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Autore: Pleurite98    28/02/2014    4 recensioni
Cosa saresti disposto a fare pur di continuare a vivere? Pur di continuare a pensare?
Trentotto personaggi. Un' isola. Un solo sopravvissuto.
Non puoi fuggire, non puoi ribellarti, puoi solo uccidere.
Sono queste le regole del programma. Chiare ed infrangibili.
Doveva essere la sesta stagione di Total Drama, invece si è trasformata in un incubo.
Dall'ottavo capitolo:
Quando decidi di prendere parte del gioco devi calcolare di dover uccidere chiunque ti capiti a tiro.
Anche se hai un solo amico, devi renderti chiaro nella mente che potresti essere costretto a ucciderlo. Soprattutto se è lui ad aggredirti. Non puoi aspettare che sia qualcun altro a farlo. [...]
Quando decidi di giocare lo devi fare davvero. Senza rimorsi. Senza rimpianti.
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Gwen, Heather, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale
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Patti
 
Al contrario di Trent, Gwen non aveva rimpianti. Nella sua vita aveva sempre seguito l’istinto, e questo le aveva detto di non sparare al ragazzo.
Insieme decisero di continuare ad addentrarsi nella foresta fino ad arrivare all’area radioattiva dell’isola.
Camminavano l’uno al fianco dell’altra, immersi nel più completo silenzio.
 
-Gwen!- sua madre la chiamò dalla soglia della porta.
La ragazza si tolse le cuffie dalle orecchie, fermò il video e si girò verso l’ingresso.
-Non dovresti sistemare le tue cose?-
I suoi occhi guizzarono per la camera. Vestiti sporchi sul letto. Libri per terra.
-Gwen…-
-Ho capito mamma, non preoccuparti.- accennò un sorriso.
La donna fece qualche passo in avanti. Si sedette sul letto.
- Senti, sei hai qualche problema sai che possiamo parlarne, insomma…-
- No grazie, è tutto okay.-
Si rigirò verso lo schermo e si mise nuovamente gli auricolari.
La madre attese qualche momento. Corrugò la fronte e sospirò. Infine uscì dalla camera.
Gwen, che fino a quel momento aveva tenuto la mano rigida e immobile sul mouse, fece partire il video.
Una ragazza bionda (sgualdrina) stava scappando seminuda in mezzo alla strada. Inciampò nel terreno e cadde. L’asfalto le bruciò le ginocchia. Gemette, poi si voltò. Un omaccione di due metri stava a pochi passi da lei. Nelle mani stringeva un’ascia. Buio.
 
Aveva sempre dato la felicità per scontata.
I film horror le davano quel brivido in più. Quel qualcosa che sentiva di mancarle.
Vivere era tremendamente noioso, ma Total Drama le aveva fatto conoscere persone stupende, e la scossa di un milione di dollari è notevole.
Non avrebbe mai ucciso i suoi amici. No. Era l’unica cosa chiara nella sua mente.
Quei filmacci violenti (a detta di suo padre), le avevano insegnato il vero valore della vita. Aveva sempre distinto la realtà dalla finzione. Il bene dal male.
 
L’area contaminata si trovava nel settore B-2 e si estendeva di poco in quelli adiacenti.
Le mura che la separavano dall’esterno la rendevano un punto estremamente favorevole, se qualcuno si trovava da solo non sarebbe sicuramente riuscito ad entrarci. Ma loro erano in due.
Sarebbe stato un gioco da ragazzi.
Avevano da poco superato i bagni, quindi secondo i calcoli della ragazza dovevano trovarsi a cavallo tra il settore B-4 e B-3.
Proseguirono taciturni per una ventina di minuti, senza mai incontrare nessuno.
Trent si ricordò di alcune sfide passate. Procedendo al loro passo sarebbero potuti arrivare alla spiaggia opposta dell’isola in due ore.
Al luogo che si erano prefissati, mancavano circa quaranta minuti.
La luna sembrava scendere dietro le montagne. Era quasi l’alba.
 
