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Autore: M a r t    28/02/2014    4 recensioni
[MinaKura is the way] [raiting giallo -provvisorio(?)] [amateli come li amo io, perché solo grazie a questo grande amore per loro sto scrivendo questa long -o almeno ci provo]
Sicuramente Angela era la cosa migliore che gli fosse capitata e magari avrebbe ‘abusato’ della sua situazione economica e sociale per qualche altro anno, almeno prima di andare al college.
[...] Eppure quando la ragazza si staccò da lui indicando un ragazzino bassino, con la carnagione scura e i capelli azzurri che gli coprivano un occhio, spiegandogli che quello era suo cugino e che sarebbe rimasto a vivere da lei per qualche settimana, Minamisawa dovette trattenersi dal mostrare una smorfia contrariata.

Ci si becca dentro magari ^^
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kurama Norihito, Minamisawa Atsushi, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rigirò un paio di volte la gomma da cancellare ancora perfettamente bianca, se non per qualche segno grigio dovuto alle cancellature fatte nell’ora di arte nella quale aveva dato sfogo alla sua vena artistica, facendola battere ritmicamente sul banco, aspettando con ansia il piacevole suono della campanella che avrebbe dichiarato la fine delle lezioni.

Neanche la stava seguendo più la spiegazione. Guardava dritto davanti a sé, fissando un punto vuoto sulla schiena di Hayami, seduto di fronte a lui.

Il ragazzo dai capelli rossicci prendeva meticolosamente appunti su tutto quello che usciva dalla bocca della loro professoressa, non tralasciando neanche un sospiro uscito dalle labbra screpolate e al contempo stesso carnose della donna.

Hamano, al suo fianco, dormiva come un bambino dietro ad un libro di testo, messo lì come scudo per proteggere il suo sonno felice e pieno di qualsiasi stranezza.

Erano passate svariate settimane dal suo primo giorno di scuola in quella città e ogni giorno di più sentiva la mancanza del suo letto soffice e caldo. Le palpebre gli stavano diventando pesanti, la lezione era fin troppo noiosa e la voce della prof era talmente dolce e calda che sembrava cullarlo.

Poi un rumore sordo, un rimprovero urlato con voce acuta e i suoi occhi si spalancarono facendolo tornare alla realtà: Hamano aveva cominciato a russare. Poco male, avrebbe continuato a dormire anche fuori dall’aula.

Kurama avrebbe voluto fare lo stesso. Era da parecchi giorni che non dormiva bene e andava a letto tardi. Non era lo studente modello che la sua famiglia avrebbe sempre desiderato che fosse e ovviamente tutti i docenti più stronzi se li era beccati lui.

Studiava fino a tardi, cercando di capire qualcosa in quei mattoni che gli avevano confermato fossero libri, con scarsi risultati. Varie volte Minamisawa, sotto richiesta di Angela probabilmente, gli aveva offerto il suo aiuto, ma lui aveva rifiutato categoricamente.

Tra lui e il viola si era creato un rapporto di sfida e odio appena accennato, più dalla sua versione che da quella di Atsushi che lo trovava più uno scherzo che altro.
Comunque, l’azzurro ignorava quali fossero gli scopi finali del maggiore, continuando a trattarlo male e studiando per conto proprio.

Anche Hayami gli aveva proposto il suo aiuto, seguito a ruota da un Hamano più euforico del normale, ma li aveva entrambi liquidati con un “Non ce n’è bisogno; è una questione tra me e lui.”.
E lì per lì Hayami non ci aveva capito un bel niente.

Fatto sta, che i suoi voti erano bassi -tranne quelli di arte in cui pareva cavarsela molto bene-, aveva bisogno di dormire e la campanella era suonata, facendo alzare dalle sedie tutti i suoi compagni come molle, con lo zaino in spalla pronti a tornarsene a casa.

Fece con calma la cartella, notando che Hamano era tornato in classe e stava facendo la stessa cosa, mentre Hayami si era messo a pulire la lavagna, più per sfizio che per altro.

Quel ragazzo era la forma più pura del classico scolaro senza la minima sbavatura: educato, ordinato, intelligente, sempre preparato a qualunque domanda e infintamente disponibile, sempre e comunque.
Si voltò verso il moro al suo fianco, con la cartella in spalla e un sorriso più grande della propria faccia stampato in volto. Ecco, lui era proprio l’opposto del rosso.

