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Autore: Wolf    05/12/2004    4 recensioni
...Nel buio della grotta, nel silenzio della roccia, Harry strinse la ghiaia in un pugno, graffiando il terreno con le dita. Sentiva il sangue e la terra in bocca, un sapore di ruggine sgradevole ma naturale, come ritornare ad essere principio. Tra le strette pareti l'uomo si avvicinò al suo corpo, steso per terra, e puntò la sua bacchetta contro la testa di Harry. "E' la fine..." sussurrò...
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Silent Witness

Silent Witness

Prologo

 

Harry si stiracchiò nel suo letto stropicciandosi gli occhi. Prese gli occhiali dal suo comodino e li inforcò. I suoi piedi toccarono il freddo ed impolverato parquet del sottoscala.

"Potter!" la voce di Zio Vernon gli risuonò nelle orecchie più forte di una cannonata.La porta si spalancò e il faccione arrossato di suo Zio apparve quasi riuscisse ad occupare da solo tutta la porta. Nelle sue massicce mani stringeva qualcosa di arruffato e piumoso. Glielo lanciò contro "Questo maledetto gufo svolazza nella mia cucina da quasi dieci minuti! E’ ora di finirla!"

Leo e la lettera che portava legata alla zampa finirono sul letto. Harry, seriamente preoccupato per la sorte del gufetto del suo amico, guardò Zio Vernon con viso fintamente rammaricato "Scusami Zio…" Ma suo zio non aveva intenzione di fargliela passare liscia. Fece per urlare qualcosa ma la voce dio Petunia lo precedette "Vernon, sono arrivati gli amici di Diddy!" Vernon lo fissò acido "Con te faccio i conti dopo Potter!" e uscì puntando il suo dito paffuto su di lui.

Appena la porta si chiuse Harry guardò Leo che si era rialzato e ora barcollava sul letto. Il ragazzo controllò che stesse bene e poi gli prese la lettera dalla zampa.

Ciao Harry, Tutto ok?

Ho una notizia bomba, HO INCONTRATO YORKE HILL!!! Ma ti rendi conto?? E’ amico di Kingsley sai? Io ero tranquillo in camera mia che cercavo di scrivere ad Hermione (lo sai che è in Francia?) e Ginny apre la porta e mi fa “Ron c’è Yorke Hill!” a lei non è che gliene fregasse molto ma lo sapeva che io sarei stato al settimo cielo! All’inizio pensavo che scherzasse… Sai che mi ha detto? Che i Weasley sono da sempre una grande famiglia di giocatori! Ha detto che quando finisco Hogwarts può darsi che mi prendano come riserva, ha detto che ci metterà una buon parola! E la sai un'altra cosa? Ha detto che ti ha visto giocare e che sei un talento naturale, “E’ nato per fare il Cercatore” mi fa!

Beh…per il resto va tutto bene, lo sai che non posso dirti molto perché hanno paura di un intercettazione (da chi poi mi chiedo io? Voglio dire il ministero è dalla nostra parte adesso no?) comunque non è che sia successo molto…o per lo meno io non so niente…

Fred e George fanno affaroni sai? Ti ringraziano ancora.

Ho un’altra buona notizia: Mamma dice che Silente ha detto che puoi venire da noi la prossima settimana! Che te ne pare?

Pensavamo di venire a prenderti giovedì pomeriggio, dici che va bene? Fammi sapere d’accordo?

Ron

P.S. Hermione dice che ti chiama al feletono martedì, non appena torna a casa, te lo lasciano usare?

Harry sorrise tra se. Diede un po’ di mangime a Leotordo che sembrava alquanto affamato e poi lo fece uscire con una lettera di risposta legata alla zampa.

******************

Caro Ron,

Io sto alla grande, I Dursley rompono al solito, ma forse anno un po’ paura (Credo che in particolare temano Malocchio Moody) Comunque credo che non ci siano problemi se Hermione mi deve chiamare. Sì lo sapevo che era in Francia, mi ha mandato una lettera la scorsa settimana…E’ ancora un po’ giù vero? Speriamo che la vacanza le faccia bene…Ma voi due vi parlate ancora?

Hai incontrato Yorke Hill? Il Cacciatora dei Cannoni di Chudley? Proprio quel Yorke Hill? Dev’essere stato magnifico eh? Poi mi racconti! Mi fa piacere sapere che state tutti bene e anche che Fred e George stiano facendo buoni affari…La Signora Weasley è ancora molto arrabbiata perché gli ho dato i soldi per il loro negozio?

