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Autore: ElfaFelpata    28/02/2014    2 recensioni
Sirius e l'autunno.
James e l'inverno.
Remus e la primavera.
Peter e l'estate.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius amava profondamente l’autunno. Amava correre a perdifiato nella foresta proibita dipinta da mille colori vivaci. Il verde perdeva tonalità, mischiandosi con l’arancione e con il rosso. Alcuni alberi avvolgevano l’aria in un insieme di profumi che il suo naso canino identificava perfettamente. Le sue narici, durante le passeggiate solitarie, si muovevano veloci alla ricerca di nuovi odori e fragranze. Appena ne spiccava uno particolare, si muoveva lentamente, seguendo le tracce e trovando l’origine.

Passava giornate intere sdraiato sul manto di foglie del suolo, con il pelo scuro che lo proteggeva dal freddo della terra. Guardava il cielo e i rami degli alberi.

Le foglie cadevano, ognuna con il suo tempo, ognuna diversa dalla precedente. Ognuna aveva la sua particolarità, il suo carattere e insieme formavano lo spettacolo.

Il cadere delle foglie e la loro nascita, attraverso le stagioni, non era emblema di morte. Ma di rinascita, di vita stessa. 

Ogni autunno era una scoperta, non era mai uguale. Variava a seconda dell’anno e si adattava al clima, mostrando ogni volta una parte diversa di se. 

Per questo Sirius amava l’autunno.

 

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***

 

Freddo. Freddo che ti entra nelle ossa ma che ti da la sensazione di essere vivo. Con il freddo tutti i nervi sono tesi, rigidi, pronti a scattare. E James scattava.

Correva nell’alto strato di neve bianca e pulita. Dopo tutte le notti di Luna Piena, lui correva, anche se esausto, nella foresta. Da solo.

Lasciava impronte sulla neve liscia, dove nessuno era ancora passato. Le sue zampe si immergevano fino a far entrare il freddo dalle dita e farlo penetrare in tutto il corpo. Ma quel gelo era solo un’illusione umana, una proiezione delle difficoltà della vita.

Nella foresta innevata James lasciava liberi i suoi pensieri. Le riflessioni scorrevano nella sua mente e le soluzioni arrivavano, immediate e certe. 

Mentre i fiocchi cadevano dal cielo e ricoprivano il suo manto e le sue corna, lui stava immobile. Guardava l’eleganza dei rami degli alberi che ospitavano gentilmente piccole stelle di ghiaccio, la forza delle rocce e delle radici che lottavano imperterrite per non essere seppellite dal bianco. La natura d’inverno era l’emblema delle caratteristiche che un uomo deve avere nella sua vita. E James imparava dalla natura invernale. Imparava ogni anno aspetti diversi.

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***

 

Tutto era molto più facile in primavera. Le piante rigeneravano la vita e i fiori nascevano timidi e curiosi. Si guardavano intorno spiazzati, ma contenti di far parte di quel mondo fantastico pieno di colori e di profumi. 

Lo stesso valeva per Remus. Lui che anche a sedici anni si sentiva un bambino che guardava con stupore la natura intorno a sé. Lui che non si era ancora abituato alla sua condizione. Lui che cercava speranza e colore nella sua vita. 

Ogni anno la trovava. Trovava la speranza di essere migliore, di avere una vita normale. Durante ogni primavera apprezzava sempre di più quello che lo circondava. Ogni volta si sentiva rigenerato e ululava alla luna il suo ringraziamento. Era onorato di vedere e assaporare quella stagione.

Si sentiva vivo. Il suo naso si riempiva di fragranze nuove e fresche che si erano offuscate durante l’inverno freddo e doloroso. La positività si rimpossessava di lui e i giorni bui sembravano sempre più lontani. Tutto questo grazie ai colori, ai fiori e ai profumi che gli riempivano l’anima.

La primavera trasmetteva allegria a Remus e lo aiutava a superare le notti di Luna Piena.

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***

 

Peter quando arrivava l’estate si rigenerava completamente. Il sole luminoso era incorniciato da un azzurro immenso e piccoli uccelli cantavano allegri e giocavano con le correnti. Lui, piccolo com’era, riusciva ad esplorare i giardini ammirando e conoscendo altri animali. Il calore della terra passava dalle minuscole zampe al corpo esile, riscaldandolo completamente.

L’estate gli dava la stessa sensazione che gli trasmettevano i suoi amici a Hogwarts durante l’anno. Calore, protezione e allegria. Non avendo loro si doveva accontentare della natura, ma questo non lo disturbava.

La cosa che amava di più era l’imprevedibilità. Al posto di imprevisti ed esperienze scolastiche arrivavano, improvvisi, i temporali. Con la loro pioggia potente ti riportavano violentemente alla realtà e in quell’attimo Peter soffriva, tornava timido e triste. Subito dopo la scossa, c’era quiete. Il sole tornava a splendere e un meraviglioso arcobaleno inondava l’anima del ragazzo. L’aria era più fresca, ma il calore tornava.

La luce, la gioia e l’armonia tornavano sempre dopo la violenza dei temporali. E davanti a questo scenario Peter sorrideva.

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