Hamano era, appunto, la persona più vicina alla definizione di “eterno ribelle”: cappelli disordinati, divisa spiegazzata con la camicia che usciva fuori dai pantaloni e il primo bottone a partire da sopra saltato, voti scolastici disastrosi e infinite note sul registro. Adesso che ci pensava, chissà perché il ragazzo dalla carnagione color caffè gli aveva offerto anche il suo aiuto, dato che sarebbe stato palesemente inutile.

Ma Hamano Kaiji non era una di quelle persone che pensano a quello che gli succede intorno, non si preoccupa più di tanto, prende la vita come viene e se vuole impegnarsi lo fa, e con ottimi risultati.
Anche lui si impegnava, certo.

E malapena arrivo alla sufficienza.
 
Uscì sbuffando, seguendo i due amici per i corridoi della scuola, rimasti quasi deserti.
C’erano dei corsi pomeridiani frequentati da una gran parte di studenti e lui si chiese che cosa cavolo avessero in testa quei poveri cretini per voler restare dentro quell’inferno a sprecare i loro pomeriggi. Si morse la lingua, dicendosi mentalmente che se ci fossero stati dei corsi di recupero oltre a quegli stupidi “Club della Scienza” o altre cose del genere, lui si sarebbe iscritto senza problemi.

Sentì delle risate e qualcuno che parlava con la voce troppo alta a qualche metro da loro e alzò la testa spostando lo sguardo dietro alle figure di Hayami e Hamano che si erano fermati di colpo.

Lui aveva continuato a camminare, voltando la testa verso i due e alzando un sopracciglio confuso, poi spostò lo sguardo di fronte a sé e vide un ragazzo enorme, grande tanto quanto un armadio –probabilmente dell’ultimo anno- che rideva come se gli avessero raccontato la cosa più buffa e divertente di questo mondo. Al suo fianco, stretto al collo in modo giocoso da un braccio del ragazzone, c’era un ragazzino del secondo anno che rideva nervosamente, quasi confuso da un gesto così affettuoso. O almeno così sembrava.
 
- Ci si rivede, eh?- una voce roca gli entrò nell’orecchie, mentre la risata del colosso là davanti si fermava di colpo.

Il ragazzo del quinto anno lo scrutò, come se si fosse accorto solo in quel momento della sua presenza.
Kurama voltò lo sguardo verso il punto dove aveva sentito provenire la voce che, pensò, fosse diretta a lui. Spalancò leggermente gli occhi trovandovi quel tale che aveva urtato qualche settimana prima, Kuramada.

- Ciao.- disse semplicemente, corrugando la fronte. Intanto Hayami e Hamano si erano avvicinati a loro, più per il volere del moro che per curiosità.

- Penso che adesso sia un po’ difficile pensare che sei un ragazzino delle medie, giusto?- chiese retoricamente il maggiore, ridendo.
 
Gli venne spontaneo sorridere, in modo leggero, sereno. Gouichi aveva una bella risata.

- Vi conoscete?- una voce possente proveniente dal ragazzo più alto che teneva ancora stretto a sé quel ragazzino del secondo anno, li fece destare.

- Si, diciamo di si.- rispose Kuramada, voltandosi – Lui è Kurama Norihito. – lo presentò, indicandolo.

L’altro lo guardò curioso, per poi sorridere portando un pollicione ad indicarsi da solo.

- Molto piacere, io sono Amagi Daichi.- disse, per poi scoppiare a ridere, strattonando il ragazzino che teneva stretto.

Aveva dei capelli violetti, non come quelli di Minamisawa, più chiari, di un viola più semplice rispetto a quello leggermente rossiccio del maggiore.
Sbatté un paio di volte le palpebre: che diamine c’entra adesso Minamisawa?

- Ancora qua, nanerottolo?- un brivido gli percorse tutta la colonna vertebrale.
Non è possibile. Si disse mentalmente.

Davanti a lui, con le mani nelle tasche e il sorriso più bastardo che avesse mai visto, Minamisawa lo osservava, lo scrutava, aspettando una reazione.

- Non ci vedi più, idiota.- aveva corrugato la fronte appena aveva visto quel suo brutto muso pararglisi davanti.