Comunque…Va bene per giovedì, mi fai sapere l’ora? E ringrazia tua madre perché mi ospita, stare qui è sempre un inferno, soprattutto dopo quello che è successo…

Grazie ancora, Harry.

Ron finì di leggere la lettera e l’appoggiò sul comodino, distendendosi sul letto con le mani dietro la testa. Si perse un attimo a pensare agli avvenimenti dell’anno prima.

Tutto quello che era successo…a partire dal gemellaggio con Durmstrang fino ad arrivare alle due morti dell’anno precedente.

Uno era Viktor Krum: Dio se Hermione c’era stata male…Gli sembrava di vederla ancora mentre entrava piangendo nella sala grande con le mani sullo stomaco, si accucciava a terra. Erano stati i giorni più brutti della sua vita.

La sera prima avevano litigato come due idioti (anzi veramente come una ragazza ed un idiota) lui le aveva detto che era una stupida e che si augurava tanto che Vicky la facesse soffrire così poi sarebbe venuta da lui e gli avrebbe detto che aveva ragione e lei gli aveva risposto che non era colpa sua se non riusciva ad accettare il fatto che qualcuno la trovasse carina e non solo una stupida secchiona, gli aveva detto che Viktor era un bravo ragazzo e che la vedeva come una ragazza di cui innamorarsi…

“Innamorarsi? Ma per favore!” “Perché? Credi che nessuno potrebbe innamorarsi di me? Credi che io sia una specie di… So-Tutto che esiste solo in funzione tua? Io ho una vita Ron, e non è fatta solo dai libri, Voldemort e te!” “Ma va al diavolo! Spero tanto che il tuo Vicky crepi!”…

Però sembrava così tanto lontano, quel ricordo…

Poi Viktor era morto e le sue parole erano diventate eccessivamente più pesanti di quello che già non erano.

Hermione era sparita dopo la fine delle lezioni, assieme al suo Viktor. A cena Harry gli aveva detto che li aveva visti passeggiare assieme nel parco. Ron li aveva maledetti di nuovo e aveva continuato a mangiare senza parlare.

Poi la sala grande si era zittita nel giro di due secondi, e nell’aria si udivano solo gemiti. Harry l’aveva chiamata, ma lei aveva continuato a piangere.

“Signorina Granger?” chiama Silente dal fondo della sala, mentre la McGranitt ed Harry accorrono verso di lei. La McGranitt la raggiunge per prima, prendendola per un braccio e cercando con delicatezza di farla alzare. Lui sente una risata ilare dal fondo della stanza, si alza senza guardare neppure più Hermione, raggiunge il tavolo dei serpeverde estrae la bacchetta e la punta verso Malfoy…

"Ron, caro, è pronto il pranzo…scendi che si raffredda." sua madre sulla porta lo riscosse dai suoi ricordi. Lui annuì, saltando giù dal suo letto.

***************

Hermione entrò in casa ed appoggiò due valigie nel corridoio d’entrata. Si mise le mani sui fianchi e sospirò "Quanto pesano papà! Ma che ci hai messo dentro?" Sua madre rise e alzò il bagaglio di suo marito "E poi dicono che gli uomini sono più essenziali! Vero Robert?" Il padre di Hermione raggiunse la cima delle scale con due borse e il fiatone "Come cara?" Evelyn Granger rise "Niente papà…" "Cose tra donne." concluse la madre. Robert alzò le spalle e portò le valigie in camera di Hermione.

"Com’è tornare a casa?" le chiese sua madre "E’…Strano." Evelyn inarcò le sopracciglia "Voglio dire…è strano tornare alla vita di tutti i giorni…" sua mamma le sorrise comprensiva appoggiandole una mano sulla spalla "Ti voglio bene piccola mia, lo sai vero?" Hermione annuì "Anch’io mamma." si abbracciarono.

Poi Hermione si rintanò in camera sua, togliendosi il giubbotto di jeans ed appoggiandolo sulla sedia della scrivania. Si sedette sul letto guardando intensamente la foto sul comodino. Harry, Ron ed un Hermione molto più tranquilla e rilassata si abbracciavano sorridendo. Hermione abbassò la foto in modo di non poterla più vedere.

