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Autore: Tatan    24/06/2008    1 recensioni
Fissai per un’ultima volta ciò che rimaneva di quello stupendo affresco, e con mano tremante mi avvicinai per sfiorarlo...Della Dama non rimaneva che una mano e un lembo di veste, mentre il Cavaliere era stato privato del cavallo e di una gamba [...] STORIA ABBANDONATA
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Storico
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“Alziamoci insieme per dichiarare la nostra fede…”

Bla bla bla.

Sbadigliavo appoggiato alla colonna d’entrata, mentre Jean, in piedi sul pulpito, predicava un Dio in cui non credeva nemmeno lui.

L’aria della città si faceva sempre più calda, e i posti come le cattedrali erano gli unici dove ci si poteva riparare dall’arsura.

Un mucchio di persone affollavano Sagra Maria, tutte accaldate e sudate: la luce delle vetrate rimbalzava sulla testa pelata dei signori, e le vecchiette, sedute in prima fila, salmodiavano spietate.

D’un tratto,mentre la voce di cento e più persone intonava il Credo, un movimento improvviso alla mia destra distolse la mia attenzione: la famiglia Tolè, capitanata dal notaio Ricardo, si faceva posto tra la gente.

“ Credo in un solo Dio, Padre e onnipotente…”

Sgomitavano per raggiungere le sedie dell’ala destra, superando i popolani che si ammassavano su quella sinistra.

Dietro Ricardo, Cecilia avanzava impettita, subito seguita da un’altra signora imbellettata e…

Dalila.

La riconobbi subito, le fossette delle guance evidenti ed i capelli ricci nerissimi, l’aria spaesata: la ragazza dell’altra sera.

Mi strozzai per non ridere in mezzo ad una messa…Sembrava una bambinetta attaccata alle gonne di Cecilia, lo sguardo impaurito e le spalle chine..

Pensavo alla sua espressione terrorizzata di quella sera, e sogghignai malefico.

Una gomitata mi spezzò costole, sterno e polmoni: anche Miquel l’aveva riconosciuta.

-Ehiiiiiii…ma non è la signorina Dalila quella???UUUUUUUUUUhhhh..imparentata con la gente bene eh??

-Già già…

Si aggiunse anche Carlos, che tirò un fischio sommesso.

- Trova il modo di farti vedere! Voglio vedere che faccia fa…

Detto, fatto.

Mi avvicinai furtivo, tentando di scivolare tra la folla.

Poi, quando fui di fronte a lei sussurrai:

-Dalila…

Si girò di scatto, sorpresa, ed appena incrociò il mio sguardo sgranò gli occhi.

Restai immobile, un sorriso sornione stampato in faccia;

lei mi fissò per un momento, e poi svelta abbassò gli occhi.

Le guance le si erano arrossate in modo delizioso, e stringeva i pugni nervosa.

Restai a fissarla così, conscio delle risate senza dignità dei gemelli, che assistevano alla scena.

Ad ogni minuto che passava, i capelli le si appiccicavano alla fronte sempre più per via del sudore, e l’imbarazzo non calava.

Poi, la processione per la comunione ci divise, e la persi di vista.

Veloce, mi dileguai e uscii dalla chiesa, assieme ai gemelli che ancora si tenevano la pancia per le risate.

Aspettai impazientemente che uscisse tutta la gente, pronto a rivolgerle di nuovo la parola.
L’occasione si presentò quando Cecilia ed il marito, in compagnia dell’amica di lei, si allontanarono per parlare con il sergente Ruiz e la consorte, lasciando sola per un istante Dalila.

Subito mi avvicinai, sotto lo sguardo dei miei amici, e le appoggiai una mano sulla spalla.

La ragazza si girò di scatto, la bocca leggermente socchiusa che lascio sfuggire un suono strozzato appena capì chi ero.

- Buongiorno signorina!

Un veloce inchino.

- Che bella giornata, vero???

Nessuna risposta.

-Già, proprio adatta per un’escursione a cielo aperto.

Niet. Solo un’espressione mortificata.

-Ho visto che siete imparentate con Ricardo Tolè…Grande uomo, penso uno dei più ricchi di tutta la città. E poi la moglie…Cecilia, no??

Zero.

-Un bella donna davvero. E vostra zia?? Tranquilla, voi non siete da meno.

Zero assoluto.

Così, mi feci vicino e la inchiodai.

-Hai paura Dalila?? Mi pare impossibile che una ragazza come te possa aver paura di uno come me. Cosa vuoi che ti faccia?

Poi, veloce, le sfiorai l’orecchio con le labbra, sfilandole di nascosto un orecchino.

Lei rimase immobile, e nemmeno si accorse del furto. Fissava con insistenza i suoi piedi, e tremava tutta.

Me ne andai di fretta, seguito subito dagli altri.

Scusate, ma sto studiandoooooo!!!

  
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