Hayami trattenne il fiato, dietro ad Hamano che se la rideva sommessamente.

- Mh? Lo conosci Minamisawa?- chiese Amagi, diventando serio e curioso a tempo stesso.

- Certo che lo conosco: è il cugino di Angela.- rispose allargando il ghigno sulle sue labbra.

Kuramada si voltò in direzione dell’azzurro, seriamente stupito. Poi sorrise avvicinandosi al minore e scompigliandogli i capelli.

- Capisco.- disse semplicemente per poi voltarsi e dileguarsi insieme ad Amagi e l’altro ragazzo.
 
Minamisawa fece una leggera smorfia, provando una leggera morsa allo stomaco e un fastidio crescere in lui, notando l’evidente rossore sulle guance dell’azzurro.

Solo lui poteva divertirsi a far imbarazzare Kurama, diamine.

Non si rese neanche conto di quanto quel pensiero fosse egoista e pieno di insensata gelosia, semplicemente si voltò incamminandosi verso il cancello della scuola.
Sapeva però, che era indubbiamente caduto in una situazione di merda.
 

***
 
 
Quando era tornato a casa aveva evitato di incontrare o parlare con sua cugina, cosciente che l’avrebbe ucciso solo con uno sguardo appena avrebbe abbassato un po’ la guardia.

Angela aveva il ciclo e questa era di certo una cosa catastrofica. La ragazza era già abbastanza irascibile di suo, inoltre durante questi “giorni speciali” tendeva ad entrare in fasi depressive seguite da quelle piene di gioia, per poi arrivare a quelle dove cominciava a mangiarsi barattoli di Nutella grandi quanto una casa guardando trailer di film horror.

Non si era stupito più di tanto poi, quando dopo esser uscito dal bagno per mettersi il pigiama, aveva visto Minamisawa Atsushi steso sul suo letto, con gli occhi chiusi e il respiro regolare.

Sarebbe stato anormale per chiunque riuscire a sopportare Angela in quei momenti di delirio puro, persino per il suo fidanzato.
Si avvicinò al corpo del viola, pensando che stesse dormendo, stando in quella posizione. Il cellulare vicino alla testa di Minamisawa si illuminò, avvertendo dell’arrivo di un nuovo messaggio. Si avvicinò per prenderlo, sapendo che probabilmente non erano affari suoi ma sapendo anche che non gliene importava un fico secco: era troppo curioso.

Si allungò con un braccio, piegandosi un po’ col busto in avanti, e poggiando una mano vicino al fianco del maggiore, cercando di non svegliarlo.
Quando riuscì finalmente a prendere l’agognato oggetto elettronico si sentì prendere di peso e sbattere contro il proprio materasso.

Minamisawa a quattro zampe sopra di lui, ghignava trionfante, mentre lui intanto cominciava ad arrossire per la posizione alquanto scomoda in cui si trovavano.

- Sappi che ero sveglio, sottospecie di un puffo.- gli fece notare il viola, allungandosi per riprendersi il telefono.

Kurama lo allontanò dalle sue grinfie, più per vendicarsi dell’assurdo nomignolo che per altro, cominciando a dimenarsi.
Pessima idea. Minamisawa aveva finito per sbilanciarsi, dopo essersi preso un bel calcio sul ginocchio finendogli completamente addosso.
 
Norihito arrossì, spalancando gli occhi.



Le labbra di Minamisawa sapevano di ciliegia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’angolo della castagna gommosa.
Amatemi perché li ho fatti baciare ewe
No, ok, prima di tutto mi scuso perché non è che sono in ritardo; di più.

Purtroppo non ho avuto molto tempo per scrivere e il tempo che avevo l’ho sprecato per guardare gli streaming di Criminal Minds –programma di cui mi sono infatuata--- e comunque non avevo neanche un briciolo di ispirazione.
Ma poi mi è venuta questa botta di genio e allora mi sono messa a scrivere c:

Sinceramente non volevo farli baciare così presto, ma l’arrivo di Kuramada doveva portare un po’ di casini e allora ecco qua cosa ne è uscito lol

Spero vi sia piaciuto
Al prossimo aggiornamento <3
 
happy chestnut
 
 
 


 
VOMITO ARGOBALENI PER MORGAN E REID CHE SONO SHIPPABILI AWAW
   
 
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