Forse per la prima volta nella sua vita, lontana dalla magia si sentiva più al sicuro. Sentì Grattastinchi grattare alla porta. Gli aprì e lui venne a strusciarsi contro le sue gambe "Ehi, piccolo, ti sono mancata?" un miagolio in risposta. Gli accarezzò le orecchie fino a quando sua madre non entrò con il telefono in mano "E’ per te…" Hermione aggrottò la fronte "Chi è?" "Harry…"

Hermione sospirò e prese la cornetta tra le mani "Pronto?"

"Ciao Herm, sono Harry!"

"Ehm…Ciao! Ti lasciano usare il telefono?"

"Sì, Moody deve avergli messo paura…però non posso stare più di cinque minuti. Tu stai bene?"

Hermione ci pensò un attimo "Sì, sto meglio grazie, e tu? Hai passato una bella estate?"

"Beh…bella oddio, un po’ più sopportabile del solito forse, ora giovedì vado da Ron…"

Hermione rimase un attimo in silenzio, immobile a provare fino in fondo il dolore che anche solo sentire il suo nome le provocava "Ah…"

"Ehm…e…e tu…voglio dire ci vedremo poi a Diagon Alley credo, o no?"

"Veramente non so se ce la faccio." mentì lei

"Oh…Beh, in tal caso, ci vediamo ad Hogwarts okay?"

"Già, d’accordo, ciao."

"Ciao…" e attaccò il telefono.

Hermione rimase lì in ginocchio a lungo, con il telefono tra le mani. Poi scoppiò a piangere, stringendosi le ginocchia al petto, mentre Grattastinchi faceva le fusa acciambellato al suo fianco.

Poi incominciò a piovere. E come pioggia i suoi ricordi scivolarono su di lei.

“Hermione io…” “Vattene via, Ron…” dice lei acciambellata tra coperte del letto dell’infermeria “No, ascoltami per piacere…” “Vai via, dico davvero.” Lui si fa più vicino “Io non pensavo davvero quelle cose, io…” “VA VIA!” Ron sussulta, si passa una mano sugl’occhi, prende la giacca che aveva appoggiato sul letto e la indossa, si strofina ancora una volta gli occhi e fa per uscire; mette una mano sulla maniglia schiude la porta, poi si ferma “Ti giuro Hermione, mi dispiace…” “Ron, per l’ultima volta: VAT-TE-NE-VIA.” Ron stringe i denti “Cazzi tuoi a questo punto.” Dice serio, poi chiude la porta alle sue spalle.

I ricordi si susseguirono nella testa di Hermione senza ordine, in modo confuso, scorrendo su di lei, e riempiendo la sua mente.

Era una sera tranquilla, la superficie del lago era frastagliata dall’agitazione della piovra gigante e un grande fervore si poteva percepire in tutta la scuola. Dopo due giorni dall’arrivo della nave Durmstrang, ancora c’erano orde di ragazzini che frementi indicavano i nuovi ragazzi per i corridoi, non poi così attenti a non farsi notare.

Hermione stava finendo una difficile tesi sui Krazoa, per la professoressa Caporal, seduta in riva al lago. Viktor Krum le si era seduto accanto con un sorriso.

