poteva esprimersi da dietro a uno schermo. Una sensazione strana girovagava per tutto il suo corpo; strana, si, ma non sconosciuta. Già, era questo l’effetto che le faceva: sapeva di amarlo, ma quando doveva passare ai fatti esitava, per paura di soffrire di nuovo. Ed ora più che mai, come poteva non temere una cosa del genere? Ma forse, dopo tutte quelle ingiustizie, la vita le stava davvero offrendo una possibilità, probabilmente unica. Dopotutto, lui aveva ragione: avrebbero risolto tutto insieme. Accidenti, anche nei sogni glielo diceva! Forse aveva ragione anche su tutto il resto. Era l’unica possibilità che le era rimasta per vivere, l’unica possibilità di vivere. Si mise seduta davanti al suo PC, in modo da riuscire a riflettere e, alla fine, volle ributtarsi in quell’inferno che era il suo cuore, sperando di non rimanere bruciata; ma anche se fosse accaduto, ci sarebbe stato lui ad aiutarla. Tutto ad un tratto il cervello le si spense, riusciva solo a picchiettare sulla tastiera:
“Ehi, Tony.” Rispose frettolosamente, impaziente di continuare a scrivere.
“Sai, così non saprei bene come e cosa scriverti, però … beh, diciamo che sono ancora alla “ricerca” … te, invece, come te la stai cavando?” continuò Ziva.

Era impaziente. Oramai era così: la certezza iniziale, quella di ricominciare da capo, era tramutata in dubbio: voleva continuare a disprezzarsi per il resto della sua vita? Cosa voleva davvero? Forse in fondo lo sapeva da tempo.

Dopo pochi secondi il computer suonò di nuovo:
“Si, lo so, non è facile così, però in qualche modo dovevo fare.”
“ Come sto io? Beh, gli scappellotti non diminuiscono :P”
Dopo aver letto il messaggio, a Ziva scappò un sorriso; ma uno di quelli veri, che solo lui le poteva provocare.
“Con una testa calda come te Gibbs non può farne a meno :-)”. Rispose Ziva con ancora la traccia del sorriso sulle labbra.
“Dai lo sai che secondo me è una dimostrazione di affetto!” Continuò a scherzare Tony.
Ziva continuava a sorridere, cercando di godersi di nuovo quei momenti che sembravano appartenere ad una vita fa. E dire che le mancavano era poco.
“Ok ok, forse hai ragione …” Scrisse Ziva.
“Ah Ah! Lo ammetti!” Le rispose Tony.
Dopotutto non erano cambiati. No, neanche di una virgola. Non importava che fossero passati mesi dall’ultima volta: erano sempre loro, e questo era il loro modo di ricominciare.
“Ho detto forse :-)” Replicò Ziva.
“Almeno per una volta voglio avere la meglio, ti prego :P” Le scrisse di nuovo Tony.
“Va bene, va bene …” Rispose Ziva.
“Si! Finalmente :-)” Scrisse Tony.

Ed ora cosa poteva dirgli? Scrivere una cosa stupida? No … forse una cosa seria, vera, quello che aspettava di dirgli dall’inizio della conversazione, una cosa che sentiva da quando lui era salito su quel maledetto aereo.

“Mi sei mancato, Tony.” Scrisse semplicemente. Le si scaldò il cuore, quanto era vero … quanto le mancava. Finalmente lo aveva ammesso.
“Tu invece mi manchi ancora.” Le rispose Tony.

A questa risposta, Ziva rimase di sasso. Felice, ma paralizzata; le mancava così tanto quel sentimento tra loro che non era più abituata a rivelazioni del genere, come, ad esempio, quella di qualche anno prima:
“Hai messo a repentaglio tutta la tua carriera, per cosa?” “Per te.”
Mentre era ancora imbambolata davanti al computer a leggere e rileggere quel messaggio, gliene arrivò un altro:

“Sicura di non volere di nuovo un po’ di compagnia?”Azzardò Tony.

“La storia si ripete …” pensò Ziva mentre ancora fissava lo schermo; ci sarà un motivo per tutto questo, non saranno tutte coincidenze. Che sia davvero una possibilità? E poi ora, dopo quello che le aveva detto, seppur semplice, non poteva far finta di niente del suo stomaco che faceva i salti mortali. Dovevano stare insieme, era destino, e niente avrebbe mai potuto dividerli. Ziva sapeva cosa fare, non voleva avere rimpianti, voleva stare con lui. Ce l’aveva fatta?

“No, non sono sicura :-)” scrisse decisa.

Quasi immediatamente la risposta:

“Bene :-)”

“Conta fino a un milione. Sono dietro di te.”

Ziva lesse e capì che il tempo dei dubbi era finito da un pezzo. Quello, quello era il momento di ricominciare a sperare.






















Note:

Ciao a tutti!
Come state?
Scusate il ritardo ma ho avuto parecchio da fare ... spero di essermi fatta perdonare :-)

Allora ... come avete notato, ho aspettato un po' per la risposta al messaggio: volevo che si creasse un po' di suspance. E poi non potevo evitare il viaggio nella testa di Ziva ... no non potevo proprio :-)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :-)
Grazie a tutti quelli che leggeranno o commenteranno :-)

A presto

TinaTiva


 
 
  
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