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Autore: yuzuki chan    28/02/2014    2 recensioni
"L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue." scriveva William Shakespeare. Questa frase riassume perfettamente ciò che accadrà, il cuore di Juvia ha subito troppe ferite, ha seguito il suo amore per Gray ma niente vi è stato. E Gray che fugge l'amore potrebbe esserne colpito... Nello stesso momento un bianco male sembra avvicinarsi e minacciare la persona a cui più tiene...
Coppia principale: Gruvia
Coppia secondaria: Jerza
Capitolo speciale: Elfever
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gray/Lluvia, Lyon Bastia, Ultear, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tu chiamale se vuoi, emozioni [Gruvia]'
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Si fermò, alzando gli occhi al cielo. Il sole splendeva in alto, ma qualche nuvola minacciava di oscurarlo. “Devo riuscire a non far cambiare il clima… Peggiorerei solo le cose…”
Riprese fiato, asciugandosi le guance umide. Fu allora che udì un rumore cristallino provenire da destra. Si diresse in quella direzione, convinta di quello che avrebbe presto scoperto. Un ruscello.
Si sedette sul bordo del fiume immergendo i piedi nell’acqua nitida. Scivolò lentamente con tutto il corpo, raggiungendo la stessa consistenza di ciò che le si trovava intorno. Ora era tutt’uno con l’ambiente. Si lasciò trascinare dalla corrente, incurante della velocità che andava lentamente ad assumere. In quella forma le risultava più semplice liberare la mente dai pensieri, in particolare se negativi. Le nuvole nel cielo andavano diradandosi. Ma si rese ben presto conto che non tutto era perfetto come credeva. Voleva che lui fosse al suo fianco.
Quando la rapidità dell’acqua cominciò a diventare troppo forte si accostò al bordo ed emerse dalle acque. Si stese sull’erba umida e chiuse gli occhi. La brezza le accarezzava i capelli blu, spargendoli sul terreno. L’azzurro e il verde regnavano in quel luogo. Da una parte il colore della tranquillità, dall’altra quello della speranza. Ma nonostante tutto non vi era pace nel suo cuore. Aveva sempre pensato che l’acqua, la natura, potesse capire le sue emozioni, credeva di riuscire a fondersi con essa. Ma ora anche questa illusione era svanita. Era sola, la era sempre stata, e sebbene avesse delle persone che potesse considerare amiche nessuna riusciva a capirla sul serio. Le lacrime cominciarono di nuovo a scorrere. “Sono una perfetta stupida…” Fu allora che la pioggia iniziò a scendere delicata sul paesaggio circostante. Una pioggia triste, una pioggia disperata, una pioggia che proveniva direttamente da un cuore spezzato.
 “È questo che significa amare? Tutte le lacrime che verso possono in qualche modo approfondire e completare questa parola? È possibile che sia costituito più da dolore che da gioia? No… L’amore è semplicemente sventura, quando ami senza esser ricambiato si diventa solo impotenti. Si soffre senza un vero motivo… Eppure io non posso fare a meno di pensare a lui… Non posso fare a meno di amare… In fondo senza amore cosa siamo? Anche quando non siamo innamorati cerchiamo qualcuno verso cui provare un sentimento più forte della semplice amicizia… Abbiamo paura di sentirci soli… Ma alla fine tutti noi lo siamo, e siamo destinati ad esserlo per sempre…”
“Juvia, cosa stai facendo?” Una voce la riscosse. Proveniva dal fogliame alla sua sinistra. Si alzò a sedere di scatto, portando il dorso delle mani al volto per cercare di asciugarsi le lacrime. Fu allora che Lyon si affacciò sul ruscello.
La ragazza cercò di esser disinvolta, provando ad eliminare i pensieri che fino a quel momento l’avevano accompagnata.
“Lyon-sama” rispose con un saluto accennato con la mano.
Rimase interdetto. Non era da lei comportarsi in quel modo. Le si avvicinò fino ad arrivarle ad un soffio dal volto. Aveva gli occhi rossi e lucidi. Aveva appena finito di piangere. Ma preferì evitare domande scomode.
“Cosa fai di bello?” disse semplicemente sedendosi accanto a lei e coprendola con il suo ombrello.
“Io… Niente…” rispose la ragazza abbassando lo sguardo “Solo mi piace questo posto” disse sorridendo e guardando il ragazzo, che arrossì violentemente. 
Il silenzio piombò tra i due, entrambi imbarazzati dalla situazione. Fu il mago del ghiaccio a rompere la pausa.
“Forse è meglio se andiamo in un posto chiuso, qui rischiamo di prenderci un malanno. Se vuoi ti accompagno a casa”
“Juvia non vuole tornare a Fairy Hills…”
“Bhe… Ma non puoi restare qui… Non c’è un’amica che possa ospitarti?”
La donna della pioggia si bloccò un attimo, portando il suo sguardo alle sue mani congiunte in grembo. Poi alzando gli occhi e puntandoli dritti in quelli di lui domandò:
“Lyon-sama?”
“S… Sì!” rispose balbettando, colto nuovamente dall’imbarazzo.
“Lyon-sama, posso venire a casa tua?”
 
 






 
Nota dell’autore:  Eccomi, scusate il ritardo ç.ç E vi prego non picchiatemi per quello che sta succedendo tra i due D: Devo ammettere che è venuto molto “filosofico” come capitolo, non è successo praticamente niente a parte l’incontro con l’altro allievo di Ur ^^” Chissà cosa combineranno questi due ù.ù (Lo so che sono l’autrice, ma non ho ancora le idee ben chiare per il finale di questa fic ^^” Sono assurda xD) E si il titolo del capitolo è molto Romeo X Juliet xD
Bhe per il momento vi lascio, ringrazio come sempre chi segue le mie storie e chi mi recensisce, in particolare Luxus99chan, fairy ice, Kurapikt e CrazyLoL102.
Buona serata a tutti^^
 
P.S. Ma quanto la faccio piangere povera piccola? ç.ç
  
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