“Io ho saputo che tu sei stata chiamata dal Ministero, volevano dare te un lavoro?” Nonostante non è difficile capire la chiara appartenenza bulgara del ragazzo e la sua grammatica non è per niente perfetta, Hermione rimane colpita dal suo parecchio migliorato accento “Si…si, dicono che una ragazza con le mie potenzialità non deve sprecarle e bla bla bla, un mucchio di cose già sentite…” Viktor la guarda inclinando un secondo la testa “Io invece penso che, sia una cosa bella, cioè…credo tu sai di essere molto intelligente, è bello che qualcuno lo apprezzi come una qualità bella, invece di dire a te che sei solo una…uhm, come si dice…” “Secchiona?” “Si, ecco…” Viktor guarda la superficie del lago, Hermione lo osserva per un attimo “Hai ragione sai?” Lui le sorride un po’ imbarazzato “Io? No, beh…non poi così tanto…Io penso tu sei una ragazza…molto intelligente e molto piena di qualità……Tu credi che dirai di sì, al ministero?” Hermione ci pensa un secondo, guarda Viktor che arrossisce lievemente sulle gote scavate “Ci penserò…e grazie, sei un bravo ragazzo.” Si tira i capelli dietro un orecchio, con un sorriso imbarazzato. Viktor si passa una mano tra i folti capelli corvini, dà un colpo di tosse per schiarirsi la voce “Oh, non è nulla… io dice quello che penso…solo questo…” Minuti di silenzio “…Ehm…ho, ho sentito che hai migliorato la pronuncia.” Viktor sorride grato “Oh, sì, mi sono esercitato molto dopo che ho incontrato te, ora posso dire tuo nome!” lei sorride incuriosita; lui si schiarisce la voce di nuovo “Her-ma-io-ni, ja? Giusto?” Lei ride “Già, sì…bravo!” Lui le sorride rivolgendole un accenno col capo “Grazie.” Altri minuti di silenzio “Io…E’ tanto che volevo rivedere te…volevo chiedere una cosa.” Hermione lo guarda “Io so…che avrei potuto scrivere te la domanda, ma io pensava che era più giusto chiedere in faccia.” Hermione sorride pensando al fatto che Viktor inizi ogni frase con “Io” e al fatto che la forma grammaticale “io pensava che era più giusto chiedere in faccia” era molto discutibile “Io…voleva chiedere te se tu ti sei divertita al ballo con me, due anni fa.” Hermione annuì con un sorriso rassicurante “Sì, ma certo Viktor, perché credevi il contrario?” Lui fece un smorfia ed alzò le spalle “Io non so…Non proprio ecco…Io credeva che il tuo amico avesse fatto arrabbiare te…tu piaci a lui?” Hermione pensa un secondo, giusto il tempo per realizzare che Viktor parla di Ron, poi ride “No…no, lui è un po’ infantile, tutto qui…” Viktor non sembra ancora tranquillo “Oh, non c’è niente tra lui e te?” Lei scuote la testa decisa “No, assolutamente no.” Lui sorride, rassicurato.

Hermione si infilò sotto le coperte, con il freddo nelle ossa, nonostante fosse ancora estate, credendo che forse sdraiata così, cullata dal tepore e dal battere della pioggia, si sarebbe presto addormentata, sottraendosi a quel fiume di ricordi che la investiva…

Chiuse gli occhi…

…Ron la sta guardando da sotto il cipiglio, il suo sguardo la raggiunge da sopra il libro di trasfigurazione tutto rattoppato. Lei smette di scribacchiare, lo guarda, lui distoglie lo sguardo, rigettandolo nel suo libro. Di nuovo Hermione si riporta sui suoi appunti. Il rosso rialza di nuovo lo sguardo. “Che c’è?” chiede lei senza neppure guardarlo, così da essere sicura che lui non distolga di nuovo i suoi occhi. Lui si stringe di più sulla poltrona “Tu stai assieme a Viktor Krum.” Vuole essere una domanda ma raggiunge Hermione sotto forma di affermazione “…Sì, è vero. Non che siano fatti tuoi comunque.” Non lo guarda neppure, si risistema sui gomiti e riprende a scrivere. Da dietro il suo sguardo accigliato, Ron chiude il libro “No eh? Immagino…” “Ron, non iniziare per piacere.” “Non stavo iniziando un bel niente! Stavo solo per dire che…” lei smette di scrivere e lo guarda; lui si alza “…Sono felice per te…E immagino che sia tardi…vado a letto…”

…Viktor le è vicino, tiene una mano sulle sue spalle, fuori comincia a scendere la neve. Lei si accoccola di più nel suo abbraccio vedendo il bianco freddo fuori dalle finestre; lui si irrigidisce e la guarda di sbieco “Hermione?” Lei lo guarda, lui arrossisce sotto gli occhi chiari “Io penso sempre…tutte le volte che io guardo te…io penso che sei molto molto bella.” Si guardano un attimo “Io so che forse io ho detto questo già tante volte, ma a me non mi sembra abbastanza, mai…” Lei lo guarda ancora mentre lui allontana lo sguardo…Gli si avvicina sempre di più…

…Hagrid la tiene stretta nelle sue grosse e possenti braccia “Tu non le farai del male!” tuona la sua voce vigorosa…

…Harry impugna la bacchetta “Expecto Patronus!” un cervo brillante ed argenteo esce dalla sua bacchetta e si tuffa verso il dissenatore…

… Viktor le si avvicina sempre di più…

…“Io ho una vita Ron, non è fatta solo dai libri, Voldemort e te!”

