Cuore di donna
Non a caso
sorgeva un tempietto in suo onore, circondato da un giardino in perfetto stile
giapponese. Gli abeti per l’eternità e i crisantemi per la pace, tutto conferiva serenità mantenendo un’atmosfera
altamente spirituale. Gli abitanti del villaggio si recavano al tempietto,
curavano il giardino e onoravano gli spiriti naturali quotidianamente.
Non c’erano
molti bambini e quei pochi non amavano l’istruzione se non quella dei campi e
della lotta, solo una era desiderosa di imparare, ampliando le conoscenze in
tutti i campi.
Sakura
Haruno, figlia di un falegname molto stimato, frequentava la scuola con
interesse, amava le arti mediche e sognava di poter viaggiare negli altri
villaggi dietro le colline.
Per lei le
colline rappresentavano una barriera che nascondeva e separava la realtà del
villaggio dal resto del mondo; la sera le osservava e immaginava di poterle
superare con Ino, la sua amica più cara con la quale finite le lezioni
raggiungeva un posto segreto dietro la locanda del signor Murakumo, tra gli
arbusti e le foglie d’acero. Ivi da un po’ di tempo discutevano circa i
preparativi del viaggio in caso avessero affrontato le colline, si divertivano
fantasticando e ipotizzando cosa le sarebbe potuto accadere…
- e se
trovassimo tanti ragazzi carini? - disse Ino con fremito.
- si tutti
belli che ci fanno la corte!- ribatté Sakura.
Subito scoppiarono a ridere con la bocca
piena di Kokuto Ame , le mani appiccicose e gli occhi allegri e quando la sera
calava e i sogni regnavano nei silenzi della notte, le fantasie sui luoghi inesplorati dietro le
colline, le luci dei villaggi e le loro potenziali attrattive riguardo
l’utilizzo di cure mediche e medicine ignote , stimolavano la mente di Sakura,
tanto da annunciare il mattino seguente, una rivelazione importante…
- Ino… ho
deciso… compiuti 15 anni e ottenuto il diploma sulle conoscenze basi mediche,
partirò… -
- dove
andrai?non mi dire che vuoi intraprendere il viaggio dietro le colline? –
Lo sguardo
di Sakura rimase immobile, fermo… i suoi occhi verdi parlarono a quelli cristallini dell’amica…
- in ogni
caso io verrò con te… abbiamo progettato insieme la partenza e così sarà… -
- grazie Ino…
lo sai che sei la mia migliore amica? –
Le due si
sorrisero e insieme raggiunsero il posto segreto dietro la locanda.
Quando
giunse Aprile e arrivò la fioritura dei ciliegi, il villaggio fu indaffarato
coi preparativi della festa, non c’era molto tempo per pensare. Sakura, il cui
nome le era stato dato in onore di questa cerimonia mistica, era indaffarata ad
aiutare la madre, i preparativi alla traversata si svolgevano segretamente in
determinate ore del giorno, ove ambedue fossero state libere.
Per Ino era
ancora più difficile, il padre era il
fioraio del villaggio, doveva allestire per la festa ed essendo botanico,
riusciva a comprendere meglio le fioriture. Così Ino passava intere giornate a
studiare ed aiutare il padre, che vedeva in lei la futura ereditaria della sua
serra. Durante quei pomeriggi, pensava come avesse reagito il padre alla sua
partenza, dopo tutto si trattava di qualche anno, in questo modo avrebbe
conosciuto nuove piante e fiori ampliando le conoscenze ottime, seppure
limitate che poteva offrirle il villaggio. Così si convinse con determinazione,
aspettando ansiosa l’arrivo del diploma.
Dolci e
sinuosi, i petali di ciliegio cadevano con fragilità ed eleganza, colorando i
luoghi e profumando le strade. Gli abitanti li osservavano, attratti da quella
gracilità e soavità.
Sakura e
Ino, assistevano all’ondeggiare dei petali al vento, anche loro avrebbero
lasciato il villaggio, come un petalo fa
con il suo ramo, giunta l’ora vola via.
- si… sai
Sakura stavo pensando al nostro viaggio, hai già pensato alla reazione dei
tuoi? –
- no… però
so di altri ragazzi che in passato lasciarono il villaggio per esplorare luoghi
sconosciuti… non penso la prenderebbero male, si tratta di uno studio… -
- si,
infatti l’ho pensato anch’io… potrei conoscere nuove piante, ampliare la mia conoscenza…
sono stufa delle illustrazioni sui libri… -
- già… -
Sakura sorrise, poi sfiorò un petalo e disse…
- ti immagini
noi due sole, senza genitori, in giro per i villaggi… stupendo! –
- si…
stupendo… anche se credo dovremmo esercitarci di più con la lotta… potremmo
incontrare banditi o comunque gente violenta, bisogna sapersi difendere… -
- si hai
ragione, ma non siamo scarse, il maestro Atsutane
ha detto che siamo delle giovani fanciulle promettenti! –
All’imitazione del maestro Ino scoppiò a
ridere, mentre il sole calava e il buio si preparava a investire i cieli.
- mi sa’ che ora di rincasare… -
- si, ciao Saku ci vediamo domani - Sakura sorrise
poi disse...
- ciao ino a domani e buona notte! -.
Voltò le spalle e si diresse verso casa, i
petali ricoprivano tre quarti delle strade, il loro profumo era intenso, come
se delle fate avessero fatto il bagno nel villaggio. A quell’ora tarda i contadini
smettevano di lavorare, i commercianti chiudevano e i bambini sospendevano i
giochi, solo qualche ninja continuava gli allenamenti.
Osservando i suoi abitanti, Sakura provò
nostalgia come se avesse già lasciato il suo paese natale. Le sarebbero mancate
le voci dei bambini, il profumo del sushi del signor Murakumo, il tempietto di
Yuki, il luogo segreto e la casa dei suoi. Tuttavia come vi era un’età per i
giochi, vi era un’età per il lavoro, non era più una bambina, quindici anni
erano considerati tanti, erano considerati a un passo dall’essere donna.