Trent era sicuro che nessuno dei suoi amici avrebbe mai fatto del male a qualcun altro.
Lo credeva di tutti i concorrenti.
Col passare del tempo si erano uditi degli spari. In lontananza.
Ma, come Courtney, il ragazzo non era ancora stato toccato dal dolore e credeva quindi che questa condizione sarebbe durata fino al termine del programma.
Rifiutava il pensiero di morte quasi inconsciamente.
Quegli spari per lui erano stati un avvertimento lanciato dai suoi compagni.
Staci e Geoff erano già morti. Non sarebbe più toccato a nessuno. Sarebbero fuggiti tutti insieme.
Fuggiti da quel gioco malato. Fuggiti da quel paese perverso.
Avrebbero riso ancora. Vissuto ancora.
Avrebbero realizzato i loro sogni. Viaggiato.
In quel momento l’unica cosa da fare era trovare gli altri, convincerli ad andare con lui e Gwen per trovare insieme una via d’uscita da quella situazione.
Pensò subito a Cody, Harold e Justin. Gli altri membri della band.
Si sarebbero fidati sicuramente.
Temeva invece degli ultimi arrivati. Scott e Lightning non gli sembravano elementi affidabili.
In ogni caso ci avrebbe provato.
 
Al contrario, Gwen non pensava di potersi fidare di nessuno. Era già tanto se si era unita a Trent.
Sapeva cos’erano disposte a fare le persone pur di sopravvivere.
Il gioco era cominciato. Aveva sentito dei colpi a distanza di parecchi minuti.
Sparati probabilmente da elementi diversi.
Qualcuno aveva sicuramente deciso di partecipare a quella follia.
 
La voce metallica di Josh squarciò l’aria.
I ragazzi cercarono l’origine di quel suono. I megafoni sparsi nell’isola stavano trasmettendo un messaggio di morte.
-Ragazzi! Sono passate solo due ore dall’inizio e vedo che ci state dando dentro! Sono proprio orgoglioso, ve lo devo dire! Ero titubante, ma avete placato i miei timori! Hanno perso la vita: Justin, ragazzo numero 7, B, ragazzo numero 13, Sam, ragazzo numero 18 ed Eva, ragazza numero 4. Passo ora ad annunciarvi le zone che diventeranno proibite da questo momento fino alle dodici di oggi. Prendete la mappa! Dalle ore otto il settore A-6, dalle ore dieci il settore F-6. Ah, dimenticavo di informarvi che se entro la mezzanotte del terzo giorno non ci sarà nessun vincitore, tutti i collari ancora attivi esploderanno. Mi raccomando, evitate questo spiacevole inconveniente e continuate ad impegnarvi!-
Il ronzio terminò.
 
Justin! Justin morto! Aveva pensato a lui solo alcuni attimi prima. Ed ora non c’era più.
Non aveva senso. Niente ne aveva più.
 
Gwen aveva tirato fuori la sua cartina e segnato le novità. In quel momento si trovavano distanti dalle zone che sarebbero diventate vietate.
Guardò Trent. Aveva gli occhi sbarrati, sembrava fissare nel vuoto.
Lei gli prese la mano.
-Dobbiamo andare avanti.- disse.
 
Il sole si faceva strada tra i rami. 
Le mura che contenevano la parte radioattiva dell’isola si ergevano davanti a loro.
Un fruscio improvviso li sorprese.
Trent afferrò la sparachiodi e si girò di scatto.
Gwen lo seguì a sua volta, lasciando la sua arma nello zaino.
Mike (ragazzo numero 17) si portò le mani al ventre.
-Ragazzi, sono io.- disse.
 
Trent non lo aveva mai conosciuto. Delle persone erano morte, poteva davvero essere sicuro che non le avesse uccise il ragazzo che si trovava di fronte?
 
Gwen cercò di ragionare lucidamente. Mike aveva dei disturbi psicologici. Mal avrebbe potuto prendere il sopravvento in qualsiasi momento. Magari era già in possesso di quel corpo.
-Qual è la tua arma?- domandò.
Mike porse un piccolo GPS alla ragazza.
-E’ questa. Si tratta di un localizzatore capace di individuare gli altri collari. Non ho cattive intenzioni, ve lo assicuro! Ho visto da quest’aggeggio che eravate insieme. Ho pensato che probabilmente anche voi foste pacifici. Non voglio farvi del male.-
Trent guardò Gwen. Gwen guardò Mike.
-Possiamo fidarci.- concluse.
 
I due aiutarono la ragazza a scavalcare il muro.
Di seguito lei pose la mano a Trent.
-Vieni, ti aiuto.- disse quest’ultimo a Mike.
-Non posso. Devo andare.-
-Come non puoi?- intervenne Gwen.
-Devo trovare Zoey, devo assicurarmi che sia al sicuro.-
La ragazza sorrise.
-Ricordati che noi siamo qui, quando l’avrai trovata se vorrete, potrete raggiungerci.-
-Sicuramente.-
 
Gwen e Trent guardarono il ragazzo scomparire tra gli alberi, poi si lasciarono scivolare nei colori sbagliati della zona mutata.
 
32 concorrenti rimasti
                                                                   
  
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