…Remus Lupin l’afferra per le spalle, dice qualcosa, le parla ancora, poi la schiaffeggia…

…“Spero tanto che il tuo Vicky crepi! Davvero con tutto il cuore!”…

…Viktor cade a terra…

…“Vattene via Ron!”

…Lei, Harry e Ron corrono verso la luce in fondo alla foresta, tutto intorno a loro è così buio…

…Un urlo forte e tuonante…

…Un urlo roco e dolorante…

…Viktor unisce le labbra alle sue…

…Hermione si sveglia di botto, si tira le lenzuola a coprirle il seno, si guarda intorno e vede Erroll che becca insistentemente la finestra…

…Ron getta la scopa a terra…

…Ron…

…Buio.

******************

Era un quieto pomeriggio afoso a Privet Drive.

Le macchine, tutte posteggiate accuratamente al fianco delle case di lusso, giacevano immobile e luccicanti. Quell’ estate gli ottusi abitanti avevano potuto dedicarsi accuratamente alle loro macchine e ai loro giardini visto che, finalmente dopo due estati, l’acqua per l’irrigazione non era stata proibita.

Ma in quella giornata nessun vicino era fuori ad occuparsi di giardinaggio o ad insaponare la propria auto e tutto sembrava eccezionalmente immobile.

Almeno fino a quando una vecchia Opel Astra, impolverata e con la marmitta sicuramente bucata, non attraversò la via con a bordo quattro teste rosse che guardavano curiosamente in giro. L’ auto si fermò alquanto bruscamente davanti al numero quattro quando un ragazzo all’interno dell’auto non urlò per sovrastare il rumore della marmitta "E’ questa papà, fermati!"

Dall’auto scese un ragazzo di sedici anni con gli occhi chiari, grandi e vuoti "Lo chiamo io, voi state qui!" "Ma io…" aveva provato Arthur Weasley "Niente ma papà, quei Dursley o come cavolo si chiamano danno già abbastanza problemi a Harry senza che vi ci mettiate voi, per piacere. Faccio in un attimo." La figura slanciata nella strada vuota, guardò la porta per un secondo, cercando il modo per avvertire della sua presenza, ma la porta si aprì prima che lui potesse fare qualcosa.

"Oh, salve signor…ehm, io volevo…" "Lo so chi sei moccioso, vieni dentro, sbrigati!" lo afferrò per la maglia e chiuse la porta.

"POTTER!" Urlò l’uomo di stazza fuori dal normale.

Una testa incuriosita, uscì dalla porta del sottoscala "Ron! Prendo la mia roba in un attimo." "Potter ma ti rendi conto che ora tutti penseranno che siamo amici di questi …" Zio Vernon non accennava a mollare la felpa bluastra piuttosto sbiadita di Ron, diventando ogni secondo più rosso, cercando parole abbastanza pesanti per definire la famiglia di Ron "Maghi?" gli suggerì Ron, vedendolo titubante.

Zio Vernon, Zia petunia e Dudley (questi ultimi due avevano messo la testa fuori dallo stipite della cucina e guardavano sdegnati la scena) girarono le teste verso il rosso. Vernon diventò di un colore simile al viola, mollando improvvisamente la maglia del ragazzo "POTTER!NON TOLLERO QUESTE COSE NELLA MIA CASA!TI ABBIAMO TENUTO CON NOI NONOSTANTE TUTTO, ED ORA TU PORTI QUI NELLA CASA DOVE NOI TI ABBIAMO CRESCIUTO, PER PURA BONTA’ DEL NOSTRO ANIMO, QUESTO MOCCIOSETTO INSOLENTE!" Harry uscì dal sottoscala con un baule in mano la gabbia di Edvige nell’altra e la scopa sotto l’ascella "Evaporiamo!" disse a Ron.

Il rosso aprì la porta tutt’altro che desideroso di rimanere ed Harry lo seguì a ruota "Ci vediamo tra nove mesi!" disse, poi chiuse la porta alle sue spalle.

Aiutato da Ron sistemò le valigie nel bagagliaio frettolosamente e si sedette tra il suo amico e Ginny nel sedile posteriore della macchina.

Con un forte boato, l’auto partì lasciando dietro di se una nuvola di fumo nero e molti sguardi pettegoli e curiosi.

********************

Grazie delle recensioni e dell'annotazione sui dialoghi.

 

Wolf

 

 

 

  
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